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Autore: Rosebud_secret    22/07/2013    4 recensioni
In un sopralluogo come tanti, il capitano Kirk, il primo ufficiale Spock e il dottor McCoy trovano qualcosa che mai avrebbero dovuto e voluto trovare.
"Jim si issò sopra al cratere facendosi leva sulle braccia, seguito dal comandante.
- Riconosci la specie?-, chiese al dottore, accucciandoglisi accanto.
- E' un thedassiano.-, rispose Spock per lui, - Certo, il thedassiano più strano che abbia mai visto. Proviene da un pianeta a circa trentotto anni luce da qui. Ma non è questo il punto: non mi risulta affatto che abbiano sviluppato studi di tecnologie cibernetiche e, qualora l'avessero fatto, questi impianti mi sembrano decisamente troppo sofisticati per una specie che ha scoperto la curvatura da non più di un quarto di secolo.-"
[post Star Trek XII, Spoiler free]; [Crossover con le serie tv]. 
Perfettamente comprensibile anche per chi ha visto solo Star Trek XI e XII!
Buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James T. Kirk, Sorpresa, Spock, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV






Giunto al turbo ascensore il dottor McCoy fece dietrofront e tornò agli alloggi dell'ambasciatore.

- Ha dimenticato qualcosa, signore?-, gli chiese il sergente Madani.

- Fammi entrare e basta.-, ribatté aspro.

I due lo fecero passare e si guardarono, scrollando le spalle rassegnati.

- Non mi aspettavo un'altra sua visita in meno di dieci minuti, dottore.-, borbottò l'ambasciatore, distogliendosi una nuova volta dalla sua meditazione.

- Oh, la faccia finita! Ho avuto un'idea che non le piacerà e che, senza ombra di dubbio, non piace neanche a me.-

L'anziano vulcaniano si rimise in piedi per poi sedersi sul letto.

- Il preambolo non è affatto logico, ma l'ascolto, McCoy.-





Jim e Khan si scrutarono per lunghi istanti, prima che uno dei due si decidesse a parlare. Gli occhi di Khan erano rabbiosi e tradivano la forzata espressione sfingea che stava cercando di mantenere. Colpì la paratia con un pugno, ma il capitano non si mosse.

- Hai fatto la tua mossa, Kirk! Sappi che non avrò pace finché non avrò ucciso te, il tuo equipaggio e quel cane del tuo Primo Ufficiale!-, urlò.

Jim gli diede le spalle, trascinò una sedia di fronte alla cella e si sedette. Il sedativo gli aveva lasciato uno strascico di stanchezza e sonnolenza che sapeva di non potersi permettere. Si guardò le mani, poi di nuovo Khan.

- Non ho idea di cosa tu stia dicendo. E, prima che tu possa portare avanti le tue folli conclusioni fuorviate, lasciami dire che, qualunque azione abbia compiuto Spock, non è avvenuta per mio ordine e neanche per sua volontaria iniziativa. Abbiamo avuto un incidente, ieri, e il mio primo ufficiale è stato contagiato da qualcosa che ha risvegliato in lui un'aggressività incontrollabile...-

- Aggressività, eh? Non hai idea di cosa sto dicendo, ma non sai neanche di cosa parli tu, Kirk.-, lo interruppe il prigioniero.
- Ciò che io ho visto non è frutto di una mente instabile. Si trattava piuttosto di un piano di conquista ben congeniato con logica freddezza. Una cosa che solo un vulcaniano può mettere in pratica. Un vulcaniano o un potenziato.-

- Dimmi che cos'hai visto e come sei sopravvissuto. Vieni dalla base del generale Marcus? Cosa o chi ti ha risvegliato?-

