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Autore: itsteddysheeran    21/07/2013    1 recensioni
“Perché vuoi litigare con me?”
“Dean, conto qualcosa? Sul serio, voglio dire. A me non sembra.” Castiel aveva il viso stravolto dalle lacrime e Dean lo guardava accigliato, con il labbro inferiore tremolante.
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Dean è un pittore, Castiel è un cameriere.
E gli occhi del cameriere colpiranno subito il pittore. Talmente che, in poco tempo, si renderà conto di tenere a Castiel più di quanto dovrebbe.
Una relazione che sarà ostacolata non solo dai giudizi di Sam ma anche dal sogno più grande di Dean.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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“Castiel, ti voglio b-bene.” 
“Te ne voglio anche io, Dean.” Rispose Castiel al piccolo pappagallo verde e giallo che gli aveva regalato Balthazar per il suo compleanno. Era stato lo stesso Balthazar a chiamarlo Dean e a Castiel non era dispiaciuto. Dean gli sembrava un bel nome, anche se non adatto a un pappagallo secondo lui. Era stato sempre Balthazar a insegnargli quella frase e Castiel era scoppiato a ridere quando l’aveva sentita. Non tutti gli dicevano che gli volevano bene. Anzi, nessuno lo faceva.
“Ora vado a lavoro. Ci vediamo stasera, Dean.” Lo salutò come faceva al solito, correndo al lavoro. Era venerdì, quindi avrebbe dovuto lavorare fino alle otto di sera. Gli affari al chiosco andavano più che bene stranamente e Chuck era diventato molto premuroso nei suoi confronti. Lo lasciava sempre andare a casa prima quando ne aveva bisogno e gli chiedeva sempre se aveva bisogno di qualcosa o di qualcuno. Ma Castiel rispondeva che andava tutto bene e continuava a pulire il bancone e a prendere ordini.
Arrivò alle nove quella mattina e si fiondò subito al bancone dopo aver salutato Chuck. Fissò la macchia blu e ammiccò un sorriso.
Non ci volle molto prima che Balthazar arrivasse. Ormai era un’abitudine a trovare Castiel al chiosco ogni mattina, raccontargli di New York e degli amici che aveva lì. A Castiel sembravano simpatici dalle descrizioni fatte da Balthazar.
Si accomodò sullo sgabello rosso come al solito e Castiel gli preparò un frullato alla fragola, il preferito del suo amico – o migliore amico, da quanto aveva capito.
“Cas, oggi un mio amico torna qui. Sai, è da tanto che lavora a New York. Lo porterò qui, verso mezzogiorno. Lo adorerai, è un ragazzo veramente simpatico!” Balthazar posò il bicchiere vuoto sul bancone e mostro un enorme sorriso a Castiel.
“Sì, va bene. Vi preparo qualcosa.”
“Grazie, sei gentile! Ci vediamo tra un po’, allora.” Balthazar andò via prima che Castiel avesse potuto rispondere.
Castiel non sapeva di quale degli amici di Balthazar si trattasse, ne aveva un paio lì a New York ma non ricordava i loro nomi. In realtà non gli interessavano, ma gli piaceva ascoltare le storie di Balthazar su New York. Lui non c’era mai andato lì,  in quella città così grande.

Castiel era in pausa quando sentì due mani coprirgli gli occhi. Sobbalzò allora, indietreggiando di un passo. Probabilmente era Chuck o Balthazar, anche se non era ancora mezzogiorno. Castiel toccò le mani che gli coprivano gli occhi e capì che erano mani di un uomo probabilmente.
“Chuck, sei tu?”
“Sbagliato!” Castiel non riconobbe quella voce. Era una voce che aveva già sentito, ma non ricordava né dove né a chi appartenesse precisamente.
“Balthe? Smettetela di farmi questi stupidi scherzi.”
“Okay, okay, la smetto.” Castiel sentì quelle mani abbandonare il suo viso, poi si voltò, trovandosi davanti a un perfetto sconosciuto. Era un ragazzo dalla pelle bronzea, con gli occhi di un verde pazzesco. Lui lo fissò per un po’ e Castiel avrebbe potuto scommettere che non esisteva un sorriso enorme come quello del ragazzo che aveva davanti.
