Prologue
Just
gonna
stand there
And
watch
me
Holmes Chapel
1800.
Cassandra
se ne stava rannicchiata sul davanzale della finestra, guardando il
cielo che
si era colorato di una leggerissima pennellata di grigio scuro.
Solo
qualche ora prima nella piccola e antica Holmes Chapel splendeva
un’abbagliante
sole che illuminava le numerose stradine della sua città
natale.
Al di
fuori della mura della sua dimora Cassandra udiva la voce delle madri
,preoccupate , che intimavano ai loro figli di rientrare in casa mentre
i loro
mariti borbottavano parole
che, nonostante
la lontananza, riusciva a capire perfettamente.
Continuò
a tenere gli occhi fissi oltre il sottile strato di vetro che la
separava dal
mondo esterno, guardando le madri che rientravano in casa mano per mano
con i
loro figli, che
salutavano gli amici e
correvano al sicuro, preparandosi all’imminente tempesta che
si sarebbe
abbattuta sulla cittadina di Holmes Chapel, città che
l’aveva vista crescere e
diventare una donna adulta e determinata.
Ormai le
nuvole avevano completamente inghiottito quei pochi raggi di sole che
s’intravedevano
qualche minuto fa, lasciando spazio a un cielo fitto di nuvole scure e
nere.
La
pioggia si abbatté furiosa sui vetri della sua finestra
coprendole la visuale
del paesaggio fuori casa sua , come se volesse avvisarla che stesse
succedere
qualcosa di brutto, che avrebbe per sempre cambiato il destino del mondo.
Un
bagliore più forte degli altri, fortunatamente, la fece
distrarre dai suoi
pensieri che avevano preso una strada che sarebbe stato meglio non
percorrere.
Poggiò le
mani sul freddo davanzale di marmo, avvicinando di più il
viso al vetro della
finestra.
Emanava
una luce verde accecante mai vista prima, che in poco tempo si espanse
in tutto
il cielo colorandolo di questo colore inaspettato.
Verde come i
suoi occhi.
<<
Edward >>
sputò a denti stretti, mentre la tremolante luce verde
improvvisamente si
spense, come se quel
nome fosse la
risposta corretta a tutti i suoi dubbi, lasciando posto ad un boato che
fece
tremare leggermente i vetri della finestra.
Ignorando
il groppo che gli si era formato in gola, uscì velocemente
dalla sua stanza,
lasciandosi alle spalle quello spettacolo innaturale di una tempesta
mai stata
così violenta.
Si
conoscevano da quando erano in fasce, visto che le loro famiglie si
frequentavano assiduamente.
La camera
di Edward era tutta sottosopra, c’erano vestiti dappertutto,
il letto era
disfatto e le lenzuola erano state buttate per terra sul parquet di
legno della
camera. Le ante centrali del grande armadio, anche esso di legno, erano
aperte
ed Edward ci era completamente infilato, ma nonostante fosse girato di
spalle
sapeva perfettamente che lei fosse appena entrata in camera.
<<
Non puoi farlo davvero >> disse la ragazza, stringendo i
pugni ed
avvicinandosi al ragazzo di spalle.
<<
Non c’è altra soluzione >> la
guardò negli occhi perdendocisi dentro,
come successe la prima volta che si erano incontrati.
E per lei
era strano provare quel genere di sentimenti umani ; era strano per una
ragazza
come lei innamorarsi e dipendere completamente da lui, nel vero senso
della
parola.
Per una
ragazza come lei, era
‘’vietato’’ innamorarsi
poiché comportava gravi conseguenze,
come quella alla quale stava assistendo.
Lei
l’avrebbe protetto a costo della sua stessa vita, pur di non
farlo andare via.
Lui era il suo punto debole, ma anche la sua forza senza di lui sarebbe
stata
vulnerabile, in balia di tutte quelle persone che volevano ucciderla
per
ereditare i suoi grandi poteri. Ma non le importava morire, voleva solo
stare
al sicuro tra le braccia del suo Edward , baciarlo fin quando non si
sarebbero
screpolate le labbra, e farci l’amore fin quando non fosse
sudata e sazia di
lui.
