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Autore: Vichy5notes    19/07/2013    6 recensioni
Mi sento sola. Ma non sola come per dire 'oggi non ho nessuno con cui uscire' oppure 'oggi sono sola a casa. No. Sono sola come per dire 'sono un pozzo senza fondo, e quando un pozzo è senza fondo non è mai pieno. Se non è pieno allora è vuoto. E io sono vuota di emozioni. Sono sola dentro, nell'anima.
La verità è che speriamo tutti di essere cercati, e magari anche trovati.
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Victoria Horan, giovane ereditiera.
Harry Styles, giovane tatuatore.
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STORIA TOTALMENTE FUORI DAL COMUNE, ASPETTATEVI TANTISSIMI COLPI DI SCENA E CHE DIRE, SPERO VI PIACCIA.
-VICHY
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NON VI OBBLIGO A LASCIARE RECENSIONI, MA SE LO FARETE MI RENDERETE FELICE.
 

Scusate per l'immenso ritardo, sono in vacanza e ho avuto
qualche problema con la pubblicazione, promettodi pubblicare
un altro capitololunedì o martedì!
Spero di farmi perdonare con il 7 capitolo! Buona lettura!
-Vichy


6)- Last first kiss


POV VICTORIA

Mio fratello era appena uscito da quella stanza spoglia. Spoglia e vuota come la mia mente in questo momento, non sapevo cosa pensare e tantomeno cosa dire a Harry. Perdonarlo? Dopo tutto quello che era successo era improbabile... Odiarlo? No, mai, non ci sarei mai riuscita, perchè nonostante tutto quello che era successo c'era ancora quel filo invisibile che ci teneva legati.
Lo vidi entrare nella stanza a capo chino, con la luce che filtrava dalla finestra che si posava delicatamente sui suoi ricci. Bellissimo, come sempre. Smisi di guardarlo, mi faceva male. Non male fisico, un male interiore difficile da eliminare, ormai c'era e dovevo imparare a conviverci. Fissai il lenzuolo bianco che mi ricopriva le gambe.
<< Come stai? >> mi chiese con voce roca ma più delicata del solito, come se avesse paura di potermi ferire con la sua voce. Proprio non lo capiva che era uno dei cento motivo per cui lo adoravo.
<< Come credi che stia? Ieri sera sono stata investita da un'auto >> risposi acida e dura come non ero mai stata.
<< Vorrai dire dieci giorni fa >>.
<< Come? >> alzai il volto per poterlo guardare negli occhi.
<< Sei stata in coma per dieci giorni >> disse dopo che ebbi rincontrato i suoi occhi. Stava male, si vedeva la tristezza nei suoi occhi ed era per me che stava così e ciò non poteva che farmi piacere, dopo tutto il male che mi aveva fatto se lo meritava lui un po' di dolore.
<< Sono stati i dieci giorni più brutti della mia vita >> aggiunse poi venendomi incontro e sedendosi sul letto.
Lo guardai, lo guardai nel suo candore, sembrava un angelo, troppo perfetto per essere reale.
<< Con tutto quello che uno vorrebbe dire. E invece niente, non esce fuori niente. Si può esser fatti peggio di così? >> mi disse guardandomi negli occhi e con una risata ironica. Distolsi lo sguardo perchè non riuscivo a reggerlo, era qualcosa di troppo opprimente.
<< Parla >>.
<< Scusa... sono un emerito cretino. Tu mi piaci, mi piaci da impazzire. Tu sei la creatura più perfetta sulla Terra e mi chiedo per quale motivo tu sia così ostinata a voler stare con uno come me, ma comunque ciò che lo impedisce sono cose di me che potrebbero... ferirti? Si probabilmente questo è il problema principale. Tu mi piaci ma non volevo crearti problemi aggiuntivi perchè so che già ne hai. Però ho capito che di te ho bisogno, Victoria stai diventando il mio ossigeno, non sono mai stato male per qualcuno come per te in questi giorni. So che ti senti sola. Credo che tu voglia avere qualcuno che ti desideri. Beh, io ti desidero. Quindi sii coraggiosa e ricambiami, perchè tu sei la persona più coraggiosa che io conosca".
