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Autore: Ranessa    28/09/2004    3 recensioni
“[...]Mi ha sempre colpito come le cose possano cambiare in due soli giorni: il giorno prima, quello dell'attesa, e il giorno della tragedia... ma nessuno si chiede mai in tempo come sarà l'alba del terzo giorno. Tutti si concentrano sul dramma e perdono di vista il problema reale: cosa succederà dopo? Come cambieranno le cose dopo?[...]”
Rodolphus Lestrange. Il giorno prima del suo processo, l'attesa, il giorno del processo, la tragedia, e come sarà l'alba del terzo giorno? Rodolphus si sveglierà nel suo letto profumato di rose... o in una cella ad Azkaban? Tre piccole one shot. I tre giorni che cambieranno la sua vita...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rodolphus Lestrange
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[ Atto Primo - Attesa: Il Ragno ]


Bloccato tra l'agire o il morire
Mi sento pallido
Respirare è difficile, provo e riprovo,
Morirò soffocato
Dondolando dalle cime più alte,
Senza niente a cui aggrapparsi
Tutti i cieli sono blu,
Ma non per me e per te [...]

“Come home” (Torna), Placebo


Azkaban, il giorno prima del processo


Un ragno.
Cammina sui muri, non si lascia accarezzare.
Un ragno.
Voi sapete come sono i ragni?
Cosa fanno i ragni?
Non sono terribilmente affascinanti?
Io l'ho sempre pensato.
La gente invece non lo crede.
Sì, certo, una stupida tela e poi non devono fare nient'altro, giusto? Semplicemente aspettare. La gente crede che i ragni siano pigri , che passino l'intera loro esistenza attendendo che le cose gli accadano intorno, che sia la mosca a venire da loro, che sia la mosca a firmare la sua stessa condanna... Credono che non abbiano il coraggio, o la voglia, di intervenire, di cambiare le cose, di lottare per loro stessi, che si accontentino di poco. Di quello che l'attesa gli offre.
Quanto è stupida la gente, vero?
Quanto siete stupidi voi, vero?
Sapreste avere la stessa pazienza dei ragni, o nobili uomini?
Sapreste ricominciare da zero ogni qual volta un destino avverso distruggesse il vostro intero operato?
Davvero sapreste farlo?
Sapete, ora, quanta pazienza debbano avere quelle realmente nobili creature, quanta tenacia, quanto spirito combattivo per continuare ad andare avanti nonostante tutto?
Un ragno contro il mondo, eppure il vincitore è sempre lui.
Vento, tempeste, pioggia, ma la sua tela è sempre lì, e se non è quella originale è comunque frutto del suo continuo lavoro, il lavoro incessante del ragno instancabile.
Ma non vi biasimo, voi uomini non sapete cogliere le sfumature, lo sapete questo, vero?
Credete che l'attesa sia una cosa così facile, vero?
Che non serva nulla per poterla superare indenni, vero?
Quanto vi sbagliate, poveri sciocchi.
Io non so più da quanto sono qui, ma aspetto.
So solo una cosa.
In questa cella c'è un ragno. Cammina sui muri, non si lascia accarezzare.
So solo una cosa.
In questa cella ci sono decine di ragni, non so come sopravvivano ma ci sono. I miei compagni di viaggio.
So solo un' ultima cosa.
Domani.
Domani è il grande giorno.
Domani è il grande giorno e non so se sono preparato, ma continuo ad aspettare.
Aspetto come aspettano i ragni.
Aspetto senza poter fare altro, ma io sono un ragno, l'attesa non mi ha mai pesato perchè so che posso ricominciare.
Ho paura del processo, ma l'unica cosa che voglio è uscire di qui, e l'unico modo per farlo è affrontarlo.
Io sono il ragno, ho un'infinità di possibilità. Ne sono convinto. Posso davvero ricominciare daccapo, posso ricostruire la mia tela, posso ricostruire la mia vita. Domani uscirò di qui e mi assolveranno e allora potrò tornare a casa con mia moglie. Ci credo davvero, c'erano così tante cose che volevamo, vogliamo, fare.
Io e Bellatrix.
Tu le ricordi, mia sposa?
