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Autore: Serenella88    24/07/2013    2 recensioni
Pur adorando Che dio ci Aiuti 2 e la stupenda coppia formata da Guido e Azzurra durante la visione ripetuta delle puntate della fiction ed in particolare di alcune scene più o meno significative per i due protagonisti ho provato a immaginare come sarebbe stato se alcune di queste scene fossero state girate diversamente, soltanto con un pizzico di romanticismo o approfondimento in più. E’ semplicemente il mio punto di vista, niente di più, niente di meno, spero vi possano piacere.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Se.... Buona Favola

Festa accademica. Fine del tango.

Beatrice “Vedo che stai già festeggiando” Guido guarda Azzurra spaesato, confuso e disorientato. Beatrice parla, ma è difficile ascoltare lei e avere occhi solo per la persona che tenevi stretta a te fino a poco prima “Ma tu non eri a New York?” chiede Guido poco convinto “E invece sono riuscita a tornare e ti do una notizia in anteprima hai vinto la cattedra a Berlino” Beatrice si avvicina a baciarlo e lui si chiede soltanto “dove sta andando lei?”, il bacio diventa più esigente, la sua attenzione è stata strategicamente catturata dalla fidanzata. Ma Guido si libera per un attimo scusandosi e la raggiunge “Azzurra” la ragazza è di spalle e pensa “devo proprio voltarmi?” si gira verso di lui fingendo una calma e una tranquillità solo apparente “Dove stai andando? Non c’è bisogno che tu vada via? La festa non è ancora finita, puoi restare ancora se vuoi” le dice come un fiume in piena senza respirare ma propenso a convincerla.

“Per me è finita, invece. E’ tardi, domani devo svegliarmi presto per accompagnare Davide a scuola e poi c’è Beatrice, io che ci resto a fare?”

“Ma ti stavi trovando bene, ti stavi divertendo, eri a tuo agio” lei fissa un punto ben preciso di fronte a sé. Beatrice è già perfettamente integrata al gruppo, scherza, ride, cita episodi, scrittori, fa riferimenti politici, molti la circondano, conversano.

Guido segue il suo sguardo e vede la stessa scena che si oppone con una concretezza schiacciante alle sue parole “Buonanotte professor Corsi e buon proseguimento di serata”

Si allontana di qualche passo e Guido raggiunge il gruppo dei colleghi che parla, sparla e straparla.

Azzurra prende la sua auto per rientrare in convento, è sconsolata, scalza e decisamente rattristata “Vado a casa e mi metto un po’ accanto a Davide, lo osservo dormire e tutto mi sembrerà migliore. Sembriamo essere noi a dare tanta forza a lui ed invece è quello scricciolo ad essere una forza inarrestabile per noi e per me”.

Poco dopo però resta vittima di un incidente, l’auto non ne vuole sapere di partire, la caviglia le fa un male cane, aver guidato senza scarpa ha avuto il suo prezzo e il cellulare deve aver preso un colpo cadendo dalla borsetta poggiata sul sedile anteriore, prova a chiamare il convento e il cell di suor angela ma non riesce a prendere la linea. La persona con cui ha tamponato non le ispira molta fiducia, in quell’auto c’erano due uomini e i loro modi non sono molto gentili “che situazione del cavolo” constata sperando che il cellulare si riprenda dalla botta tornando a fare il suo lavoro.

Guido è stanco delle chiacchiere e della festa, sono le tre di notte ed è veramente tardi, prima di congedarsi nei pressi della scala d’accesso si rende conto che c’è una scarpa abbandonata “E’ di Azzurra” la raccoglie e chiama un taxi per tornare a casa. Accompagna Beatrice in hotel che sembra un po’ delusa per la serata in sé e soprattutto per l’epilogo tra di loro, ma Guido era stato chiaro, mai nottate in convento.

“Sei sicuro di non voler restare in albergo con me?”

“No Beatrice te l’ho già detto, preferisco andare a casa”

“A casa?”

“Si in convento. Ho lasciato Davide da solo già per troppo tempo, poi sono stanco”

“Assente e silenzioso, direi. Comunque hai ragione tu sarà per la stanchezza. Buonanotte”

Proseguendo su quella strada, lui si accorge di un auto ferma sul ciglio della strada e poi intravede distintamente una donna vestita in rosso seduta sul marciapiede e due uomini vicino a lei.

“Fermo! SI FERMI” urla quasi senza rendersi conto.

“Eh un attimo, qua già hanno fatto un botto me ne vuole far fare un altro professò?”

“Aspetti qui” ordina scendendo dall’auto.

“Andiamo riprendi a funzionare, forza, solo una volta, ti prego” lei implora il suo cellulare

“Azzurra”

La ragazza sobbalza “Guido” risponde passando da un tono di sorpresa e di sollievo ad uno di superiorità “Perché sei qui?” Come se fosse nella condizione di fare conversazione e di non considerare un miracolo il fatto che lui fosse lì in quel momento.

“Passavo in taxi ed ho riconosciuto la tua macchina poi ti ho vista qua, a terra, stai male? Vuoi che chiami un’ambulanza?”

“No… no… solo la caviglia mi fa male”

“Ma cosa è successo?”

