:.:Chases to the Treasure:.: 8 capitolo…
-
Ho la sensazione che
La
porta della stanza accanto alla sua si aprì di scatto.
-
Si può sapere che cazzo succede?-
Sasuke
Uchiha stava in piedi di fronte a lei, a torso nudo e con i
pantaloni del pigiama a vita bassa nonostante la temperatura,
sbadigliando
sonoramente.
“Oh
cavolo...” pensò Sakura, cercando in tutti i modi
di
distogliere lo sguardo dagli addominali scolpiti del ragazzo, che al
posto di
uno sbadiglio, ora esibiva un ghigno soddisfatto.
-
Salve Confettino. Vedo che non ti smentisci mai- disse,
alludendo alla sua camicia da notte, di un delicato rosa pallido.
-
Come?- Sakura sobbalzò, diventando in un secondo dello
stesso
colore dei suoi capelli.
Sasuke
si appoggiò allo stipite della porta, continuando a
guardarla.
Nonostante
la camicia da notte fosse così dannatamente
stucchevole, l’Haruno era una bella ragazza. Un po’
infantile e credulona ma
sicuramente una bella ragazza sviluppata. Con due splendide gambe,
oltretutto.
-
Sai cosa stavo facendo, Confettino?- chiese, avvicinandosi.
Sakura
scosse la testa, indietreggiando, mansueta come un
cagnolino.
-
Prova ad immaginare...-
Sakura
si ritrovò all’improvviso intrappolata tra il muro
e
l’Uchiha, con gli occhi di lui che non smettevano di
fissarla, posseduti da uno
strano scintillio sinistro.
-
Io non saprei...- sussurrò, abbassando lo sguardo, rossa in
viso.
Sasuke
frugò un attimo dentro la tasca dei pantaloni, fino a
trovare ciò che stava cercando.
-
Questa era semplice Confettino...- cominciò, prendendole il
volto e costringendola a guardarlo negli occhi – la tua
scatoletta è davvero
ottimo come passatempo-
Sakura
si scoprì da una parte sollevata, ma dall’altra,
la rabbia
per come il suo I-Pod fosse finito
nelle mani dell’Uchiha la travolse nuovamente.
-
Tu! Brutto...- ma le sue parole si persero per aria, perché
Sasuke , ormai lontano, aveva preso a lanciare in aria le cuffiette,
non
curante della valanga di insulti che Sakura stava riversando su di lui.
E
sebbene fosse girato di spalle, Sakura era sicura che stesse
ghignando.
Richiuse
con un colpo secco la porta, appoggiandosi ad essa.
-
Che succede Sakura? Perché quel rumore? E perché
sei tutta
rossa?-
La
voce di Tenten le sembrò così distante, quasi
come provenisse
da fuori.
-
Sakura...ci sei?-
Hinata,
preoccupata, le stava sventolando una mano davanti agli
occhi.
L’Haruno
si riprese solo in quel momento.
-
Non ho capito cosa sia stato a provocare quel rumore, ne sono
riuscita a chiedere a qualcuno- subito le sue gote si infiammarono,
ripensando
all’incontro con Sasuke.
Scacciò
quei pensieri dalla testa, imbarazzata.
-
Sarà il caso di andare a vedere?- propose, Tenten.
Sakura
annuì – Ma tu come farai a camminare?-
-
Non preoccuparti. Hinata ha promesso di darmi una mano. Vero
Hinata?.
-
E questo cos’è?- chiese la mora, prendendolo tra
le mani.
-
Dato che non sono riuscita a riattaccarti il bottone, ti presto
una delle miei camicie da notte-
Tenten
ripensò a quando, dopo averla protetta da un tipo che
voleva farle del male, Hinata l’aveva ospitata a casa sua,
mettendole una delle
sue [minuscole] camicie da notte.
-
No Hinata...non ce ne bisogno- fece Tenten, sulle difensive,
esponendo un falso sorriso.