Lo disse quasi a occhi chiusi, come se si fosse preparato il discorso in questi giorni e ciò mi fece sorridere. Per quanto Harry sembrasse così impassibile e sicuro in realtà era dolce e sensibile, era una facciata che si era costruito per nascondere qualcosa che forse neanche a me sarebbe riuscito a mostrare.
Non pensai, mi alzai leggermente dal lettino e poggiai le mie labbra sulle sue. Era un contatto delicato, avevamo entrambi gli occhi chiusi ma per quanto fosse stato un semplice bacio a stampo dato velocemente c'era stata un forte intimità.
Sorrisi imbarazzata quando mi staccai da lui ma non ce la feci a non guardarlo, volevo vedere la sua reazione.
<< Suppongo che tu voglia ricambiare? >> disse sorridendo e facendo spuntare due adorabili fossette sulle guance candide.
<< Harry io non sono una che se ne va. Io sono una che resta, che aspetta, che soffre. Sono una che si rialza e cammina. Io sono una che ama, sempre. Ti prego non deludermi un'altra volta. >> lo dissi con più sicurezza, volevo fargli capire che io per lui ci sarei sempre stata anche se dovevamo ancora imparare a conoscerci meglio ma non doveva ferirmi più.
<< Pulcino! La mia orsacchiottina si è risvegliata dal letargo? >>.
Mio padre era entrato nella stanza, con un mazzo di fiori che aveva fatto probabilmente comprare alla sua segretaria. Feci un sorriso flebile e guardai Harry che aveva un espressione confusa.
<< E' mio padre >> gli sussurrai.
<< Ah, è meglio che io vada >> mi disse alzandosi e posandomi un bacio sulla fronte.
<< Ci vediamo dopo Harry >> dissi sorridente, era così bello poter dire questa cosa.
<< A dopo Vichy >>.
Uscì dalla stanza senza degnare di uno sguardo mio padre che prese il posto di Harry nel letto.
<< E quel ragazzo? Non è che nascondi qualcosa a tua padre? >> chiese dopo avermi accarezzato i capelli.
Tranquillo ti nascondo solo due tatuaggi e la cotta per un tatuatore che mi ha fatto finire in coma per dieci giorni, è comqunue poco in confronto a tutto quello che nascondi tu.  Lo pensai, ma non lo dissi.
<< Tranquillo >>.
<< Sono stato qua tutti questi giorni ad aspettare il risveglio della mia principessa >> mi disse per raccomandarsi una mia buona reazione che però non arrivò. Probabilmente non era vero niente di tutto ciò.
<< Quanto è bella la mia bambolina! >> disse sorridendo. Mi dava stupidi nomignoli facendoli passare per affettuosi, con solo l'intento di colmare un po' la sua mancanza, ma era impossibile, ormai il danno era fatto.
<< Pulcino ora devo tornare a lavoro, tranquilla ti riporta tua fratello a casa! >> disse alzandosi dal letto e prendendo la ventiquattrore.
<< Ciao >> dissi controvoglia.
Neanche il tempo di salutare che già era sparito, inghiottito dalla sua carriera. I ragazzi rientrarono subito nella stanza seguiti dal medico che mi aveva sorvegliata in questi giorni.
<< Ci sei mancata tantissimo >> disse Ju con le lacrime agli occhi.
Tutti i miei amici mi circondarono in un grande abbraccio e poco dopo qualche secondo il dottore parlò.
<< Signorina Horan? >> mi chiese notevolmente divertito dalla scena.
<< Sì? >>.
<< Dai suoi esami abbiamo rilevato che si è ripresa molto bene dall'intervento e che stasera stessa potrà tornare a casa, suo padre ha già firmato i documenti >>.
Tutti iniziarono a saltare per la stanza entusiasti e anche io stessa non riusivo a non ridere. Vidi Harry sorridermi e avvicnarsi a me per abbracciarmi. Strinsi le braccia intorno al suo collo e posai la testa sulla sua spalla.
<< Stasera ti porto fuori >> mi sussurrò all'orecchio facendomi nascere dei brividi incontrollati.


<< O mio Dio! O mio Dio >> urlava Martz in preda all'isteria.
<< Tu lo hai baciato! E ora ci esci! >> continuò Ju saltellando isnieme a Martz euforicamente.
<< Sì ci esco se non mi uccidete prima! >>.
Il campanello suonò.
<< E' lui, è lui! >>.
