Con
la fronte imperlata di sudore e le
mani tremanti mi sono ritrovata a sedere sul letto.
Il respiro affannato. Credo di aver
urlato quando mi sono svegliata all'improvviso, nel bel mezzo della
notte.
Mi sono girata verso sinistra per
scendere dal letto, ma quando ho incontrato il muro mi sono ricordata
che questa non è più la stanza del motel, ma
quella della Devil May
Cry.
Rigiratami verso destra ho poggiato i
piedi sul pavimento ghiacciato. Mi passo una mano sulla fronte per
asciugarmi parte del sudore e poi ho preso a massaggiarmi le tempie
per fermare il giramento di testa dovuto al brusco risveglio.
Anche le gambe tremano e infatti, non
appena provo ad alzarmi rovino di ginocchia in avanti.
-Ahia- Mugugno. Mi metto seduta per
terra, in attesa che termini il giramento di testa.
Sento bussare alla porta -Ehi stai
bene? Posso entrare?-
-Ehm... sì, entra pure.- La porta
cigola appena e Dante mi guarda poggiato allo stipite, è un
po'
assonnato eppure lo sguardo si trasforma in preoccupato non appena mi
vedi per terra.
-Cos'è successo? Adesso non mi dirai
che sei anche sonnambula.- si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi e
dato che le gambe non vogliono collaborare, sono costretta a reggermi
a lui.
Non mi ero mai accorta di quanto alto
fosse e di quanto caldo e accogliente potesse essere il petto di un
uomo. Col viso arrivo giusto lì e la mano, poggiata
involontariamente proprio sopra il suo cuore, sente un battito,
leggermente accelerato. Cos'è, ti emoziona avermi
così vicina?
Andiamo lo so che non sei il tipo. O forse ti sei spaventato nel
vedermi per terra in quello stato pietoso. E' più probabile
questa
della prima, di sicuro.
-Allora?- incalzi mentre mi prendi in
braccio notando il tremolio delle mie gambe che mi impedisce di
camminare.
Nel momento in cui mi sollevi faccio un
piccolo versetto leggermente acuto, causato dalla sorpresa dovuta al
tuo gesto.
In ogni caso cerco di rispondergli
senza fargli notare il mio enorme imbarazzo.
-Ehm... no, non sono sonnambula. Ho
solo avuto uno spiacevole risveglio e il mio corpo ha deciso di fare
come gli pare per un po', nulla di grave.-
Mi ha poggiato sul letto e poi si è
portato all'altezza del mio viso piegandosi sulle ginocchia.
-Sei sicura di star bene? Hai la fronte
e il collo sudati e il viso è un po' arrossato.- poi con un
gesto
velocissimo mi ha afferrato una mano -Sono gelate. Non è che
hai la
febbre?-
D'istinto mi sono ritratta da quel
contatto inaspettato. -No, sto benissimo, non ti devi preoccupare e
poi le mie mani sono sempre gelate.- e poi ho le guance rosse
perché
non mi aspettavo di essere presa in braccio da te, caro il mio Dante.
-Eppure dal fisico si potrebbe dire che
sei una che si ammala spesso.- continua posandomi il palmo sulla
fronte. Mi scosto di nuovo dal suo tocco e lo guardo accigliata. Ok
che è preoccupato per la mia salute, ma così
è un po' eccessivo.
-Senti infermiera, sto benone. Ma di
sicuro potrei sentirmi meglio se mi portassi un bicchiere d'acqua.-
Ho detto con tono secco.
-Bene, allora visto che stai bene
vattelo a prendere da sola il tuo bicchiere d'acqua- si è
alzato e
si è diretto verso la porta, con un'aria piuttosto
contrariata.
In quel momento però sono stata io ad
afferrargli una mano, l'ho stretta fra le mie e con lo sguardo l'ho
pregato di non andarsene.
Gli incubi rendono tutti deboli, anche
persone che sembrano apparentemente forti. Ma nessuno è
veramente
forte, o almeno non lo è da solo. E in questo momento stare
da sola
non mi aiuta, voglio qualcuno vicino a me. Voglio Dante vicino a me.