-
Insisto- replicò Hinata, non ammettendo repliche.
-
Ok. Fa come vuoi...- disse, arrendendosi.
-
Vedrai che ti piacerà. L’ho comperata un
po’ di tempo fa ma sono
sicura che ti starà d’incanto...-
- Arrivo, arrivo un attimo...-
Shikamaru
scese dal letto controvoglia, mentre il campanello della
sua stanza suonava per la decima volta.
“Scommetto
che è...”
-
Ciao Ino- salutò la ragazza, sbadigliando, estraendo una
sigaretta dal pacchetto sul comodino.
-
Possibile che la tua sete di nicotina inizi a rompere già di
prima mattina?- chiese
-
Così sembra...-
-
Buttala...- ordinò Ino.
-
No-
-
Sì invece-
-
No-
-
Sì- e gliela prese dalle labbra, così come aveva
già fatto altre
volte, per poi spegnerla sul posacenere più vicino.
-
Baka...mi devo ricordare di non fumare davanti a te. Sprechi
più
sigarette di quante io ne fumi-
Ino,
tuttavia, sembrò essere contenta di ciò che aveva
appena
fatto.
-
Allora che vuoi?- chiese Shikamaru, con assoluta calma.
Ino
sgranò gli occhi, incredula.
-
Possibile che tu non abbia sentito quel suono assordante di
pochi minuti fa?-
-
No-
-
E nemmeno gli studenti correre in quella direzione?-
-
No. Adesso posso ritornare a dormire?-
Ino
stava letteralmente fulminando Shikamaru con lo sguardo.
-
Adesso vieni con me!-
E
afferrò Shikamaru per una manica del pigiama e lo
trascinò fuori
dalla camera.
-
Ma cosa stai facendo?- chiese Shikamaru
Ino
gli rivolse un sorriso brillante – Semplice. Andiamo a vedere
cosa succede-
Shikamaru
scosse la testa, lasciandosi tirare per tutto il
corridoio.
-
Ino...- disse all’improvviso, serio, prendendole una mano
– devo
prima fare una cosa -
La
bionda si fermò di colpo, voltandosi verso il ragazzo.
-
Cosa...cosa c’è?- fece, sperando che Shikamaru non
notasse il
battito accelerato del suo
cuore
e il rossore sulle guance. Fortunatamente, il corridoio era
poco illuminato.
-
Ecco vedi...- cominciò, avvicinandosi.
Ino
trattenne il respiro. Il naso di Shikamaru era a pochi
centimetri dal suo, ma poi distolse lo sguardo, si piegò in
avanti e raccolse
una cosa da terra.
-
Mi era caduta una sigaretta-
Ino
credette di piangere, sentendo le lacrime farsi strada sui
suoi occhi.
-
Ma sei stupido?- urlò, dandogli uno schiaffo su una spalla.
-
Ma che hai? Certo che sei proprio strana...-
-
Basta. Vado a vedere da sola cosa e successo. Tornatene pure a
fumare le tue sigarette!-
E
se ne andò, lasciando Shikamaru alquanto perplesso.
-
Le donne...che seccatura...-
Il corridoio era ghermito di studenti in cerca di risposte,
assonnati e ancora in pigiama, che avevano preso lo strano rumore per
uno
scherzo di cattivo gusto.
Tenten
e Sakura erano sedute a terra, o meglio, Tenten era seduta
e Sakura si sedeva e si alzava, visibilmente irritata della situazione.
-
Ma cosa passa per la testa a tutti? Possibile che non ci sia
neanche un professore che ci fornisca delle spiegazioni?- parlava a
raffica,
battendo nervosamente il piede a terra, con le braccia incrociate.
-
Hey Confettino, non essere nervosa. Che ne dici di passare un
po’ di tempo insieme?-
Le
due ragazze si voltarono. Sakura sbuffò e Tenten sorrise.
Sasuke
e Neji si avvicinavano facendosi strada tra la folla.
