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Autore: _eco    24/07/2013    6 recensioni
[Raccolta di Drabble in un solo capitolo] [EDIT: Questa fanfiction è stata ripubblicata, in modo che tutti le drabble siano postate una solta volta]
Un'arena. Una farfalla. Nove Tributi. Nove Drabble.
#Thresh; Tendine da cucina.
#Peeta; Libertà in un disegno.
#Rue;Tornare a casa.
#Katniss;Ali sottili, da accarezzare.
#Marvel;Mani che non sanno solo uccidere.
#Glimmer;Sogni di abiti che sappiano volare.
#Clove;Su e giù, su e giù.
#Cato;Ne vale la pena?
#Finch/Foxface;Più o meno.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri tributi, Cato, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Rue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve, Tributi! (:
Questa raccolta di Drabble era prima spartita in vari capitoli, ma ho preso la combattuta e sofferta decisione di cancellarla - e così di perdere le vecchie recensioni - per pubblicarla come unico capitolo.
Mi sembra un lavoro più ordinato.
Be', che dire? L'ispirazione mi è venuta due settimane fa, circa, quando una farfalla gialla e bianca mi è volata accanto. Così ho pensato alla farfalla che, nell'arena, si posa sulle dita di Katniss. Ho immaginato che abbia attraversato l'intera arena, che sia stata vista dai vari Tributi sopravvissuti alla Cornucopia.
Tengo molto a queste drabble, e mi piacerebbe tanto ricevere i vostri pareri, i vostri consigli, anche le critiche, espresse in maniera garbata, ovviamente.
Buona lettura! (:
S.

 

Di ali colorate e pensieri sospesi
 

Di ali colorate e pensieri sospesi

 

Tendine da cucina.
[Thresh]

Mia nonna e le sue tendine in cucina, da lei ricamate con ali spiegate e colorate.
È questa la prima cosa che mi viene in mente, avvistando la minuscola farfalla che si poggia sull’ascia che stringo fra le mani, sporca di sangue. Di chi?
Oh, se mia nonna mi vedesse…se mia nonna avesse visto la mia brutalità, nel momento in cui ho posto fine ad una vita che non mi sono nemmeno premurato di guardare in faccia. Lei che mi ha sempre insegnato a diffidare dalla violenza, lei che ha gli occhi di cioccolata, dolci e profondi.
- Scusa. – sussurro alla farfalla.
Ed è come se lo dicessi a lei.

Libertà in un disegno.
[Peeta]

Corro. Corro più rapido che posso. Sento respiri affannosi e passi svelti dietro di me, ma forse è solo l’immaginazione che mi gioca brutti scherzi. Accanto a me, alla mia stessa velocità, vola una farfalla. Un’incantevole creatura dalle ali blu e nere, screziate di giallo e arancio.
Ne disegnerò una identica su una torta, quando uscirò da qui. Se uscirò da qui. Significherà che sarò libero, come lei in questo momento – per quanto un essere tanto piccolo possa esserlo in un posto così sconfinato, e tuttavia terribilmente simile ad una gabbia. O quasi libero. Perché, se mai riuscirò a realizzare quel disegno, so che Katniss non potrà vederlo.

Tornare a casa.
[Rue]


Mi rannicchio dietro il cespuglio e trattengo il respiro. Solo quando sono certa che nessuno mi stia inseguendo, mi concedo un sospiro di sollievo.
Un puntino variopinto saltella da una corolla ad un petalo, da un filo d’erba ad una foglia. Una farfalla. Così simile a quelle del mio Distretto. Ma forse – penso – si somigliano un po’ tutte, fra loro.
Però mi piace pensare che si sia posata sullo stesso albero da cui, ogni sera, canto le quattro note per la mia gente. Mi piace pensare che qualcun altro, a quest’ora, lo stia facendo al posto mio: almeno per loro, è arrivato il momento di tornare a casa. Finalmente.


