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Autore: Allyii    22/07/2013    9 recensioni
Il piccino, dopo qualche attimo di esitazione, afferrò la mano dell’uomo, lasciandosi trascinare al centro della stanza quadrata, dove la luna spuntava dalla finestrella e illuminava pallidamente una porzione di pavimento.
Arthur lo posizionò proprio li, e lo fissò per alcuni istanti.
Poi spalancò gli occhi e la sua mascella si destreggiò nella caduta libera, mentre il piccolo di accucciava su se stesso, impaurito.
Capelli neri.
Occhi blu.
Pelle diafana.
Ossatura sottile e minuta.
E le orecchie.
Furono proprio quelle a confermare i sospetti di Arthur.
Quel bambino era Merlin.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
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Trama: Un Incantesimo trasforma Merlin in un bambino di sei anni e Arthur dovrà trovare il modo di farlo tornare adulto, mentre si prende cura di lui

Ringrazio sentitamente le 105 persone che seguono questa storia, i 23 che la preferiscono e gli 8 che la ricordano. Inoltre dedico il capitolo a chi ha recensito.

 

 

 

Il Più Potente Stregone Mai Apparso Sulla Terra.

 

 

 

Quella era magia.

Ormai Arthur aveva abbastanza familiarità con la cosa, specialmente con quel tipo di incantesimo.

Era quello che morgana usava più spesso. Quello che aveva utilizzato su egli stesso e su Lancelot poco prima.

Finalmente le lacrime ripulirono i suoi occhi dai frammenti e Arthur tornò a vedere nitido.

Morgana era distesa a terra, priva di sensi, così come lo erano Lancelot e Uther.

Merlin era ancor fermo dove lo aveva visto. Tremava, ma non piangeva più.

“Merlin.” Lo chiamò Arthur. “Merlin!”

L’interpellato si voltò verso di lui, ma non si mosse. Pareva terrorizzato.

“Attù, scusa!” gridò, disperato e immobile.

“Merlin, dopo!” esclamò Arthur, divincolandosi. “Ora va’ a chiamare qualcuno!”

Merlin, però, sembrava incapace di muoversi, inchiodato al centro della stanza.

“Aiuto!” urlò allora il principe, pregando perché venisse udito.

Suo padre sanguinava ancora dal volto e dalle braccia, Lancelot non dava segni di vita. Morgana, invece, già si muoveva.

“Qualcuno ci aiuti!” gridò ancora, nel panico.

Per fortuna, senti dei passi affrettati dirigersi verso la loro stanza e tre cavalieri entrarono di corsa, portando con essi un forte odore di bruciato.

Difatti, erano tutti coperti di fuliggine e i loro vestiti erano ridotti a brandelli, ma sembravano stare bene e pronti all’azione.

Dopo un’occhiata circospetta alla sala, Gwaine andò a liberare Arthur, Leon si precipitò su Uther e Parsifal si fiondò su Lancelot.

“Io sto bene! Catturate Morgana!” ordinò invece il principe, così Gwaine fece retro-front e legò mani e piedi alla strega, che già si stava agitando sotto il suo tocco, ancora semi-incosciente.

Anche Lancelot si era ripreso e ora cercava di consolare Merlin, mentre Parsifal slegava Arthur.

“Sire, i suoi polsi…!” esclamò il cavaliere, alla vista del sangue, ma Arthur non vi badò.

“Presto, chiamate Gaius!” ordinò “E portare mio padre nelle sue stanze! È stato ferito da Morgana con un pugnale! E Rinchiudete lei nelle segrete, saprò io poi cosa fare!

Alla vista del principe così arrabbiato, ubbidirono tutti ai suoi comandi, tranne Lancelot, che ancora tentava di confortare il povero Merlin.

Arthur si avvicinò ai due.

“Allora, Sir Lancelot.” Disse, imperioso “Non hai sentito i miei ordini? Vai a chiamare Gaius!” ordinò.

