Carissima Alice,
Questa
è la quarta lettera, o, come
preferisco chiamarla io, la lettera numero quattro.
Avrei potuto
scrivere di più per te,
mia amata Alice, ma è trascorso troppo tempo e, avendo un
cuore anch’io, mi sto
ammalando.
Credo si chiami
‘nostalgia’, la
mancanza di qualcosa che non avremo mai più; no, non
arrabbiarti, non cerco di
leggerti i pensieri, sto solo prevenendo un dolore che
involontariamente mi
procurerai.
Mia adorata
Alice, te ne sei andata e
ti ho lasciata andare credendo di fare il tuo bene invece ho fatto male
solo a
me stesso ed ora, egoisticamente, ti rivoglio con me.
Utopia, lo so.
Tu adesso hai il tuo
tempo e il tuo spazio e la tua vita e i tuoi affetti e poi avrai il tuo
futuro
e infine avrai il tuo amore, che non sono io.
Ti amo, giuro
sulla mia follia, che è
quanto di più caro un pazzo possa avere, che ti amo! Ti amo
da quando sono
venuto al mondo e ti amerò anche quando mi
innamorerò di nuovo, ti amerò perché
non potrei desiderare di fare altro e quindi ti amo e ti dico addio
adesso
prima che lo faccia tu.
Puoi dare tutte
le colpe a me,
liberati da tutti i pensieri e da tutti i pesi che ti ho dato; regala
tutto a
me, ti prego mia infinita Alice, lascia tutto a me, vai a conoscere il
tuo
mondo, ama ancora mia dolcissima Alice.
Io
andrò in un altro mondo e poi un
altro ancora e non lascerò traccia di me, il tuo Cappellaio
non esisterà più e
avrai spazio per nuove vite.
Grazie, di tutto.
Ti amo.
Tuo, Nessuno.