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Autore: serClizia    20/07/2013    9 recensioni
Una strana storia che mi ha portato via un'estate, un pezzo di cuore, e tante risate tra le lacrime.
Non fatevi ingannare dal primo capitolo, non c'è una storia di passione tra la protagonista e Damon Salvatore. Mi sono attenuta rigorosamente al telefilm. Ok, quasi rigorosamente. Ma tanto al Beremy non ci crede più nessuno, no?
Genere: Azione, Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 - LAS VEGAS

CAPITOLO 5 – LAS VEGAS

 

Alziamo tutti lo sguardo contemporaneamente.

Sbotto: «Ok, io ve lo devo dire. Qui siete tutti vampiri ed è già la terza volta che appaiono le persone e nessuno se ne accorge. Fatevele due domande.»

Jeremy si soffoca per non ridere.

Il nuovo ospite sposta il peso da una gamba all’altra, sbuffando, come se aspettasse qualcosa.

Damon ed Elena mi sembrano indecisi se ridere o uccidere.

«Allora, qualcuno mi mostra la mia stanza o devo fare da sola?» dice Katherine.

«Cosa diavolo ci fai qui?» dice Damon.

«Secondo te? Sono umana.» Sputa la parola come se fosse un insulto.

«Lei mi ha reso umana e per venire fin qui ho dovuto pagare un taxi. Non ho altro posto dove andare e visto che lei è la causa di tutto questo, penso proprio che mi dovete qualcosa.»

«Noi non ti dobbiamo proprio niente.» Damon si alza, minaccioso. «Hai fatto uccidere Jeremy.»

Jeremy non fa una piega, ma noto che è contento di vedere il suo onore difeso.

“Ha detto noi. ‘Noi non ti dobbiamo niente.’ Non solo Elena, ma lui E Elena. AAAWWW!”

«Damon, va tutto bene.» Interviene Elena. «Non c’è niente di più soddisfacente di vederla vivere la sua miserabile vita da umana. Se fosse lontana, non ci sarebbe gusto.»

Damon la guarda stupito. Poi orgoglioso. Se gli occhi potessero parlare, direbbero “My warrior princess.”

Katherine sbuffa, di nuovo. Sembra così piccola e indifesa, da umana. Fa un po’ pena il pensiero di doverla vedere tribolare con le faccende umane. In realtà, la cosa mi diverte parecchio.

«Ehi!» mi viene in mente. «Visto che Matt è partito con Bekkah, c’è un posto libero al Grill. Sono sicura che abbiano bisogno di una cameriera. Io ci farei un salto, se fossi in te.»

Tutti ridono. Katherine è furiosa ma sa di non potersi permettere di dire nulla, visto che attualmente l’unico scoglio nel suo mare di merda è questa casa. Non può soggiogare nessuno per avere case, amici o tirapiedi.

«Ripeto, chi diavolo saresti tu?» sibila.

«Sono la veggente di casa Salvatore, piacere.» Faccio un finto inchino da seduta.

“Finalmente è arrivato un ospite innocuo.”

«Una veggente. Ci mancava solo una veggente.» Katherine gira i tacchi e sparisce nel corridoio.

Damon si alza per inseguirla. «Non vorrei che ti rubasse la camera.» mi dice, con un mezzo sorriso.

Ovviamente non gliene frega nulla, vuole solo godersi il momento e torturare Katherine. “Però sarei una bugiarda se dicessi che non mi ha fatto nessun effetto sentirmelo dire…”

Io, Elena e Jer ci mettiamo a sparecchiare. Improvvisamente mi rendo conto di non aver nulla da fare. Niente studio, niente lavoro. “Posso fare quello che voglio! Ma anche no. Penso che non uscirò mai da questa casa. Il pensiero di incontrare Silas da sola… brrrr.”

Damon torna ghignando soddisfatto. Elena gli va incontro. Mi sembra di vedere che si abbraccino, ma poi volano via. Non letteralmente, eh! Comunque penso di sapere dove siano spariti. Guardo il punto in cui sono svaniti con gli occhi a cuoricino.