“Ma Sire, Merlin…” tentò di protestare Lancelot, ma qualcosa nello sguardo del principe lo fece ammutolire.

“Merlin è con me ora. Vai!” strepitò, ma Lancelot era ancora titubante.

“Sire, lo so che la magia è bandita ma…”

“E ora cosa c’entra la magia?” domandò, tagliente, Arthur. Quando Merlin era arrivato, lui era già privo di sensi. Non poteva aver visto nulla.

“Merlin mi ha detto che è successo. Non fategli del male. So che è proibito, ma Merlin non è cattivo. Lui usa la sua magia solo e unicamente per voi, per proteggervi. Non ha mai fatto altro e…”

“Un momento…” lo interruppe Arthur, sospettoso. “Da come mi stai parlando, sembra che tu fossi già a conoscenza del fatto che il mio valletto personale facesse uso di magia.”

“Io… Beh… Ecco…” balbettò Lancelot, annaspando per cercare una soluzione al danno che aveva fatto.

“Parla, Sir Lancelot!” ordinò Arthur, assottigliando gli occhi. “Ormai ho abbastanza elementi per capire cosa succede alle mie spalle, negare farà solo aumentare la mia ira!” Lo avvertì.
“Sapevi o no che Merlin fosse uno stregone?”

“Io, emh… si.. ma…”

“Fuori!” gridò Arthur. “Vai a chiamare Gaius e poi sparisci nelle tue stanze! Dopo dobbiamo parlare!”

Lancelot, a malincuore, ubbidì, e sparì dietro la porta, lasciando Merlin solo con il principe.

“Attù…” iniziò a dire Merlin, piangendo “Io… io…” balbettò, non sapendo cosa dire. “Mi dispiace.” Sussurrò solo, con un tono che fece letteralmente sciogliere il cuore di Arthur.

Era arrabbiato nero, e se solo avesse avuto di fronte il Merlin adulto lo avrebbe volentieri strozzato.

Merlin, però, in quel momento aveva sei anni, e Arthur non sapeva che fare.

“Non voglio morire…” disse piano Merlin, terrorizzato, e quella frase fermò i battiti del principe.

Un bambino di sei anni non poteva avere paura di morire. No, era contro natura.

Istintivamente, si inginocchiò, sino ad essere all’ altezza occhi di Merlin, e lo abbracciò.

Sorpreso e grato di quel gesto, il piccolo gli si aggrappò ai vestiti e pianse forte per cinque minuti buoni, mentre Arthur mormorava parole di conforto.

 “Non sono un mostro, vero?” gli chiese il piccolo ad un certo punto, stretto ancora tra le braccia del principe.

Arthur, a quelle parole, gli fece sollevare il viso e i loro occhi chiari si incrociarono in uno sguardo colmo d’affetto e comprensione.

“Questo non devi pensarlo neanche” gli disse, stringendolo ancora più forte, mentre una lacrima solitaria scendeva sulla sua guancia sinistra.

“Sono nato così.” Tentò di spiegare Merlin, la cui vocina usciva soffocata dal petto di Arthur “Non lo so perché, ma io non sono cattivo.”

“Lo so, Merlin, lo so.” Cercò di consolarlo Arthur “Ti conosco meglio di quanto tu creda e so che non esiste al mondo persona più gentile e dolce di te.”

“Allora non mi odi?” chiese Merlin, sciogliendo l’abbraccio per guardare supplichevole il suo principe, che lesse in quello sguardo tanta paura e apprensione.

Avrebbe mai potuto odiarlo? Certo che no.

Non avrebbe mai potuto odiare chi gli salvava la vita un giorno si e l’altro pure.

Non avrebbe mai potuto odiare colui che lo seguiva ovunque, anche se moriva dalla paura ogni volta.

Non avrebbe mai potuto odiare quella persona che lo consigliava, che non lo giudicava e che lo trattava come se fosse un suo pari, e non un reale.