<<
So, che lo faresti, ma non posso rischiare
di perderti >> le disse con la
voce più dolce che potesse avere, nonostante il mostro
stesse già iniziando a
formarsi dentro di lui.
La sentì
fremere contro di lui e ridacchiò leggermente contento che
gli facesse sempre
lo stesso effetto.
<<
Te
lo prometto >> disse a malincuore lei, mentre il ragazzo
scese a baciarle
la pelle candida del suo collo. Si appropriò delle sue
labbra rosse, che
risaltavano la sua pelle bianca, assaporandole e facendo scontrare
quasi subito
le loro lingue, godendosi quel bacio come se fosse l’ultimo.
Tempo
scaduto, allontanati da lei.
<<
é tutta colpa mia >> sussurrò
mentre lacrime silenziose le rigavano il
viso.
Odiava
quando piangeva, perché sapeva che non poteva fare niente
per consolarla e per
questo si sentiva impotente davanti alle sue lacrime. Dopotutto era lui
implicitamente il motivo delle sue lacrime, lui la stava lasciando,
nonostante
le avesse promesso che sarebbe rimasto per sempre con lei, di amarla e
di
asciugare le sue lacrime. Si sentiva uno schifo al solo pensiero di
abbandonarla di non
poterla proteggere,
di non poterla tenere al sicuro fra le sue braccia, nonostante sapesse
che
fosse in grado di difendersi benissimo sola.
Come
potevano separarli? Come poteva il destino essere così
crudele con loro? Come si faceva a
dividere due parti di una stessa medaglia?
Il
ragazzo sospirò affranto, combattendo nuovamente contro
quella presenza
fastidiosa che cercava di dividerli, abbassando lo sguardo verso la
ragazza che
era accoccolata tra le sue braccia, per fortuna senza versare
più lacrime.
Il
ragazzo allora le rubò un veloce bacio sulle labbra, che
fecero aprire
Cassandra in uno splendido sorriso che mandò il cervello di
lui completamente
in tilt.
<<
Ti amo >> le confessò, finalmente.
Anch’io,
amore mio. Anch’io.
Si
allontanò quasi subito dalla finestra, mentre frastornata e
confusa si appoggiò
alla porta di legno, guardando la camera con occhi assenti e spenti. Le lacrime cominciarono a
rigarle nuovamente
il viso, mentre il loro ultimo momento insieme le si mostrava in testa
come
piccoli pezzetti di un film senza il lieto fine, il loro lieto fine.
Quello che
avevano sognato da sempre, quello in cui avrebbero voluto viverci
insieme per
sempre.
Eppure
lui le era sembrato così calmo quando stava
l’aveva guardata negli occhi. Anzi
le era sembrato perfino felice di
andarsene, di allontanarsi da lei, come se tutto questo non gli
importasse,
come se le promesse che le aveva fatto non contassero niente in quel
momento
per lui.
La luce
bianca improvvisamente svanì, lasciando posto ad un senso di
vuoto così forte
da riuscirlo a sentire
sulla propria
pelle. Cassandra cadde a terra con un tonfo stremata
e stanca, cercando di fare tornare il
suo respiro leggermente affannato normale.
Holmes Chapel
<<
Non allontanatevi troppo! >> urlò preoccupata
la ragazza alle due bambine
che si erano allontanate, correndo, dai loro genitori con un sorrisetto
furbo
dipinto sulle labbra.
Sembrava
che oggi la cittadina non fosse abitata da nessuno, nonostante ci fosse
un sole
splendente alto nel cielo e nonostante non ci fossero nuvole minacciose
all
orizzonte, al di sopra delle distanti montagne.
Lui era
sempre lì, al centro dei suoi pensieri. Nascosto negli
angolini dimenticati
della sua mente o del suo cuore, sbucando sempre nei momenti sbagliati
lacerandole l’anima
e il cuore, o
almeno quei pochi pezzi che ne
erano rimasti.
