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Autore: Earth    25/07/2013    4 recensioni
In un passato lontano e oscuro Gallifrey fu distrutto. Solo un Signore del Tempo sopravvisse. Girò in lungo e in largo nell'universo e con il passare degli anni la terra lo riconobbe come il Dottore. Questo è tutto vero, ma lui è solo l'ultimo Signore del Tempo...
- Primo capitolo: da qualche parte nella 6° stagione
- Secondo capitolo: 7° stagione, tra "The Snowmen" e "The Bells of Sait John"
- Terzo e seguenti: 7° stagione, tra "Cold War" e "Hide"
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ombre


 

La dispensa era buia. Alcuni barattoli semivuoti se ne stavano impolverati su vecchi scaffali e le loro ombre si diramavano lunghe nel buio circostante. In un angolo, una piccola lampadina emanava una luce fioca, ma le dense ombre nere la circondavano, soffocando anche quel minuscolo alito di luce.
Tom puntò la torcia verso l'interno della dispensa. Il cerchio di luce toccò le ombre ma, come se fosse assorbito dal buio, non riuscì a rischiarare nulla.
Il bambino fece ondeggiare la luce della torcia di qua e di là un paio di volte.
Ad un tratto, sotto gli occhi di Clara, l'ombra di uno dei barattoli scomparve per far posto, per una frazione di secondo, ad un piccolo spiraglio di muro.
Clara si sentì spingere in dietro.
« No! Fermo, non farlo! » il Dottore tolse bruscamente la torcia dalle mani di Tom, mentre la Fata chiudeva velocemente la porta della dispensa facendola sbattere rumorosamente.
« Ma cosa fai?» gridò David innervosito alla Fata. Poi guardò il Dottore « Tutti e due! vi sembra il modo di... » ma si fermò. La Fata si era appoggiata di spalle alla porta della dispensa e il Dottore aveva spento la torcia.
Un rumore sordo riempì la stanza, Clara sentì il pavimento tremarle sotto i piedi, barcollò cercando di rimanere in equilibrio.
La Fata si scostò dalla porta e guardò in su.
« Ma cosa... » balbettò Tom guardando a bocca aperta verso il soffitto.
Clara seguì il suo sguardo. Un immensa nube nera si stava espandendo dalla parte alta della porta della dispensa.
Un fumo scuro e denso si diramava sul soffitto correndo silenzioso in tutte le direzioni.
« Cosa diavolo... » farfugliò David incredulo.
« Sono Vashta Nerada » disse il Dottore indietreggiando di qualche passo come per seguire la macchia nera « esseri microscopici. Vivono nel buio, potremmo dire che loro stessi sono una parte del buio. Molto pericolosi. »
« E cosa vogliono? » chiese Clara. Sentì un brivido scivolarle lungo la schiena. Era una strana sensazione, il momento in cui capisci che ormai ci sei dentro fino al collo e non puoi tirarti indietro, di quando sai che devi correre e non puoi fare altro che prepararti al salto. Addio passeggiata tranquilla, addio serata senza imprevisti. Eccolo. Sentì il cuore fermarsi, un rintocco si perse trascinato via dal respiro spezzato.
« Sanno di essere stati scoperti e sono molto arrabbiati » continuò il Signore del Tempo.
I Vashta Nerada si allontanarono e corsero via verso le altre stanze della casa.
Per qualche lungo istante nessuno disse o fece nulla. Clara continuò a guardare il soffitto sopra la sua testa ormai bianco.
« Sono scappati? » la voce di David ruppe il silenzio.
Clara si voltò a guardarlo. Non era un “ragazzino” come lo aveva definito la Fata, ad occhio e croce poteva avere diciott'anni, o giù di lì. Aveva i capelli spettinati, chiari come quelli del fratellino e la maglietta a strisce verdi che indossava gli stava troppo grande, forse era un pigiama.
« Oh no, non sono scappati, no di certo. I Vashta Nerada non scappano, non ne hanno il motivo. » rispose il Dottore guardandosi intorno circospetto e tirando fuori dalla giacca marrone il cacciavite sonico.
« Tom » continuò facendo ronzare il cacciavite « ricordi la lampada di prima? Va' a prenderla dobbiamo rimanere alla luce».
Il bambino guardò il Dottore con gli occhi sgranati, poi strinse i pugni. A Clara sembrò che stesse per scoppiare a piangere, ma invece fece di “si” con la testa e si precipitò al piano di sopra.
« Tom che stai facendo? » gridò David vedendo il fratello correre su per le scale « prendi ordini da lui e gli obbedisci? »
« E' inquietante vero? » disse la Fata.
Il Dottore che stava puntando il cacciavite sonico in giro per la stanza si fermò. Clara lo osservò interrogativa, ma la sua domanda non trovò risposta.
