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Autore: LynxEyes    21/07/2013    1 recensioni
[ Cross-over: Harry Potter/Twilight ]
Hermione deve riprendersi. Sì, riprendersi da quella guerra che è costata molto alle persone a lei care. Decide quindi di trasferirsi in America, nello stato di Washington, da sua cugina Lexie. Li vuole passare del tempo senza la magia, frequentando una scuola babbana, così da cacciare tutti i suoi pensieri. Li incontrerà Jacob Black, un ragazzo con un segreto grande quasi quanto il suo, e la sua vita cambierà di nuovo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jacob Black, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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CAPITOLO VENTI.

 
Ron POV.
 
Appena scappai da casa di Leah mi diressi alla spiaggia. Volevo godermi un po’ di solitudine e pace prima di tornare a casa dalla mia famiglia. Chissà che cosa aveva in serbo per me mia madre per essere sparito così, di nuovo, all’improvviso. Non volevo neanche pensarci. Impiegai una ventina di minuti prima di arrivare alla sabbia, ma ne era valsa la pena. Era un bellissimo posto, tranquillo, giusto quello che stavo cercando in quel momento.
« Bello, vero? » disse una voce familiare alle mie spalle. Mi voltai e vidi Leah che stava venendo verso di me.
« Che ci fai qui? Tua madre non ti ha reclusa in casa per colpa mia? » domandai con un mezzo sorriso.
« In teoria sì, ma sono scappata dalla finestra. » rispose alzando le spalle.
« E lei lo sa? » domandai ingenuamente.
« Oh, sì, certo. Appena prima di uscire le ho gridato: ‘Mamma, guarda che scappo, ci vediamo’… ma ti pare? Non sa nulla. Pensa che sia ancora chiusa in camera e incazzata con lei. » sbuffò guardando l’orizzonte.
« E ora che cosa farai? Da chi vai a stare? » chiesi. Mi stavo preoccupando per lei, dopo tutto era colpa mia se aveva litigato con la madre.
« Non molto lontano da qui c’è una casa abbandonata. Apparteneva ad un vecchio scrittore famoso di queste parti e quindi la sua casa la tengono per le visite turistiche. Ha ancora tutto, il letto, la cucina funzionante. Mi sistemerò la per qualche tempo. » Mi guardò. « Se vuoi puoi stare li anche tu, sempre se non devi tornare in Inghilterra. »
« No, posso stare quanto voglio. Cioè, preferisco rimanere un altro po’ prima di sentire mia madre sbraitarmi dietro. » sospirai.
« Fatto arrabbiare mamma anche tu? » disse scherzosamente.
« Già. Sono sparito, per la seconda volta, senza dire nulla a nessuno. Non ho voglia di risentire la stessa predica. » spiegai. « Quanto dista quella casa? »
« Una mezz'oretta a piedi. Te la senti di affrontare quest’avventura? »
Risi. « Sono pronto come non mai. »

 
Jacob POV.
 
