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Autore: grantivre    22/07/2013    19 recensioni
«Ma la domanda è: è il Sole a scappare, o è la Luna?»
Lily lo aveva guardato e aveva capito a cosa si stesse riferendo, chiedendosi però se magari lei non stesse fraintendendo tutto.
«Fa davvero differenza chi dei due sia a scappare?»
«No. Però fa differenza chi dei due sia disposto a fermarsi.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Contrasts



Lily sbuffò nuovamente all’ennesimo tentativo fallito di domare la sua chioma selvaggia.
Aveva rotto un altro elastico e considerò, sebbene per un secondo, la possibilità di rasarsi i capelli a zero.
Era un’opzione allettante: niente più dolorosi colpi di spazzola, niente più nodi, niente più capelli secchi; un paradiso.
Poi, però, guardando verso un albero un po’ più lontano da quello a cui lei era appoggiata, pensò che li avrebbe lasciati così per sempre, dopo quello che lui le aveva detto il giorno prima, e sorrise al ricordo.

 
Era seduta sempre lì, sempre sul ramo del suo albero preferito, il più basso di tutto il giardino. Le era sembrato perfetto per lei sin da subito, sin dal primo anno in cui aveva messo piede lì ad Hogwarts.
Era l’albero che tutti snobbavano e mai nessuno si riposava lì, sotto la sua ombra grande.
Lily pensò che fosse per la perenne umidità dell’erba ai suoi piedi e per i rami bassi che minacciavano di far sbattere la testa a tutti, ma lei lo amava proprio per quello: era solitario, nessuno lo apprezzava appieno e aveva quei deliziosi rami bassi sui quali lei si arrampicava sempre.
Uno, posizionato a circa un metro da terra, era largo abbastanza da fornire una bella seduta comoda e funzionale per le letture solitarie di Lily.
Quel giorno aveva tirato fuori dal suo baule uno dei libri prestatole dalla zia Hermione, uno dei libri babbani che nessuno dei suoi amici aveva mai letto, decisa a continuare da dove aveva smesso qualche giorno prima.
Tutti conoscevano i fondatori di Hogwarts, le imprese dei grandi maghi e delle grandi streghe.
Ma chi, tra gli studenti, poteva dire di conoscere le imprese di Perseo, che uccise la gorgone Medusa? E chi poteva dire di sapere per filo e per segno le imprese di Ercole?
Lily sospettava di essere l’unica, e questo la faceva sentire speciale e soddisfatta.

Raggiunto il suo albero, aveva poggiato il libro di mitologia sul ramo, si era issata a sedere, appoggiando la schiena alla corteccia ruvida del tronco e si era messa comoda.
Quel giorno non si sentiva in vena di leggere di eroi, per cui aveva fatto scivolare il dito sull’indice fino a trovare un argomento che le interessasse.
Le prime pagine raccontavano dell’origine del mondo secondo gli antichi Greci.

In origine c’era il Caos da cui si generarono Gea, ovvero la Terra, Eros, cioè l'Amore, il Tartaro, ossia l'Inferno, l'Erebo, che era la Tenebra e la Notte.
In un secondo tempo, l'Erebo generò l'Etere, il Giorno, mentre Gea diede vita a Urano, il Cielo, e a Ponto, il Mare. 
Urano e Gea ebbero figli con 50 teste e 100 mani chiamati Ecatonchiri e giganti con un solo occhio, chiamati Ciclopi.
 I Titani, ultimi figli, erano 12: Oceano, Teti, Crono, Rea, Tea, Giapeto, Mnemosine, Temi, Crio, Ceo, Febe e Iperione. 

Qui il cuore di Lily aveva preso a correre all’impazzata.
Iperione.
Il secondo nome di Scorpius.
Aveva deciso di sapere di più su questo Titano che aveva il nome della sua cotta segreta.
Lily era una ragazza tosta che non si lasciava intimidire dai i loro cognomi, a cui non importava nulla che lui fosse un Malfoy e lei una Potter.
Per lei erano solo Scorpius e Lily.
Ma non era affatto decisa a sbandierare al mondo i suoi sentimenti, non voleva, e non voleva neanche immaginare le reazioni del clan Potter-Weasley.
Suo padre avrebbe avuto, come minimo, un attacco di cuore. La sua piccola principessa che provava più di un semplice affetto amichevole, che già era troppo per lui, per un Malfoy? Per il figlio di Draco Malfoy? Inaudito.
James avrebbe imprecato e poi l’avrebbe portata al San Mungo, nel reparto delle Malattie Mentali, come minimo.
Albus? Cosa avrebbe fatto Albus? Albus era sempre stato abbastanza tranquillo, ma di certo non amava Scorpius.
Zio Ron? Dopo qualche ‘Miseriaccia’ qua e là, probabilmente avrebbe seguito l’esempio di suo padre.
Lily era sempre stata la sua nipote preferita.
Hugo e Freddie? Probabilmente l’avrebbero giudicata un clone, o comunque non la loro Lily.
Non era sicura delle reazioni degli altri, ma temeva il peggio.

