Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: elyxyz    30/01/2008    20 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gatto pulci sul pancino

 

Note: il seguente scritto contiene lievissimi riferimenti yaoi.

Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic.

 

 

Dedicato a chi ha recensito i precedenti capitoli della raccolta.
Grazie!


 

 

Chi si addormenta coi cani, si alza con le pulci

 

 

by elyxyz

 

 

 

 

Edward allungò l’auto-mail verso il campanello, lanciando uno sguardo assassino ad Alphonse, lì, accanto a lui.

Si capiva chiaramente che avrebbe preferito essere altrove, in qualsiasi altro posto. Ma altrove.

Spostò il peso del corpo da una gamba all’altra, come per decidersi a premere, o semplicemente per perdere tempo.

 

“Avanti, Nii-san!” l’infantile voce rimbombò all’interno dell’armatura, ma non perse il suo tono di gentile pressione. “Il Colonnello è stato fin troppo gentile, quindi togliti quel muso lungo dalla faccia, per favore, e suona. Le bottiglie del latte tintinnarono, vetro contro metallo.

 

Acciaio sbuffò, seccato. Eppure eseguì l’ordine, ma a modo suo.

Il malcontento si trasformò in sottile vendetta, quando il suo indice meccanico, casualmente, s’era bloccato sul piccolo pulsante.

Il lungo, fastidioso trillare si percepiva fin da lì, malgrado la pesante porta di legno.

Nii-san! Smettila!”

 

“Buonasera, Fullmetal!” lo accolse il suo superiore. “I tuoi modi garbati sono sempre ineccepibili!” lo canzonò, per non dargli soddisfazione.

 

Taisa, lo perdoni, la prego!” intercedette Al, scusandosi per lui.

 

“Non ti preoccupare, Alphonse.” Lo rassicurò l’uomo, facendoli entrare in casa.

 

Il cucciolo smise di giocare con il piccolo gomitolo che si divertiva a far rotolare, incuriosito dalle nuove presenze.

 

La pesante corazza squittì di puerile gioia, vedendolo; e, a dispetto della considerevole mole, gli corse velocemente incontro, inginocchiandosi per prenderlo in braccio.

 

Edo e Roy sorrisero, loro malgrado, inteneriti dalla spontaneità del piccolo Elric.

 

“Sei stato davvero fortunato, sai, micetto?!” Al si rivolse direttamente alla piccola palla di pelo che gli stava comodamente in una mano sola. “Io non ti volevo abbandonare, ma non ti potevamo neanche tenere…” si discolpò, grattandogli con affetto dietro alle piccole orecchie e sotto al mento. “Il Colonnello Mustang si prenderà cura di te e io costringerò il mio fratellone a fare altrettanto, va bene?”

 

Il gattino fece le fusa, per il piacere che quelle attenzioni gli provocavano.

 

Nii-san! Tora è d’accordo!” dichiarò, voltando il pesante catafalco verso il punto in cui i due militari sostavano.

 

“Non avevo dubbi, Al.” Ironizzò Edward, stiracchiando però le labbra in una smorfia che sapeva di felicità e orgoglio. Ricordava più che bene il suo dolore e la tristezza, per ciò che si erano imposti di fare.

Dal canto suo, rimaneva persuaso che quella fosse una sfortuna bella e buona: di tutte le case, proprio davanti a quella del Flame Alchemist dovevano finire?!

Certo… piuttosto che una sorte randagia, fatta di stenti e privazioni, oppure con un padrone sconsiderato, magari manesco… il Taisa era sicuramente meglio: una persona conosciuta, e lui avrebbe avuto modo di controllare l’evolversi della situazione in tempo reale. Anche se questo voleva dire avere a che fare, ancor di più, con quel dannato Colonnello che lui odiava tanto.

Ma, per amore di Al e del suo stato di fratello maggiore – doveva dare il buon esempio, lui! – si sarebbe sacrificato. Di certo, però, non aveva alcuna intenzione di facilitare le cose al suo superiore.

 

L’oggetto dei suoi pensieri lo scrutava divertito, anche in quel momento. Avrebbe tanto voluto togliergli quell’espressione strafottente dal grugno!

 

Fullmetal! Te ne stai lì in piedi, impalato, perché speri ancora di crescere?!” lo punzecchiò, senza prendersi il disturbo di cambiare quel ghigno insopportabile.