La luce che filtrava dalla finestra mi svegliò. Con una mano mi strofinai un occhio e mi stiracchiai. Muovendomi anche Hermione, che era sdraiata di fianco a me con il braccio e la guancia sul mio petto, si svegliò e si stiracchiò.
« Buongiorno » disse con la bocca impastata, tenendo gli occhi chiusi.
« Buongiorno » dissi sorridendo e baciandole la fronte. Alzò lo sguardo verso di me, ma lo abbassò immediatamente, arrossendo.
« Cosa c’è? » chiesi divertito.
« Mi hai visto nuda. » disse nascondendo la faccia tra il mio braccio e il mio petto. Risi sentendo quella frase e anche lei lo fece.
« E questo ti sconvolge tanto? » Non rispose. « Beh, se ti consola il tuo corpo è perfetto secondo me. »
Alzò lo sguardo verso di me. Le guance erano rosse. « E tu sei troppo dolce per me. » Mi baciò dolcemente e io ricambiai il bacio. Sarei potuto rimanere lì, in quel letto, con lei per sempre, ma come al solito doveva sempre arrivare qualcuno per rovinare tutto. Bussarono alla porta d’entrata ed Hermione sospirò.
« Vado ad aprire. » disse e si sedette sul letto, coprendosi con un lenzuolo, controvoglia.
« Lasciali bussare, prima o poi se ne andranno. »
« Ma se è Sam o qualcuno del tuo branco che vuole accettare la mia proposta non posso lasciarlo sfuggire. Sarebbe un’occasione persa. Magari i Cullen non avranno voluto aiutarti, ma quella bambina ha bisogno di essere protetta. Non è un mostro come pensano loro. » Era decisa. Voleva proteggerla a tutti i costi. Io non aggiunsi nulla, dopo tutto non sapevo che cosa dire. Lei si alzò dopo un’altra bussata. Indossò un accappatoio che era appeso nell’armadio e mi rilanciò il lenzuolo. Mi sorrise e, dopo aver sentito di nuovo bussare, andò alla porta. Io mi sedetti a bordo del letto cercando di sentire chi fosse.
« Emily? » esclamò Hermione dopo aver aperto la porta.
« Ciao, Hermione. »
« Che ci fai qui? Mi aspettavo qualcuno del branco. »
« Ho preferito venire io, non si sa mai. » disse Emily. « Comunque, hanno accettato la tua proposta. »
« Davvero? » la sentii sorridere nel pronunciare quella parola. « Dove ci possiamo incontrare? »
« Al posto di questa notte, mi hanno detto. Tu e Jacob dovete esserci per forza. Hanno detto che tra un'ora dovete essere la, altrimenti salta tutto. »
« Naturalmente, ci saremo. »
« Ok, ehm, me ne vado. » disse Emily come se non sapesse che altro dire.
« Non vuoi rimanere per la colazione? » disse la mia ragazza.
« No, no, devo proprio tornare. Ciao. » le rispose Em e dopo qualche secondo sentii chiudere la porta. Mi sporsi in avanti per cercare di vedere nell’altra stanza e vidi l’espressione preoccupata di Hermione che stava tornando da me. Quando fu di nuovo in camera, con lo sguardo basso e le braccia strette al petto, le chiesi: « Che succede? »
Lei alzò lo sguardo verso di me. « Emily mi è sembrata… fredda. Che cosa posso averle fatto? »
« E’ a causa dei succhiasangue, neanche lei li vede di buon occhio. » Allungai una mano verso di lei che si avvicinò, la prese tra le sue e si sedette di fianco a me, appoggiando la testa sulla mia spalla. « Non è colpa tua. » Sospirò e si alzò di nuovo. « Dove vai? »
« Devo farmi una doccia. » Si grattò la testa.
« Posso venire anche io? » La guardai maliziosamente e lei scoppiò in una fragorosa risata.
« Non correre troppo, cowboy, magari la prossima volta. » Sorrise e, prima di sparire in bagno, mi lanciò un paio di boxer. « Sono di Harry, spero che ti vadano bene lo stesso. » E poi si chiuse in bagno. Io infilai i boxer e mi stesi. Rimasi lì, da solo, a contemplare il soffitto, quando sentii come uno schiocco provenire dalla sala.
« Hermione? Sei tornata? » era la voce di un ragazzo, doveva essere Harry. Mi tirai su e mi ritrovai Ginny alla porta. Era appoggiata alla porta su un fianco con le braccia incrociate al petto e mi guardava divertita. « Allora non stai così male come credevamo. »