Mentre immaginava James che rincorreva Scorpius minacciandolo di evirarlo e affatturarlo, qualcuno si era seduto ai piedi del suo albero.
«Luna.» Aveva detto a mo’ di saluto il biondo seduto sotto di lei.
Il suo cuore aveva mancato un battito.
Aveva deglutito ed aveva assunto il suo solito tono fermo d’indifferenza.
«Scorpius.»
Il ragazzo non aveva risposto e aveva appoggiato i gomiti sulle ginocchia, guardando lontano, verso il Lago Nero.
Lily aveva deciso quindi di ricominciare a leggere, in attesa di trovare qualcosa da dire o che lui dicesse qualcosa.

Iperione è il soprannome del dio del Sole, o il nome di uno dei dodici Titani. Il suo nome significa "Colui che sta in alto", quindi una personificazione del Sole e come tale fu identificato da Omero e da altri poeti. Il Titano ebbe tre figli: Elios, dio del Sole, Eos, dea dell’Aurora e Selene, dea della Luna.

Qui si fermò nuovamente.
Selene, dea della Luna.
Luna.
Continuò a leggere.

Secondo il mito, ogni sera Elios adagiava la sua aurea quadriga sull'Oceano, dove sorgeva Selene, con la quale giaceva nella notte. Poi si salutavano e, mentre il dio solare dormiva nella coppa forgiata da Efesto aspettando l'arrivo della sorella Eos, Selene percorreva il cielo stellato in compagnia delle nove sacerdotesse che badavano al suo argenteo cocchio. Per venticinque giorni i due fratelli amanti s'incontravano, ma gli altri cinque Selene, all'insaputa di Elios, si recava dietro la catena montuosa del Latmo, in Asia Minore, per dedicarsi all'amato Endimione col quale giaceva per tre giorni, quelli del novilunio quando la Luna non è visibile.


Lily aveva ignorato l’ultima parte, quella riguardante Endimione, di cui, tra l’altro, aveva dimenticato il nome nello stesso momento in cui l’aveva letto, e si era concentrata su Elios e Selene.
Trastullandosi un po’ nella fantasia, aveva deciso che per lei Iperione era il soprannome di Elios, ignorando completamente il Titano suo padre.
Selene era descritta come una donna bellissima, pallida e argentea, mentre Elios era un giovane con una corona di raggi intorno alla testa.
Aveva guardato un attimo Scorpius, la sua chioma argentea, la sua pelle pallida e poi aveva spostato lo sguardo verso di sé, guardandosi i capelli.
Di certo somigliava più lei ad Elios, con le sue ciocche rosse e ribelli, che Scorpius.