- Ho visto uomini che si muovevano come macchine ed erano macchine loro stessi. Difficile discernere dove finisse l'uno e cominciasse l'altra. Sapevano cosa fare e come farlo. Hanno risvegliato me e il mio intero equipaggio all'improvviso e ci hanno attaccati. Hai mai osservato un gruppo di vespe scagliarsi contro un bersaglio, Kirk? Erano centinaia. I miei uomini non erano pronti, dopo così tanti secoli in ibernazione non avevano neanche idea di dove si trovassero. Non hanno avuto scampo, sono caduti uno dopo l'altro. Uccisi.-
Il tono roco del potenziato rendeva più che chiaro il suo stato d'animo disperato e furibondo.
- Al contrario di loro io sapevo, io intuivo. Sono riuscito ad evitare i loro colpi, a respingerli, persino. E' stato a quel punto che l'ho visto: il tuo primo ufficiale, vestito di nero e di circuiti cibernetici, con il volto seminascosto da un visore ma, comunque, perfettamente riconoscibile. Si trovava su una posizione rialzata da cui aveva osservato l'intera carneficina. Era lui a comandarli.-
Gli scoccò un'occhiata umida e colma d'odio.
- Ha ucciso tutti i miei uomini e voleva farlo! Forse voleva persino che vedessi per vendicarsi di quel che io avevo fatto a te! Ti conviene uccidermi adesso perché fin quando avrò respiro il mio unico scopo di vita sarà strappargli quel cuore verde dal petto!-

Jim si rialzò, frastornato più dalle informazioni ricevute che dalle minacce fatte da un uomo in cella.

- Spock non aveva uomini con sé. E' fuggito da solo!-

- MENZOGNE DETTE DA UN BUGIARDO O DA UN IDIOTA!-, urlò Khan, colpendo di nuovo la parete di contenimento, - NE AVEVA A CENTINAIA!-

Il capitano indietreggiò di qualche passo.

- Questo non è possibile...-, mormorò.

Si voltò di scatto e guadagnò la porta senza curarsi ulteriormente di Khan. Voleva e doveva affrontare un problema per volta.

- Qui ho fatto. Riportatelo sulla Terra, che venga rimesso in ibernazione. La ringrazio, capitano.-, disse a Morrison, prima di tirar fuori il comunicatore.
- Sono pronto a rientrare, tenente Checov.-

Con sua sorpresa fu McCoy a rispondergli con una domanda:
- Che ti hanno detto, Jim?-

- Che ci fai lì, Bones? Ad ogni modo pare che Spock abbia raggiunto la base del generale Marcus e abbia ucciso tutti i potenziati per... vendetta, anche se mi è difficile crederlo. Khan ha parlato di un esercito, ma credo che la sua testimonianza non sia del tutto attendibile, date le circostanze. Ne riparliamo tra due minuti. Il tempo di raggiungere la sala teletrasporto della Reprisal. Tenetevi pronti a portarmi su. Kirk chiu-          - No. No, aspetta un attimo!-, lo interruppe bruscamente il dottore, - Io devo parlarti e tu devi ascoltarmi. Quindi fermati per due dannati secondi!-

- Non li abbiamo due secondi! Spock potrebbe allontanarsi dalla base, o potrebbe aver bisogno di aiuto! Sono nella sala teletrasporto, fammi risalire.-

- No.-

- QUESTO E' UN ORDINE!-, tuonò Jim, fuori di sé.

- Un ordine dato da un capitano che si è macchiato di insubordinazione? E che valore vuoi che abbia, me lo spieghi?-, sbottò il dottore.

- E' sollevato dal suo incarico con effetto immediato e confinato nei tuoi alloggi! Checov, mi faccia risalire. Sono pronto.-, ordinò il capitano, prendendo posizione sulla piattaforma.
Se c'era una cosa che Kirk non aveva mai tollerato questa era sicuramente veder la sua leadership messa in discussione. Apprezzava l'intraprendenza dei suoi sottoposti. No, dei suoi amici. Ma l'unico che doveva avere l'ultima parola era lui, senza discussioni di sorta. Trovato Spock, ci sarebbe andato da Bones e avrebbe persino ascoltato cos'aveva da dirgli. Forse gli avrebbe persino permesso di visitarlo con qualche settimana di anticipo sul checkup mensile.