-Aspetta.- Ho mormorato – Rimani
qui-.
Lui si è voltato e poi si è seduto
sul letto. -Ti ho sentita urlare. Hai avuto quell'incubo che mi hai
raccontato?- con la mano libera dalla mia stretta mi ha scostato
alcune ciocche dal viso, scoprendomi l'occhio sinistro, perennemente
coperto dalla frangetta rossa.
Il mio sguardo si è incupito e tende
verso il basso.
-Sì.- Ho risposto sommessamente.
Dante ti prego non guardarmi così, non
guardarmi come se fossi una bimba da consolare. Già provo
abbastanza
pena per me stessa, ma se tu mi guardi in quel modo con quei tuoi
occhi di ghiaccio peggiori solo la situazione. Fammi sentire meglio,
di' qualcosa, sdrammatizza. Voglio solo dimenticare per un minuto di
essere me stessa, solo per un minuto.
I nostri occhi si incontrano, ghiaccio
nel ghiaccio. E allora non posso farci più niente. Mi sento
così
piccola davanti a te.
Piccola,
indifesa e debole.
Quandomani non sono stata debole? Lo
sono sempre, anche quando maneggio la mia spada e le mie pistole con
fierezza. Quelle sono solo un mezzo per non permettere di essere
ferita fisicamente. Ma come posso difendere il mio cuore e la mia
mente? Non certo con delle armi.
Questa è in realtà Beatrix, una
ragazza debole. Niente di più e niente di meno.
Poggio la testa sulla sua spalla,
mentre mi rigiro tra le dita la sua mano, studiandola e
accarezzandone il dorso.
-Credi di riuscire a riaddormentarti?-
mi chiede dandomi un buffetto sulla guancia.
-Forse.- mormoro e in quel momento mi
sono stretta più vicina a lui. - Ma non ti garantisco che
riuscirò
a dormire più di un paio d'ore...- Diciamo anche che non
dormirò
affatto, è raro che riesca a riaddormentarmi una volta
sveglia, ma
non posso mica farlo rimanere nella mia stanza tutta la notte.
-Allora posso anche rimanere un po',
almeno finché non ti sarai addormentata.- E detto questo,
con
estrema delicatezza (aggiungerei anche insolita per un tipo come lui)
mi ha sistemato sulle sue gambe, neanche fossi veramente una bambina.
-Sai... E' alquanto imbarazzante questa
situazione, ho ventiquattro anni e non cinque. Posso addormentarmi
anche senza essere cullata.- dico arrossendo violentemente. Eppure
lui non accenna a lasciarmi. Ma nonostante mi stia lamentando non
posso nascondere che è proprio una bella sensazione, credo
di non
provare una cosa del genere da tanto, troppo tempo.
-Sei veramente leggera sai? Ti offendi
se ti chiedo quanto pesi?-
-A quindici anni ero anoressica, adesso
arrivo a stento ai cinquanta chili...- Confesso in un sussurro.
-C'è anche da dire che non sei un po'
bassina. Se non fosse per i tuoi capelli rosso semaforo sarebbe molto
facile perderti in una folla... Sei un piccolo semaforo rosso- E mi
da un'altro buffetto in testa.
Mi allontano leggermente per vederlo
meglio in viso -Sei sicuro di non essere tu quello che ha bisogno di
dormire? Stai delirando.- Ha sorriso, ma non ha contestato come suo
solito. E io ho posato di nuovo la testa sulla sua spalla. Stavolta
però, col naso a sfiorare l'incavo del collo e
così mi sono
ritrovata, nel giro di pochi secondi, estasiata dal suo profumo. Se
c'è una cosa che ho sempre amato sono i profumi,
specialmente degli
uomini. Il dopobarba, l'acqua di colonia e tutte quelle altre essenze
mi hanno sempre mandato letteralmente fuori di testa.