«Perché sei così fissata con quei due?» mi chiede Jer, cogliendomi alla sprovvista.

«Eh? Oh, niente… sono una bella coppia, no?»

«Ehm… sì, dai.» aggrotta, per l’ennesima volta, le sopracciglia.

«Dai, non puoi dirmi che stava meglio insieme a Stefan. Potrei non parlarti mai più!»

Jeremy ride. «Perché?»

«Dai, erano una noia mortale!»

«Se lo dici tu.»

«Jeremy, sono seria. Se mi fai la Stelena, ti accoltello nel sonno.»

«La cosa?»

Passiamo il resto del pomeriggio a ridere mentre gli spiego per filo e per segno i dettagli delle storie d’amore di sua sorella. Lo porto inesorabilmente a darmi ragione. Delena for the win.

 

 

Arrivata la sera, Jeremy si offre volontario per andare a prendere dei panini in città. Per ammazzare il tempo, vado a familiarizzare con la mia stanza. Non so dove sia alloggiata Katherine in questa casa gigante, ma immagino sia chiusa nella sua camera a tramare un modo per tornare vampira e vendicarsi.
Damon ed Elena non si sono più fatti vedere. *_*

Mentre giro per la mia stanza, aprendo le ante degli armadi, mi accorgo di non avere ricambi di vestiti. O persino un pigiama. “Domani dovrò andare a fare shopping.”

Mi siedo sul letto e tamburello con le dita sulle coperte. “Sono proprio qui. Sono sotto lo stesso tetto di Damon ed Elena. Eppure ci deve essere un motivo. Qualcuno mi deve aver teletrasportata qui da casa mia.”

Jeremy interrompe le mie elucubrazioni con la cena. Mangiamo entrambi seduti sul mio letto. Lui appare curioso sulla mia vita, quindi parlo principalmente io, con la scusa di sapere già tutto su di lui. Finito di mangiare, mentre sta per congedarsi, gli chiedo se l’indomani mi può accompagnare a fare shopping. Uso la scusa di essere a piedi, ma in realtà sono terrorizzata da Silas. Sono sicura che mi ucciderà appena ne avrà l’occasione.” Aggrottando le sopracciglia, accetta.

Quando Jer se ne va, mi sdraio sulle coperte e cerco di dormire. Ovviamente, non mi riesce. Il letto è piuttosto comodo, però. Cerco di immaginarmi Rebekah sdraiata nello stesso punto e mi viene da ridere.

Dopo una mezzora mi stufo e mi alzo. Decido di andare in giardino, visto che è estate. Uscendo, incontro Katherine che esce dal bagno.

«Essere umani fa schifo, eh?». Mi fa una smorfia, ma non risponde. Sghignazzo fino alla sala.

Quando mi trovo davanti al portone, mi sorge un dubbio. E se ci fosse Silas, fuori? E se spuntasse dal buio per uccidermi?”

Poi mi rilasso: Tranquilla, se volesse ucciderti non si farebbe problemi ad entrare e trucidarti nella tua camera. Tanto vale uscire.”

Mi inoltro nel giardino e mi siedo. Più o meno nello stesso punto dove mi sono svegliata questa mattina.

“Ne sono cambiate, di cose…”

Come sempre quando sono all’aperto di notte, mi metto a guardare le stelle. Non ne so niente di costellazioni, ovviamente, anche se agli scout hanno provato ad insegnarmele. Ricordo solo quella del Grande Carro, così mi metto a cercarla, per vedere se in America si vede la stessa porzione di stelle che si vede in Italia.

E come volevasi dimostrare, qualcuno mi mette una mano sulla spalla.

 

**

 

Salto in piedi, urlando. Mai avuta una tale prestazione ginnica in vita mia: seduta – in piedi in meno di 5 secondi.