- Mi dispiace, Jim. McCoy chiude.-, fu l'ultima comunicazione che ricevette.




- S-signore ma lei è proprio sicuro?-, esitò il tenente Checov, lanciando uno sguardo a McCoy, in piedi accanto a lui.

- Che il diavolo mi porti se lo sono!-, sibilò l'altro, uscendo dalla sala teletrasporto.
Raggiunse l'ambasciatore Spock che, in plancia, aveva illustrato la situazione agli ufficiali proprio come l'aveva descritta a lui. Lanciò uno sguardo al tenente Sulu che, annuendo brevemente, si alzò e liberò il posto.

L'ambasciatore guardò il dottore e prese un respiro profondo, combattuto nell'incertezza. Il piano di McCoy era davvero molto poco logico, ma era anche l'unico a disposizione, o l'unico su cui McCoy stesso volesse scendere a compromessi. La verità era che, nel profondo, forse si sentiva persino in colpa.
Aprì le comunicazioni con tutta la nave.

- Parla Spock, facente funzioni di ammiraglio. La situazione è la seguente: in seguito ad un accurato consulto con l'ufficiale medico capo, siamo giunti alla conclusione che il capitanto James T. Kirk non è in grado di governare la nave. Ben consci dell'avversione dell'equipaggio nei miei confronti, siamo scesi ad un compromesso: sollevo Leonard McCoy dal suo ruolo di ufficiale medico...-, fece una breve pausa ed osservò il viso del giovane amico, pallido e teso per la tensione, -... e lo nomino capitano dell'Enterprise con effetto immediato. D'ora in avanti sarà lui a prendere le decisioni.-

McCoy non lo ringraziò. Era tutto meno che felice di accollarsi quella responsabilità. Non aveva mai avuto brame di comando, ma con Jim su di giri e preoccupato solo per le sorti di Spock da un lato, e l'ambasciatore pronto ad uccidere il primo ufficiale alla prima occasione utile dall'altro, si era reso ben presto conto di rappresentare l'ago di una bilancia che oscillava impazzita verso due soluzioni insoddisfacenti.
Si accomodò sulla poltrona e la trovò scomoda. Premette un pulsante del controllo comandi e si rivolse al tenente Scott che, in sala macchine, attendeva l'ordine per sbloccare i motori.

- Rimetta in funzione tutto, Scott. Ce ne andiamo.-, ordinò con tono lugubre.

- Cosa?! Ma, dott... ehm, capitano, il capitano Kirk è ancora a bordo della Reprisal.-

- Ne sono consapevole. Sblocchi quei dannati motori, Scott!-

- S-Sì, signore...-, esitò l'ufficiale, per poi aggiungere: - Motori pronti all'uso.-

McCoy si voltò verso Sulu.

- Timoniere, faccia rotta verso la base del generale Marcus. Massima velocità di curvatura.-, ordinò.
- E che il cielo ce la mandi buona...-, borbottò, poi, a bassa voce.




- Allora?! Perché non mi hanno ancora portato a bordo?! Lo faccia lei!-, berciò Jim, infastidito dall'attesa.

L'addetto al teletrasporto della Reprisal lo guardò costernato e un po' smarrito.

- Non posso. Hanno gli scudi alzati e... stanno andando via, signore...-, spiegò confusamente.

Jim lo raggiunse e quasi si avventò sul monitor, solo per vedere l'Enterprise che, con un lampo di luce, spariva a curvatura.

Colpì la console con un pugno ed imprecò. Stava per uscire dalla sala per raggiungere il capitano Morrison ed ordinargli di inseguire la sua nave, quando una rimbombante risata riecheggiò nell'ambiente, precedendo la comparsa di Q sulla piattaforma, piegato in due per il gran ridere.