 

“E’ colpa sua, signore.” Replicò a tono. “Non mi ha ancora invitato ad accomodarmi!” precisò, sprezzante. “Forse non ricorda più le regole della buona educazio-

 

“NII-SAN!” intervenne Alphonse, di colpo allarmato.

 

“No, Al! E’ una cosa tra me e lui!” rispose secco, senza togliere gli occhi dal moro.

 

“Aspetta, Nii-san, non hai capito! Guarda!!” l’armatura indicò il micio.

 

Edo accantonò in fretta il battibecco e lo raggiunse.

“Cos…? Ma sono…”

 

“Sì, ha le pulci sul pancino!”

 

Taisa! Lei se n’era accorto?!” gli domandò, in tono d’accusa, come se fosse stata una sua colpa.

 

“Certo che no! Altrimenti avrei provveduto! In ogni caso, contavo di portarlo domani dal veterinario, per le vaccinazioni e tutto il resto...

 

“Potremmo fargli un bagnetto, no?” propose Al, scrutando quei minuscoli puntini neri, quasi invisibili ad occhio nudo.

 

“E’ una buona idea, Alphonse.” Riconobbe il padrone di casa, senza tuttavia prendere l’iniziativa dell’azione sgradevole.

 

“Ci pensa lei?!” insinuò Ed, ostentando un sottile appagamento, ricavato da quell’ingrato compito che il Flame avrebbe dovuto portare a termine di lì a poco.

 

“Spiacente, Fullmetal. Ma, come vedi,” e indicò una catasta di plichi affastellati in un angolo, in entrata “il Tenente Hawkeye si è premurata affinché io mi rimetta in pari, entro domattina, con alcuni dossier urgenti da controfirmare.”

 

Il ghigno sulle labbra di Edo svanì all’istante.

Per uno strano gioco dello Scambio Equivalente, spuntò simultaneamente sulla bocca di Roy, che rincarò la dose, pur mantenendo un tono gioviale.

“Oltretutto, mi sembrava che il patto stipulato - non più di due giorni fa, tra noi - prevedesse che io offrissi una residenza al micio, e che tu ti occupassi dei suoi bisogni fisici. E credo che un bagno rientri tra questi…” Non attese la contestazione che, sapeva, sarebbe giunta con l’invettiva. “Prego, seguimi. Ti mostro la strada.”

 

Acciaio masticò un’imprecazione colorita. Non era l’idea del bagnetto, in sé, a dargli fastidio. Quanto più la concezione stessa che il Taisa avesse vinto un’immaginaria battaglia contro di lui.

 

“Al? Potresti pensarci tu?” domandò, sapendo che forse il fratellino avrebbe gradito occuparsene.

 

Ma l’elmo si mosse, in chiaro segno di diniego. “Mi spiace, Nii-san, ma non posso! Lo sai anche tu che con quest’armatura non sento se l’acqua è calda o fredda, potrei scottarlo!” si preoccupò, come sempre fin troppo sollecito.

 

Edward sbuffò, arrendendosi all’evidenza.

Mustang ebbe il buongusto di non infierire, mentre conduceva lui e la palla di pelo pulciosa lungo il corridoio, riempiva con un po’ d’acqua saponata la vasca e gli porgeva una salvietta per asciugarlo, dopo.

“Pensi di arrivare con le braccia sul fondo?” lo sfotté, immaginando che – una volta chino sul tappeto, accucciato oltre il bordo – non sarebbe stata una posizione comoda, per quel Tappo che attirava fin troppo le sue attenzioni.

 

“Sta insinuando che sono così microscopico da fare concorrenza alle pulci che sono sul pancino di Tora?!” urlò, arroventandosi.

 

L’Alchimista di Fuoco preferì ignorarlo, lasciando che sproloquiasse, com’era abituato fare in ufficio. Se gli si dava spago, la tiritera di Acciaio poteva durare anche all’infinito; se invece si tendeva a fingere di non vedere né sentire questi suoi deliri, assolutamente folli e fuori luogo, perlopiù il giovane Elric smetteva poco dopo, spegnendosi come una miccia inzuppata.

 

Prese lo sgabello situato in un angolo della stanza e glielo adagiò davanti alla vasca, con la speranza che servisse.

 

“Crede che mi serva come scalino per entrarci dentro?!” ringhiò però il biondo, fraintendendo la sua gentilezza.

 

“NO!” si giustificò immediatamente, realizzando che le manie d’altezza del Fullmetal erano sfociate irrimediabilmente in paranoia. “Siediti, per la miseria!”

 

Lo vide boccheggiare, a corto di parole. Con sua enorme soddisfazione.

