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Autore: ChocoCat    27/07/2013    0 recensioni
Quanto il tempo può, avanzando inesorabilmente, cambiare una persona? È giusto delinearne le caratteristiche senza parlare di cos'è successo perchè diventasse quello che è? Minerva e Augusta sono amiche da sempre, Hogwarts è la loro casa, e l'amore sboccia sempre fra i banchi di scuola.
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Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augusta Paciock, Minerva McGranitt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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1.
Davanti alla bacheca della casa di Godric Grifondoro s’affollavano esagitati gli studenti del quinto anno.
Era un pomeriggio soleggiato di giugno, e nonostante ciò molti ostentavano un’espressione da funerale: erano usciti i primi risultati dei G.U.F.O. e quel giorno in particolare avevano affisso la lista di Incantesimi, che decisamente non era pane per i denti di tutti.
Minerva McGrannitt, strega dalla grazia severa e dalle iridi chiare come un cuore affacciato a una finestra, era perfetta nella sua uniforme. La sua figura slanciata e un po’ secca le permise di avvicinarsi alla bacheca e di sovrastare alcuni studenti per leggere i risultati. Si allontanò con una mano sul petto e il cuore in gola per il sollievo.
La folta chioma scura pareva una grossa mora e le ciocche arricciate i chicchi succosi; ondeggiava intrappolata da un cerchietto con fantasia scozzese, in tinta con il risvolto delle calze che le raggiungevano le ginocchia. Nel suo modo particolare di presentarsi era piacevole allo sguardo nonostante rivelasse una certa rigidità, dovuta forse alla sua timidezza e alla semplicità del suo animo. Era una persona buona. I suoi occhi, specchi celesti dei suoi pensieri, ora esprimevano un piacere contenuto.
L’esame era andato molto bene, “alla grande” come avrebbero detto i suoi compagni di corso, più loquaci e scalmanati di lei. Si guardò attorno esitante: via libera.
Stava per sciogliersi in un gran sorriso quando la piccola e tonda Augusta Jenkins le si gettò fra le braccia con la rapidità e il vigore di un piccolo diavolo della Tasmania.
E il sorriso dovette restare segreto. Minerva non si stupì, era abituata al suo carattere esuberante. Era anche abituata a celare i propri sentimenti per non far del male agli altri.
La strinse delicatamente e dandole qualche breve colpetto confortante la guidò verso il bagno femminile.

“Minnie, hai avuto Eccezionale, brava” balbettava e singhiozzava, ingarbugliata fra i capelli ricci dell’amica, spettinandola e sprofondando nel suo collo per nascondere le lacrime.
“Augusta, non piangere. È solo un Accettabile, per la bacchetta del mago Baruffo!”



2.
“Non è possibile, no. Minerva, scherzi. Dimmi che scherzi” Augusta non voleva crederci, era impossibile.
La sua amica, che non faceva mai un passo fuori dal sentiero tracciato, neanche per il gusto dell’esperienza, ora sedeva davanti a lei con le guance colorite e gli occhi accesi.
Un sorriso timido contrastava con l’espressione colpevole che si ostinava a indossare.

“Non scherzo, chiedilo a Pomona”
“Quella ragazza cicciona di Tassorosso?” alzò il sopracciglio in modo eloquente la giovane Augusta, che negli ultimi due anni scolastici si era sforzata di ritrovare una forma smagliante. Le mani strette sui fianchi, lo sguardo di fuoco: era l’intolleranza stessa sotto forma umana.
Squadrava la compagna che sembrava essersi presa una bella botta in testa cadendo dalla sua Comet160.

“E perché mai l’avresti fatto?” continuò poi, sullo stesso tono.
“Che cosa, gettare la pluffa in faccia ad Abraxas Malfoy o avergli reso visita in infermeria per scusarmi?”
“Direi entrambe le cose signorina! Sono allibita. Intanto credevo che tu, proprio tu… Insomma, con il tuo rispetto per le "sacre" regole, usare la pluffa come fosse un bolide? Sei impazzita. E ci hai anche fatto perdere 50 punti!”
“Si, contro i centododici che ho fatto guadagnare alla casa. Per tutti quelli che non ho mai perso fin’ora, fai un po’ i calcoli! Oh insomma, Aut. Proprio tu vorresti dirmi cosa devo e cosa non devo fare? In ogni caso ci voleva. Non la smetteva di prendere in giro il piccolo Prewett e sai quanto me che è terribilmente debole d’animo e si lascia sempre scoraggiare. Lui lo sa, ne ha approfittato quel vermicolo!”
“Si, certo. Quante belle parole! E ora passiamo alla seconda parte della bravata firmata McGranitt! Sei andata a portargli un giglio mentre si riposava per il suo naso rotto da te?!” ragliò lei di rimando, con gli occhi fuori dalle orbite per l’impazienza.
L’amica sorrise compiaciuta e si agitò sulla poltrona, come se non ne potesse più di stare seduta.

“Si. Non c’era più nessuno, e lui sai cos’ha fatto? Mi ha tirata per la veste, proprio qui a livello dei bottoni e mi ha baciata! Mi ha detto che non aveva mai visto nessuno dimostrare tanto fegato in vita sua!” snocciolò lei mentre il suo viso si tingeva ulteriormente di rosa.
Si stropicciò nervosamente il naso, gesto inconsueto che la fece starnutire. Augusta, dal canto suo, non poteva credere ai suoi occhi.
Che ne era stato della docile, << prefetto-sempre-perfetto >> Minnie McGranitt?



3.
L’espresso di Hogwarts era in partenza; si stagliava contro un cielo rosa di tramonto. Tutto è poesia quando sta per diventare parte del passato.
Fra il via vai di studenti con i loro bauli, due giovani streghe appena diplomate si preparavano a dire addio alla loro scuola.

“Aut”
"Minnie"
"Mi inviterete al vostro matrimonio, vero? Augusta Jenkins in Longbottom, non mi stupirebbe affatto se succedesse" ridacchiò bonariamente Minerva, ammiccando al ragazzo biondo che le aspettava con un barbagianni sulla spalla davanti alla porta del vagone.
"Non dire sciocchezze, ragazzaccia. Tu vedi di lasciare quel benedetto idiota di Malfoy"
Vide l'amica arrossire e abbassare gli occhi eloquentemente. Le prese le mani fra le sue, ignorando i colpi di spalla degli studenti che dovevano salire sul treno.
"Non me lo dire, cara. È già successo?"
"Si; stamattina, abbiamo parlato ed è stato deciso così. Tu sai perchè"
"Stai scherzando? Per tuo padre?! Ma se vali quanto mezzo corpo Auror a te sola... solo perchè non sei purosangue? Io sono purosangue dalla testa ai piedi, e non valgo una ciocca dei tuoi capelli... Ridicolo. Patetico. Non posso crederci, e tu ti sei lasciata trattare in questo modo da quel dandy da quattro soldi?"
"Cosa potevo fare? E poi lo sai, Aut, che non sono il genere di persona che sa sostenere i botta-e-risposta. Gli ho detto che andava bene così e me ne sono andata"
"Ti prometto, mia cara, che andrà bene così. Incontrerai qualcuno di decisamente migliore strada facendo. Ora prendi i bagagli che altrimenti ci tocca restare un altro anno a Hogwarts"
"Non sarebbe poi così male" rispose lei a bassa voce, sorridendo suo malgrado, con gli occhi azzurri che brillavano dei riflessi del cielo.



Ogni cosa, finché dura, porta con sé la pena della sua forma, la pena d'esser così e di non poter essere più altrimenti.
Luigi Pirandello
   
 
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