- Ah! Ah! Ah! Ho sbagliato tutto nella vita! Dovevo venire così indietro nel tempo prima! Ah Ah Ah!-, ululò.

Jim gli rivolse uno sguardo truce.

- Lo trovi divertente?!-

- Cos'è? Una domanda retorica? Ti hanno lasciato a piedi! Certo che lo trovo divertente! Che fegato quel dottorino alcolizzato! Voi umani di questo tempo siete incredibili. Permettetimi di riassumere la situazione: prima l'ambasciatore Spock solleva te dal comando; tu te lo riprendi con un sollevamento popolare; poi, tronfio della tua vittoria, ti allontani dalla nave e il tuo grande amico Bones te la soffia da sotto il naso. Stupendo, Kirk! Superbo, oserei aggiungere! Ah! Ah! Ah!-

L'altro lo raggiunse e lo fissò con ostilità.

- Sono oltremodo convinto che la decisione non sia partita da lui.-, disse con tono inequivocabile.

- Oh, la fiducia, che grande svantaggio. E' stato proprio lui ad avere l'idea, ti dico!-

- Usciamo di qui.-
Jim lo procedette in corridoio, camminando a grandi passi. Prima di parlare ancora si lanciò un furtivo sguardo attorno.
- Devo prendere il comando della Reprisal. E, sebbene tu non mi piaccia, ogni suggerimento è ben accetto.-, disse a bassa voce.

Q si limitò a schioccare le dita.

- Fatto.-

- Come sarebbe a dire: "fatto"? Non sono in vena di esser preso per i fondelli ulteriormente, Q!-

Il capitano Morrison sopraggiunse con aria scocciata.
- Allora, ha intenzione di far muovere la mia nave, oppure vuole che restiamo qui in eterno?! Già l'idea che qualcun altro sia al comando non mi va a genio, se poi è per rimanere fermi, con il dovuto rispetto, trovo la cosa insopportabile. Solo perché lei è il capitano dell'Ammiraglia della Flotta ciò non significa che può farmi perdere tempo!-

Jim rimase a bocca aperta per qualche secondo, sorpreso. Guardò Q alla sua sinistra e poi il capitano Morrison.
Si schiarì la voce.
- Sì, certo, la comprendo benissimo, capitano. Mi creda se le dico che, se la situazione non fosse così delicata, mai avrei...-

- Sì, sì... tutto sommato non sono io quello che si è fatto rubare la nave dal dottore di bordo.-

Un brivido di bruciante fastidio serpeggiò lungo la spina dorsale di Kirk, che tuttavia, non ribatté.
- Mi accompagni alla plancia, allora.-

Lo seguì a distanza e si rivolse a Q.
- Come hai fatto?-, gli chiese.

- Oh, niente di che! Qualche interferenza sul piano della realtà qui e là ed eccoti servita la USS Reprisal su un piatto d'argento.-

- Suppongo di doverti ringraziare...-

Questa volta fu Q a rimanere interdetto.
- Oh, beh... Non ci sono molto abituato.-

- Abituato o no, non importa. Non so perché tu mi stia aiutando né, al momento attuale, mi importa. Devo raggiungere Spock prima che lo faccia l'Enterprise.-

Il capitano Morrison li introdusse in plancia e Kirk si accomodò sulla poltrona. Q gli si pose accanto e incrociò le braccia dietro la schiena.

- Uhm, questo è possibile. Visto e considerato che il capitano McCoy sta andando dalla parte opposta...-

Il modo sardonico in cui Q aveva sottolineato "capitano McCoy" gli era piaciuto molto poco, ma soprassedette.

- Puoi darmela tu la direzione?-, gli chiese, piuttosto.

