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Autore: Madama Pigna    22/07/2013    1 recensioni
(Storia in fase di revisione) Dal capitolo 42:
E non poté fare a meno di ricordare come non fosse riuscito a fare niente, di fronte alle ferite di Farbauti.
Era un bambino inesperto, all’epoca, ma questo non fece alcuna differenza.
Per alcuni istanti, si bloccò lo stesso.
Temendo di fallire una seconda volta.
Temendo di veder morire suo fratello – e stavolta per davvero.

Piccola nota: il rating arancione si riferisce a singole scene e non all'intera storia. Segnalerò quindi i capitoli un po' più 'forti'.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Incest, Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Tre figli di Laufey(e un mucchio di guai)'
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Sotto le stelle di Jotunheim, Nuova Utgarda sorgeva in tutto il suo splendore.
Con una pianta radiale, era divisa in dodici strade principali, più altre vie minori, tanto che dall’alto sarebbe sembrata un fiocco di neve. Dominavano sfumature d’azzurro e d’argento, con alcuni tocchi di bianco.
Le case e gli altri palazzi erano piccole torri sempre un po’ più elevate, a mano a mano che ci si avvicinava al centro della città. Ovunque, i pesi erano distribuiti con archi a sesto acuto, colonne, pinnacoli, e i tetti sembravano lanciarsi verso il cielo. Nonostante l’imponenza, infatti, le costruzioni erano tanto alte e affusolate da dare l’impressione di essere sospese in aria. Non avevano intarsi di alcun genere, ne rosoni,  o immagini sacre, se non particolari simboli posti sopra le soglie degli edifici. Mentre avanzava sopra la strana bestia, nemmeno si rendeva conto dei Giganti che lo guardavano incuriositi, o salutavano con rispetto Byleistr; era troppo intento a stare con il naso all’insù. Non notò nemmeno le strade piede di vita, il mercato, o i misteriosi rilievi che ricoprivano molte delle superfici disponibili.
 
Rimase totalmente strabiliato, però, vedendo la reggia.
Molto più alto di tutto il resto, il palazzo reale brillava di una luce quasi lunare.
Non era come la reggia di Asgard, che dalla forma ricordava quasi un diadema d’oro, sebbene quasi ugualmente alto. Era come un agglomerato di torri splendenti, un insieme di lance che puntavano alla volta celeste, dove una piccola luna sembrava la principale fonte di luce.
Poco distante da lei, una stella, molto più grande di tutte le altre, ma comunque molto distante, sembrava donarle i suoi raggi, contribuendo a illuminare la reggia e l’intera città.
 
Sebbene tutta la città fosse fatta di pietra, almeno apparentemente, riluceva come cristallo. Loki si chiese se sotto ci fosse qualche magia, o se fosse solo una magnifica illusione. Ma forse nemmeno lui sarebbe stato in grado di crearne una tanto grande. E, dopotutto, era il mago più potente dei Nove Regni!
 
Raggiunto il muro di cinta, attraversarono l’enorme portale a sesto acuto molto in fretta, entrando in un cortile interno, largo e semideserto.
Guardandosi intorno, vide diversi soldati di guardia, malgrado il buio. Erano disarmati, ma questo, per i Giganti, non era un problema. Il loro ghiaccio era talmente duro da poter concorrere con il metallo.
 
