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Autore: welandtol    24/07/2013    1 recensioni
Ventidue anni prima di Katniss.
Prima di Snow.
Prima di Seneca.
Due anni dopo la seconda Edizione della Memoria.
Prima di tutto.. O l'inizio di tutto?
Benvenuti nei 52esimi Hunger Games..
E che la sorte sia SEMPRE vostro favore.
P.s. Ogni riferimento ad Aureliano realmente esistenti è puramente casuale.
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi sveglio di soprassalto, e mi chiedo perché nessuno mi abbia svegliata. Poi capisco, ed affondo la testa nel cuscino.
Accidenti alla Mietitura.
Accidenti a Capitol City.
Vorrei uscire dal Distretto 10 in cerca di libertà. Vorrei scappare da tutto e da tutti, ma so che se solo ci provassi mi scoprirebbero, mi porterebbero a Capitol City e mi taglierebbero la lingua. Quella proprio è una fine che non voglio fare.
Mi vesto velocemente. Non è ancora l’alba, ma non ce la faccio più a stare in casa. Tanto oramai la notte è andata. Mi avvicino alla porta, ma sento dietro di me la vocina di Alyssa, la mia sorella minore -Leah, dove vai? Posso venire con te?
Le rispondo accennandole un sorriso -No tesoro, vai a dormire che oggi sarà una lunga giornata.
Mi avvicino e le do una leggera spinta verso la camera, ma in quel momento esce mia sorella Katelyn che ci guarda sorpresa. -Hey, che ci fate alzate? Io devo fare pipì.- dice mezza addormentata.
-Io stavo uscendo. Porta a letto Aly. E non svegliare Jason.
Detto questo esco di casa chiudendo la porta senza far rumore. Mi dirigo verso il fienile abbandonato in fondo al distretto, dove so che incontrerò Edward. Il mio migliore amico.
È il ragazzo più bello del distretto, e tutte gli vanno dietro. Ma io no. Considero lui ed Elena come fratelli acquisiti.
Tutto cominciò quando ci fu una grande epidemia nel Distretto. I Pacificatori si rifiutarono di considerarla tale, per questo non venne mai registrata da Capitol City.
Ma la verità è che morirono centinaia di persone, compresi i nostri genitori. Mia madre, una delle veterinarie del distretto, si occupava dei malati durante l’epidemia.
Così conobbi Ed. I suoi genitori furono assegnati a mia madre perché li curasse, quindi Edward ed Elena vennero a casa mia per non essere contagiati. Purtroppo i suoi genitori morirono, e anche mia madre si ammalò portando il morbo alla famiglia. Sia io che mio padre ci ammalammo. All’epoca avevo otto anni. Jason, mio fratello e Elena, allora quattordicenni, si accollarono il peso di badare ad un Ed quattordicenne e a Katelyn e Alyssa, che non avevano più di due anni. Fu solo grazie ad un miracolo se mi salvai.. Mio padre disse che era perché ero stata destinata a qualcosa di grande. Ma per il momento l’unica grande cosa che abbia fatto è stata vincere la gara scolastica di corsa a cavallo. I miei mi mancano terribilmente ma ho sempre cercato di non pensarci ed andare avanti.
Entro nel fienile, mi guardo attorno e noto una sagoma nell’ombra. Riconosco la sagoma dei ricci del mio migliore amico. Mi sorride mettendo in mostra le sue fossette, esce dall’oscurità e così finalmente riesco a vederlo meglio. Viene verso di me, mi abbraccia e quando si stacca guardo dentro i suoi meravigliosi occhi verde/azzurro. Sono un po’ arrossati e sotto si distinguono delle profonde occhiaie. Probabilmente neanche lui ha dormito molto stanotte. Le sue labbra carnose si storgono in una smorfia che potrebbe somigliare ad un sorriso e mi dice-Allora… dormito bene stanotte?
-Ahahahaha che bella battuta! Sinceramente penso che neanche gli animali abbiano dormito. L’agitazione si sente nell’aria
-Si… Leah, Ho paura. Insomma… Lo so che non dovrei essere tra quelli che si lamentano, ma questa è la mia ultima mietitura… e non vorrei che venisse estratto proprio uno di quei ventuno biglietti con scritto il mio nome. -A chi lo dici Ed! Io ne ho già 20 e sono solo al mio quarto anno!
L'estrazione avviene in questo modo.
Si è estraibili da quando si hanno 12 anni a quando se ne hanno 18.
Le nomine sono cumulabili, quindi se il primo anno ne hai una sola, il secondo ne hai due, il terzo tre eccetera.
Se però sei parte di una famiglia povera, esiste un trucco.