Niente di meglio di un buon profumo per
farmi rilassare e già ho un'aria più assonnata,
tanto che pure
Dante, convinto che mi sarei addormentata da un momento all'altro, mi
ha poggiata sul letto con la stessa delicatezza con cui prima mi
aveva sistemata in braccio a lui. Io comunque non ho lasciato la sua
mano e alla fine, dopo averla rimirata più e più
volte ho lasciato
che le nostre dita s'intrecciassero e poi mi sono raggomitolata su un
lato in attesa che mi addormentassi, sempre con la sua mano stretta
nella mia.
Con le palpebre che già si stanno
facendo pesanti ho sussurrato un -Grazie- e mi sono addormentata poco
dopo. O meglio sono entrata in uno stato di dormiveglia che comunque
mi ha aiutato a riposarmi per poter affrontare la giornata successiva
con la giusta dose di energia.
Non so quanto vera potesse essere
l'ultima cosa che ricordo di quella notte, ma credo d aver sentito
qualcosa di morbido e leggermente umido posarsi sulla mia fronte poco
prima che Dante uscisse dalla mia stanza. Che mi avesse dato un
bacio?
La risposta alla mia domanda è
arrivata non appena mi sono svegliata questa mattina.
Nel tentativo di stropicciarmi gli
occhi, col dorso della mano sono andata a sfiorare un pezzo di stoffa
situato sulla mia fronte.
Dante prima di andarsene si è
preoccupato di mantenermi la fronte fresca, nel caso in cui avessi
davvero la febbre.
Leggermente inumidito con dell'acqua
fresca, ormai diventata tiepida col passare delle ore.
In effetti ora sto molto meglio di
stanotte, forse avevo sul serio qualche linea di febbre, ma ormai ha
poca importanza. Mi sono tirata giù dal letto e dopo una
veloce
rassettata e una doccia rigenerante sono entrata nello studio,
vestita con un paio di shorts chiari e una maglia bianca con le
maniche a tre quarti, un po' strappata ai bordi ma ancora troppo
nuova da esser buttata via. E' comunque normale che durante alcuni
combattimenti dei vestiti vengano danneggiati (non c'è jeans
nel mio
borsone che non abbia le ginocchia strappate).
Ho trovato Dante seduto sul divano con
una tazza in mano che, molto gentilmente gli ho strappato via per
poter dare un sorso dello squisito caffè che vi è
dentro. Quel
locale non è certo un cinque stelle, ma la macchinetta del
caffè
che ha in cucina è un miracolo sceso in terra!
-Buongiorno!- ho detto restituendogli
la tazza con un'aria stranamente ilare, molto diversa da quella di
questa notte, quasi totalmente dovuta al fatto che mi ero appena
risvegliata da un'incubo.
Oppure potrebbe essere causato dal mio
solito cambio repentino di umore, sarà che sono cancro con
ascendente gemelli e che quindi posso cambiare totalmente stato
d'animo da un momento all'altro quasi senza rendermene conto,
fattostà che ora che sono più allegra del solito
ne voglio
approfittare per contagiare (o almeno tentare di farlo) anche il mio
coinquilino.
Ed è così che gli ho proposto, dopo
vari attimi di silenzio dove lui non ha accennato a rispondere al mio
saluto ma mi ha semplicemente fissata, come se stesse anche lui
aspettando che gli proponessi qualcosa:
-Usciamo?-
In quel momento, ha posato la rivista
che teneva nell'altra mano e si è alzato in piedi.
-Prima dobbiamo aspettare una persona,
non ci vorrà molto... dovrebbe essere qui a momenti.
Dopodiché
potremo uscire.- E mi ha oltrepassato andandosi a sedere alla
scrivania dove ha preso in mano un'altro giornale che ha iniziato a
leggere distrattamente. -Piuttosto, come ti senti?-
-Bene, sto molto meglio adesso e grazie
per questa notte...- ho risposto.
-Dovere mio.-
Mentre aspetto la visita di Dante,
decido di disegnare un po'. Vado a prendere ciò che mi serve
dalla
mia stanza e mi riposiziono sul divano e lascio che la matita scorra
sul foglio, disegnando linee, onde e tratti delicati ma decisi.
Osservo il mio soggetto con attenzione, cercando di ricopiarne i
contorni alla perfezione.