 «Il Sole Iperione è spesso sottovalutato, e dopo un po’ è stato inglobato da Apollo. Che peccato, vero?» Aveva detto Scorpius, distraendola dai suoi pensieri.
Lily si era chiesta come facesse a sapere cosa stesse leggendo, domandandosi se non fosse un Legilimens.
«Sei diventata più rossa dei tuoi capelli, Luna.»  Aveva continuato il ragazzo, guardandola con un sorriso sghembo e beffardo.                                                                                                                                                     
«Come facevi a sapere cosa stessi leggendo?» Aveva chiesto lei, staccandosi dal tronco e lasciando le gambe a penzoloni, proprio accanto a lui.
«Hai la terribile abitudine di bisbigliare quando pensi. Non facevi che parlare di Iperione, Selene e i tuoi capelli.»
«E tu, ovviamente, hai pensato bene di ascoltare.»
Lui si era stretto nelle spalle, facendo un gesto vago con la mano.
«Le orecchie sono fatte per ascoltare, e si dà il caso che tu sia proprio sopra di me. Sarebbe stato impossibile non sentirti.»
Lily aveva deciso di lasciar perdere, dopotutto sapeva di avere torto, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
«Quindi conosci la mitologia greca? Non credevo che i purosangue si interessassero alla cultura babbana.»
Scorpius aveva scrollato le spalle e si era alzato, mettendosi seduto proprio accanto a lei.
Lily aveva pregato mentalmente che quel ramo reggesse il peso di entrambi, cosa che fortunatamente successe.
«Ero curioso di sapere da dove venissero i miei nomi, quindi ho fatto una ricerca. Tu non lo sei?»
Lily ci aveva pensato per qualche secondo, mordendosi l’unghia del pollice sinistro.
«I miei nomi sono importanti a livello affettivo. Lily, il nome di mia nonna, e Luna, sia per l’amica di mamma e papà, sia per Remus Lupin, amico di nonno James.»
Scorpius aveva preso un bel respiro, per poi parlare.
«Lily viene da Lilium, il Giglio. Conosci i Gigli, giusto?»
Lily aveva annuito, completamente assorta dalla voce del ragazzo.
Il biondo si era passato una mano tra i capelli, guardandola con i suoi occhi color ghiaccio.
Ghiaccio.
Ecco, Scorpius Malfoy sembrava fatto di ghiaccio.
Lily aveva pensato che il ragazzo somigliasse ad una scultura di ghiaccio fredda, eterea, immobile.
Lei sembrava fatta di fuoco.
I capelli, che non volevano proprio saperne di stare fermi e buoni al loro posto, andavano ovunque ed erano come fiamme, mentre le lentiggini che dominavano il suo viso, le donavano una certa parvenza di movimento, sembravano non stare mai ferme.
Lei era il fuoco, lui era il ghiaccio.
«Ti va di sentire qualche leggenda sui gigli?» Le aveva chiesto.
E lei, seppur tentata da chiedergli come mai sapesse leggende sul fiore del quale portava il nome, aveva annuito, perché amava le storie e amava il suono della sua voce.
«Si dice che Afrodite , gelosa di una bella giovinetta, l'avesse trasformata in giglio bianco. Invece, nel medioevo veniva raffigurato in modo stilizzato con solo tre foglie, le quali rappresentavano la Fede, la Sapienza e la Cavalleria. Si poteva trovare in tutti i giardini, perché simboleggiava l'amore cavalleresco.»
Poi aveva sorriso, scuotendo un po’ la testa.
«La prossima è po’ più strana, a dir la verità. I Greci lo chiamavano "Rosa di Era". Si diceva che il giglio fosse nato da una goccia di latte sgorgata dal seno di questa divinità. Quando Zeus autorizzò Ercole a poppare dalla dea addormentata per renderlo immortale, due gocce di latte caddero: una formò la Via Lattea, l'altra, caduta sulla terra, fece nascere il giglio.»
Lily non aveva potuto fare a meno di pensare al fatto che Scorpius era anche il nome della costellazione, che era una delle più belle della Via Lattea.
Aveva chiuso il libro e lo aveva guardato.
«Hai mai sentito del mito sulla costellazione dello Scorpione?»
«C’è anche il mito?»
La ragazza gli sorrise sarcasticamente.
«Evidentemente, qualcuno qui non fa ricerche abbastanza approfondite. Si dice che uno scorpione venne inviato da Artemide, la dea della caccia, per uccidere Orione, reo di aver tentato di violentarla. C'è un'altra versione, secondo la quale Orione venne punito con lo scorpione sempre da Artemide, ma perché aveva osato vantarsi delle sue prede di caccia proprio innanzi alla dea. C'è una relazione tra le due costellazioni: mentre la prima sorge, l'altra tramonta. Per questo motivo si è immaginata un'eterna fuga del cacciatore nel cielo all'apparire dello scorpione.»
«Come il Sole e la Luna.» Aveva sussurrato il ragazzo, guardando dritto davanti a sé «Ma la domanda è: è il Sole a scappare, o è la Luna?»
Lily lo aveva guardato e aveva capito a cosa si stesse riferendo, chiedendosi però se magari lei non stesse fraintendendo tutto.
«Fa davvero differenza chi dei due sia a scappare?»
«No. Però fa differenza chi dei due sia disposto a fermarsi.»
Detto questo, le aveva preso il viso fra le mani e l’aveva baciata. Lily si era sentita sopraffare dalle emozioni, si era sentita completa.
Da anni non facevano che scambiarsi sguardi rubati, piccole conversazioni, ma mai veri e propri contatti fisici. Figurarsi un bacio.
«Non sai da quanto volevo fare questo.» Le aveva detto poi. «E questo.» Aveva continuato carezzandole i capelli. «A volte ho paura che tu possa bruciare, per quanto sono fiammanti.»

Lei era il Sole.
Lui era la Luna.

Lei era il fuoco.
Lui era il ghiaccio.

Lei era il giglio.
Lui era lo scorpione.

Lei era la terra.
Lui era il cielo.

Erano gli opposti, ma a loro non importava.



Salve a tutti!
Magari qui qualcuno mi conosce come l'autrice di questa originale, anche se ne dubito.
Ricordandomi dell'Odissea e di Iperione, ho voluto scrivere una Scorily.
Sono una Scorily shipper, secondo me sono l'amore fatto persona.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi prego.
-Mockinghunter

  
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