Mi giro e c’è Jeremy con le mani alzate e i palmi aperti.

«Che CAZZO!!!» gli urlo.

Si mette a ridere.

«Non c’è un cazzo da ridere, proprio!!!». Mi metto camminare furiosamente nel giardino, scalciando.

«Non ne posso più di essere presa alla sprovvista! Giornata di merda!!!»

«Sono un po’ scarsine le tue doti di veggente.» dice.

Lo guardo sghignazzare e sedersi a terra. Espiro e mi faccio passare la rabbia.

«Beh, non posso predire il futuro. So solo le cose del passato e del presente, ok?»

«Ok.» mi concede, ridendo.

Mi siedo di fianco a lui. «Perché sei qui?»

«Non riuscivo a dormire.»

«Nemmeno io. Giornata dura, eh?» sorrido.

Ride. «Alla fine, sono solo tornato in vita.»

«Per non parlare dell’aver lasciato la tua ragazza nell’aldilà.» rido anch’io.

Mi guarda sbalordito, sempre con quelle dannate sopracciglia aggrottate.

«Scusa, non volevo essere insensibile.»

«No, è che… beh, devo ancora farci l’abitudine.» Sorride. «Sei strana.»

«Credimi, lo so. Voglio dire, sono bloccata qui non so perché e non so per quanto. La maggior parte del tempo lo passo ad aver paura per la mia vita… sai, Damon all’inizio non è molto amichevole.» Jeremy annuisce profusamente. «Oppure sbavo così tanto dietro a loro» indico la casa alle nostre spalle «che mi ci vorrebbe una cisterna per raccogliere tutta la saliva.»

«Già, e non l’ho ancora capita questa storia. Voglio dire, ok che tutti i miei preconcetti su Damon si sono rivelati sbagliati, ma non ho ancora capito perché sei ossessionata da lui. O dal fatto che stia insieme a mia sorella o meno.»

«Pfff, non puoi capire.» lo derido.

«Mettimi alla prova.»

«Un’altra volta, semmai.» “Non saprei proprio che scusa inventarmi, senza parlare del telefilm.”

«Ok.»

Restiamo in silenzio per un po’. Non so cosa dire, ma la sua compagnia mi fa piacere. “E non voglio andare dentro, perché tanto non riuscirei a dormire.” Sento che per lui è la stessa cosa, infatti spezza il silenzio.

«Davvero non sai perché sei qui?»

«No. Diciamo che è una cosa che ha che fare con la mia… abilità.»

«E questa tua abilità include…?»

«Sapere più o meno tutto quello che ti è successo da circa 3 anni a questa parte.»

«Ma davvero? E se tipo ti chiedessi… chi è Anna?»

«Troppo facile!» rido. Passiamo il resto della nottata a parlare del telefilm… cioè, della sua vita. Ma a me sembra di essere a fangirlare con le amiche, dopo che abbiamo finito di vedere la diretta di un episodio.

**

Il mattino mi prende alla sprovvista. Mi rotolo perché non mi voglio alzare. Sento qualcosa che mi tocca una gamba. Apro gli occhi e vedo Damon, controsole, che mi da’ dei calcetti sullo stinco.

Rimango abbagliata, e non dalla luce.

«Svegliati, dormigliona!» mi dice.

“Mi dispiace, non ho ancora il dono della parola, quindi non posso risponderti. Posso solo stare qui ed amarti.”

Comunque mi rendo conto di essere in giardino e di avere una coperta addosso. La guardo come se fosse fatta di vomito.

«Te l’ho messa io.» spunta Elena. «Mi ricordo fin troppo bene i postumi di una frescata per gli umani. Ne ho messa una anche addosso a Jeremy, ma si è già alzato. Vi sto preparando la colazione, vieni.»

“Elena è la mia mamma... non posso gestire tutte queste emozioni di prima mattina. O di pomeriggio. O di sera. O mai.”

Mi metto a sedere, ancora incapace di intendere e di volere. Damon mi squadra un po’.