Uno Jotun, forse un cortigiano, ben più coperto rispetto ai guerrieri, si avvicinò verso di loro, con aria ossequiosa. - Maestà, siamo lieti che voi siate tornato. Alcuni temevano che sareste stato.. trattenuto dagli Asir -, affermò, guardando Loki sottilmente incuriosito. Byleistr scese senza dargli troppa retta, per poi far scendere il piccolo Jotun. Solo allora gli rispose.
- Non ho corso alcun pericolo, Lord Beitr. Anche gli Asir sanno essere di parola -, disse, senza curarsi particolarmente del Gigante, che sembrò impercettibilmente sollevato. – E’ un bene, mio Re. Il nostro mondo cadrebbe di nuovo nell’oscurità, senza di voi. A questo proposito, se non sono indiscreto, Maestà.. -. Byleistr si fermò a guardare il membro della corte con distacco.
- A nome di tutta la popolazione, volevo domandarvi se avete già considerato qualcuno per.. -.
Lo Jotun lo interruppe con un gesto. – So già cosa stai per chiedermi, Beitr. Puoi tranquillizzare chi ti ha forzato a pormi questo quesito. Anche in questo preciso momento, sto valutando coloro che potrebbero essere considerati degni di un tale compito -, rispose, senza remore. – Adesso, però, nonostante l’ ora tarda,  desidero che Thìalfì venga al mio cospetto. Vallo a chiamare -, continuò. Loki vide le iridi del Gigante ridursi a due fessure. Evidentemente non apprezzava la persona nominata. – Sì, mio signore -, e se ne andò.
Pochi minuti dopo, arrivò a passi veloci un piccolo Jotun, minuto persino per gli standard dei nani. Sarà stato alto (o basso) circa un metro e cinquanta, aveva i capelli bianchi e l’aria estrosa dell’imbranato intelligente. Aveva dei pantaloni larghi e una sorta di gilet dai colori spenti. I disegni neri sul volto erano spirali e curvi ghirigori. Non esattamente il tipo di persona a cui Loki avrebbe prestato attenzione, generalmente. Si inchinò velocemente davanti ai due, prima di parlare. – Re Byleistr, sono tutto orecchie -.
L’altro nano notò che, dal modo in cui si guardavano negli occhi, dovevano essere sufficientemente intimi. Si capiva al primo sguardo: era uno Jotun fidato.
- Thìalfi, accompagna il principe Loki nella sua camera. Esaudisci i suoi desideri, quando possibile, e assicurati che abbia sempre tutto il necessario. E sappia tutto il necessario. Desidero anche che gli venga servito regolarmente il Concentrato di Bergelmir -.
Lo Jotun annuì. Poi Byleistr si voltò verso il ‘fratello’. – Thìalfi ti istruirà su alcuni usi e tradizioni di Jotunheim. Non mi aspetto che ti interessino, ma finché sei qui voglio evitare incidenti e offese inconsapevoli alla nostra stirpe. Non tutti gli Jotun potrebbero apprezzarti, quindi, per la tua stessa incolumità, è bene non dargli scuse per attaccarti. Comprendi? -.
Loki, per la prima volta da che era entrato in città, parlò, offeso. Non c’era assolutamente bisogno di parlargli come se fosse stato un bambino!
Rispose con occhi duri. – Naturalmente -.
Non gli avrebbe dato sazio, però.
 
Byleistr non lo degnò di un’occhiata. Si voltò dall’altra parte, diede le ultime disposizioni a Thìalfi e percorse l’entrata della reggia senza una parola di più.
 
Il piccolo Jotun non ne sembrò sorpreso. Si sfregò le mani, poi guardò il principe con troppa intensità, a suo dire. Non aveva un’educazione propriamente perfetta. Anzi, lui la paragonò a quella di un contadino.
- Dunque, suppongo che vorrai riposarti, principe Loki. Il tuo alloggio non è lontano -.

 

************


Dopo alcuni mesi passati con la forma di un mortale, Thor poté ritornare alla sua potenza divina, ma solo dopo che Odino si fu svegliato dal suo Sonno e sistemò tutta la faccenda con gli altri nobili.
 
Prima di ciò, il Tonante aveva passato tutti i giorni seduto sul Bifrost, accanto ad Heimdall, chiedendo in continuazione di Loki. Voleva sapere se stava bene, se sembrava triste, se pareva sentire la loro mancanza, come lo trattavano gli altri Jotun... e ogni altra piccola cosa.
Heimdall finiva spesso per cacciarlo. Persino la sua pazienza aveva un limite, e non poteva stare dietro ai capricci di un bambino troppo cresciuto abbassando la guardia sul resto dei Nove Reami.
Così, Thor passava il resto delle giornate nelle sue stanze, camminando su e giù sbuffando; senza voler incontrare nessuno, nemmeno Sif. Anzi, lei e gli altri suoi compagni d’armi erano le ultime persone che voleva vedere, insieme a sua madre. La regina, comunque, non se la prese. Conosceva bene il figlio. Quando poi ci andava di mezzo Loki, la sua mancanza di maturità diventava infantilità quasi insostenibile. Lei, invece, non era affatto preoccupata. Avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo, naturalmente, ma qualcosa, quando aveva guardato per la prima volta Byleistr negli occhi, l’aveva spinta a fidarsi. Non sapeva bene perché, ma quel giovane Jotun non le trasmetteva paura, nonostante l’aspetto poco rassicurante (e Frigga aveva visto le sue reali sembianze, sapeva di cosa parlava). Mentre stava accanto al capezzale di Odino, ripensò al suo primo incontro con il Re dei Giganti, molto più tranquillo di quanto ci si potesse aspettare realmente. Avevano persino passeggiato in un giardino!
 