Puoi chiedere, in cambio di ulteriori nominazioni, una piccola quantità extra di cibo. Per questo Ed ha 40 nominazioni.
7 perché deve, e 14 per le tessere che ha preso per se e per Elena.
Vedo Ed prendere la sua chitarra sgangherata da dietro una balla di fieno. Gli sorrido e ci sediamo. È come un rito tra noi: ogni giorno cantiamo assieme, mentre lui suona. La sua voce è un qualcosa di straordinario, dolce e ruvida allo stesso tempo. Quanto alla mia.. beh… è una voce.
A volte rimaniamo lì a giornate intere, a parlare ed a suonare. Siamo sempre insieme. Non ho altri amici. Jason dice che la gente pettegola sparge voce in giro che noi stiamo insieme. Non ci potrebbe essere niente di più falso, ma noi andiamo avanti e facciamo come se niente fosse.
Dopo aver cantato mi affaccio fuori. A vedere il sole sono più o meno le undici.. Meglio andarci a preparare per la mietitura. Faccio per andarmene, ma Ed mi prende per un braccio e mi attira a se. Ci scambiamo qualche parola di conforto, e poi ci separiamo per prepararci a quella specie di inferno che ci aspetta ogni anno.
Quando arrivo a casa vedo che Jason sta uscendo.
-Prepara le piccole, fatti una doccia e vestiti decente.- mi dice accennando un sorriso. Annuisco. Fa per andarsene ma poi cambia idea, si avvicina e mi abbraccia. Con gli occhi lucidi mi dice -Andrà tutto bene, vedrai.
Mi da un bacio sulla guancia e se ne va. Entro in casa, vedo Katelyn che conforta Alyssa. La piccola sta piangendo.
Vado subito da lei e le dico -Hey Aly, perché piangi tesoro?
Lei mi guarda con gli occhioni nocciola pieni di lacrime, e singhiozzando risponde -Non voglio perderti.
La guardo con tenerezza e non posso fare a meno che qualche lacrima mi solchi il viso.
-Dai, tranquilla, andrà tutto bene.- le dico senza convinzione.
-Si Aly, stai tranquilla. Leah è forte. Sa cacciare abbastanza bene, corre veloce ed ha una buona mira. Se andasse nell’arena qualche speranza la avrebbe. Anche a me mancherà molto ma dobbiamo rassegnarci e credere in lei.- aggiunse Katelyn. Spalancai la bocca a sentire le parole che uscivano dalla bocca di una ragazzina di dieci anni.
La abbracciai e la ringraziai delle belle parole. Lei mi schioccò un bacio sulla guancia. Poi guardai Alyssa che sorrideva (o almeno ci provava).
In una mezz’ora le vestii, poi mi lavai scaldando un po’ d’acqua. Jason mi aveva lasciato un vestito di mia madre sul letto.. Mi sforzo di non piangere e me lo infilo.
Acconcio in una coda alta i lunghi capelli biondi di Alyssa e faccio una treccia a Katelyn. È quasi l’una e tra poco sentiremo il segnale per andare in piazza.
Prima di uscire mi chino davanti alle mie sorelle. Sono bellissime, delle bellissime piccole guerriere che come me hanno superato il passato per dirigersi verso quell’inferno che è il futuro. Sembrano quasi gemelle, se non fosse che Aly è di un anno più piccola e Katelyn ha i capelli castani. Dopo un minuto di silenzio dico loro -Succeda quel che succeda vi voglio un mondo di bene.
Loro mi abbracciano forte, e quando sentiamo il richiamo raggiungiamo Jason in piazza. Quando arriviamo mi abbraccia e gli lascio le ragazze. Lui le bacia sulle guance e dice loro che andrà tutto bene. Più mi allontano più inizio a sentirmi sola e spaesata, nonostante conosca chiunque.
Mentre sono in fila per registrarmi, vedo Elena che raggiunge Jason. Quando mi vede mi saluta e mi rivolge un sorriso triste. Io faccio lo stesso.
Elena è bella come Ed, ha lunghi capelli mori e occhi verdissimi. Mi indica un punto nella folla, dove noto subito Ed. Lui mi sorride come per dire “Ci risiamo!!”. Annuisco scuotendo la testa.
Dopo essermi registrata prendo posto in piazza, e guardo il palco aspettando di vedere Yasmin Dorough, l’emissaria di Capitol City che si occupa di estrarre il tributo maschio ed il tributo femmina qui nel distretto 10. Penso a quanto mi farebbe schifo essere lì sopra, per decidere la sorte di due ragazzi che sicuramente andranno dritti verso la morte. Rabbrividisco, ma secondo quelli di Capitol City è un grande onore essere estratti. Ritorno alla realtà giusto in tempo per vedere Rachael Piras che entra sul palco. Ha vinto i trentaquattresimi Hunger Games ed è la nostra ultima vincitrice.