Non avrebbe mai potuto odiare chi mostrava tanta lealtà, tanto coraggio e tanta voglia di donare la propria vita a lui, e non perché era il principe, ma solo perché era Arthur, suo amico.

E Arthur Pendragon non avrebbe mai potuto odiare colui che considerava il suo migliore amico, colui che egli considerava un suo pari, anche se non lo trattava mai come tale.

“No, Merlin.” Si sforzò di dire “Non ti odio. Non potrei mai odiarti.”

“Anche se ti ho detto una bugia?” Volle assicurarsi Merlin “L’ho detta non perché sono cattivo, ma perché avevo paura che poi Uther mi uccideva e che tu non mi volevi più bene.”

“Arthur, a dire la verità, lo capiva benissimo. Comprendeva il suo terrore di morire.

Lui stesso aveva sfiorato la morte innumerevoli volte e più di una volta, ora lo sapeva, non era passato a miglior vita grazie all’intervento di Merlin, proprio come successo poco prima.

“Merlin, calmati, ok?” disse Arthur, mettendo su un tono serio.

“Ascoltami.” Sussurrò “ A me non importa se sei un mago, capito? Io ti voglio bene per quello che sei, non per cosa sei. E tu sei una persona gentile e giusta, hai usato i tuoi poteri per salvarmi la vita, non per attentare ad essa. Io non sono come tuo padre, io capisco le tue ragioni e i tuoi sentimenti. Sei nato così e non hai colpe. E non sei un mostro, anzi, sei speciale, sei la persona più bella e speciale che io abbia avuto la fortuna di incontrare, anche se spesso mi fai perdere la pazienza. Io ti voglio bene, Merlin, almeno tanto quanto tu ne vuoi a me. So che è un discorso difficile e che forse non lo capirai adesso, ma quando sarai più grande ricorda di rimanere sempre così. Non permettere a nessuno di cambiarti, perché tu sei perfetto così come sei.” Arthur concluse il discorso dando un bacio sulla fronte di Merlin.

Era così semplice parlargli adesso che era piccolo e che non poteva comprendere i sentimenti contrastanti che si celavano dietro alle sue parole.

“Non capisco bene cosa vuoi dire.” Confessò Merlin “Però a me interessa che tu non mi odi e che non lo dici a Uther.”

“Ovviamente.” Lo rassicurò Arthur. “Questo sarà il nostro piccolo segreto.”

“Me lo prometti?” lo pregò Merlin, ancora insicuro.

Arthur, allora, fece una cosa che mai si sarebbe aspettato e stupì persino egli stesso: allungò il proprio mignolo e lo intrecciò a quello di Merlin.

“Giurin Giuretta.” Disse, sperando così di tranquillizzare il bambino.

Per fortuna, la cosa funzionò.

“Giurin Giuretta!” ripetè Merlin, entusiasta, stringendo il dito con tutta la forza che aveva in corpo. Bastava così’ poco per accontentarlo.

“Sire.” Li interruppe una voce.

Entrambi alzarono lo sguardo e incrociarono quello di Gwaine.

“Dimmi, Gwaine.”

“Vengo da parte di Gaius. Dice che vostro padre sta bene, ora. Gaius gli ha dato un sonnifero e ora sta dormendo. Gli sfregi sul volto e sulle braccia sono stati medicati e fasciati.”

“Molto bene, grazie, Gwaine. Puoi portarlo da me, adesso, per favore? Gli devo urgentemente parlare. Ah, e porta anche Gwen.” Aggiunse.

“Certo, Sire.” Disse Gwaine, e se ne andò.

Arthur voleva discutere con cerusico a proposito di Merlin. Già Lancelot era a conoscenza della cosa e glielo aveva tenuto segreto.

Sapeva perfettamente che il medico considerava il ragazzo come un figlio  che gli voleva molto bene, ma, allo stesso tempo, sapeva quanto fosse devoto a Uther e il pensiero che gli avesse tenuto nascosto una cosa simile era quasi incredibile.