Frigga si guardò intorno, sistemandosi la pesante pelliccia che indossava. Infreddolita come poche volte era stata in vita sua, cercò di capire da che parte doveva andare per trovare un centro abitato. Eppure la cosa non si dimostrava facile. Anche prima della Grande Guerra, le città Jotun avevano la fama di mimetizzarsi quasi alla perfezione con il paesaggio, almeno per coloro che non avevano occhi rossi con cui penetrare il buio delle notti glaciali di quel pianeta. Ma Heimdall era stato molto chiaro: una nuova città era sorta, poco lontano dalle rovine di Utgarda. Più distante dal punto in cui sorgeva il Bifrost, ma non troppo.
Tuttavia, restando ferma non l’avrebbe mai trovata e inoltre sentiva le membra irrigidite: doveva muoversi.
Avanzò, passo per passo, gettando ogni tanto un’occhiata al terreno gelato, memore di certe scivolate in cui era stata protagonista, quando ancora era una bambina e giocava a palle di neve, incurante del ghiaccio. Si stava alzando il vento: doveva fare in fretta, se non desiderava morire di freddo.
Era in mezzo alle rovine della città vecchia. Logico, pensò la regina, anche se avrebbe preferito non trovarsi lì. Quelle macerie avevano un’aria spettrale, quasi oscura, e la mettevano particolarmente a disagio. E poi, non avrebbe sicuramente trovato chi cercava, in quel luogo di morte.
Con i sensi all’erta, si allontanò, arrivando in pieno deserto. Era un luogo meno riparato, e le correnti fredde ancora più forti, ma non cedette. Aveva un obiettivo, e non avrebbe mollato tanto facilmente.
Dopo circa mezz’ora di camminata, riuscì a intravedere qualcosa: bagliori di luci d’argento. Luci urbane. E qualcos’altro, qualcosa in movimento, sempre più vicino.
E’ ora.
 
