Era il primo
giorno di scuola. Per la
precisione era il primo giorno di scuola media. Potete benissimo
immaginare
l’emozione che avevo in corpo. I fondo tutto ciò
che è nuovo ci spaventa sempre
un po’, soprattutto se siamo piccoli. Ed eccomi
lì, in classe seduto vicino ad
un compagno a caso. Ad un certo punto avemmo l’entrata in
classe del professor
Fiore, che ci avrebbe detto l’orario settimanale. E la prima
materia fu subito
una mazzata i mezzo agli occhi.
<<
Prima ora del lunedì… educazione
tecnica! >>.
Un ragazzo
bestemmiò: <<
Accidenti ma proprio all’inizio della settimana dovevamo
avere la Langella??
>>.
La professoressa
Langella era la più
temuta dell’istituto. Guarda caso anche le classi
più rumorose, con lei,
diventavano magicamente silenziose.
L’appello
fu sentito per bene e mi
segnai tutte le ore. Ero curioso di conoscere la professoressa, di
vedere se
era davvero così terribile come dicevano.
Entrò.
Era anziana, bassa e grassa.
Portava gli occhiali ed aveva i capelli ricci, neri. Si sedette.
<<
Buongiorno, sono la
professoressa Langella >>.
<<
Buongiorno professoressa!
>>.
<<
Allora facciamo l’appello,
così vi conoscerò meglio >>.
Era pronta ad
iniziare, ma poi il
ragazzo al primo banco attirò la sua attenzione.
La prof si
alzò e venne verso di lui,
guardandolo disgustata: << Ma che hai combinato a questo
banco? >>.
Lui rimase
pietrificato: <<
Niente. Era già così quando sono entrato
>>.
Il banco in
questione era tutto
scarabocchiato.
<<
E’ tutto sporco! >>.
<<
Ma io non c’entro niente
>>.
<<
Ma sei uno zulù? Sei zozzo!
>>.
Lo
rimproverò e tornò a sedersi sotto
lo sgomento del compagno là davanti.
Poco dopo
iniziò l’appello e dopo un
po’ successe la catastrofe. Lesse sul registro un cognome che
l’aveva
incuriosita.
<<
…Langella? >>.
Nessuno
fiatò. Lei si sbilanciò a
destra ed a sinistra dalla cattedra per vederci tutti quanti.
<<
Chi di voi si chiama
Langella? Dove sei, dove? Fatti vedere >>.
Io, sconsolato,
pieno di terrore,
alzai la mano e dissi: << Io sono Langella, prof
>>.
Lei mi
osservò molto attentamente,
stringendo gli occhi per mettere meglio a fuoco: << Tu
>>. Disse,
puntandomi il dico contro << Tu >>. Fece una
seconda pausa
snervante, per poi proseguire << Tu hai il mio stesso
cognome! >>.
“Ma
va”. Pensai.
Mi
guardò con rabbia: << Mi
raccomando… devi andare bene a scuola, o io farò
una figuraccia per colpa tua!
>>.
<<
Certo prof >>.
Devo dire la
verità: rimasi alquanto
perplesso dal fatto che le SUE figuracce sarebbero dipese da me.
Più che altro
dovevo preoccuparmi che LEI non mi mettesse in cattiva luce. Per come
erano i
miei compagni di medie… avrebbero potuto benissimo sfogarsi
su di me per colpa
di quella pazza…
Inutile dirvi
chi divenne il
“preferito” della professoressa di educazione
tecnica…