Non la vedo mai per le strade, probabilmente preferisce stare nella parte alta della città, dove vivono i vincitori. Rachael ha trentaquattro anni, e non mi sembra che faccia uso di droghe o di alcolici vari, è tranquilla e sembra una donna “normale”, non una che ha vinto gli Hunger Games togliendo la vita ad altri ragazzi. Deve essere orrendo vivere nel rimpianto. Oltre a Rachael abbiamo avuto altri due vincitori: un è morto di vecchiaia qualche anno fa, uno è talmente pieno di morfamina che non riesce ad alzarsi dal letto. Non mi sorprende che da dieci anni a questa parte sia lei a fare da mentore.
Ha i capelli biondo cenere e gli occhi grigio/azzurri. In genere i capelli biondi sono una caratteristica del Distretto 7 o del 2, quindi lei è quasi una rarità. Non ha un compagno, forse per paura che i suoi eventuali figli finiscano nell’arena.. O forse è soltanto asociale.
Dopo Rachael, Yasmin sale sul palco accompagnata dal sindaco del distretto. È davvero ridicola: ha la pelle verde, un pomposo vestito viola con dei tacchi altissimi e dei capelli blu che sfumano in tutte le tonalità di azzurro e le ricadono in una marea di onde sulle spalle. La guardo in faccia e vedo che ha un occhio verde ed uno viola. Ha una pelle perfetta.. Mi domando quanto lifting si sia fatta. Non posso fare a meno di pensare che la moda di Capitol City sia davvero strana.
Yasmin comincia il suo solito discorso. -Salve distretto 10!- dice tutta trillante. -Benvenuti ai cinquantaduesimi Hunger Games e che la buona sorte possa sempreessere a vostro favore!!
Dopodichè inizia a raccontare la storia di Capitol City, la sottomissione dei distretti ecc.
Cerco di ascoltare ma non riesco a concentrarmi, tutto quello che sento è solo “bla bla bla”.
Poi c’è una pausa. Silenzio di tomba.
Yasmin sorride compiaciuta dicendo -È ora di estrarre i tributi!.
C’è molta tensione nell’aria, automaticamente mi volto a guardare la mia famiglia e Elena. Poi guardo Ed che mi fa un cenno col capo in direzione del palco.
Vedo Yasmin che si dirige verso la boccia delle ragazze. Infila la mano dentro. Sento il cuore esplodermi in petto. Muove la mano per cacciarla più a fondo. Inizio a tremare. Tira fuori il bigliettino. Mi impongo di calmarmi. Lo apre e pronuncia il nome al microfono con lo stupido accento di Capitol City.
-Leah Carter.
Mi blocco, tutti si girano verso di me a guardarmi. Sento Katelyn e Alyssa che urlano il mio nome ed Elena e Jason che tentano di calmarle, anche se le loro voci sono spezzate dal pianto. Mi avvio verso il palco tentando di farmi piccola per non essere vista, ma mi accorgo che non serve a niente.
Mentre salgo le scale mi impongo di essere determinata come quando sono morti i miei. Faccio un bel respiro e bacio sulle guance Yasmin che si congratula con me. Guardo Edward, e cado nello sconforto. I suoi occhi sono pieni di lacrime, mi guarda e scuote la testa. Non l’ho mai visto così.
Mi limito a tremare quando Yasmin estrae la strisciolina dalla boccia dei ragazzi.
Si dirige trionfante verso il microfono.
-Edward Bennett.
Mi sento morire. Non può essere, è uno scherzo, non può essere.
Io e Ed nell’arena che dovremmo cercare di ucciderci.
Sembra un incubo, ma so che non lo è. È la realtà, e questo dimostra quanto la vita possa essere crudele. Mi chino su me stessa incurante di tutte le persone che mi stanno guardando e comincio a piangere. Vedo Ed salire sul palco tremante e con le lacrime che gli sgorgano come fiumi dagli occhi.
-Ecco i tributi del distretto 10!!
Io e Ed ci abbracciamo forte.
-Non finirà così.- sussurro. La stretta di Ed si fa ferrea.
-Uccidimi ora.- mormoro. Lui mi guarda sconvolto.
-Uccidimi. Ti prego, non voglio combattere contro di te per il divertimento della Capitale. Uccidimi adesso.- imploro con voce rotta.
-Dobbiamo andare.- dice un Pacificatore. Lo ignoro, allora mi solleva di peso e mi stacca dal mio migliore amico.
-Ed! Ed!- urlo, cercando di liberarmi.
L’ultima cosa che vedo è lo sguardo perso del ragazzo, con una mano ancora tesa verso di me.

  
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