- Per potere, posso, ma tu sei davvero convinto che sia la scelta più saggia? Non hai idea di chi ti trovi di fronte.-

A quel punto Jim esplose: si alzò di scatto, furibondo e con i nervi a fior di pelle.
- NON MI INTERESSA CHI HO DI FRONTE! NON ESISTE NESSUNO CHE IO NON POSSA AFFRONTARE CON IL MIO EQUIPAGGIO AL COMPLETO E IL MIO PRIMO UFFICIALE AL FIANCO! SAPPI CHE, SE SCOPRO CHE CI SEI TU, DIETRO A TUTTO QUESTO, LA PAGHERAI!-

- Oh, la metti così?.. Molto bene, se sei così intenzionato a sbattere la testa contro la realtà in modo così brutale, così sia.-
Q sospirò e sorrise, enigmatico.
- E' il tuo Spock che vuoi? Allora lo avrai. Ti darò una spintarella.-

Scomparve e, d'improvviso, la USS Reprisal cominciò a vorticare su se stessa a folle velocità, tanto che Jim dovette reggersi alla poltrona per non finir sbalzato via.

- Dove siamo?-, domandò allo sconosciuto ufficiale scientifico, una volta che la nave si fu finalmente fermata.

Quello, un giovane denobulano, guardò il monitor, sconvolto.

- N-Non è possibile!..-

- Lasci decidere me cosa è possibile e cosa non lo è, primo ufficiale. Le ripeto la domanda: dove siamo?-

- Siamo al confine con la zona neutrale romulana, signore. Avremmo dovuto impiegare giorni per percorrere una tale distanza...-

Jim si prese le tempie pulsanti tra le dita, cercando di mantenere un minimo di lucidità. La fastidiosa emicrania che lo aveva accompagnato da quando Spock era fuggito dall'Enterprise lo stava facendo lentamente impazzire.
Cercò Q con lo sguardo, ma non lo vide.

- Cosa dicono i sensori? Ci sono altre navi nelle vicinanze?-

- Non rileviamo niente, capitano.-, gli rispose una graziosa biondina che, in altre circostanze, avrebbe ben attirato le sue attenzioni.

Prese un respiro profondo, ben conscio di cosa la sua scelta scellerata avrebbe potuto comportare per l'intera Federazione dei Pianeti Uniti. Si ritrovò a chiedersi se la vita di Spock valesse addirittura una guerra contro Romulus.
La logica gli diceva di no, ma si rifiutava di prender per buona la decisione dell'ambasciatore. Si domandò se lui avrebbe violato il confine pur di uccidere il suo primo ufficiale e la risposta fu un laconico sì.
Fu abbastanza per fargli prendere una decisione.

- Entriamo.-, avrebbe voluto dirlo con convinzione, ma la sua voce fu un sussurro incerto.

Il capitano Morrison si riscosse dalla sua rancorosa apatia e avanzò di gran carriera.

- Ordine ritirato, timoniere!-, esclamò, - Torniamo indietro, immediatamente.-

- Le ricordo che sono io al comando della sua nave, capitano. Ci troviamo di fronte ad una minaccia che potrebbe compromettere anche Romulus. In caso di incontri con i loro falchi, comunicherò loro le nostre motivazioni. Entriamo, timoniere. Curvatura tre, massima potenza agli scudi.-




L'ambasciatore sedeva al suo vecchio posto in plancia. Di tanto in tanto guardava McCoy per sincerarsi delle sue condizioni. L'aveva già visto capitano in passato e, tutto sommato, era stato anche un buon capitano, ma sarebbero trascorsi ancora decenni, prima di poterlo dire pronto ad assumere quel ruolo.
Nonostante questo, l'approccio del dottore era stato impeccabile: abbandonata la Reprisal, si era subito preoccupato di nominare un nuovo ufficiale medico e di informare delle sue intenzioni l'intero equipaggio. In qualità di capitano non sarebbe stato tenuto a giustificarsi, ma con il potere decisionale così instabile sulla nave, era stato costretto a spiegare ogni cosa sin nei minimi dettagli, così da evitare che qualcuno potesse avanzare la pretesa di tornare indietro a prendere Kirk.
Già, Jim...
L'ambasciatore intuiva con disarmante chiarezza come il giovane amico dovesse sentirsi in quel momento: solo, smarrito, abbandonato e tradito. Conosceva la psiche dell'altro e sapeva che le ferite che lui e McCoy gli avevano inflitto quel giorno sarebbero guarite con molto tempo e molta fatica. Perdere la leadership, perdere la nave e perdere il controllo erano le più grandi paure di Jim e, in un modo o nell'altro, si erano avverate tutte in poche manciate di ore.