-
Sasuke...che piacere vederti...- disse Sakura, sarcastica.
Sasuke
ammiccò all’Haruno – Da nostro incontro
di poco fa non ho
fatto altro che pensarti...-
Sakura
guardò furibonda Sasuke, ancora sorridente, e poi si mise a
sedere a terra.
-
Io con te non ci parlo-
-
Eddai Confettino...facciamo la pace?- le chiese, mostrandole il
mignolo.
-
Vattene via. Ho detto di no-
-
So che tanto mi vuoi Confettino. Te lo si legge negli occhi-
Sakura
gli fece la linguaccia – Ma per favore...-
Tenten
rise – Incredibile. Quei due non fanno altro che litigare-
Neji
si sedette accanto a lei.
-
Sembrano due bambini. Approposito, come va il ginocchio?-
Tenten
si guardò istintivamente la fasciatura sulla gamba destra
–
Bene. Ormai non mi fa più male. Tua cugina me lo ha fasciato
a dovere-
Neji
parve sollevato – Giuro che se rincontro quel cretino gli
spacco la faccia-
-
Chi? L’istruttore?- chiese Tenten, ridendo.
Ma
Neji non fece in tempo a risponderle che gli altoparlanti del
corridoio gracchiarono all’improvviso, facendoli sussultare.
-
Benvenuti cari studenti. Sono felice di vedervi belli pimpanti
così di prima mattina-
Naturalmente,
tutti riconobbero la voce del professor Gai.
-
Ma se sono le tre del mattino!- urlò qualcuno tra folla.
Gai
sembrò sorridere al di là del altoparlante.
– Esatto. Per
questa prova dovete essere belli svegli e pieni di energia-
Un
mormorio di disapprovazione si levò dagli studenti.
-
Su ragazzi. Non fate così. Vi dico che questa prova
inciderà
pesantemente sul vostro giudizio scolastico e sulla vostra giovinezza-
fece
Gai.
Alcuni
si lamentarono, per altri, quella sembrava l’occasione per
racimolare un po’ di buoni voti.
-
La prova consiste in una specie di...- gli studenti trattennero
il fiato – CACCIA AL TESORO!-
Subito
i ragazzi ripresero a parlare, ignorando il resto del
discorso.
-
Le squadre...- urlò Gai al microfono per richiamare a se
l’attenzione – saranno composte da tre persone. La
descrizione dell’oggetto da
cercare vi sarà fornito dagli studenti più
anziani e per qualunque informazione
avrete a disposizione un telefono, affidato al capogruppo. Tutto
chiaro?-
Nessuno
rispose perché tutti erano già impegnati a
formare le
varie squadre .
Hinata
era tutta emozionata a correva su e giù per il corridoio
alla ricerca di Naruto.
Le
sarebbe piaciuto finire in squadra insieme, e segretamente
sperava che il biondino pensasse la stessa cosa. Arrossi completamente
formulando quei pensieri.
-
Mio Dio...datti una calmata Hinata. Conosci questo ragazzo da
meno di un giorno e già te ne sei innamorata?-
pensò, sorridendo impacciata.
Era
talmente assorta nei suoi pensieri che non si accorse della
persona che le si era parata davanti.
-
Hey Hinata!-
Ma
la ragazza non sentì quella voce, alzò lo sguardo
troppo tardi
e si ritrovarono entrambi, lei e lo sconosciuto, a terra, doloranti.
-
Oh scusami tanto!- esclamò la ragazza, alzandosi e
inchinandosi
allo sconosciuto.
Poi
sentì una mano poggiarsi sulla sua testa e scompigliarle
affettuosamente i capelli.
Alzò
lo sguardo e sorrise.
-
Kiba! Pensavo ti avessero escluso dalla gita!- disse, ripensando
a ciò che i professori ripetevano in continuazione.
