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Autore: __21century    19/07/2013    8 recensioni
Dean Winchester è il capitano della squadra di football, è fidanzato con la ragazza più bella della scuola -Lisa-, ha tanti amici, le ragazze gli sbavano dietro e metà della popolazione maschile della scuola venderebbe un rene per essere nei suoi panni. Eppure, la sua vita non è come aveva desiderato. Orfano di madre, con un padre che sta tentando di non cadere in depressione e un fratello che progetta di andarsene al più presto possibile. La sua famiglia è solo un vago ricordo, oramai preferisce considerare suo padre il coach Singer. Le cose sembravano andare sempre peggio, quando un giorno un angelo, o qualcosa del genere, lo salva da quell'inferno che è la scuola. Occhioni blu, così lo chiamò la prima volta, pensando a lui. Dean riesce davvero a vedere la luce alla fine del tunnel, come se il lieto fino potesse davvero esistere.
Possibile OOC. Universo Alternativo. Slash.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Fandom: Supernatural
Pairing: Destiel, Dean/Lisa, Megstiel, accenni alla Sam/Jessica.
Rating: Giallo.
Beta: No.
Genere: Romantico. 
Warning: Probabile OOC, Au, Slash.
Words: 2392/?
Capitolo: 12/?
Soundtrack: Senza-Simone Cristicchi, How Ya Doin-Little Mix, La nuova stella di Broadway-Cesare Cremonini, La la la-Naughty Boy, Mirrors-Justin Timberlake, Panic Station-Muse.
Summary: Dean Winchester è il capitano della squadra di football, è fidanzato con la ragazza più bella della scuola, ha tanti amici, le ragazze gli sbavano dietro e metà della popolazione maschile della scuola venderebbe un rene per essere nei suoi panni. Eppure, la sua vita non è come aveva desiderato. Orfano di madre, con un padre che sta tentando di non cadere in depressione e un fratello che progetta di andarsene al più presto possibile. La sua famiglia è solo un vago ricordo, oramai preferisce considerare suo padre il coach Singer. Le cose sembravano andare sempre peggio, quando un giorno un angelo, o qualcosa del genere, lo salva da quell'inferno che è la scuola. Occhioni blu, così lo chiamò la prima volta, pensando a lui. Dean riesce davvero a vedere la luce alla fine del tunnel, come se il lieto fino potesse davvero esistere.

Buona lettura!

 