Si infilò le cuffie e, per l'ennesima volta, provò a comunicare con la base stellare. Senza ricevere alcuna risposta.

- Ancora nulla, capitano.-

McCoy, ancora non abituato a quel ruolo e a sentirsi definire tale, parve non dargli alcuna attenzione.
L'ambasciatore si schiarì la voce.
- Dottore...-, lo chiamò.

- L'ho sentita ambasciatore, ma se non rispondono non posso farci un accidenti! Avviciniamoci ancora.-

- Entro pochi minuti dovremmo riuscire a vedere la base, signore.-, lo informò Checov.

- Bene.-, rispose McCoy, anche se non lo pensava.

Niente andava bene da quando Jim aveva avuto l'infelice idea di scendere su quel maledetto pianeta! Maledì lui e la sua innata, infantile curiosità. L'essere abbandonato dall'altra parte del quadrante se l'era meritato. Ma, più che con Jim, ce l'aveva con Spock, quello giovane. Lui più di tutti avrebbe dovuto conoscere le direttive e le procedure di recupero di manufatti alieni. Invece cos'era successo? Si era tagliato come l'ultimo degli imbecilli, facendosi infettare dai Borg!
La sua posizione rimaneva sul voler provare a salvarlo e a curarlo, non ne aveva fatto mistero con l'ambasciatore, tuttavia era pronto a prendere anche la difficile decisione di ucciderlo, in caso di estrema necessità. Una decisione che, lo sapeva, Jim non avrebbe mai osato prendere e che lui non si sarebbe mai perdonato.

- Ci siamo, signore.-

- Sugli schermi. Ingrandimento del 50%-, ordinò.
- Oh mio Dio...-, gemette, sgranando gli occhi.

Della base non rimaneva altro che una minima parte della piattaforma di base e qualche pilone. Era stata quasi del tutto cannibalizzata.
Lanciò uno sguardo all'ambasciatore in attesa di spiegazioni e barcollò indietro, come schiaffeggiato. In un altro momento sarebbe stato ben felice di esprimere qualche battuta sarcastica, ma riconoscere con estrema chiarezza il terrore negli occhi scuri del vulcaniano gli fece perdere qualsiasi fiducia avesse ancora in se stesso e in quella folle situazione.

- E' troppo tardi...-, lo sentì mormorare, - Sono già qui.-

McCoy si riscosse e fece l'unica cosa logica che un uomo è portato a fare in una situazione di pericolo imminente.

- SULU CI PORTI VIA! SUBITO, MASSIMA VELOCITA'!-, urlò.





Ormai avanzavano nella zona neutrale da ore e ancora non avevano incrociato alcun falco romulano.
Se, da principio, Jim aveva creduto nella fortuna, si era ben presto convinto che fosse impossibile non aver incontrato nessuno. La tensione in plancia si tagliava con il coltello, Q non si era curato di ricomparire a dare spiegazioni e il capitano Morrison aveva sentito il bisogno di ribadire il suo disappunto più e più volte.

- Facciamo rotta verso Romulus. Io scendo da Khan.-, disse, alzandosi dalla poltrona.

Raggiunse la cella.

- Che ci fai ancora qui?-, gli chiese il prigioniero.

- Il mio equipaggio mi ha abbandonato.-, glielo confessò senza rigiri di parole.