<<
Mamma,
mamma >> si lagnò la piccolina con i boccoli
biondi, mentre i suoi occhi
marroni scuro , come quelli della mamma, si riempivano di un velo
leggero di
lacrime.
<<
Cosa c’è piccolina? >> le chiese
accarezzandole i bellissimi capelli
ricci biondi, che ogni bambina invidierebbe.
<<
Cher, mi ha tagliato i capelli >> le confessò
mettendo su il broncio,
prendendo tra i suoi ditini la ciocca di capelli che era stata tagliata
dalla
sorellina più grande, Cher, che amava fare i dispetti alla
più piccola della
famiglia e ovviamente la più coccolata dalla mamma.
La mamma
allora prese la ciocca tra le mani e chiuse gli occhi, mentre le sue
mani
s’illuminavano di una luce splendente bianca, che le
gemelline osservavano
meravigliate e incantate.
Cassandra
mise a terra la piccolina, che intanto aveva iniziato a saltellare
felice facendo di
tanto in tanto la linguaccia alla
sorellina più grande, che distoglieva lo sguardo dipingendo
sulle labbra una
smorfia.
Loro
erano troppo piccole per sapere. Troppo piccole per sapere che la loro
mamma
non amava il loro padre, che era stata costretta a stare con lui, pur
non
amandolo. Non potevano sapere che il suo cuore era appartenuto e
apparterrà
sempre ad una sola persona.
<< Torno subito, guarda le bambine >> quasi ringhiò al fidanzato che era stravaccato sulla panchina, rianimandosi improvvisamente quando sentì la voce di Cassandra che gli ordinava di tenere d’occhio le bambine.
Mormorò
un debole << Daccordo >> mentre Cassandra
s’inoltrava nel fitto
bosco a pochi metri da casa sua.
Quel
giorno nel bosco non filtrava nemmeno uno spiraglio di sole e Cassandra
fece la
sua camminata senza la scaldante luce del sole, accompagnata soltanto
dal
gracchiare dei corvi che rendevano il posto ancora più
inquietante.
<<
So che sei qui, fatti vedere ! >> urlò la
ragazza stringendo i pugni che
iniziarono a risplendere di quella luce biancastra.
<< Fai la brava, piccolina >> quella voce.
Quella voce che le era mancata per dieci lunghissimi anni, quella voce che la portava in paradiso ora le provocava soltanto brividi di paura in tutto il corpo. Attaccò le sue labbra carnose al suo collo mordendolo fino a farne uscire delle gocce di sangue , che leccò con la sua viscida lingua assaporandone a pieno il sapore.
La
ragazza strinse forte i denti, reprimendo in gola il grido di dolore,
mentre
era attanagliata dalla paura.
<<
Vedo che faccio lo stesso effetto al tuo corpo >> disse
il ragazzo
ghignando al suo orecchio, riferendosi ai brividi di piacere che le
aveva
creato il contatto con il suo corpo, mentre erano soltanto brividi di
paura e
di disgusto.
Il ragazzo allora, torse il braccio dietro la schiena mentre lei si dimenava per il dolore.
<< Sai tutto questo non ti dispiaceva quando ti facevo urlare come una cagna in calore >> disse strusciandosi sul suo sedere, ansimandole schifosamente all’orecchio.
La rabbia
prese il possesso nel corpo di Cassandra e controllata da quel
sentimento gli
tirò una gomitata nello stomaco, pur
sapendo che non l’avrebbe scalfito,
servì a fargli mollare la presa su di lei.
Sapeva
benissimo che volendo poteva pure ucciderlo, data la smorfia di dolore
in cui
era espresso il suo viso, ma non ne aveva il coraggio.
<<
Bene, bene bene, ma chi è caduta in trappola? La nostra
piccolina dai poteri
grandiosi. Inchinatevi a lei! >> gracchiò una
vocina acuta davanti a lei,
seguita da altri quattro uomini grossi e pericolosi.
Alice, super nemica di Cassandra, andò tra le braccia di Edward e sicura che lei la stesse osservando gli stampò un casto bacio sulle labbra.