Kiba
gli fece l’occhiolino – Eh no piccola...alla fine
sono venuto
lo stesso. La prof Kurenai è una dura, ma alla fine sta
dalla mia parte -
-
Sono felice per te. Quindi dovrebbe esserci anche Akamaru-
Kiba
sorrise – Vieni qui cucciolo. C’è una
persona che ti vuole
salutare-
Subito
Hinata avvertì qualcosa di morbido strisciarle tra le
gambe.
-
Akamaru! Quanto sei cresciuto!- fece, carezzando la testa del
cagnolino, che rispose al gesto abbagliando.
-
Perché andavi così di fretta?- chiese Kiba,
cambiando
l’argomento della discussione.
Hinata
arrossì. – Bhe...stavo cercando una persona...-
-
Senti Hina...ti va di stare in squadra con me?- le chiese Kiba,
vago.
-
Ecco io...-
-
Ciao Hinata! Ti stavo cercando!-
Naruto
comparve dietro le spalle della ragazza all’improvviso,
facendola sussultare.
-
Oh...ciao Naruto...- disse Hinata, voltandosi.
Kiba
gli scoccò uno sguardo e poi grugnì.
-
Hey amico, hai qualche problema?- Naruto fissava Kiba dalla
testa ai piedi.
Kiba
finse di pensarci un attimo – Sì...- e poi gli
puntò il dito
contro – Tu!-
Hinata
guardava preoccupata i due ragazzi incapace di reagire,
sentendo nell’aria l’odore di una rissa di
lì a pochi minuti.
-
Si può sapere cosa ti ho fatto?-
-
Semplice amico. Io e
Hinata stavamo parlando e tu ci hai interrotti. Ti sembra una cosa
carina?
Almeno chiedi scusa...-
-
Io dovrei chiedere scusa a te? Ma figuriamoci...vieni Hinata- e
afferrò
Ma
prima che Hinata potesse fare qualcosa, sentì una stretta
anche
all’altro braccio.
Kiba
l’aveva afferrata prima che Naruto la portasse via, e ora
guardava il biondino minaccioso.
-
No amico...Hinata
stava parlando con me. Sei tu che te ne devi andare-
Naruto
rise beffardo, attirando l’attenzione di alcuni studenti
più piccoli che passavano nelle vicinanze.
-
Hinata vuole parlare con me. Vattene amico-
ribadì, stringendo la stretta attorno al braccio della
ragazza.
-
Non credo proprio...- ribatté Kiba, aumentando a sua volta
la
presa.
Hinata
aveva gli occhi lucidi per il dolore e l’imbarazzante
situazione che si era venuta a creare. Sentiva le braccia farle male e
gli
occhi di tutti puntati addosso, mentre il suo migliore amico e il
ragazzo che
le piaceva si stuzzicavano a vicenda, aspettando che uno dei due
esplodesse per
primo.
Avrebbe
voluto gridare ma aveva troppa poca voce per farlo e si
limitava a spostare lo sguardo prima su uno e poi su l’altro
dei due ragazzi,
sperando che almeno uno dei due si accorgesse del suo dolore e
smettesse di
usarla come una corda.
Ma
si Naruto che Kiba non degnavano di uno sguardo la ragazza.
-
Ragazzi...mi...state...facendo male...- sussurrò Hinata,
rossa
in viso, con voce flebile.
Naturalmente,
nessuno dei due la sentì.
-
Ti ripeto che Hinata stava parlando con me e tu ti sei
intromesso senza nemmeno chiedere il permesso-
Naruto
rise – Per favore, non farmi ridere. Il permesso! E a chi
avrei dovuto chiederlo? A te, forse?-
Kiba
lo stava letteralmente incenerendo con lo sguardo – Mi sembra
naturale...-
-
Come ti permetti? Io non voglio abbassarmi a chiedere nulla da
quelli come te-
-
Cosa hai contro quelli come me? Di sicuro, quelli
come me non si permettono di disturbare due persone mentre
parlano. Hanno un minimo di buona educazione...-
-
Io giuro che ti ammazzo! Proprio tu mi vieni a parlare di buona
educazione e ti porti un cane pulcioso persino a letto? Ma non farmi
ridere-
-
Questo è troppo! Hai insultato Akamaru!-
-
Perché...quel coso ha
anche un nome?-
E
poi, Hinata esplose.