Aprii la bocca per risponderle, ma dalle mie labbra non uscì neanche un suono. Non sapevo che cosa dirle.
« Con chi stai parlando » disse Harry venendo nella nostra direzione. Non appena mi vide disse: « Oh, sei qui. Ti cercavamo… » mi guardò meglio « Oh, ma sei senza vestit… oddio, voi, tu ed Hermione avete… »
« Sì, lo abbiamo fatto. » dissi seccamente « C’è qualche problema? »
« Ehm, no, no. Nessun problema. » rispose lui. « E’ che non riesco ad immaginare la mia migliore amica che fa… sì, hai capito. » In quel momento la porta del bagno si aprì ed Hermione uscì, trovandosi i suoi amici davanti si sorprese.
« Siete tornati. Dov’eravate? » domandò mentre si strofinava un asciugamano sui capelli bagnati e camminava fino al mio fianco.
« Fuori a cercarti. Che cosa credevi di fare? » disse Ginny.
« Salvare il mio ragazzo, ecco cosa. » Buttò a terra l’asciugamano e lasciò i capelli sciolti sulle spalle. Aveva sostituito l’accappatoio con un asciugamano grosso che le copriva il busto fino alle ginocchia. Mi cadde l’occhio sulla schiena e notai che le stava uscendo una botta enorme sulla schiena.
« Hermione, la tua schiena… »
Lei mi guardò e fece un gesto con la mano, come per dirmi di non pensarci. « Sì, sono… sono state le due botte che ho preso. Non è nulla, sto bene. »
« Come non è nulla » esclamai alzandomi « Hai la schiena completamente viola per le botte. » Le passai delicatamente due dita sopra di esse. Rabbrividì per il dolore. « Devi prenderti quella cosa che hai dato a me per le ferite. Cos’era, dittamo, giusto? » Afferrai la bottiglietta che era ancora sul comodino di fianco al letto e gliela passai. Rimasi fermo qualche secondo con la boccetta in mano prima che lei si decidesse a prenderla e ad usarla. Alzò gli occhi al cielo e prese due gocce. 
« Contento ora? » disse mentre avvitava la boccetta. Annuii continuando a fissarle la schiena. In pochi secondi i lividi sparirono e io mi sentii più sollevato. Le sorrisi e lei non poté non fare a meno di ricambiare.
« Comunque, ti stavano cercando i Cullen. Ti conviene andare da loro. » riferì Harry.
« Dovevo già andarci. Ho convinto il branco ad incontrare la bambina. »
« Li hai già convinti? »
Hermione annuì. « Emily è stata qui pochi minuti fa per dirmi che avevano accettato. »
« E’ magnifico! » esclamò Ginny. « Fate attenzione allora. »
« Voi non venite? »
Ginny scosse la testa. « Vogliamo farci un giro a Seattle. Infatti volevo chiederti... chi presti la macchina? »
La mia ragazza annuì e si diresse verso l'appendi abiti, rovistò nella tasca di una delle felpe e consegnò le chiavi dell'auto all'amica. « Basta che me la riportate intera. »
« Tranquilla. » Harry le sorrise e uscì mano nella mano dalla casa insieme a Ginny. Mi guardò e sorrise, non mi disse nulla, si diresse all'armadio, prese due vestiti a caso e tornò in bagno a cambiarsi. Io intanto mi alzai dal letto, dirigendomi in cucina. Presi due ciotole, ci versai il latte e dei cereali. Mi sedetti sulla sedia di fronte al bancone e iniziai a fare colazione. Dopo pochi minuti, Hermione uscì dal bagno e si diresse verso di me, mi si sedette di fianco e iniziò a mangiare anche lei dalla sua ciotola.
« Affofa » dissi con la bocca piena « quanfo anfiamo fai Fullen? »
Lei rise. « Non si parla con la bocca piena. » Mangiò un boccone. « Andiamo subito, non possiamo rischiare di perdere questa occasione. » Diede due altre cucchiaiate e finì i suoi cereali. Si alzò e mise la ciotola nel lavandino. Si voltò verso di me e io mi sbrigai a finire, appoggiando poi la ciotola sul bancone. Pochi secondi dopo eravamo fuori di casa. Io mi trasformai e lei mi salì in groppa e partimmo per Casa Cullen.