E se il
cuore di Cassandra fosse ancora intero, era sicura che lo avrebbe
sentito
spezzarsi, cadere in mille pezzi.
<<
Cosa volete da me? >> chiese la ragazza con un filo di
voce, mentre due
ragazzi la sollevarono bruscamente da terra e le misero le braccia
dietro la
schiena per impedirle di usare i suoi poteri.
Nessuno
le rispose mentre i due che la tenevano fermi ridacchiarono
leggermente. La
ragazza osservò schifata Alice che sussurrava qualcosa ad
Edward nell’orecchio
che lei riuscì ad udire perfettamente
<< Sai cosa devi fare >>
mentre le sue labbra si aprirono
con un sorrisetto maligno.
Tutti gli
altri si allontanarono soddisfatti dell’ottimo lavoro svolto
da Edward, mentre
osservavano compiaciuti la scena.
Ridacchiò
leggermente posando le labbra sul collo lasciandoci un lungo bacio, per
poi
perforarle la carne.
La
città
bruciava fra le fiamme, i suoi abitanti cercavano di combattere contro
gli
invasori invano, mentre lei moriva lentamente a terra senza vita.
Edward si allontanò dal corpo tra le fiamme della ragazza mettendosi le mani fra i capelli come a volerseli strappare.
Lacrime
di sangue gli bagnarono il viso, mentre la sua ragione di vita era li a
pochi
passi da lui, ormai senza vita.
Aveva
vinto. Ora la più forte era lei, tutti le dovevano ubbidire.
<<
Mi dispiace così tanto >> disse non smettendo
un secondo di piangere, in
ginocchio accanto al corpo della ragazza.
Ma lui
non fece in tempo a girarsi per vedere chi fosse ad aver parlato,
perché un
paletto di legno lo trafisse e cadde a terra anche lui senza vita,
vicino al
corpo della sua amata. E dovette ringraziare chi fosse ad averlo
ucciso, perchè
se lei moriva lui doveva morire con lei.
E
resti li a non fare
altro
che
guardarmi bruciare.
(Love
the way you lie- Rihanna ft. Eminem )
Ciao
a tutte,
come state?
Io
sto alla grande, gli esami sono andati benissimo yeeepppppp.
Allora
tralasciando il fatto che devo ancora aggiornare Scars, (il
capitolo lo sto scivendo) non potevo non pubblicare questa storia,
perché mi
sta premendo da un casino di tempo, e poi perchè la trovo
una storia fantastica
( a parer mio e di alcune a cui gliel ho raccontata.. )
perciò dovevo
assolutamente scriverla..
Allora
vi piace? Cosa ne pensate? Secondo voi chi sono Cassandra e
Edward? Che centrano con i nostri protagonisti?
Secondo
voi cosa sono
Cassandra ed Edward.
Edward
un po’ si capisce... ma lei per niente. Ho scritto solo che
ha dei poteri speciali...
Non
è una
semplice maga o strega... vi
dico solo questo.
Secondo
voi chi è quello che ha ucciso Edward?
Fatemi
sapere cosa avete capito... e se vale la pena di
continuarla....
Non
voglio mettere foto ancora.. e non vi pubblico nemmeno il
trailer, metto solo il banner che approposito voglio ringraziare
Drawjing
che me l’ha creato!
Behh
che dire, quello che più o meno conoscono la storia stiano
zitte grazie.
Vorrei
ringraziare in particolare In_Love_With_Books_ perché
è una
persona fantastica, che è diventata una delle mie migliori
amiche in così poco
tempo.
Ti
voglio tantissimo bene, ricordatelo!
Okayy
ora scappo, che vedo se riesco a scrivere Scars un bacio:)
Ps:
Tenete a mente LE FIAMME\FUOCO perchè sarà un
elemento
importantissimo!!
Ciau
a tutte ;)
PPS:
vorrei delle recensioni da delle persone che LEGGONO la
storia, non che la recensiscono solo perchè glielo chiedo
io... non ha senso
sennò..
E
NON vorrei recensioni negative, perchè poi mi butto
giù e non
riesco più a scrivere....
Bye, Lau :)