-
Adesso basta! Vi state comportando come due bambini! State
attirando l’attenzione di tutti per uno sciocco malinteso che
rischia di
rovinare tutto-
-
Io non sono amico di questo...-
buttò là Kiba, alludendo a Naruto.
-
Zitto!- urlò Hinata, ghiacciandolo con lo sguardo
– Avete fatto
una scenata per nulla, mostrando il vostro lato peggiore. Se volete
parlare
fatelo in un altro momento. Ed ora, se non vi dispiace, vado a dare i
vostri
nomi e il mio ad un qualsiasi studente anziano, spiegando che da questo
momento
noi tre formiamo una squadra. Se volete litigare, avrete tutto il tempo
per
farlo, ma non ora-
E
lasciando i due ragazzi di stuccò, si allontanò
di alcuni metri,
per poi fermarsi di nuovo.
-
E poi, mi stavate staccando le braccia!- e se ne andò
veramente,
sparendo oltre la folla.
Kiba
fissò per alcuni istanti il punto in cui Hinata aveva tirato
fuori il suo vero caratterino, e poi sorrise, lasciandosi cadere a
terra.
-
Sono un vero cretino. Cerco di farle capire in tutti i modi che
mi piace e poi mi faccio rimproverare come un moccioso. Che stupido che
sono...-
Naruto
si sedette al suo fianco – Anche a te piace Hinata?-
-
Sì e vedi di non mettermi i bastoni fra le ruote, o stavolta
ti
prendo a pugni. Hinata è soltanto mia-
Naruto
sorrise malizioso, alzandosi da terra – Vedremo...Che ne
dici di fare una scommessa?-
Kiba
alzò lo sguardo verso il biondino, interessato –
Che genere
di scommessa?-
-
Oh non preoccuparti, niente di pericoloso. Dico solo che dato
che a entrambi piace Hinata sarebbe meglio conquistarla con
un’onesta
competizione tra uomini, piuttosto che una rissa...-
-
Va avanti...comincia a interessarmi...- lo esortò Kiba.
-
Facciamo così: chi dei due riuscirà a strappare
per primo un
bacio a Hinata avrà campo libero dall’altro.
D’accordo?- finì Naruto, porgendo
la mano all’altro ragazzo.
Kiba
ci pensò su, e poi l’afferrò.
– Ci sto-
-
Oh bene! Sono contenta che abbiate fatto pace!-
Hinata
li guardava da una certa distanza, con un dolce sorriso
sulle labbra.
-
Vedrai Hinata, sarò io a strapparti quel bacio-
pensò Naruto,
sorridendole.
-
Ti lascerò letteralmente senza fiato, piccola Hina...puoi
scommetterci- pensò Kiba, guardandola malizioso.
Ino camminava già da un po’ alla ricerca di
Shikamaru, scivolando
tra la folla.
-
Sicuramente starà fumando da qualche parte...-
pensò, scansando
l’ennesimo ragazzo che le aveva chiesto di stare in squadra
con lui con un
lieve movimento della mano.
Nell’arco
di dieci minuti già aveva detto di no a venti ragazzi,
anche più grandi, liquidandoli con naturalezza alzando
appena il dito indice.
Chissà
perché, quando era con Shikamaru, tutto diventava
più
difficile.
Era
difficile parlare, formulare pensieri e controllarsi. Persino
sorridere era diventata un’impresa che aveva come risultato
uno stupido sorriso
posticcio.
Eppure,
aveva bisogno di lui. Sempre.
Lo
cercava, chiedeva di lui in ogni situazione. Erano le sue
parole a darle coraggio e i suoi gesti la forza necessaria per andare
avanti.