Volevamo rimettere a posto la villa. Il giardino fa pietà. L'erba è quasi alta come mio fratello. I fiori sono tutti morti e appassiti, i colori spenti sembravano ancora più deprimenti del solito l'ultima volta. I ciliegi hanno definitivamente smesso di dare frutti, li guardi dalla finestra di camera tua e sembra sempre che sia autunno. Dentro poi è un disastro totale. La maggior parte delle stanze ha tutti i mobili ammassati nel centro, coperti da lenzuoli bianchi come i cadaveri all'obitorio; la carta da parati marcia è penosa e anche i quadri alle pareti sono disabitati ormai da tempo. Ma non c'è da preoccuparsi, vero Bellatrix? Abbiamo ancora tutta una vita davanti a noi per sistemare le cose.
Perchè è così, vero Bellatrix?
Ti prego, lascia che continui a parlarti anche se so che tu non sei qui, voglio distrarmi, non voglio pensare al processo. Anche domani parlerò con te Bellatrix, non guarderò i giudici e non ascolterò le loro parole, ma parlerò con te perchè sono troppo debole.
Anche i ragni nascono deboli ogni tanto sai?
Deboli e vigliacchi.
E allora parliamo.
Te la ricordi quella volta ad Hogsmeade? Eravamo ancora studenti ad Hogwarts allora e non avevamo mai visto così tanta pioggia in vita nostra. Sembrava che il cielo volesse riversarci addosso tutta la sua collera repressa. Tutti i cieli sono blu, ma quella volta no, quella volta non per me e per te... Dovevamo incontrare Lucius e Narcissa ed eravamo così in ritardo... Che corsa, non riuscivo a starti dietro, non avevo più fiato; mi gridavi che dovevo smetterla di fumare e ridevi, con le gocce d' acqua che disegnavano archi aggraziati sulla tua pelle candida. Era così bello guardarti correre sotto la pioggia Bellatrix... e poi ti sei fermata. Ansante anche tu, gli occhi sbarrati. Guardavi una vetrina, lo sguardo distante. Era un vestito. Nero come la notte, di più, nero come quel cielo che ci scrutava severo dall'alto. Non ti avevo mai visto così rapita da un semplice vestito Bellatrix, tu che avevi sempre disprezzato tutte quelle cose che la maggior parte delle ragazze ha sempre ritenuto fondamentali... forse era l'unica cosa che accomunava te e tua sorella Andromeda... Però quell abito era così meraviglioso; seta di ragno, davvero preziosa. Un corpetto con laccetti e arricciature aggraziate sul davanti e un'ampia gonna, un leggero strascico che avrebbe reso ancora più armoniosi ed ammalianti i tuoi movimenti. Semplice e meraviglioso come eri tu. Già te lo vedevo addosso Bellatrix e anche tu lo vedevi. Non c'era mai stato un desiderio così profondo nei tuoi oscuri occhi prima d'allora.
Mi avvicinai lentamente da dietro, posi una mano leggera sulla tua spalla... tremavi. Dissi che non ce la facevo più, di andare avanti per raggiungere gli altri, che sarei arrivato presto, quante sciocchezze... Quella domenica sera tornai al castello da solo, il pacco sotto il braccio, la carta ed il fiocco argentati. Li avrei voluti viola, il tuo colore preferito, ma andava bene così...
Seta di ragno, davvero preziosa...
Oggi però sono debole, Bellatrix, e vigliacco e bugiardo.
Ti ho mentito.
Non mi sento affatto come un ragno.
Quest'attesa è straziante.
Non mi sento affatto come un ragno.
No, mi sento chiuso, serrato, soffocato, oppresso, sopraffatto, soggiogato, limitato, ristretto, anestetizzato, inesistente, fittizio, asfissiato, annullato, vessato, angosciato, dominato, sbarrato.
Non voglio affrontare il processo e lo voglio.
Non voglio morire qui dentro e lo voglio.
Voglio uscire, perchè qui mi sento chiuso, soffocato, una pagina strappata, una pagina strappata macchiata d'inchiostro, il sole senza luna e il giorno senza sole, il cane bastonato, il mondo senza la sua fine, una morte senza lacrime.
Ma non è la cella.
È l'attesa.
Sono l'unico ragno al mondo che non riesce a sopportare l'attesa.
Oggi non ci riesco, per questo ti ho mentito.
Mi sento stupido, mi sento impotente.
Bloccato tra l'agire o il morire.
Mi sento pallido.
Respirare è difficile, provo e riprovo.
Morirò soffocato.
Dondolando dalle cime più alte.
Senza niente a cui aggrapparsi.
Non riesco a trovare niente a cui aggrapparmi, neanche il tuo ricordo mi aiuta Bellatrix.
Tutti i cieli sono blu.
Ma non per me e per te.
Tutti cieli sono blu, ma questa volta no.
Questa volta non per me e per te.
Domani è il grande giorno...
...e il cielo non sarà blu.

   
 
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