«Dio, sei un disastro. Dovrò chiedere a Elena di prestarti dei vestiti. Ah, giusto, li ha bruciati tutti.» e ghigna.

“Non si stanca proprio mai di prendermi per il culo.”

«Fottiti.»

«Ed ecco che parla! Finalmente, pensavo che il gatto ti avesse mangiato la lingua. In quel caso, gliene saremmo tutti stati grati.»

Non aspetta nemmeno una mia risposta. Contento della sua dose di umorismo mattutino, se ne va trotterellando verso la sua dolce metà.

“Ti odio. Ti amo, ma ti odio.” E mi alzo per raggiungerli.

 

**

Passo una settimana in una strana routine. Durante il giorno sono quasi sempre completamente da sola, immersa nei libri che rispettosamente prendo dalle librerie, piena di riverenza. Sono anche tentata di andare a spulciare i diari di Stefan, per non essere da meno degli altri. Resisto senza troppa difficoltà.
Quando non sono sola, c’è Jeremy che si diverte a chiedermi i fatti salienti di amici e vicini sperando di cogliermi in fallo. Ovviamente spesso mi chiede notizie su personaggi mai visti nella serie, ma quando cerco di spiegargli che non li ho mai “visti nelle mie visioni” finge di non sentirmi e se ne va soddisfatto.
A volte mi fa compagnia con un libro, altre volte si mette a disegnare sul tappeto. Non abbiamo veramente NIENTE da fare.

Katherine non esce mai dalla sua stanza. Di notte la sento scendere a prendersi da mangiare in cucina. Damon spesso si diverte a non lasciarle niente, o avanzi masticati.

Damon ed Elena… beh, anche loro li vedo poco, troppo impegnati a copulare allegramente in camera di Damon. Ogni tanto Elena si affaccia, presa dai sensi di colpa, magari dopo un giorno che non la vediamo.

Non so cosa ne pensi Jeremy, ma per me più sta di là più sono felice, quindi la caccio sempre via con varie rassicurazioni.

Ovviamente lo shopping è saltato, visto che all’ultimo mi sono ricordata di non avere un soldo. Elena si è offerta di prestarmi qualcosa, ma ho cercato di glissare senza dirle che non ho esattamente la sua taglia. Mi ha promesso di andare a comprarmi qualcosa, quando ha tempo, ma non voglio metterle pressione. Eheheh.

Per i pasti ci alterniamo io e Jeremy ai fornelli. Non va più a prendere cibo da asporto da quando lo hanno quasi riconosciuto per strada.

Per quanto riguarda gli altri due, ogni tanto vedo passare Damon con delle sacche di sangue prese dal seminterrato. Una volta eravamo a pranzo, e Damon è passato a petto nudo. Jeremy mi ha dovuta prendere al volo prima che cadessi a terra. Ci è voluta tutta la mia buona volontà per non inseguirlo.

La notte sono sempre insonne, a volte Jeremy mi raggiunge in giardino, altre no. Mi addormento sempre come una scema sull’erba. Ma non mi sveglia mai Damon con i calci come la prima volta. Me triste.

Silas non ha più dato segni di vita, per mia fortuna.

 

Ora sono seduta in salotto e sto leggendo un libro. Ogni tanto mi perdo con i pensieri e immagino cosa stiano facendo gli altri due, di là. Altre volte mi perdo a fissare il camino, sospirando.

Jeremy non so dove sia.

Ad un certo punto appare Damon. Vestito, purtroppo.

«Ok, metti via i libri e andiamo.» mi dice.

«Dove?» rispondo, chiudendo prontamente il libro e balzando in piedi.

«Te lo dico in macchina.»

“Io e Damon in macchina. ODDIOOOOO!!!”

Rimango ferma impalata talmente tanto a lungo che Damon esce, rientra, si affaccia alla porta e dice:

«Allora? Andiamo?»

«C-certo.» mi scuoto.