Tanto sono presa dalla mia opera che,
quando sento bussare alla porta sussulto leggermente. E nel frattempo
che Dante va ad aprire, io ripongo tutte le mie cose e le riporto in
camera, avrei terminato il disegno una volta tornata a casa.
Rientrata nello studio ho trovato Dante
intento a parlare con una donna, bellissima aggiungerei. Ha dei
lunghi capelli biondi, la pelle candida e degli occhi magnetici da
gatta. Questa sembra essere molto in confidenza con Dante data la
vicinanza dei loro corpi e la disinvoltura con cui si muove per lo
studio.
Mentre parla, il suo sguardo si sposta
su di me e subito si interrompe.
Mi squadra da testa a piedi con una
certa aria di sufficienza, o almeno così mi è
parso:- E' questa la
ragazzina di cui mi hai parlato?- ha detto ritornando a guardare
Dante.
Sentendomi tirata in causa, li ho
raggiunti al centro dello studio lei mi ha osservato ad ogni passo
fatto verso di loro.
-Piacere, mi chiamo Trish- e mi ha
allungato la mano che ho stretto timidamente.
-Sono Beatrix, il piacere è mio.- mi
ha sorriso, stendendo le sue labbra di ciliegia. Mi chiedo quanti
uomini abbia imbambolato quel suo sorriso così seducente.
-Io sono un' amica di Dante, mi ha
detto che tu sei la sua nuova collega, spero vi troverete bene
insieme.- Il termine "amica" non mi ha convinto molto, in
parte per il tono con cui la detto e in parte perché ho
notato come
si comportano l'uno con l'altro, è ovvio che i due sono o
sono stati
intimi.
Ho ricambiato il suo sorriso e mentre
continuano a parlare, mi allontano di qualche passo fingendo di
gironzolare per la stanza ma comunque prestando attenzione alla loro
conversazione. Nulla di particolare, semplicemente ha voluto riferire
a Dante che fuori città stanno aumentando sempre
più le apparizioni
di demoni, molto spesso parecchio pericolosi. Probabilmente avevano
parlato precedentemente della faccenda.
-Capisco, ma comunque da quel che si
dice, il fenomeno si estende solo a questa regione. Giusto Beatrix?-
-Sì Dante, mi sono accorta
dell'aumento di loro solo quando sono entrata in questa zona. Ho
girato parecchio e non mi sembra di aver notato la stessa cosa da
altre parti.-
Trish, che per tutto il tempo non ha
fatto altro che tenermi d'occhio in ogni movimento, se n'è
andata
poco dopo, dicendo che avrebbe presto aggiornato Dante sulla
situazione.
Non so perché ma non appena Dante ha
chiuso la porta alle spalle della donna ho tirato un sospiro di
sollievo.
-Sono tutte così le tue conoscenti? No
perché vorrei prepararmi in caso di altre visite.-
-Non ti preoccupare. Trish è un demone
è normale che faccia quest'effetto-
Alla parola "demone" gli
occhi hanno rischiato di uscirmi dalle orbite per la sorpresa e Dante
non ha potuto fare a meno di notarlo e non è riuscito a
trattenere
una risata.
-Sbaglio o volevi uscire?- ha detto
poi, iniziando a prendere il cappotto di pelle.
Ho annuito e sono andata a mettermi gli
anfibi e una felpa leggera grigia.
-Andiamo- ho detto una volta pronta.
L'ho afferrato per un braccio e l'ho trascinato fuori, impaziente di
visitare la città.
L'angolo di
Lilith!
Ciao a tutti ^^
dai stavolta non vi ho fatto aspettare molto, sono stata brava!
All'inizio era venuto un po' cortino però poi sono riuscita
ad
aggiungere qualche cosina qua e là.
Come potete
vedere il rapporto tra Dan e Bea si sta facendo poco a poco
più
intenso, ma tenete a freno la vostra indole da fangirl
perché non
vorrei fare le cose troppo in fretta, quindi procederò con
calma :)
Spero vi sia
piaciuto comunque e ringrazio tutti quelli che mi recensiscono e che
seguono tutti i miei capitoli, è davvero importante per me.
Bene ora mi
eclisso,
Peace.