 
Hermione POV.
 
Dopo neanche cinque minuti eravamo arrivati. Non appena scesi dalla groppa di Jacob, Edward e Bella, con la bambina in braccio, si catapultarono fuori.
« Allora? » chiese Bella.
« Ce l'ha fatta. » rispose Edward al posto mio. « Dobbiamo incontrarci tra poco. »
« Esatto. Quindi è meglio se ci muoviamo. » aggiunsi. « E' meglio se venite solo voi due con la bambina. Si sentiranno meno attaccati. »
« Ma se qualcosa va storto, Renesmee non sarà al sicuro. » fece notare Bella.
« La prenderò io e ci materializzeremo qui. Non si farà nulla, promesso. »
Bella annuì e partì verso il luogo d'incontro insieme ad Edward. Io saltai in groppa a Jacob e, tenendomi forte, ci avviammo velocemente dietro di loro. Quando arrivammo i lupi erano già la. C'erano Sam, Embry, Paul e altri lupi che non conoscevo. Ci schierammo di fronte a loro pronti ad affrontare quel momento. Scesi da Jacob, ma gli rimasi accanto. Nessuno di loro si mosse, fino a che Edward non prese parola.
« Siamo qui come ci avete chiesto, così da poter giudicare nostra figlia. Renesmee ha il potere completamente opposto al mio. Può farvi vedere i suoi pensieri, » spiegò il vampiro « quindi, ora ci avvicineremo a voi così da permetterle di dimostrarvi che non è il mostro che pensate voi. »
Qualche secondo si silenzio.
« Lei preferisce toccare le persone, Sam. Preferisce il contatto umano. » Spiegò lui ad una domanda di Sam, ovviamente percepita con il suo potere di leggere la mente. Il lupo annuì ed Edward, Nessie ed io ci avvicinammo a loro. Appena fummo di fronte a Sam, Nessie appoggiò la manina sul suo muso, e lasciò che Sam e gli altri lupi capissero quello che c'era da capire su di lei. Quando ritirò la mano sembrò che il tempo non passasse più. I lupi rimanevano fermi e zitti. Ero tesa come la corda di un violino, ma ero anche pronta a scattare per prendere Nessie e portarla al sicuro, come avevo promesso. Guardavo Edward, anche lui in tensione come me, ma mi rilassai quando vidi un sorriso sulle sue labbra. Ce l'avevamo fatta.
« Grazie per aver capito che nostra figlia non è pericolosa. » disse a Sam facendo un inchino con la testa. Io sospirai un sorriso e mi voltai a guardare Bella e Jacob. Lei era sorridente, e Jacob era felice, immagino. Il suo sguardo trasmetteva quel sentimento. Mi stavo per voltare e tornare dal mio ragazzo quando Edward si voltò di scatto verso di me, mi diede la bambina in braccio e si voltò in direzione di Paul, che era lontano da me di qualche metro. Era avanzato di qualche passo da quando era arrivato.
« Paul, hai sentito il tuo capo branco, non puoi attaccare mia figlia. » disse mettendosi in posizione d'attacco.
Pausa di silenzio. Odiavo queste pause. Odiavo le conversazioni mentali di Edward, anche se era da poco che le 'conoscevo'.
« Hermione, porta Nessie a casa. Subito! » mi disse. Io fissai qualche secondo Paul, mi voltai verso Jacob, che era avanzato mettendosi di fianco ad Edward, e annuii. Strinsi forte la bambina al petto e tornai a casa sua. Rimasi sul portico qualche minuto prima di entrare e aspettare il loro ritorno.


 
 
ANGOLO DELLA SCRITTRICE.
Lo so, lo so, sono in netto ritardo con l'aggiornamento, però ho voluto prendermi una piccola pausa dopo i debiti - che ho passato, waaa - dalla scrittura. Però ora sono tornata. E' un po' corto questo capitolo, però preparatevi perché i prossimi due saranno pieni zeppi di avvenimenti. 
Comunque, spero che non mi abbiate dimenticata dopo tutto questo tempo ('sempre' -cit) senza mie notizie. c.c
Fatemi sapere se vi è piaciuto questo capitolo. ;)
Alla prossima,
Lynx.
  
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