Entrambi si voltarono a guardare la Fata: era rimasta lì, ferma davanti alla porta della dispensa. Sorrideva. Quello strano sorriso che Clara aveva visto nel parco e che ancora una volta non le sembrava nascondere niente di buono.
La Fata lanciò uno sguardo al Dottore poi, sicura di aver catturato l'attenzione di tutti e tre, tornò a guardare Clara e David. Si passò una mano tra i capelli e facendo un paio di passi verso di loro disse: « pressoché tutte le creature dell'universo hanno un'irrazionale paura del buio, ma si sbagliano perché non è irrazionale sono Vashta Nerada. »
Clara sentì il Dottore afferrarle il braccio e con uno strattone tirarla via verso la porta d'ingresso della casa.
« Noi ce ne andiamo » disse in Signore del Tempo dirigendosi a passo deciso verso l'uscita.
Clara lo guardò sorpresa, e puntò i piedi a terra. « Che storia è mai questa! Noi non ce ne andiamo! » disse risoluta, ma il Dottore sembrava non averla sentita « Dottore non possiamo andarcene! E loro? » continuò la ragazza opponendo resistenza.
« Trovate un posto alla luce e restateci » disse il Signore del tempo aprendo la porta.
Un'aria gelida investì il viso di Clara facendola trasalite. « Eh no! Noi non scappiamo! » gridò allora la ragazza. A quel punto il Dottore si fermò e si voltò a guardarla.
« Noi rimaniamo qui!» disse Clara con tono di sfida. Per quale motivo aveva deciso che non potevano restare, affrontare stelle giganti assetate di anime e marziani impazziti andava bene, ma adesso stavano scappando per un mucchietto di ombre? Il Dottore la osservò per qualche istante « ok! » disse alla fine richiudendo la porta e tornado in dietro « Rimaniamo!»
I due tornarono indietro nella cucina dove la Fata e David erano rimasti.
David si guardava attorno confusamente.
« E adesso cosa facciamo? » disse vedendo Clara e il Dottore fare capolino nella stanza.
« Accendiamo le luci! Lo hai detto il Dottore no? » disse la Fata dirigendosi di corsa verso il salotto e premendo ogni interruttore che trovava « David su non startene li impalato! Dammi una mano! »
Intanto si sentirono i passi di Tom riecheggiare dal piano di sopra.
Il Signore del Tempo di diresse verso la finestra della cucina, scostò la tenda bianca a fragole rosse e sbirciò fuori.
« Dottore, e io che faccio? » chiese Clara ritrovandosi sola in mezzo alla stanza mentre tutti erano indaffarati.
« Tu... » disse il Dottore spostandosi da una finestra ad un' altra « luce Clara. Non dobbiamo rimanere al buoi... » le rispose pensieroso.
Dal piano di sopra si sentì un tonfo e poi il rumore di qualcosa di metallo che cadeva a terra seguito dai lamenti di Tom.
Clara lanciò uno sguardo al Dottore che intanto era sparito in salotto e si diresse su per le scale.
Sul pianerottolo del primo piano trovò Tom per terra che cercava di liberarsi da una grossa lampada di metallo. La ragazza lo aiutò ad alzarsi « Tutto bene? » chiese.
« Si grazie » rispose il bambino massaggiandosi la testa. Clara afferrò la parte davanti della lampada, mentre Tom sollevò quella posteriore « portiamo questa di sotto e cerchiamo di non farci prendere dal panico » disse Clara.
I due scesero le scale e arrivati in salotto videro il tavolino tra i due divani in mezzo alla stanza pieno di candele accese.
La Fata era seduta su una delle due poltroncine rosa mentre il Dottore e David stavano trafficando con la TV.
Che strana quella televisione, era ingombrante e rispetto alle sue dimensioni lo schermo era tremendamente piccolo, sembrava quelle che si vedevano dei vecchi film... ma infondo erano negli anni cinquanta!
« Non dovevate accendere le luci? » chiese Clara guardandosi attorno. La luce delle candele accese sul tavolino oscillava e sbatteva sugli oggetti della stanza creando ombre lunghe e minacciose, un atmosfera tutt'altro che rassicurante. La cucina e le altre stanze della casa erano però cadute in un buio innaturale.
« E infatti sono accese » rispose la Fata lasciandosi cadere sullo schienale della poltrona su cui era seduta.
« Se solo riuscissi a collegare questi due fili...» disse il Dottore mentre cercava di sistemare la televisione che aveva smontato.
« Lo avete visto? » esclamò Tom indicando le scale.
Clara guardò in quella direzione incuriosita, per un po' non vide niente, ma poi ad un tratto un ombra si mosse, sparì e ricomparve su di un gradino più alto. Poi svanì di nuovo.
« C'è qualcuno...» disse Tom e tornò indietro rincorrendo l'ombra che era scomparsa.