Castiel non rimase molto al fast-food e, mentre aspettava le tre con ansia, decise che sarebbe stato bello conoscere Sam, il fratellino di Dean. Gliene aveva parlato davvero tanto, ci teneva tantissimo. Sperava che la situazione non si rivelasse più imbarazzante di quello che già era. Decise di fare un giro nel centro della cittadina, anche se probabilmente in quel momento era piena di gente, essendo domenica pomeriggio. Stava passeggiando, erano ancora le due, quando vide Meg seduta su una panchina. Era al cellulare, ma mise giù in fretta con “Va bene” sospirato. Si avvicino e si sedette affianco a lei.
«Hey, Clarence. Che ci fai qui?» gli sorrise, mestamente.
«Potrei chiederti la stessa cosa. Pensavo fossi con Balthe.» alzò le spalle lui.
«Beh, sì, hai ragione. Alla fine non mi hai raccontato bene questa faccenda del lago.» sospirò Meg, ma con uno sguardo furbo in viso.
«Mi ha baciato.» spiegò Castiel. Chuck non era proprio la persona giusta per dargli un consiglio, preso com’era dalla scuola.
«Dean? COSA?» strillò lei, sconvolta. Quello di certo non se l’aspettava, tutto ma non quello! Pensava che fosse Castiel ad essere preso dalla relazione, che Dean neanche si fosse reso conto di quello che succedeva.
«Shh! Abbassa la voce!» Castiel si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno lo stesse guardando.
«Sì, ma tu spiegati meglio!» gli diede una sberla sul braccio, ma non era arrabbiata, solo curiosa.
«Calmati. Niente, mi ha baciato e poi abbiamo organizzato la cosa del lago e basta.» spiegò Castiel, scuotendo le spalle.
«Scusami, ma sai che Dean ha una ragazza ed andrà con lei al ballo?» nella mente di Meg di stava formando un ottimo piano, per far cadere Lisa Faccio Quello Che Voglio Io dal trono e rendere Castiel felice.
«Lo so benissimo. Oggi ne parleremo, non voglio mica che si lascino. E a me va bene, è la sua vita, sono le sue scelte.» il tono di Castiel non era così allegro o convinto dopotutto.
«Quindi non verrai al ballo?» Meg simulò una faccia triste.
«Da solo? No, grazie. Preferisco passare la serata a guardarmi tutte le puntate di Beautiful.» ridacchiò Cas.
«Vieni con me.» gli sorrise Meg. Il piano che aveva in mente si stava formando sempre meglio. Ottimo.
«Con te? Al ballo.» Cas la guardò accigliato, scetticismo nella sua voce.
«Come amici! Ci siamo andati insieme una volta, ti ricordi?» il viso di Meg ora era rilassato. Aveva dei bei ricordi di quando lei e Cas erano andati al ballo insieme, quando erano ancora una coppia.
«Mi ricordo.» sospirò. «Va bene. Verrò. Ma come amici, Meg.»
«Certamente! Adesso vai dal tuo fidanzatino e non dirgli nulla sulla questione ballo.» gli diede un bacetto sulla guancia e si alzò, stava per andarsene. Castiel la fermò per un polso.
«Perché?»
«Perché poi lui lo direbbe a Lisa e Lisa sarebbe capace di sbattermi fuori dalle cheerleader per il semplice fatto che non ho seguito i suoi ordini! Sarei dovuta andare con il tuo fratellone, sai.» Ottima bugia. Bugie. Meg rise.
Castiel annuì e la vide andarsene, camminando sicura di sé. Controllò l’ora e si rese conto che era in ritardo.

¨¨¨


Dean camminava davanti alla finestra di casa sua da ormai dieci minuti. Occhioni Blu era in ritardo di dieci minuti. O forse non voleva venire. Semplice. Ed impossibile. Sarebbe venuto, Dean lo sapeva. Eppure era nervoso e non poteva fare a meno di spostare la tenda della finestra ogni tre per due per controllare se stesse arrivando. Niente.
Sam, che era seduto sul divano della stessa stanza in cui si trovava Dean, ogni tanto gli gettava qualche occhiata divertita. Era forse una delle prime volte che vedeva il fratello così nervoso. Non sapevo quello che era successo dopo che Dean e Gabriel erano usciti dal cinema, fatto stava che ora Dean non era più triste come prima e avrebbe incontrato Cas quel giorno.
«Calmati, Dean. Arriverà.» disse, cercando di non ridere. Un sorrisino gli si dipinse sulle labbra lo stesso.
«Sì, sì.» annuì, distrattamente. Dove diavolo era finito Cas?