E prima che potesse travisare nuovamente qualsiasi altra cosa detta o non detta, fatta o non fatta, chiuse la porta del bagno dietro di sé e tornò in salotto, dove Alphonse stava educatamente attendendo, seduto sul divano.

 

“Ti offrirei volentieri qualcosa da bere, ma…”

 

L’armatura sferragliò, come a dire che era tutto apposto. “Non si preoccupi, Taisa. Grazie comunque.”

 

“Ti dispiace se lavoro? Ho davvero una marea di fogli da leggere!”

 

“Certo che no! Spero che la mia presenza non la disturbi…” si scusò.

 

“Nessun disturbo, credimi.” Sorrise, iniziando a leggere un file riservato. Eppure la testa vagava altrove… più precisamente lungo il corridoio, verso l’ultima porta in fondo a sinistra.

C’era fin troppo silenzio, il che non era necessariamente un buon segno, per un tipo vulcanico come Edward Elric.

“Credi che se la caverà?” si ritrovò a chiedere, giocherellando con la stilografica.

 

“Garantito!, il mio fratellone sa fare un mucchio di cose… ha infinite risorse.”

 

Mustang fu quasi persuaso di cogliere una nota di divertita ironia, in quella voce attutita dall’eco. Sorrise anche lui. “Questo è poco ma sicuro! E’ così testardo, peggio di un asino cocciuto!”

 

“Sì, è molto caparbio.” Ne convenne, grattandosi l’elmo con imbarazzo, come se fosse stata la sua testa.

 

Roy riprese a lavorare, cercando di concentrarsi.

Non seppe esattamente quanto tempo era passato, ma gli era parso un’infinità.

Tora riemerse dal buio corridoio, seguito a distanza da un Acciaio alquanto irritato che, pantaloni zuppi, gocciolava copiosamente per terra.

Il micio corse da Al, cercando quasi di nascondersi dentro la sua armatura cava, come aveva fatto solo un paio di giorni prima.

Mustang attese fino all’ultimo, prima di sollevare gli occhi dal foglio e fissare lui.

“E’ andato tutto bene, Fullmetal?”

 

“Benissimo!” ringhiò, raccattando il suo inseparabile cappotto rosso. Era di spalle, quindi non poteva vedere la sua faccia arrabbiata.

 

“Ha ancora le pulci, Nii-san?” chiese Alphonse, premuroso, coccolando il micetto un tantino stravolto.

 

“Un altro po’, e non avrà più neppure il pelo!” minacciò.

 

“C’è stato qualche problema?”

 

“Problemi?!” guaì, infilandosi gli stivali con le zeppe, ostinatamente voltato di schiena. “Tutti i gatti odiano l’acqua, ma quella è una tigre malcresciuta!” sbraitò, additandolo con rabbia senza più poter procrastinare l’inevitabile.

 

La sua mano di carne e il volto erano pieni di graffi, più o meno evidenti.

Edward, con espressione comicamente oltraggiata, era uno spettacolo irresistibile.

 

Mentre Roy rideva, Al controllava lo stato delle abrasioni - niente di preoccupante, a conti fatti.

“E’ stato così tremendo, Nii-san?!” gli fu chiesto, sembrava quasi dispiaciuto e colpevole.

 

“E’ stato poco collaborativo.” Specificò.

 

“Hai tentato di affogare il mio gatto?!” domandò il Colonnello, mezzo scandalizzato e mezzo divertito.

 

“Mi è solo scivolato sott’acqua!” si difese prontamente, ma suonava come un’ammissione di colpa, persino ai propri orecchi. “Lui ha lottato, e anch’io.”

 

“Ma Fratellone!” lo sgridò Alphonse, stavolta arrabbiato con lui. “E’ solo un cucciolo spaventato e indifeso!”

 

“E tu volevi affogarlo…” il moro rincarò la dose.

 

“Non volevo affogarlo, volevo lavarlo!!” si difese. “E la prossima volta ci penserà lei!” lo minacciò, leccandosi un taglio all’altezza del polso.

 

Mustang andò a prendere la cassetta del pronto soccorso, e si premurò di medicarlo.

Il che non andava a genio al suo sottoposto ma aveva già fatto una figuraccia, e non voleva sembrare infantile di fronte al suo fratellino.

 

“Dica la verità: lei lo sapeva, eh?!” sibilò piano, direttamente contro il viso sbruffone dell’uomo.

 

“Che Tora aveva le pulci, o che tu ne saresti uscito così malconcio?” chiarì.