La sala del trono non era niente a che vedere con quella di Asgard. Non altrettanto grande, non altrettanto dorata e curata. Era l’apoteosi della sobrietà: se la città di Nuova Utgarda –così i Giganti l’avevano chiamata -, era particolarmente vivace e festosa, il suo monarca non lo era altrettanto. La sala del trono, per un re, a volte era come la camera di un bambino: sebbene non altrettanto chiaramente, da essa si poteva comprendere la personalità di un sovrano. E quella stanza non era né troppo piccola, né troppo grande, il che denotava un buon equilibrio dell’ego.  Il trono in pietra, lungo e squadrato, sicuramente poco comodo –un trono non dovrebbe mai essere confortevole- era poco sopraelevato: Sua Maestà il Re affrontava ogni udienza senza guardare dall’alto in basso, scrutando negli occhi amici e nemici, tuttavia manteneva quella parvenza di superiorità che dovrebbe avere ogni sovrano.
Gli Jotun che l’avevano accompagnata s’inchinarono rispettosamente di fronte al loro regnante, in quel momento seduto sul trono. Frigga lo guardò attentamente, e lui guardò attentamente lei, studiandosi reciprocamente. La Regina di Asaheim notò che alla sua destra c’era un altro Jotun, di dimensioni ridotte, dai capelli bianchi e lo sguardo genuino. Le sembrò una cosa strana, ma non disse niente.
- Re Byleistr -, affermò uno di loro - Siamo tornati dalla nostra ricognizione con una persona. La sovrana di Asgard -, non disse l’ultima parola con troppa simpatia, - E’ venuta qui per una visita, a detta sua, importante. Abbiamo convenuto fosse meglio scortarla al vostro cospetto -.
Gli occhi del sovrano erano estremamente freddi. Da essi traspariva una tale autodisciplina da sembrare quasi senz’anima. Guardò lo Jotun senza battere ciglio. – Avete notato nient’altro, durante la vostra guardia? -.
- Nessun movimento sospetto, mio signore. La Madre degli Dei era sola -.
- Bene. Ritornate pure nelle vostre case. Per oggi avete fatto un buon lavoro -.
Era raro che un re parlasse direttamente con un soldato semplice. Byleistr doveva essere un tipo particolare.
Una volta congedati gli altri Giganti di Ghiaccio, il Re fissò la Regina con più attenzione.
- A cosa devo questa visita inaspettata, Regina di Asgard? Una sovrana in terra straniera non dovrebbe girare da sola, seppur con la vigilanza del Guardiano... -.
- Re Byleistr. Spero di non aver arrecato troppo disturbo -.
- Questo dipende dalla ragione della visita. L’ultima volta che un membro della famiglia reale di Asgard è giunto in questo regno, le conseguenze non sono state esattamentepiacevoli per il re che mi ha preceduto -.
- Ma vedo che hai saputo approfittarne. Ho visto la città. Un traguardo notevole, da raggiungere in un solo anno -.
- Non lo nego. La mia gente si è riscossa dopo molti anni d’inerzia: in tanti hanno partecipato nella costruzione di Nuova Utgarda -.
- Da quello che ho potuto vedere, è bella tanto quanto Asgard -.
Il piccolo Jotun accanto al Re sembrò particolarmente soddisfatto.
- Me ne compiaccio. Il mio sottoposto, Thialfi, ha lavorato sodo per rendere fattibili gli Antichi Scritti, tra cui i progetti di una città mai costruita, almeno fino ad oggi -.
Dunque era questo il nome del nano.
- Ma non hai ancora rivelato, Regina Frigga,  la ragione della tua presenza -.
- Sono qui per chiedere… aiuto. E asilo -.
Lo Jotun la guardò, incuriosito.
- Non per me, Re Byleistr, ma per mio figlio, Loki -.
- Perché mai dovrei aiutare l’assassino di mio padre? -.
Frigga lo guardò con determinazione.
- Non prendiamoci in giro, Byleistr: sappiamo entrambi che Laufey era..-.
- Non accetto insulti a mio padre da parte di un’Asir, Madre degli Dei. E’ il mio popolo ad avere il diritto di giudicare le sue azioni, non certo un’Asgardiana.. -.
- D’accordo. Ma non si può negare quanto Jotunheim abbia giovato della sua morte -.
Byleistr la scrutò, contrariato, ma fu solo un istante, di cui lei si accorse per un pelo.
- In quale guaio si è messo, Loki Odinson, per aver bisogno dell’aiuto di noi Jotun? -.
- Domani sarà ricondotto ad Asgard, da cui è stato lontano per un anno. Sarà processato per alcuni crimini dal nostro Consiglio, misfatti, però, di cui non ha colpa. Il Padre degli Dei è prossimo al Sonno di Odino, e non potrà aiutarlo. Ci ho riflettuto a lungo, e l’unico modo per salvargli la vita è portarlo qui, dove non potrà essere giudicato. Ma ho bisogno del tuo consenso e della tua alleanza -.
- E per quale motivo ti aspetti che io accetterò? Cosa mi daresti in cambio? -.
Frigga prese un lungo respiro. – La mia è una speranza, non una certezza. So quanto la tua gente abbia sofferto dopo la Grande Guerra. Mio marito non se n’è mai curato molto. A lui bastava che non ci fossero danni agli altri regni a causa vostra. Ma spero lo stesso che il richiamo del sangue ti spinga ad accettare la mia proposta -.
- Richiamo del sangue? -, il Gigante alzò un sopracciglio. - Spiegati meglio, Regina Frigga. E senza tanti giri di parole, la schiettezza è una qualità che apprezzo -.
- Loki.. è un Gigante di Ghiaccio. Ed è un Laufeyson. Tuo fratello -.
Calò il silenzio. Byleistr non sembrò dare più attenzione alla Regina. Scambiò un’occhiata con l’altro Jotun, il quale non mascherava la sua sorpresa con altrettanta maestria. Il sovrano bisbigliò qualcosa all’altro, che se ne andò, e poi ritornò a guardarla.
- Io ho un solo fratello, Regina Frigga. Mio padre ucciseil piccolo neonato che diede alla luce tanti anni fa -.
- Lo abbandonò nel Tempio, è vero, ma Odino lo trovò e lo adottò. La storia è più lunga di quanto pensi -.
A quel punto, Byleistr si alzò, e Frigga istintivamente arretrò quando le si avvicinò. Ma, almeno, teneva le mani pericolose dietro la schiena. – Menti. Laufey ha ucciso quel bambino tanti anni fa. E se non gli ha spezzato il collo con le proprie mani, di certo non l’ha lasciato nel Tempio degli Antenati -.
- Non so cosa successe di preciso, Re Byleistr. Ma è andata così. Tu forse eri troppo giovane per... -.
- Non così tanto da non ricordare quegli eventi, Frigga -.
- Allora mi stai dicendo che hai visto tu stesso Laufey uccidere tuo fratello? -.
Il Gigante tacque.
- No -, rispose. Si girò dall’altra parte, camminando avanti e indietro, come pensoso. – Farbauti… -, mormorò, sovrappensiero. Poi guardò la Regina, come se stesse decidendo di fidarsi o no.
- Ami tuo figlio? -.
- Cosa? -.
- Ami tuo figlio? Saresti disposta a tutto, pur di proteggerlo? -.
- Amo entrambi i miei figli. Per loro sacrificherei la vita! -, rispose lei, con sincerità.
Byleistr annuì, tornando a essere freddo e insensibile.
- In questo caso, cammina con me, Regina di Asgard. Hai molte cose da raccontarmi -.
Frigga non lo sapeva, ma con quelle parole si era guadagnata l’eterno rispetto di Re Byleistr.
 