“E’ successo che la signorina c’ha tamponati ed ora ci deve risarcire i danni”

“Io? Ma se voi avete frenato all’improvviso e non ho potuto evitarvi”

“Si vabbè dicono tutte così, lei ci deve ripagare i danni”

“Sentite io non vedo danni evidenti, fortunatamente, non credo sia stato uno scontro troppo forte, comunque questo è il mio bigliettino di visita, io sono un avvocato e se domani va bene ci vediamo alla residenza universitaria del convento degli angeli, così faremo un C.I.D. e chiariremo le posizioni”

“Un avvocato?” domanda uno guardando l’altro “brutta razza” risponde l’amico e si allontanano dopo aver preso il bigliettino

“Ma tu non sei un avvocato?” chiede lei acida

“Vabbè lo sono stato, di sicuro, conosco la legge”

“Ahi, ahi, ahi”

“Ti fa male vero? Ma c’è la fai ad alzarti?”

“Non lo so io con Umberto ho solo fatto finta di essermi fatta male la caviglia”

“Sempre la solita, tu! Addirittura hai fatto finta di farti male per conoscere quello”

“Tanto poi ci hai pensato tu a farlo sparire quello”

“EH! Ho capito! Azzurra appoggiati a me e cerchiamo di tornare in convento. Forse troviamo sveglia Margherita o suor Angela e ci facciamo dare qualcosa per allievare il dolore”

“Veramente fa male solo a me, al limite mi FACCIO dare qualcosa per il dolore, comunque apprezzo la partecipazione professor Corsi”

La aiuta ad alzarsi e chiedendo al tassista di avvicinarsi evita di farle fare sforzi

“Come va?” le chiede

“Va bene… va meglio di quel che pensassi”

“Dammi le chiavi, guido io la tua macchina”

“Non se ne parla nemmeno” salta su dal sedile lei

“Azzurra dai non è il momento di andare per il sottile, dammi le chiavi”

“Non parte, non si muove di lì, forse temeva di essere guidata da te e si finge moribonda”

Lui ride “Vabbè telefonerò ad un carro attrezzi per farla rimuovere, torniamo a casa”

Guido riesce a chiamare suor Angela che li accoglie al ritorno, c’è anche Margherita che dopo aver dato un’occhiata, le consiglia una pomata, non sembra esserci niente di rotto, é solo un po’ gonfia, se ci fossero state fratture o rotture il dolore sarebbe stato insopportabile. Il giorno dopo, comunque, suggerisce ad Azzurra di andare con lei in ospedale per fare una radiografia e togliersi ogni dubbio.

Margherita si ritira nella sua stanza, mentre Guido le va a comprare una pomata per la contusione e cerca di farle recuperare l’auto dall’assistenza stradale. Rimane con Suor Angela.

“Allora mi spieghi come mai hai avuto l’incidente ed eri da sola? Guido mi ha detto che ti ha trovato per caso, ma non stavate alla festa insieme?”

“No, perché io me ne sono andata via prima, è arrivata all’improvviso Miss Moscetta dall’America e quindi fine della serata”

“Ah, che peccato”

“Guardi suor Angela non mi sono fatta niente”

“Ma non è per te, è per Davide. Eh, che chissà che cosa mi aspettavo io da questa festa, io speravo… che voi vi sareste messi insieme, avreste formato una famiglia e così Davide non se lo portavano via i servizi sociali”

“Aspetti… aspetti che c’entrano i servizi sociali, non abbiamo ancora trovato Paolo Marino, ma lo troveremo… vero?” il viso di suor Angela è piuttosto eloquente “non lo troveremo… non mi piace quando fa quella faccia”

“Paolo Marino era stato arrestato per droga qualche tempo fa e poi più nessuna traccia”

“Ah! E lei quando l’ha saputo?”

“Quando Guido è venuto a stare in convento o meglio poche settimane dopo. Ma la vera notizia è arrivata qualche giorno fa, in Thailandia hanno trovato un cadavere che aveva addosso i documenti di Paolo Marino, potrebbe essere morto e se lo dico a Guido, quello scappa e quindi io speravo che tu… che con te… insomma che tra voi succedesse qualcosa. Ma forse mi sono sbagliata”

“No, lei non si è sbagliata, si è vero Guido è rimasto con Miss Moscetta, ma prima c’è stata la magia, la favola”

“Suor Angela, Azzurra” li interrompe proprio il professore

“Ahi… ahi”

“Azzurra ti fa ancora così male?” chiede lui

“Solo un po’”

“Ho trovato la crema e poi prima alla festa ho trovato anche questa” dice mostrandole la sua scarpa.

“Ah”

Gliela infila delicatamente “L’ho recuperata” e mentre l’allaccia considera sorridendo “Come Cenerentola”

“Come Cenerentola” conferma lei. E i loro sguardi sono uno intrecciato a quello dell’altra. Dimentichi di suor Angela e del mondo circostante. Lui e Lei dolcemente, semplicemente.

“Beh, andiamo tutti a fare la ninna?” li interrompe la consorella.

“Eh.. eh… si, anzi Azzurra avevo pensato una cosa prima, mi dispiace per come è andata alla festa, per l’incidente, per la caviglia, perché non ti trasferisci a casa mia e di Davide? Così… così ci prendiamo noi cura di te”

“Bene, bene, bello, ottima idea Guido, con questa caviglia anche io mi sentirei più sicura se non fosse da sola in stanza” coglie la palla al balzo suor Angela

“Va bene, va bene, allora è deciso, ti aiuto ad andare di sopra” interviene Guido, intanto, Azzurra riesce a reggersi in piedi abbastanza bene ma si appoggia a lui per non affaticare il piede.

“Buonanotte ragazzi e buona favola”

Guido la guarda con fare interrogativo

“Sogni da favola, intendevo, buonanotte”

  
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