Lui esce, io mi schiaffeggio e mi faccio coraggio.

 

Dopo poco, siamo seduti sulla sua decappottabile blu. Ed io cerco di non guardarlo, mai.

«Allora…» comincia. «Elena mi ha supplicato di portarti a prendere dei vestiti.»

«Ah.» dico. «Perché non è venuta lei?»

«È quello che ho chiesto anch’io, ma ha detto che preferiva passare un po’ di tempo con Jeremy.»

«Certo.»

«Capirai quindi che faremo una cosa MOLTO di fretta. E non ho intenzione di accompagnarti e darti dei voti da uno a dieci o cose del genere. Entri, prendi un paio di cose al volo e partiamo.»

«Ok.» Intuisco il suo bisogno di tornare veloce al nido d’amore e continuare da dove hanno interrotto.

Gongolo, deliziata.

«Che hai?»

Senza pensarci, mi volto a guardarlo. Occhi blu al sole. Mi volto di nuovo di scatto, con la seria intenzione di aprire la portiera e rotolare giù al grido di “I CAAAAAAAAAAAAN’T!!!!”

«Niente, niente.»

Alza le spalle.

«Dunque… hai fatto qualche progresso sulla motivazione per cui sei qui? O come ci sei arrivata?»

«Assolutamente no.»

«Ti ho sentita parlare con Jeremy, ogni tanto. A quanto pare la tua conoscenza è selettiva. Si concentra molto su di me, Elena e mio fratello, più che altro.»

«Sì, direi di sì. Siete i protagonisti.»

Sorride, deliziato. «Io sono quello più figo, vero?»

Arrossisco violentemente. Ma non voglio dargliela vinta. «No, direi che il più figo è Klaus.»

Sghignazza. «Quindi se passasse a petto nudo per casa, avresti le stesse reazioni anche con lui?»

“Beccata!” «Ah, non ne hai idea. Penso che non mi limiterei a guardare.»

Si fa una mezza risata, ma non aggiunge altro. “Ho avuto l’ultima parola. Fuck yeah!”

Arriviamo. Dopo aver LETTERALMENTE preso le prime cose che mi capitano in mano, visto che Damon mi tampina e pensavo stesse quasi per spingermi fuori dal negozio, siamo di nuovo in macchina.

A Damon squilla il cellulare. Dal sorriso deduco sia Elena.

«Sì?»

Gli sparisce il sorriso. «Cosa? Ok, vado a controllare.»

Accelera vistosamente.

«Che succede?» chiedo.

«Jeremy non è a casa e non risponde al cellulare. Elena non lo trova da nessuna parte.» “Oh-oh.”

«Dove stiamo andando?»

«Non lo so, provo a scuola e da qualche parte in città.»

«Vai a casa di Caroline.»

Damon si gira a guardarmi. «Perché?» “Perché Silas abita lì.”

«Fidati!». E per qualche strana ragione al mondo, si fida.
 Chiama Elena e la avverte, le dice di raggiungerci.

Arriviamo e la casa è silenziosa. Damon si irrigidisce, quindi capisco che c’è qualcosa che non va.

«Rimani in macchina.» mi dice.

«Col cazzo.» rispondo. “Nei film, quello che rimane in macchina è uno dei primi a schiantare. Se si vuole sopravvivere, non ci si separa. MAI.”

Non ribatte. Entriamo.
In sala troviamo Caroline immersa in una pozza di sangue. La stanza ne è completamente imbrattata. Non so nemmeno dove camminare. Damon si china su Caroline e rialza lo sguardo su di me, annuendo.
È ancora viva.

«Merda.» dice Damon. Prende il cellulare e chiama, presumo, Stefan. Lo vedo incazzarsi e buttare giù. “Penso che non ci sia campo, in fondo al mare.” Si volta verso di me, furibondo.

«Come sapevi di dover venire qui?»

Non rispondo. Si avvicina, minaccioso.

«Rispondimi! Sai dov’è mio fratello?»