¨¨¨


Quando Cas arrivò, vide subito Dean che, da dietro una tenda della casa, gli sorrideva. Quella giornata sarebbe finito o fin troppo bene o fin troppo male. Non c’erano vie di mezzo, le cose erano solo bianche e nere, di grigi non se ne parlava. Castiel non avrebbe comunque accettato un grigio. O tutto o niente.
Percorse il vialetto e non fece nemmeno in tempo a suonare il campanello che la porta si aprì, grazie ad un Dean che non si sforzava nemmeno per sembrare così allegro.
«Hey.» lo salutò Cas.
«Hey. Entra, ti presento Sam.» si fece da parte e fece entrare Castiel.
John Winchester era nella sua camera per fortuna, così non li avrebbe disturbati facendo domande inappropriate o urlandogli dietro. C’erano dei positivi.
Sam era ancora sul divano quando Cas entrò, ma si tirò in piedi in fretta vedendolo.
Sam aveva intuito che tra i due ci fosse qualcosa, ma non voleva chiedere. L’avrebbe saputo a tempo debito.
«Sam, questo è Castiel. Castiel, questo è Sam.» li presentò Dean, indicando prima uno poi l’altro. Si strinsero la mano sorridendo.
«Quindi tu e Dean siete... mh...» cominciò Sam e si rese conto di non sapere come completare la frase.
«Amici.» disse Castiel, cercando subito lo sguardo Dean. Sì, amici lo erano. Qualcosa del genere, ad ogni modo.
«Okay, amici. Quindi oggi andrete al lago?» chiese, risedendosi. Amici, certo. Ovviamente.
«Questo è il piano, messo che non ci perdiamo per strada.» rise Dean. Ora che due delle persone più importanti della sua vita, in quel momento, si erano incontrate si sentiva, in qualche modo, rilassato.