Perché
sotto la scorza della ragazza bella e impeccabile si celava
una ragazza fragile, piena di paure, che reggeva a fatica quella
maschera che
da tutti gli era stata data.
E
Shikamaru era la sua salvezza.
Ogni
volta che quella maschera si faceva troppo pesante, lui
interveniva a prendere un po’ di quel peso e lo portava con
sé.
Era
l’unico che avesse visto la vera Ino sotto tutte quelle
numerose maschere, l’unico di cui lei si fidasse veramente.
-
Yo-
Ino
si voltò. Shikamaru la stava guardando, leggermente
divertito.
-
Che hai da guardare?- chiese Ino, avvicinandosi.
-
Niente...la tua espressione...-
Ino
crucciò le sopracciglia. – Perché,
cos’ha di strano?-
-
È diversa da quella che hai di solito...-
-
In che senso...-
-
Sembra quasi che tu stia pensando...AHIA!-
Shikamaru
si prese la caviglia dolorante, saltellando su una
gamba.
-
Ma sei pazza? Mi hai dato un calcio!-
-
Ben ti sta- fece Ino, facendogli la linguaccia –
Così impari a
non dire cretinate...-
Shikamaru
sussurrò qualcosa di molto simile ad un insulto tra i
denti.
Ino
rise, prendendolo per un braccio.
-
Mi vuoi dare un altro calcio?- fece Shikamaru, scettico.
Ino
sorrise di nuovo. – No...-
-
Allora vuoi stare in squadra con me?-
Ino
si staccò da Shikamaru, incredula.
-
Non fraintendermi, se te l’ha già chiesto qualcun
altro non fa
niente. Ho visto che ti ronzavano attorno decine di ragazzi e avrai
sicuramente
accettato la proposta di qualcuno- e poi si batté una mano
sulla fronte – Ti ho
fatto solo perdere tempo...-
-
No!- Ino quasi urlò nel pronunciare quella sillaba
– No...cioè
hai fatto bene a chiedermelo, perché ho rifiutato tutte le
proposte-
Una
specie di sorriso percorse le labbra di Shikamaru.
-
Viene – disse, incamminandosi – Ho già
trovato il terzo compagno
di squadra-
-
Ah si...e chi è?-
-
Choji Akimichi...lo conosci?-
Ino
sorrise – Come hai vecchi tempi?-
Shikamaru
annuì – Esattamente-
- Cosa? Squadre da tre?- Sakura urlava indignata contro
l’altoparlante dove la voce del professor Gai aveva smesso di
uscire già da
alcuni minuti.
-
Perché, non va bene?- chiese Tenten, ancora seduta accanto a
Neji.
-
Non va bene? È un disastro...- fece la rosa, lasciandosi
scivolare contro la parete.
-
Su Confettino...vedrai che qualcuno disposto a stare in squadra
con noi lo troviamo- le disse Sasuke, strizzandole l’occhio.
-
Io con te
non ci sto in squadra!- esclamò
Sakura.
Sasuke
tirò fuori dalla tasca del pigiama l’I-Pod rosa di
Sakura,
sventolandoglielo sotto il naso.
-
Allora puoi dire addio a questo...-
Sakura
era senza parole – Ma tu avevi detto che...-
-
Ah ah Confettino. Frena un attimo- disse premendole dolcemente
un dito sulle labbra – le regole le ho decise io e posso
cambiarle quando
voglio. Quindi, o stai alle mie nuove regole o puoi dire addio a questa
preziosa scatoletta-
Sakura
era furibonda e la pelle scarlatta creava un delizioso
contrasto con i suoi capelli.
-
Tu – cominciò, puntandogli un dito sul petto
– Sei un cretino!
Sappi che accetto di stare in squadra con te solo per riavere
l’I-Pod e per
toglierti quel disgustoso sorrisino dalle labbra-
-
Prova pure, Confettino, ma non ci riuscirai...-
Sakura
sfoderò la sua aria di superiorità – Io
non ne sarei tanto
sicura...-
Poi
si guardarono intorno e afferrarono entrambi un ragazzo che
aveva assistito in silenzio a tutta la discussione, che pareva
addormentato,
per il pigiama.