Il ragazzo lo abbracciò un attimo dopo, stringendolo forte.
Castiel non capiva. Non capiva niente. Chi era quel ragazzo? E perché lo stava abbracciando?
Nonostante quella stretta fosse così familiare per lui, non capiva di chi si trattasse. Non aveva mai visto quel viso per quanto ricordava.
“Ti sono mancato,vero?” Castiel aggrottò la fronte, poi annuì.
“Cas, tutto bene? Sembri assente.”
“C- cosa? Assente? No, certo che no. Tu mi sei mancato, c – certo. Io non - ” Castiel svenne di colpo in quel momento.
Furono Balthazar e Chuck a portarlo a casa, ovviamente insieme al ragazzo. Chuck andò via subito e Balthazar gli disse che si sarebbe fatto sentire in giornata per dirgli come stava Castiel.
Chuck era diventato premuroso nei confronti di Castiel e lo trattava come un fratello minore, un fratello che non aveva mai avuto. Non gli dispiaceva prendersene cura, sapeva che Castiel era solo e che non aveva nessuno a parte Balthazar e forse qualcuno di cui non era a conoscenza.
Balthazar si allontanò dal divano e da Castiel per prendere due bicchieri e la bottiglia di whiskey. Porse uno dei bicchieri al suo amico, poi versò il whiskey.
“Che diamine sta succedendo, Balthazar?” Balthazar lo fulminò con lo sguardo, poi sospirò, deciso a dirgli tutta la verità.
“Dean, tu non lo sai. Tu non sai niente. Castiel non è più lo stesso.”
“Be’, me ne sono accorto. Ora, però, mi dici quello che diamine è successo. So che lo sai.” Balthazar posò il suo bicchiere sul tavolino, poi avvicinò una sedia e si sedette di fronte a Dean, seduto sulla sua poltrona preferita.
“Castiel ha, come dire, avuto un piccolo incidente.” Dean sgranò gli occhi, facendo cadere il bicchiere di vetro a terra e facendolo frantumare in tanti piccoli pezzetti.
Il suo Castiel.
“Cosa?! Piccolo cosa?!”
“Sì. Ha avuto un piccolissimo incidente, piccolo, te lo giuro.”
“E che diamine è successo?”
“Ora ha semplicemente perso la memoria, ma sarebbe potuta andar peggio. È stato fortunato.” Dean afferrò Balthazar per l’orlo della maglietta e lo sollevò di pochi centimetri dal pavimento senza nessuno sforzo. Balthazar si liberò in fretta dalla presa di Dean e si sistemò accuratamente la giacca nera appena comprata. Non voleva di certo rovinarla.
“Che diamine stai dicendo, Balthazar? Sai, non mi diverte questo scherzo. Non dirmi stronzate.”
“Oh, certo, Castiel ha fatto finta di non ricordarsi di te. Certo, Dean. Ed è svenuto per scherzare.” Dean abbassò lo sguardo su Castiel, sospirando. Non poteva essere.
Non era giusto, non era … nulla.
“Quindi?”
“Non ricorda te. Guarda, c’è il suo pappagallino lì. Si chiama Dean.” Balthazar rise.
“Cosa?! Un pappagallo?!”
“Dean, lui non sa nulla di te. Non sa che tu eri il suo ragazzo, che l’hai lasciato qui. Ricorda solo dell’incidente e alcune cose della sua infanzia. Il pappagallo è stato un mio regalo.”
“Sono ancora il suo ragazzo. Ora lasciami solo con lui, per favore.” Balthazar annuì, poi camminò fino alla porta e andò via, mostrando un enorme sorriso a Dean.
Dean si sedette accanto a Castiel, vicino al suo volto. Gli accarezzò la guancia destra mentre era in lacrime, per poi fissarlo a lungo. Il suo Castiel, quello con cui aveva passato tutte quelle belle cose, quello che lo amava e che amava. Non ricordava più nulla in quel momento, non sapeva nemmeno chi era, ecco il perché  del comportamento bizzarro che aveva avuto al chiosco.
Era perché Castiel non sapeva chi fosse Dean, non lo ricordava. E forse non l’avrebbe mai ricordato.
Dean si addormentò senza volerlo.