“Sire, avete fatto chiamare?” l’anziano, arrancando con passo svelto, era entrato nella stanza, con Anacleto appollaiato sulla spalla.

 “Si, Gaius, devo parlarti. Come sta mio padre?”

“Molto meglio ora. Era molto agitato, così l’ho dovuto sedare. Ho medicato con le migliori erbe i tagli sul vito e sulle braccia e ora sta riposando. Non si sveglierà prima di domattina.”

“Bene, ti ringrazio, Gaius. Ora avrei un’altra cosa da chiederti.”

“Dica, Sire.”

“Merlin è uno stregone. Tu lo sapevi?” chiese a bruciapelo.

Gaius restò a bocca aperta, senza riuscire a spiccicare verbo.

“Gaius, ti prego.” Lo supplicò il principe. “Oggi sono vivo grazie a Merlin. Ha usato la magia per proteggermi e, ormai, so che lo fa da tempo. Non sono arrabbiato, ho già chiarito con lui. Voglio sapere, però, se tu eri a conoscenza della cosa.”

Gaius non rispose, ma l’occhiata che lanciò al bambino rintanato dietro le gambe di Arthur fu abbastanza eloquente.

“Lo sapevi.” Disse, abbassando le spalle.

Il vecchio annuì, anche se quella del re non era una domanda.

“Merlin non possiede solo poteri magici.” Spiegò Gaius, indicando il piccolo. “C’è chi dice che sia il più grande stregone mai apparso sulla terra.”

Arthur lo guardò incredulo. “Merlin?” chiese, con una nota di ironia nella voce.

Gaius alzò un sopracciglio. “Si, Merlin.” Confermò e, prima che potesse dire altro, la voce candida del bambino interruppe la conversazione tra i due.

“Quindi sono il più potente del mondo? Posso fare tutto le cose del mondo? Posso dare da mangiare a tutti, uccidere i cattivi, vedere il futuro, leggere il pens-”

“Ah Ah Ah, cala, cala Merlino!*” lo interruppe una voce burbera, che non apparteneva né a Gaius, né ad Arthur.

Sconcertati, i presenti si resero conto che era stato Anacleto a parlare.

“Anacl.. cosa… come… parla… gufo…” Arthur prese a balbettare, indicando il pennuto.

“Si, parlo!” confermò Anacleto, sempre in tono burbero. “Mi manda Taliesin** per fare da guida a Merlin e indirizzarlo, ora che è piccolo.”

Il volto di Arthur era bianco quasi quanto un lenzuolo, Merlin sembrava sorpreso, ma felice.

Gaius, invece, si diede una manata in fronte. “Adesso capisco tutto!” esclamò “Dopo tutti questi anni!”

“Eh, cos’hai capito? Che diavolo sta succedendo?” domandò il principe, smarrito.

“Merlin. Ora capisco tutto. Ecco perché era così preparato. Ecco perché sapeva fare tutte quelle cose senza aver mai avuto un insegnante. Ora… tutto quadra.”

“Eh, tutto quadra? Io non ci sto capendo nulla!” strepitò Arthur, lanciando occhiate di sbieco a Merlin e al gufo, che si erano allontanati per chiacchierare.

“Si, invece! Ora vi spiego, Sire.” Disse Gaius, assumendo il tono da mentore. “Ciò c’entra anche con il motivo per cui Merlin è ridotto così.”

“Cosa? Spiega, allora!” ordinò Arthur.

“Merlin ha usato la magia, quella notte, quando tutto è successo, non è vero?” chiese Gaius.

Arthur chiuse gli occhi e tentò di ricordare.

Gli occhi neri dello stregone lo fissarono maligni, prima di diventare dorati e provocare un’esplosione.

“Arthur!”  sentì chiamare da lontano. Merlin.

Merlin lo stava chiamando, stava andando in suo soccorso.

Urlando qualcosa che il Principe non capì, Merlin si parò davanti al suo padrone, un istante prima che l’incantesimo lo investisse in pieno.