Khan aggrottò appena le sopracciglia, confuso.
- Perché?-

- Ritengono che io non sia ingrado di guidare la nave... che io sia troppo coinvolto emotivamente.-

- Allora l'uomo che ti ha tolto il comando è un uomo saggio.-

A Jim sarebbero venute in mente molte definizioni per descrivere McCoy in quel momento e "saggio" non ne faceva di certo parte.

- Dove siamo?-, gli domandò Khan.

- Entro la zona neutrale dell'Impero Romulano.-

L'altro gli diede le spalle e passeggiò nella cella come una belva in gabbia.

- Vuoi scatenare una guerra, Kirk?-

- No. Ed è proprio questo il problema: siamo qui da ore e non siamo ancora stati intercettati da nessuno. Converrai con me che questo non solo è strano, è impossibile.-

Khan lo scrutò dall'alto in basso e sorrise, glaciale.

- Ma guardati! Ti rendi almeno conto di quanto tu sia patetico? Non ci riesci proprio a prendere decisioni senza esser affiancato ad una mente superiore. Non sei nulla senza il vulcaniano! Non avrai i miei consigli per andare a farti uccidere dal tuo numero uno e, men che meno, li avrai per salvarlo!-

Questa volta fu Jim a colpire con violenza il pannello divisiorio.
- TU NON CAPISCI! SPOCK GRIDA NELLA MIA MENTE! MI STA CHIEDENDO AIUTO! QUESTO SIGNIFICA CHE PUO' ESSERE SALVATO!-
Prese un respiro profondo e si costrinse ad un passo indietro.

- Un vulcaniano che chiede aiuto? Interessante. Le grida che senti non saranno nulla in confronto a quelle che strillerà quando l'avrò preso!-

Kirk lo ignorò e cominciò a passeggiare, nervoso.
- Hai parlato di centinaia di uomini. Stando ad una logica deduzione, essendo Spock stato contagiato o contaminato da qualcosa, è possibile che abbia ripetuto la procedura su altri...-

- Dove vuoi arrivare?-

- Oh, ad una soluzione molto semplice:
il fatto che si siano nascosti nella zona neutrale ha un senso. Nessuna nave della Federazione sarebbe mai venuta a cercarli qui. Ad ogni modo se Spock può essere salvato, allora anche i tuoi uomini non sono morti. Mi impegno formalmente a soccorrerli.-, spiegò il capitano, ritornando alla porta.

- In cambio di cosa, Kirk?!-, tuonò Khan, avventandosi contro la paratia.

- A questo devo ancora pensare.-, gli rispose, prima di lasciare la stanza.

Ritornò in plancia e sugli schermi poté osservare Romulus.

- Ancora nessun contatto?-

- Nessuno, signore.-

- Apra una linea di chiamata con il pianeta, allora.-

Jim attese trepidante una risposta che non arrivò. Si sedette, attanagliato dal panico e pensò a quel che non aveva detto a Khan, ovvero che forse Spock e i suoi uomini avevano fatto piazza pulita dei falchi romulani. Non credeva neanche lui a quell'eventualità: un'intera flotta spazzata via da una sola nave era un concetto troppo assurdo per potervi dare credito. Con tutta probabilità i romulani stavano affrontando altri problemi di cui lui non era a conoscenza.

- C'è qualcosa in avvicinamento!-, esclamò d'improvviso il primo ufficiale denobulano, rompendo il silenzio tombale della plancia.

- Definisca "qualcosa"!-, ordinarono all'unisono i due capitani.

- Non lo so! A tratti i parametri sembrano romulani, subito dopo della federazione! Non ho idea di cosa sia!-

- Sugli schermi.-

Il cubo Borg apparve in tutta la sua straordinaria potenza, ma nessuno a bordo della USS Reprisal era in grado di identificarlo.
D'improvviso un raggio verde raggiunse la nave e si spostò con rapidità sia all'interno che all'esterno dello scafo. Jim sobbalzò quando si fermò ed indugiò su di lui per quasi trenta secondi.