« Dove vai? Tom! » esclamò la Fata e presa una candela dal tavolino lo seguì su per le scale. Nel buio Clara non riusciva più a vederli, ad un tratto un urlo spaventato arrivò dal piano di sopra.
David e il Dottore smisero di armeggiare con la televisione, e Clara si precipitò di sopra.
Il pianerottolo era nella penombra. Clara sentì le voci di Tom e della Fata in lontananza e raccogliendo tutto il coraggio che le rimaneva attraversò il corridoio. Arrivata in fondo, una finestra aperta faceva entrare un sottile nastro di vento e la luce della luna, ormai alta nel cielo, rischiarava la stanza. Clara avanzò ancora di qualche passo verso Tom e la Fata. Ad un tratto pestò qualcosa che le si piegò sotto la sua scarpa, alzò il piede e vide la candela che la Fata aveva preso poco prima dal tavolino.
Tom indicava nervosamente un punto imprecisato davanti a lui « era enorme, aveva le ali e ... e... »
« Tom calmati di cosa stai parlando? » la Fata si era abbassata all'altezza del bambino e tenendolo per le spalle lo guardava preoccupata.
« Era uno pterodattilo » continuò Tom con la voce tremante « era gigante e voleva mangiarmi! »
« Uno pterodattilo? » chiese Clara guardandosi in torno, ormai avrebbe creduto a tutto.
« Si, ho visto la sua ombra proprio lì »
Clara osservò nel punto che Tom indicava. Era la stanza da dove erano entrati, scavalcando la finestra. La porta era chiusa ed uno spiffero di luce, proveniente non capiva bene da dove, illuminava appena il corridoio. Clara vide l'ombra del Dottore sul pavimento in lontananza « Dottore! » lo chiamò, anche lui doveva essere salito sentendo le urla « Dottore siamo qui! » disse facendo un paio di passi verso l'ombra.
« Clara! » una voce la chiamò alle sue spalle. Si voltò, era il Dottore che saliva velocemente le scale.
« Ma come.... eri laggiù? » Clara lo guardò confusa, l'ombra sul pavimento non c'era più.
Il Dottore non aveva più la giacca e il cravattino era tutto storto « dobbiamo andare di sotto, restare alla luce » disse lui nervosamente.
Scesero le scale.
Una volta in salotto, dove la TV e le candele illuminavano la stanza David gli venne in contro.
Il Dottore si lasciò cadere su una delle poltrone e si passò una mano tra i capelli ormai spettinati.
Era difficile ammetterlo ma Clara aveva la tremenda sensazione che la situazione fosse fuori controllo, sarebbero potuti uscire se solo non fosse stato così buio, avrebbero potuto fare… non aveva la più pallida idea di cosa dovevano fare! A dire il vero non ci stava capendo proprio nulla, ma la cosa che la spaventava di più era la reazione del Dottore davanti a tutto questo. Sin da subito, per qualche strano motivo aveva tentato di andarsene e ora...
David che continuava ad andare su e giù per la stanza si fermò davanti alla Fata : « tu li hai già incontrati questi Vashta Nerada? Voglio dire, cosa sono, cosa fanno?»
La Fata lo osservò per un attimo. Poi si sedette su di una sedia alle sue spalle, si passo una mano trai i boccoli scuri e si guardò attorno come per riorganizzare le idee.
« Io...» disse « no. O meglio si. Si, credo di averli già incontrati. Insomma... si raccontano tante storie nell'universo.... loro...» si passo di nuovo la mano tra i capelli nervosamente, poi lanciò uno sguardo al Dottore seduto sulla poltrona dall'altro lato della stanza.
« Dottore » disse Clara avvicinandosi al Signore del Tempo « tu li hai già incontrati? »
Clara, non sapeva il perché ma aveva paura di fare quella domanda, sentì la propria voce tremare, ma ancora di più temeva la risposta.
Il Dottore si passò una mano sul viso, corrucciò la fronte, poi guardò Clara « si » disse.
La ragazza sentì qualcosa di strano in quella risposta, qualcosa di insolito. Dove era finita la sua solita parlantina, il suo solito parlare a vanvera.
« e... » chiese Clara sentendosi la gola secca « come è finita? »
Il Dottore non rispose, per un lungo istante rimase lì a fissarla.


 


 


 

DUE PAROLE:

Ragazze/i sono imperdonabile lo so! Ho lasciato passare quasi due mesi dall'ultimo capitolo!!! ok ok questa storia deve andare avanti! Non ho alcuna intenzione di lasciarla a metà quindi.... Diciamo che ho dovuto fare delle trasformazioni alla trama, un vero e proprio cambio di rotta, ma adesso spero di aver messo le idee a posto e quindi di riuscire a mandare a vanti la storia con una certa costanza ^.^

Ditemi che ne pensate (perché io come al solito non ne sono tanto convinta...) e ovviamente recensite :-) 

   
 
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