“Credo di si.” Confermò “Quando lo stregone mi ha lanciato contro l’incantesimo, Merlin mi si è parato davanti. Ha urlato cose incomprendibili, ma al momento non me se sono reso conto.”

“Ecco. L’incantesimo di Merlin ha cozzato contro quello del mago oscuro. Ciò ha creato uno spazio temporale e i due sono entrati all’interno di esso. Lo stregone è rimasto intrappolato nel futuro. Probabilmente in quel futuro egli non sarebbe più dovuto esistere, per questo è morto. Merlin, invece, è tornato indietro.  Il Merlin adulto è intrappolato nel limbo dei suoi sei anni, mentre quello di adesso è stato scaraventato in questi anni.”

“Aspetta, aspetta.” Lo interruppe Arthur “Quindi mi stai dicendo che ora esistono due Merlin? Questo e quello adulto?”

“Ognuno di noi esiste nel tempo, sire. E ogni persona ha tantissime se stesse, fino alla morte, per ogni giorno che passa. Il tempo parallelo è un argomento complicato e ancora oscuro. Però ciò mette a posto molti pezzi. Quando Merlin è venuto da me, conosceva già tantissimi incantesimi anche se, teoricamente, essi si apprendono con lo studio e la perseveranza.”

“Quindi Merlin ha appreso gli incantesimi in passato? E da chi?”

“Da Anacleto, naturalmente!”

“Da… un gufo…?” domandò Arthur, sconcertato “Ma per favore…”

“Sire, dovreste esservi accorto che quello non è un gufo qualsiasi! È una sorta di guida, mandata da uno stregone morto secoli fa!”

“Morto secoli fa… non ci capisco nulla.” Biascicò il principe, sconsolato.

“Spazio temporale.” Fu l’unica risposta di Gaius, e Arthur annuì.

“E, come faremo a farlo tornare normale?” chiese allora Arthur, guardando concitato il piccolo valletto che ancora conversava con il gufo.

Decisamente, quella era una giornata bizzarra.

“Bisogna fargli alzare il potenziale della magia. Non è una cosa che tutti posso fare. Ci vogliono impegno, dedizione e costanza.”

“E come facciamo a fare ciò? Merlin ha solo sei anni!”

“Anacleto.” gli ricordò il cerusico, e Arthur si sentì molto stupido.

“E poi? Dopo averlo fatto diventare più potente?” chiese, per nascondere il proprio imbarazzo.

“Si deve trovare un altro stregone potentissimo e fargli riaprire insieme lo spazio temporale. Poi toccherà a voi, o a qualcun altro, recuperare il vero Merlin.

“Fantastico.” Borbottò Arthur.

Decisamente, quella era una giornata davvero molto bizzarra.

 

 

 

 

Note Dell’Autrice.

-          Allora ragazzi, soddisfatti del capitolo? Credo che sia stato quello più arduo da scrivere, ma non volevo lasciarvi a bocca asciutta, siccome tra meno di un’ora partirò per la mia amata Sicilia e non farò ritorno prima di un mese! Spero di lasciarvi soddisfatti!

-          Spero tanto di non essere andata troppo OOC da parte di Arthur come reazione alla scoperta della magia. La mia è una storia fluff e non volevo mettere emozioni forti riguardo a un iniziale rifiuto di Arthur, anche perché ora sta interagendo con un bambino e deve controllarsi!

-          * “Ah. Ah, cala, cala, Merlino!” sinceramente, chi non l’ha letto con la voce di Anacleto? Ahahah, per questo ho lasciato MerlinO, così da non perdere l’intonazione del doppiatore!

-          ** Taliesin, in Merlin, è il mago che mostra la caverna di cristallo a Merlin nella puntata 3x05

-          Ps: Se fate un salto a Patti, Capo D’Orlando o Brolo (Me) fate un fischio! Io alloggerò da quelle parti! :D

 

 

 

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