Le ragazze stavano andando nel panico, erano emozionatissime e mentirei dicendo che non lo fossi anche io, solo questa volta avevo la certezza che Harry non mi avrebbe fatto del male, me lo aveva promesso.
Mi alzai dal divano tra i gridolini delle mie amiche per andare ad aprire la porta. Lo vidi, portava una maglietta bianca con lo scollo ampio che mostrava i numerosi tatuaggi e pantaloni neri aderenti. Mi sorrise e sapere che quel sorriso era rivolto a me era emozionante.
<< Ciao >> dissi leggermente imbarazzata.
<< Ciao bellissima >> rispose sorridente.
<< Vuoi entrare? >>.
<< No, dobbiamo andare subito >> disse porgendomi il braccio.
Guardai indietro per salutare Martz e Ju che già stavano spiando la scenetta da dietro il divano.
Uscimmo di casa e subito mi fece salire in macchina.
<< Dove mi porti? >> chiesi speranzosa in una risposta.
<< Lontano, non è un problema se rimani fuori per la notte vero? >>.
<< No, mio padre non se ne accorgerà neanche >> ammisi senza troppa negatività questa volta, il pregio di avere un padre poco presente era che potevo uscire quando volevo e con chi volevo.
<< Bene, preparati ad un lungo viaggio >> si voltò sorridendo.
Era un sollievo vederlo così rilassato e felice, quei dieci giorni devono essere stati davvero un incubo per lui, per farlo arrivare ad essere così tranquillo e spensierato. Non tutto il male viene per nuocere alla fine.
<< Posso farti qualche domanda? Non sei obbligato a rispondere >>.
<< Va bene >> rispose Harry continuando a guidare saldo sulla strada.
<< Quanti tatuaggi hai? >>. Solitamente non mi erano mai piaciuti i ragazzi con troppi tatuaggi, ma Harry era diverso, Harry era Harry e questo bastava a renderlo perfetto, anche con cento tatuaggi.
<< Non vuoi veramente saperlo! >> disse ridacchiando.
<< Dai spara, giuro che non mi scandalizzo >> risposi sempre ridendo.
<< Non li ho mai contati, dovrebberò essere più o meno quaranta se non di più >>. Mi chiesi dove li nascondeva visto che dalla maglietta non se ne intravedevano così tanti.
<< Wow... Piatto preferito? >>. Non sapevo cucinare, ma avrei potuto provare a cucinare il suo piatto preferito uno di questi giorni.
<< Amo i tacos, tu? >>.
<< Ho origini italiane, non dovresti neanche chiedermelo! >> risposi facendo la finta offesa.
<< Pizza? Mi perdoni se tu dico che mangeremo della pizza? >>.
Annuii, mai rifiutare della pizza.
<< Come era la tua vita in Inghilterra? >> chiesi incuriosita.
<< Passo >> disse con un tono che non gli avevo mai sentito prima.
<< Perchè? >>. Sapevo che facendogli questa domanda rischiavo una sua brutta reazione ma ero troppo curiosa.
<< Vichy non ne voglio parlare, sono cose del mio passato che preferisco non ricordare. Ora voglio pensare al presente e al futuro, magari con te >>.
Sorrisi e sentii le guance avampare, non ero mai stata brava a nascondere le mie emozioni e se solo Harry non fosse stato impegnato a guidare avrebbe potuto vedere il mio notevole imbarazzo.
Accesi la radio per animare il viaggio e subito riconobbi la melodia alla radio. Over Again, il nome di una di una canzone di una band emergente, io l'adoravo.
Sentii Harry iniziare a canticchiare il ritornello e subito dopo mi ritrovai anche io ad intonare le note della canzone. Avevo sempre amato cantare ma mio padre non mi aveva mai permesso di iscrivermi ad una scuola perchè lo trovava un "passatempo inutile". Mi concentrai sulla voce di Harry e mi accorsi di quanto fosse bella e profonda. Le nostre voci risuonavano nell'abitacolo del veicolo e dovevo riconoscere che Harry aveva un vero talento natuale per il canto. Poi la canzone finì e scoppiammo a ridere.
<< Però non te la cavi male! >> mi disse sempre sorridente.
<< Tu invece sei bravissimo >> dissi realmente sorpresa per ciò che avevo appena sentito.
<< Grazie >> mi disse scompigliandomi un po' i capelli.