Castiel non svegliò Dean. Lo lasciò dormire e preparò dei pancakes siccome era parecchio affamato. Li mangiò mentre fissava Dean, cercando di ricordare, o almeno provando a capire chi fosse. Pensò che forse era un suo cugino, oppure un semplice amico che stava ritornando da qualche posto. Ma lui non ricordava in quel momento.
Dean si svegliò grazie alle risate di Castiel. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu Castiel giocare con il suo pappagallo, ridendo silenziosamente. Dean sorrise e Castiel si accorse che ormai era sveglio, smettendo di ridere.
Si avvicinò con piccoli al divano, poi gli si sedette accanto. Dean gli sorrise, sospirando.
Era passato un anno, ma lui era sempre bello e il blu dei suoi occhi era sempre così … blu.
“Allora, posso sapere chi sei? Sai, io non ricordo nulla, non so se te l’ha detto Balthazar.” Dean annuì e il sorriso sul suo viso scomparve un attimo dopo.
“Io sono Dean.”
“Anche il mio pappagallo si chiama così. Comunque, chi sei per me? Intendo, un amico, un parente o qualsiasi altra cosa.”
“Io e.. Io sono-” Dean si fermò quando vide Sam e Jessica entrar dentro. Rimase con la bocca aperta, gli occhi sgranati. Era da tanto che non vedeva suo fratello  e Jessica, non si era mai preoccupato di chiamarli. Aveva pensato solamente al lavoro, a tutti quei giorni che sarebbero passati senza il suo amore.
Sam avrebbe capito, si era detto una volta in viaggio per New York. Lui lo capiva sempre, anche se diventava furioso quando suo fratello non lo avvertiva su cose veramente importanti. Ma lo capiva e Dean capiva lui, sempre.
“Ciao, Sam! Jessica, da quanto tempo!” Castiel si alzò per abbracciar forte entrambi. Balthazar gli aveva detto che Sam e Jessica erano dei carissimi amici, ma non aveva mai menzionato Dean.
“Siamo venuti per invitarti al nostro matrimonio, Cas. Stiamo per partire e abbiamo pensato di passare.” Castiel mostrò un enorme sorriso, poi baciò entrambe le guance di Jessica e guardò stupefatto l’anello che  Sam le aveva regalato.
“Verrò sicuramente, lo prometto!” Sam lo abbracciò per un’ultima volta, poi i due andarono via. Castiel sembrava veramente contento e tutta quella felicità fece rendere conto a Dean che forse sarebbe stato meglio non dirgli nulla. Si alzò, allora, pronto ad andar via.
Si avvicinò a Castiel di pochi passi, poi l’abbracciò forte, chiudendo gli occhi e inspirando il suo profumo. Fu un abbraccio che durò a lungo, un abbraccio che Castiel non si aspettava per niente.
Gli sembrava tutto così nuovo, così strano e da scoprire.
“Non c’è bisogno che io ti dica chi ero nella tua vita. Tu ora sei felice e va bene così, Cas. Non ce n’è bisogno, te lo giuro. Non ero niente di speciale.”
“Sei sicuro? Se eri qualcosa per me, se lo sei ancora, puoi dirlo. Io lo accetterò.” Dean scosse la testa, asciugandosi le lacrime con la mano
“No, va bene così. Le cose cambiano, cambiano sempre.”
“Dean - ” Il Winchester scappò via a quel punto.
Andò via, lasciando la porta aperta e Castiel confuso. Doveva lasciargli vivere la sua vita, lasciarlo essere felice con chi voleva. Non c’era bisogno che tornasse nella sua vita di nuovo per poi andar via chissà quante volte.
Dean decise una cosa quel giorno: non avrebbe fatto più soffrire Castiel.


spazio autrice.
Penso mi odierete per questo capitolo, scriverlo mi ha distrutta ;_;
Però - eh eh, c'è un però! - la storia non è finita. Ho deciso di scrivere ancora un altro capitolo e penso sarà l'ultimo.
Qui trovate la mia altra destiel, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate (:
Grazie a chi recensisce sempre, a chi legge la storia e un grazie particolare va alla Sab. 
Se non fosse stato per lei penso che questa storia l'avrei già cancellata.
Quindi grazie a tutti e vi prometto che pubblicherò presto l'ultimo o, almeno, ci proverò (:

  
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