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Autore: Hebony    18/07/2013    5 recensioni
Quell'odore...Quei denti.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi chiamo Marcus, vivo in una casa a due piani e da un po' mi succedono cose strane. Ho deciso di condividerle con voi. Come la maggior parte delle persone ho dei vicini di casa, sono una coppietta anziana, molto calmi e adorabili, a differenza degli altri. L'altra famiglia che abita vicino a me ha un figlio punk e loro non son da meno. Non mi stupisco che sia stato in prigione.
È sorprendente che non gli abbiano dato l'ergastolo, cavolo! Ha ammazzato una persona!
Beh, tornando alla mia storia...Una notte mi preparai per andare a letto. Mi sentii a disagio.
Avevo la sensazione che c'era qualcuno a casa mia. Sentivo...sentivo i suoi passi.
Non ero sicuro di cosa fosse ma sono certo che non era umano. Non solo lo sentivo camminare  ma emanava uno strano odore, come se ci fosse del sangue e un cadavere in avanzata putrefazione. Lo sentivo, era talmente forte che mi pervase le narici fino a farmi venire il mal di testa. Volevo mandar via quel fetore. Sembrava che quei passi si avvicinassero sempre di più, ero agitato, aprii la bocca per urlare ma ad un tratto tutto cessò.I passi...quel lezzo...non c'eran più. Mi consolai cercando di autoconvincermi che era stata la mia immaginazione a creare tutto, ma in fondo sapevo che era tutto reale.Alla fine andai a letto, ma mi sentii osservato...non riuscivo a togliermi quella sensazione di dosso, cominciai a sudare freddo, sentivo...sentivo qualcosa...qualcosa che posava gli occhi su di me. Ma quell'odore stavolta non c'era, mi sentivo solo...osservato.Poco dopo mi addormentai.

Il giorno dopo andai al lavoro. Tornando a casa vidi la coppietta anziana che mi fissava, mi sentii molto a disagio, tipo quello della sera prima. Gli altri vicini non erano in casa. Entrai in casa e passai tutto il dì a riposarmi ed a navigare sul Web.

Venne la sera, come sempre preparai a mettermi a letto. Vidi una cosa orribile. Una strana cosa si stava divorando la famiglia del ragazzo punk. Era alta, circa 2 metri e mezzo, non aveva occhi, aveva dei grossi denti imbrattati di sangue, aveva una lunga coda con dei pezzi di persone conficcati in essa. L'uomo era stato fatto a pezzi, della sua testa rimanevano solo le orecchie. Il torace era stato aperto in due parti, esattamente a metà, e gli organi se li era mangiati il mostro.C'era sangue ovunque, addirittura sulle pareti. La donna era riuscita a rifugiarsi sotto il tavolo della cucina, ma dato che stava piangendo, la cosa la trovò. Con i suoi grossi artigli la prese con violenza strappandole il braccio, fiotti di sangue provenivano dalla povera malcapitata, la sentivo urlare, ma rimasi lì, impietrito ad assistere alla scena senza far nulla. Quella cosa divise il corpo della donna, il torace da una parte, le gambe dall'altra. Divorò solo il torace. Si conficcò quello che restava dei due sulla coda.Leccò perfino il sangue con la sua lingua biforcuta. Il ragazzo tornando a casa vide quello scempio ed urlò. Il rettile gli si scagliò contro. Gli conficcò una zampa nella gabbia toracica e tirò fuori il cuore. Inutile dire che lo mangiò. Le urla di quel povero ragazzo non lasceranno mai la mia mente. Lo fece a pezzi e...e...rise. Sapeva che lo stavo guardando.  Non riuscii a trattenermi, vomitai. Commisi un grosso sbaglio facendolo. Quella cosa riuscì a localizzarmi. Non seppi più che fare, volli piangere, urlare, correre via, chiamare qualcuno. NIENTE! Rimasi lì, pietrificato come una statua. Sentii che stava arrivando, lui e il suo odore. Un passo dopo l'altro si avvicinava sempre di più. Distrusse la porta d'ingresso e si scagliò su di me pronunciando :"La morte è solo l'inizio...". Stetti per urlare, mi dimenai, ma quel rettile mostruoso, mise la sua coda sulla mia bocca impedendomi di emettere suoni. L'unica cosa che potei fare fu piangere, e lo feci. L'abominio sembrò divertito dalle mie lacrime. Senza pensarci due volte mi scorticò le gambe con i suoi artigli e con tutta la calma del mondo leccò tutto il sangue e morse...morse fino a lasciare l'osso. Urlavo a squarciagola per tutto il dolore che stavo provando. Prese le mie ossa e mi perforò le costole, piansi, urlai, lo pregai di smettere di giocare e di uccidermi subito. Con i suoi denti mi strappò la giugulare e il mio sangue imbrattò il muso di quell'essere. Dopo un'agonia che sembrò durare ore sentii la vita sfuggire via dal mio corpo. L'essere mi divorò.
 

Ero libero.
  
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