 

“Che si sarebbe preso gioco di me!” borbottò, storcendo il naso perché il disinfettante bruciava.

 

“Puoi tranquillamente anche non credermi, ma non avevo premeditato nulla. Ciò non toglie che la tua faccia sia un spasso, mio caro Mame-chan!”

 

“IO NON SONO-”

 

Gli appiccicò un cerotto sopra al naso, ed egli guaì di dolore, ma almeno smise di lamentarsi.

 

“La prossima volta andrà meglio, vedrai…”

 

Sbirciando Al che giocava col micio, di nuovo inoffensivo, realizzò che il suo Nii-chan era felice, Mustang non era stato più insopportabile del solito, e alla fine non aveva distrutto i suoi auto-mail, di cui avrebbe dovuto render conto a Winry.

Ne era uscito un po’ malconcio. Vero.

Ma era un buono Scambio Equivalente, no?

 

“Oh, sì. Per forza! Perché sarò io a ridere di lei.” Profetizzò.

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Note varie: ambientata proprio agli esordi, il terzo giorno di Tora a Casa Mustang. Questa era la trama del lontano capitolo VI e mi sono ridotta a postarlo ora! >_<

Se vi suona un po’ familiare è perché, in qualche modo, è lo scambio equivalente del capitolo due, quello in cui Tora graffia Roy nel dormiveglia, e Edward lo prende in giro.

Avrebbe avuto più senso postarli ravvicinati (come da piano originario) ma tant’è. ^^’’

 

Il colore del titolo richiama l’arancio del pelo di Tora e il nero delle pulci; mi sono rifatta ad un proverbio popolare italiano, che ha entrambe le versioni con gatti e con cani, il significato non cambia.

(Chi si addormenta coi cani, si alza con le pulci / Chi si addormenta coi gatti, si alza con le pulci)

E’ un po’ la variante delchi va con lo zoppo, impara a zoppicare’.

Preso letteralmente, come buona parte dei titoli di questa raccolta… e traslitterandolo un po’, perché abbia senso… Tora si è preso le pulci perché ha dormito con un cane.

Che poi il cane sia Edo nel primo capitolo della fic; o Roy, la seconda notte trascorsa da Tora a Casa Mustang... beh, lascio al lettore decidere.

 

C’è da chiarire che, tra Ed e Roy, Edward è sempre stato quello più comprensivo, finora, nei confronti di Tora. Ciò non toglie che gli inizi non siano stati tutti idilliaci anche per lui. (E credo che una buona ramanzina di Al l’abbia reso più indulgente… ^___^)

 

 

Precisazioni al capitolo precedente: sono proprio contenta che il POV di Tora vi sia piaciuto. Quindi lo userò ancora, fra un po’ di tempo.

Quasi tutti voi avete ritenuto che il comportamento di Roy fosse plausibile; ovviamente ognuno è libero di vederla come crede.

Nella mia personale interpretazione, non lo trovo OOC, anche se ho calcato molto, lo ammetto.
Ma la mia esperienza quotidiana parla di 30enni (imprenditori, insegnanti, manager d’azienda) incredibilmente infantili quando si tratta di incontrare l’ex del/la proprio/a partner.
E un po’ Roy vede Winry così. Una minaccia che lo ha fatto penare (seppur involontariamente) e credo che la sua sia una sorta di rivalsa/vendetta dilazionata nel tempo.

Jess mi ha fatto riflettere, meditando sul fatto che Roy si sarebbe potuto comportare così in presenza di un rivale maschio, ma non di Win, cioè una donna.

Io credo invece che il punto sia proprio questo. Mustang non la vede come donna, ma solo come ‘nemico’.

Devo confessare che ci ho messo molto di me nella sua caratterizzazione in questo cap. Forse è per questo che non sono parecchio obiettiva. ^^’’

Ciò che conta davvero (ora, ma anche in futuro) è che Edo-kun è così ingenuo da non aver colto completamente questa ‘guerra fredda di trincea’ che capita sotto al suo naso.

Capisce solo che Roy e Win non vanno d’accordo, ma quell’anima semplice non ha carpito né le allusioni né le ragioni implicite…

 

X My Pride: Grazie dei complimenti. Rispondendo alla tua domanda, (forse ti è sfuggito, perché l’ho scritto giusto qualche capitolo fa) spero di arrivare ai 100 capitoli. Di sicuro a 85, poi vedremo. (Mi aiuterà anche il tuo incoraggiamento!)

 

 

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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