¨¨¨

«Siamo arrivati, Cas.» annunciò Dean, dopo aver parcheggiato davanti alla chiesa del paesino di lago. Scesero dalla macchina e cominciarono a camminare verso la piazza. Dean sentiva la mano di Occhioni Blu affianco alla sua. Sapeva che era lì e sapeva anche che lì nessuno li avrebbe visti. Allungò il mignolo e lo incatenò a quello di Cas. In pochi istanti, erano finiti mano nella mano. Poteva vedere Cas sorridere, anche se non si era girato nemmeno per un secondo. La piazza era vuota.
Dean conosceva bene il posto, sua madre lo portava sempre lì. Conosceva a memoria tutte le stradine fatte di pietre, tra una casa e l’altra, quasi buie. La sua spiaggia preferita si trovava in fondo ad una discesa che quasi tutti ignoravano esistesse, dato che era nascosta dietro una porta che si apriva facilmente.
Dean guidò Cas fino alla suddetta porta, per poi girarsi e guardarlo con un sorrisino furbo sul viso.
«Da quant’è che non corri?» gli chiese, quasi ridendo dello sguardo confuso di Cas.
«Cosa? Io non-»
«Seguimi!» gli ordinò Dean, che aprì la porticina di legno chiaro, ricoperta di edera, con un semplice gesto della mano. Strinse forte la mano di Cas e lo trascinò dietro di sé. Corsero per due minuti, le mani intrecciate.
Castiel non riusciva a non pensare alla prima volta che aveva visto Dean sotto quella luce così diversa, quando avevano corso fuori dalla scuola, nel campo di calcio. Si ricordava perfettamente il sorriso di Dean quel giorno e si ricordava anche meglio che si era insultato mentalmente per quanto fosse ovvio che l’aspetto di Dean non gli era indifferente. Era come quella volta, solo che la situazione era cambiata. Non erano più sconosciuti, come prima. Castiel non aveva più la paura che Dean si potesse dimenticare di lui.
Alla fine della stradina c’era un muretto basso che i due scavalcarono facilmente, dopo la spiaggia. Non c’era nessuno lì. Si tolsero calze e scarpe e li lasciarono lì, per poi camminare lentamente sempre più vicino all’acqua.
Si sedettero, uno di fianco all’altro, sulla striscia di sabbia poco prima di dove arrivavano le onde.
Castiel sapeva che Dean non avrebbe fatto la prima mossa, così decise che era il suo turno. Si avvicinò piano a Dean e si accoccolò al suo petto, senza guardarlo. Rimase lì per qualche secondo, per poi sentire il braccio di Dean allungarsi e circondarlo, stringerlo stretto. Castiel si sentiva protetto, era una bella sensazione.
Tirava un’aria fresca e il rumore delle onde che si infrangevano a qualche passo da loro rendeva l’atmosfera calma, intima. Era completamente diverso da quando si trovavano in Redazione, era come essere stati portati in un'altra dimensione.
«Dobbiamo parlare, Dean.» sussurrò Castiel. Non voleva rovinare quel momento, ma aveva un assoluto bisogno di sapere. Sapere cos’erano, sapere cos’avrebbero fatto, come si sarebbero comportati. Sapere cosa en pensava Dean.
«Lo so, ma... non mi lascerei andare, vero?» chiese Dean, sottovoce. Non era giusto chiedere a Cas una cosa del genere, avendo il piede in due scarpe. Dean lo sapeva. Non poteva chiedere a Cas di rimanere, lui non gli doveva niente. Avrebbe potuto fare ciò che voleva. La sua era una domanda stupida.
«No, Dean... solo, per favore, dimmi cosa ti sta succedendo.» sospirò Cas, come supplicandolo. «A volte non ti capisco. Sei qui, con me, e dovresti essere altrove, magari con Lisa. Solo, non qui.»
«Vorrei poterti dire che mi sono pentito di essere venuto da te l’altro giorno e che non volevo... beh, insomma, baciarti...» disse Dean, lentamente. «Ma non è così. Mi piaci, Cas, ma non... non so cosa fare. Non so nemmeno da dove incominciare, è solo che... Sono confuso.» fu la spiegazione, confusa, di Dean.
«Chiedimi di non intromettermi tra te e Lisa e non lo farò. Chiedimi di non avvicinarmi più in quella maniera a te e non lo farò più.» disse Castiel, con decisione. «Devi essere tu a chiedermelo, però.»
«Il problema è che in questo momento io voglio te e... non vorrei che fosse solo un capriccio o qualcosa del genere... anche se a dire il vero non credo che lo sia.» mormorò Dean. Non sapeva ciò che voleva. Sapeva che non voleva separarsi da Cas, sapeva che voleva trascorrere con lui ancora molto del suo tempo, ma non bastava. Quella non era chiarezza. Quelli erano solo dei desideri, magari nati da banale attrazione fisica. Non si sentiva sicuro al riguardo.
«Dean, io sono qui, per te.» sussurrò Castiel. «Ma non voglio giocare all’amante segreto.»
Castiel voleva Dean, per sé. Era piuttosto egoista come cosa, ma non avrebbe accettato di essere solo qualcuno a cui Dean avrebbe potuto fare riferimento quando litigava con Lisa. Castiel sapeva di valere di più di così. Piuttosto lo avrebbe perso. Non era disposto a sacrificare nulla.
«La prima volta che ti ho incontrato pensavo che avresti ucciso qualcuno per avere uno scoop. E che i tuoi occhi erano troppo blu. Ti chiamavo Occhioni Blu.» disse Dean, anche se non c’entrava nulla quella confessione.
«Ed ora? È ancora così?» chiese Cas, sospirando. Non c’era modo di ragionare con quel ragazzo.
«Non credo che uccideresti per uno scoop, ma sono ancora parecchio convinto che i tuoi occhi siano troppo blu e penso che non smetterò mai di chiamarti Occhioni Blu.» la mano destra di Dean si ritrovò nei capelli scuri di Castiel, arrotolandoseli sulle dita.
Castiel alzò il viso, per guardarlo, e sorrise. Dean sorrise a sua volta. Forse avrebbe dovuto conoscere Castiel prima. Sentiva di aver perso tanto, conoscendolo così tardi.
«Non voglio renderti la vita complicata, Dean.» disse Castiel, cominciando a tamburellare con le dita sul petto del ragazzo. Castiel non poté fare a meno di chiedersi se avrebbe preferito Dean tutto per sé o Dean felice.
«Lo so.» la voce di Dean era bassa, come se non volesse dire nulla di inadatto. «Ma non sarebbe colpa tua. Non so cosa fare, Cas.»
La voce di Dean ora era quasi lagnosa, triste. Non stava piangendo, ma ci mancava poco. La situazione gli stava mandando in pappa il cervello. Cas era una delle cose più belle, la persona migliore ad essere entrata nella sua vita da tanto tempo e aveva bisogno di lui. Avrebbe voluto baciarlo, ancora. Avrebbe voluto dire “Questo è Castiel Novak, il mio fidanzato.”, ma non avrebbe mai potuto. Non al liceo, non a casa con John, non con i suoi amici. Sarebbe stato impossibile. Non che non gli sarebbe piaciuto. Solamente, era meglio arrendersi all’idea che non sarebbe mai stato semplice avere una relazione con un altro maschio.
«Dovrei dirti qualcosa come “Segui il tuo cuore”, ma credo che sia una stronzata. Il cuore non ti guida da nessuna parte, è il cervello a farlo.» rise Castiel.
«Beh, sono abbastanza sicuro di non averci pensato quando ti ho baciato. L’ho fatto e basta.» ribatté Dean, convinto.
«Se l’hai fatto, è perché volevi.» rise Castiel, ancora. «Spiacente di deluderti, Dean.»
«Molto divertente.»