- Armare i phaser. Sparare al mio comando.-

Ma quell'ordine non fece in tempo a darlo. Con una precisione che aveva del sovrannaturale il nemico attaccò per primo, abbattendo i loro scudi, prima, e distruggendo le loro armi, poi. La Reprisal si ritrovò così in balia dell'ignoto, incapace di difendersi e di attaccare.
In plancia regnava di nuovo un silenzio tombale. Il capitano Morrison si avvicinò a Kirk e, pieno di rabbia, lo colpì al volto.

- Ci ha portato a morire! Sarà soddisfatto! Mi riprendo la mia nave con effetto immediato! Timoniere ci porti via, massima velocità di curvatura!-

Ma la nave non riuscì ad intraprendere il salto a causa del raggio traente del nemico che li aveva agganciati, cominciando a trascinarli con lentezza verso di sé.

Il loro messaggio giunse disturbato:
- Noi crshhhhh... biologiche e tecnologiche verranno assimilate. La resistenza è inutile.-

- Come diamine hanno fatto i romulani ad impadronirsi di una tecnologia tanto superiore?! Chiamateli! Comunicate la nostra resa incondizionata!-, urlò Morrison che, se proprio non poteva salvare la Reprisal, almeno voleva mettere in salvo il proprio equipaggio: trecentonovantadue uomini che erano sotto la sua diretta responsabilità e che Kirk aveva portato a morire per capriccio.

- Non credo proprio che siano romulani e dubito che risponderanno. Hanno degli scudi, tenente?-, si intromise Jim.

La verità era che, agghiacciato, aveva riconosciuto la voce di Spock.

La graziosa biondina si riscosse dall'apatico terrore che l'aveva soggiogata.
Controllò i parametri.

- N-No, signore. Nessuno scudo.-

- Io vado là, allora.-

Jim si avventò alle porte, ma Morrison lo afferrò per un braccio.

- Si dimentichi che le dia una squadra di sbarco!-

- Non gliel'ho neanche chiesta, Morrison! Voglio un solo uomo e, mi creda, le sto facendo un favore a levarglielo di torno! Ci faccia portare delle armi in sala teletrasporto!-

Non aggiunse altro e, una volta sceso con il turbo ascensore, corse a rotta di collo sino alla prigione di Khan. Il potenziato era in piedi al centro della cella e aveva reindossato la sua maglia nera. Jim non dovette neanche chiedergli nulla.

- Sono pronto.-, lo udì dire.

Gli aprì la cella e, per qualche secondo, si scrutarono con sospetto reciproco.

- Stiamo andando verso morte certa?-, chiese il potenziato.

- E' possibile.-, ribatté Kirk, mentre  si incamminavano verso la sala teletrasporto.

- Se non potrò salvare i miei uomini, almeno ucciderò il tuo e ucciderò anche te, se ti intrometterai.-

Jim non rispose e afferrò il phaser che un sottufficiale gli stava porgendo. Khan prese il proprio dall'uomo al suo fianco e lo guardò con rassegnazione.

- Ma dove vogliamo andare con questi giocattoli?..-, bisbigliò, prima di raggiungere Kirk sulla piattaforma.




N.d.A.: Eccomi qui, nuovo capitolo ^^. Allora, per dovere di cronaca: il cuore dei vulcaniani non si trova nel petto, ma all'altezza del (nostro) fegato. Io lo so, ma ho supposto che Khan potesse ignorare questa nozione sulla biologia dei nostri alieni "orecchia-puntuti" preferiti.
Importante: sto per partire per un mesetto e siccome non potrò portare con me il computer non credo che riuscirò ad aggiornare per un po'. Non ho abbandonato la storia, ci risentiamo verso la seconda metà di Agosto.
Grazie a tutti per esser arrivati sin qui!
Un bacione,
Ros.

   
 
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