Ali sottili, da accarezzare.
[Katniss]

Le zampette sottili e nere mi solleticano le dita. Da qualche parte, ho letto che le farfalle non vivono più di un giorno. Mi chiedo se questa non sia un ibrido, se sia più longeva di quelle normali. Spero per lei di no.
La invidio: morirà, certo, ma quando arriverà il suo momento. Priva del peso di dover uccidere per sopravvivere e della paura che qualcuno uccida lei per la propria sopravvivenza.
Prima che si libri nell’aria, penso che a Prim piacerebbe accarezzare le sue ali sottili.
Così le accarezzo io, al posto suo. Mi compiaccio di poter ancora fare qualcosa per lei, anche da qui.

Mani che non sanno solo uccidere.
[Marvel]

Da bambino, ne raccolsi una fra le dita, ma fui troppo brusco e le schiacciai un’ala. Non riuscii mai a perdonarmelo. Così, per quanto forte sia la tentazione di sfiorarla, non mi concedo nemmeno di avvicinarmici troppo.
Se c’è una vita, qui dentro, in questo luogo al confine tra realtà e finzione, teatro di morte e sangue…se c’è una vita, qui dentro, che posso lasciar scorrere davanti a me senza il pensiero di doverla spezzare, resterò a guardarla e basta. È la farfalla che mi si avvicina, non io. Ne accarezzo le ali delicatamente. Continua a volare.
Mi consola sapere che le mie mani non sanno ancora soltanto uccidere.

Sogni di vestiti che sappiano volare.
[Glimmer/Lux]

Oh, com’è bella ed elegante! Blu, arancio, nera, gialla…e forse c’è anche qualche lieve sfumatura di rosa. Il suo volo somiglia ad una danza. La osservo per interminabili secondi, finché un’idea brillante mi balena in testa: chiederò a Celestine di confezionarmi un vestito che mi faccia sembrare una farfalla, per la sera in cui Caesar mi intervisterà di nuovo. Oh, sì, sarebbe perfetto. E lo sarebbe ancor di più, se solo Cato non stesse fissando la deliziosa creatura con odio. Odierebbe anche me, se indossassi un abito che ne richiami i colori e le movenze?
Non permetto alla mia mente di pensare che Cato non potrebbe star lì a guardarmi.

Su e giù, su e giù.
[Clove]


Idioti. Persi ad ammirare un viscido bruco nero con due triangolini blu ai lati. Sbatte rapida le ali, la farfalla. Su e giù, su e giù. Come le mie dita lungo la superficie del coltello che tengo infilato nella cintura.
Oh, sì, è molto bella. Certamente.
Ma Connie Tunner aveva un delizioso vestitino da farfalla, alla recita. E io mi dovetti accontentare della parte del bruco. No, mia cara Connie. Stavolta vinco io.
Guardo Cato, che annuisce, complice.
Tac.
Lux inorridisce: che stupida!
Marvel sussulta: debole!
Cato ghigna: subdolo. La cosa mi riempie di orgoglio.
Mira perfetta. Connie la farfalla giace a terra. Morta.

Ne vale la pena?
[Cato]

Ho lasciato a Clove il compito di liberarsene. Lux ha stretto le dita intorno alla mia maglietta, ma non l’ho respinta. Marvel ha mollato la presa sulla lancia, che è rotolata per terra.
La farfalla è scossa da lievi spasmi, ancora infilzata nella lama di Clove. Sorride, con quell’espressione un po’ folle che è ormai connaturata in lei.
- Andiamo, pappe molli. – grugnisco, allontanandomi da Lux e spingendo con il piede la lancia di Marvel.
C’è un qualcosa di terribile, nascosto nei meandri della mia mente. C’è la voglia di essere debole anche io, per un istante, come loro. Per una farfalla, Cato? Ne vale davvero la pena?

Più o meno.
[Finch/Foxface]

La gola arde e reclama acqua fresca. Sento la lingua riempirsi di pustole e diventare ruvida come carta vetrata. Gli occhi pizzicano, ma mi sforzo di non abbassare del tutto le palpebre. Intravedo qualche bacca scivolarmi dalle mani.
Nella mia testa, scorre rapida l’immagine di una farfalla in volo. L’ho vista qualche giorno fa. Ho desiderato essere come lei: piccola, veloce, insignificante.
Stando alle lezioni di scienze, dovrebbe già essere morta. O no?
Comunque, io lo sarò presto.
Morta non per la mia natura, ma per la mia volontà . Sempre meglio di niente, no?
Sono una farfalla. Più o meno.

 

Fine.

  
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