¨¨¨


«Apri la porta, Dean, dobbiamo parlare!» gridava una Lisa piuttosto arrabbiata battendo i pugni sulla porta, stando attenta a non rovinarsi le unghie. Era lì da cinque minuti e Dean non si degnava di aprire la porta. Sapeva che era in casa, poteva vedere le luci accese. Erano le quattro del pomeriggio e lei doveva assolutamente parlare con Dean. Voleva mollarlo. Era da qualche mese che Dean la ignorava, era sempre fuori, restava a scuola più del previsto e le loro sedute di sesso si erano dimezzate. Lisa era stanca, voleva più attenzioni. Dean era preso da altro, chissà cosa poi.
La porta finalmente si aprì e lei stava per cominciare a urlare quando si rese conto che il malcapitato non era Dean. Era un ragazzo, altissimo, che però doveva avere qualche anno meno di lei.
«Dean non è in casa, puoi smetterla di bussare come un’indemoniata, adesso?» chiese cortesemente Sam. John stava dormendo, ancora, e non voleva che Lisa lo svegliasse.
«E tu chi saresti, scusami?» chiese lei di rimando, scettica. Non aveva mai visto quel tizio prima d’ora.
«Sam, il fratello di Dean. Seriamente, se devi dirgli qualcosa dillo a me e vattene.» disse, per poi rendersi conto che era piuttosto maleducato da parte sua. Ma, in fondo, non era certo lui quello che rischiava di buttare giù una porta.
«Digli di chiamarmi.» ordinò lei, con fare superiore. «E si può sapere dov’è?»
«Con Castiel, non so dove.» fu la risposta secca di Sam, che non vedeva l’ora che quella discussione finisse.
«E chi è questo Cas... Castle? Vabeh, il nome che hai detto.» chiese lei, gesticolando.
«Caspita, proprio una fidanzata attenta.» rise di lei Sam e, detto questo, le chiuse la porta davanti alla faccia. Probabilmente non avrebbe più suonato.
 
 
 



Note dell’autrice.
Sì, mi sono fatta aspettare, ma questa volta la mia scusa è credibile. Il mio computer mi ha abbandonato (non si chiude più, quindi non posso portarlo in giro.) e, considerando che sono costretta a passare le giornate fuori casa, non ho potuto scrivere se non alla sera, con i miei che mi urlano di sistemare camera mia. (Che, tra le altre cose, ho sistemato. Siate fieri di me.)
Questa è solo la prima parte del pomeriggio al lago di Dean e Castiel, ci sarà un continuo. Spero vi sia piaciuto.
Un grazie grande grande va ancora a chi recensisce ogni capitolo, a chi segue la storia senza commentare, a chi mi scrive su Twitter anche solo per dirmi “Ciao” e a chi mi supporta sempre (E qui, devo ammetterlo, intendo una persona in particolare.)
Ho anche deciso che all’inizio del capitolo metterò le canzoni che ho usato per scrivere il capitolo, mi è sembrata una cosa carina. Se avete qualcosa da consigliarmi, sapete dove trovarmi!
Un bacione.
  
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