Ancora non rispondo. Non so da dove cominciare.

Mi afferra per un braccio. «Rispondimi subito, o ti ammazzo seduta stante.»

«Sono qua, fratello, non c’è bisogno di spaventare le ragazzine.»

Ci giriamo contemporaneamente. Silas è sulla soglia e tiene Jeremy per un polso, accasciato a terra e privo di sensi.
Si avvicina tirandosi dietro il corpo come un carretto. Spero che Jeremy sia solo svenuto…

Damon è incredulo. «Cosa stai facendo?»

Silas guarda Jeremy. «Oh, niente. Mi serviva il sangue di un cacciatore.» Molla il corpo, che fa un tonfo inquietante.

«Perché?» chiede Damon, coprendogli istintivamente l’uscita. Io, per non sapere né leggere e né scrivere, mi rintano in un angolo.

«Nulla di importante, non preoccuparti. Ora… mi piacerebbe restare, ma delle streghe mi aspettano a Las Vegas.»

«Per fare cosa?» Damon si sta incazzando.

«Niente che ti riguardi. Lasciami passare, adesso.»

«No.»

Silas sorride, un’espressione da pazzo terrificante. Si avvicina e Damon si piazza ancora di più tra lui e la porta. In un attimo, si avventano l’uno sull’altro.

Il resto lo seguo a malapena. Capisco solo che stanno lottando e spero vivamente che sia Damon ad avere la meglio. Mi raggomitolo ancora di più su me stessa.
Dopo un tempo che sembra infinito, sento un colpo e Damon cade terra, sanguinante. Silas supera il suo corpo con un passo. Si ferma e mi guarda.

«Peccato, se avessi più tempo, mi piacerebbe approfondire la tua conoscenza.» Detto questo, si gira e se ne va.

Aspetto qualche secondo, per essere sicura che non ritorni. Poi corro verso Damon, mi sembra messo peggio di Caroline. Apre gli occhi, semi-morente. Con una mano riesce a prendere il mio polso. Mi guarda. Capisco che sta chiedendo il permesso, quindi annuisco.
Si porta il mio braccio alla bocca e comincia a bere. All’inizio i denti che perforano la pelle fanno male, poi mi trascinano via in un vortice di sensazioni, dolore misto a piacere, estasi, eccitazione… Si ferma e mi accorgo di stare ansimando.

Si alza, tutto risanato.
Va verso Jeremy, gli tocca il collo. Con mio enorme sollievo, vedo che si morde un polso e gli fa bere il suo sangue. Avevo evitato di pensare a Jeremy perché non volevo nemmeno cominciare a pensare ad accettare l’idea che fosse morto. Di nuovo.
Mi avvicino. Rimango ad aspettare che riapra gli occhi, e quando lo fa, gli sorrido. In qualche modo, mi ricambia e si mette a sedere.
Intanto Damon è da Caroline, e visto che Jeremy è debole e io ho già fatto la mia donazione, se la carica in spalla.

Si guarda intorno, la casa imbrattata di sangue. «Ma che diavolo è successo a mio fratello?»

«Quello non è tuo fratello, Damon.» dico.

 

Note dell’autrice

Eccoci qua. Spero che l’arrivo dell’azione nella storia sia gradito. Alla fine, non sarebbe Mystic Falls senza un po’ di azione! Ho lasciato tutto crudo e con poche descrizioni apposta: volevo rendere a modo il senso di questa ragazza che vede tutte queste cose terribili, e sembra quasi che il tempo si fermi e lei faccia una semplice telecronaca dell’accaduto. Perché la realtà di tutto questo e la paura le hanno come bloccato ogni emozione. Per questo non ci sono urla, né fangirlamenti nella scena del bloodsharing. Che se fosse successa a cose normali, lei sarebbe impazzita, tipo XD

Attendo ansiosa delle recensioni! Vi è piaciuto? Vi pare che abbia senso? Non vi è piaciuto? Let me know! :D

  
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