-
Hey tu...come ti chiami?- domandò l’ Uchiha.
Nessuna
risposta.
-
Lascia fare a me...- disse Sakura – Come ti chiami?- gli
urlò in
un orecchio, all’improvviso.
-
Shino-
-
Bene, Shino, d’ora in poi tu sarai in squadra con noi.
D’accordo?-
Nessuna
risposta.
-
Perfetto- esultò Sakura, facendo il segno di vittoria a
Tenten –
Ci vediamo alla fine della gara. Stammi bene, ok?-
E
sparirono, confondendosi tra la folla.
Erano
rimasti solo Neji e Tenten.
-
Tu non puoi partecipare. Non con questa gamba, almeno- fece
Neji, alzandosi da terra.
Tenten
sbuffò – Mi sa che dovrò ritornare in
camera...- disse,
aggrappandosi a Neji per alzarsi a sua volta.
Il
corridoio si era rapidamente svuotato, perchè tutti erano
andati a cercare i propri compagni o quanto meno a vestirsi per
partecipare
alla fatidica prova.
-
Il problema e che tra mezz’ora devo cambiare la fasciatura e
non
ce la faccio benissimo da sola...-
-
Resto con te-
Tenten
sgranò gli occhi, incapace di credere a ciò che
aveva
appena sentito. Alzò lo sguardo verso Neji e
incrociò gli stessi occhi freddi
di sempre.
-
Ma Neji, questa prova è importante. Se non partecipi la tua
media subirà un grave calo...-
-
Vedrai che il professor Gai capirà. Dopotutto, anche
cambiare un
fasciatura è una prova-
Tenten
si aggrappò meglio a Neji per non cadere.
-
Portami in camera mia. È li che tengo tutte le bende-
Per
una breve frazione di secondo, Neji sussultò.
-
Che hai?- gli chiese Tenten, preoccupata.
-
Niente. Fammi strada...-
Un
pensiero pervase Tenten come un fulmine a ciel sereno.
Quella
sarebbe stata
la prima volta che sarebbe rimasta completamente sola con Neji.
Chiusi,
dentro la sua stanza, senza nessuno all’interno
dell’albergo.
Tenten
deglutì, sperando ardentemente che lo stesso dubbio non
andasse a invadere la mente dello Hyuuga, già
particolarmente teso.
Perché
Neji aveva già capito che sarebbe rimasto da solo con la
ragazza.
E
i suoi ormoni avevano preso a scalpitare.
Impazientemente.
Hello
a tutti! Come va? Pian piano sto riallacciando i rapporti
con EFP ma fatico ad aggiornare in breve tempo per via della scuola
(infatti,
appena ho un momento libero devo avvantaggiarmi con i compiti) e le
attività
pomeridiane (vedi pallavolo, il corso del patentino e via dicendo...) e
così è
ben poco il tempo che mi rimane per aggiornare.
Chiedo
umilmente perdono a tutti voi, che con impazienza
continuate a leggere la mia ficcy.
Grazie
mille.
Concludiamo
il capitolo dicendo che nel prossimo ci saranno
molti colpi di scena, soprattutto in campo sentimentale. Ma non voglio
anticiparvi niente ( eh lo sò...sono cattiva!!!), ma solo
lasciarvi un piccolo
interrogativo: Possono un ragazzo e una ragazza di sedici anni che si
amano non
fare nulla in una camera d’albergo isolati degli altri per
un’intera notte?
Vi
lascio formulare ipotesi, ma come sempre, per sapere la
verità, dovrete aspettare il prossimo capitolo!
Grazie (come sempre) a chi commenta e a chi legge soltanto.
CelsteKiss#
p.s: Il 7 febbraio è il mio compleanno!!! Mi raccomando
fatemi
gli auguri >.