Viaggiammo per circa un'altra ora fin quando Harry non mi tappò la vista con un foulard e la scusa << è una sorpesa >>.
Arrivammo a destinazione e Harry aprì la portiera della macchina. Scesi e subito sentii le braccia di Harry stringersi intorno alla mia vita, la mia schiena contro il suo petto e il suo mento appostato sopra la mia spalla. Il contatto dei nostri corpi mi faceva stare bene, sentire il suo respiro sul collo mi mandava in estasi e per fortuna era lui a guidarmi perchè le mie gambe non avrebbero retto per molto altro tempo.
<< Ora ti tolgo la benda >> mi sussurrò all'orecchio.
Finalmente la luce mi inondò gli occhi e quello che vidi fu magnifico. Eravamo su una spiaggia, una piccola spiaggetta priva di persone, dopotutto era Ottobre. Il mare era blu intenso e le onde alte si scagliavano contro la sabbia mentre il vento mi scuoteva forte i capelli. Sentivo un fortissimo senso di libertà in quel posto e già lo amavo.
<< Sorpresa >> sussurrò voltandomi e posando le mani alla base della mia schiena.
<< Harry è magnifico questo posto >> dissi guardandolo negli occhi verdi dove potevo riflettermi.
La vicinanza mi dava il capogiro, sentivo il mio corpo incollato al suo, delicatamente poggiai le mie mani sulle sue spalle e lo abbassai alla mia altezza.
Harry poggiò le labbra sulle mie, premette leggermente e con delicatezza leccò il mio labbro inferiore per chiedere l'accesso alla mia bocca che non fu negato. Sentii la lingua di Harry inondarmi la bocca, accarezzarmi il palato e incontrarsi con la mia lingua desiderosa.
Poggiò la sua fronte sulla mia e puntò i suoi occhi edera nei miei nocciola.
<< Tu sei meravigliosa >>.
Questa volta fui io ad iniziare il bacio, più passionale del precedente. Tra baci lenti e passionali, dolci e affettuosi passammo minuti in piedi su quella spiaggia.
<< Ho fame >> dissi staccandomi da Harry.
<< Di te >> aggiunse Harry mordendomi il labbro inferiore.
<< No di pizza, mi avevi promesso una pizza >> dissi prima di restituirgli un bacio. Sentii Harry sorridere sulle mie labbra e istintivamente sorrisi anche io.
<< Andiamo a mangiare questa pizza >> disse poi con tono allegro.
Mi prese per mano e ci dirigemmo al primo ristorante che trovammo. Il locale era piuttosto spoglio e pieno di vecchietti ma l'importante era stare con lui. Durante la cena scoppiammo a ridere un paio di volte meritandoci occhiatacce dagli anziani clienti e dai camerieri, ma non m'importava, ero troppo felice e dovevo sbandierarlo ai quattro venti.
Dopo cena ritornammo alla spiaggia e anche se faceva veramente troppo freddo ci sedemmo sulla sabbia fredda. Mi posizionai tra le gambe di Harry, poggiando la mia schiena al suo petto e la testa sulla sua spalla.
<< Inizia a fare buio >> constatai dopo che il Sole era appena tramontato.
<< Mmh >> rispose Harry intento ad osservare il mare.
<< Ho paura del buoio, ho sempre avuto una piccola luce accanto al letto, credevo che sotto il letto ci fossero dei mostri >> dissi ridacchiando imbarazzata per la confessione appena fatta.
<< Ti hanno mai detto che i mostri sono nella nostra testa e non sotto il letto? >> dise Harry con tono pensieroso. Avevo capito che era lunatico fin da subito, il suo umore cambiava rapidamente ma questo probabilmente era dovuto ai pensieri che affollavano la sua mente. Sì, perchè i mostri di Harry stavano sicuramente nascosti nella sua testa pronti ad assalirlo da un momento all'altro.
Mi voltai per incontrare il suo sguardo.
<< Ti prometto che ti salverò dai tuoi mostri Harry >>.
Lo vidi sorridere un po' amaramente, poi mi avvolse con le sue forti braccia e mi poggiò un bacio leggero sul collo.
<< Grazie >> disse dopo aver lasciato una scia di baci umidi.
<< Per cosa? >>.
<< Grazie di esistere >> disse lui stringendomi ancora di più a se, come se fossi la sua ancora di salvezza.
  
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