- E perciò pensi che in questo modo Loki sarà salvo -.
- E’ la sua unica possibilità. I nobili non sospetterebbero nulla se tu reclamassi la sua vita, e se lo facessero, avrebbero troppa paura per impedirtelo. Già il fatto che sei uno Jotun potrebbe innervosirli, in più sei Re e avresti il mio sostegno -.
- E il Padre degli Dei? -.
- Lo convincerò ad assecondarmi -.
- Bene -.
- E penso che dovresti tenere la forma Asir -.
Byleistr la guardò un po’ dubbioso. Aveva assunto quell’aspetto solo per mettere a suo agio la regina.
- Mi trovi meno minaccioso, da Jotun? -.
- Assolutamente no, ma lo saresti ancora di più se mostrassi le tue capacità -.
- Riesco a cambiare forma solo con molta concentrazione -.
- Ma loro non lo sanno. Avrai un’aura di mistero in più -.
- Così li spaventerei ulteriormente. E in questo modo non metterei in allarme nessuno, al di fuori del Consiglio -, convenne il sovrano.
- Esatto. Quando Odino si risveglierà dal suo sonno e tutto sarà sistemato, Loki tornerà, e tu potrai avere lo Scrigno…Sarà una reciproca garanzia -.


   

************   

Buona sera signori e signore! Sono tornata :D e sono stanca morta .-. appena finisco qui corro a letto. Il mio ultimo campo estivo è stato bello, ma molto sfiancante xD
In ogni caso, ho aggiornato. Mi rendo conto che questo era solo un capitolo di passaggio, la storia in sè comincierà dal prossimo in poi. Spero vi sia comunque piaciuto :) per Nuova Utgarda mi sono ispirata ad una immagina vista su Tumblr. Purtroppo in questo pc non ho il link salvato, ma ricorda molto il gotico, solo più sintetico, senza fronzoli. Oserei definirlo un 'gotico moderno'. Subito mi ha fatto immaginare una possibile città Jotun *_* e beh, non mi sono fatta sfuggire l'occasione.
Ho voluto aggiungere una parentesi, la descrizione dell'incontro tra Frigga e Byleistr. In realtà è incompleta, come è facilmene intuibile, perché pensavo di far leggere la seconda parte più avanti.
Comunque, scusatemi, io sto crollando dalla stanchezza per scrivere altro.Se avete commenti, cose da farmi notare o altro, mi farà molto piacere rispondere alle vostre recensioni, possibilmente domani con un mega panino in mano, o nei pressi di una piscina, why not xD
Alla prossima,
Madama Pigna.
P.S grazie a chi ha recensito precedentemente :D

 

  
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