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Autore: Vanisher    28/07/2013    6 recensioni
Vincere significa fama e ricchezza.
Perdere significa morte certa.
Ma per vincere bisogna scegliere.
Tra sopravvivenza e amore.
Egoismo e amicizia.
Quanto saranno disposti a perdere Mercedes Lambre ( Ludmilla ), Diego Dominguez ( Diego ) e tutti gli altri attori di Violetta per tornare a casa vivi, sani e salvi e portare gloria e onore al loro Distretto?
Che gli Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Leon, Ludmilla, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il resto del pomeriggio lo passo nella mia nuovissima camera, in un lussuoso palazzo di Capitol City. E' diversissima dalla camera che avevo sul treno : nella doccia ci sono decine di bottoni dove puoi decidere la temperature dell'acqua, che sapone utilizzare, e miriadi di shampoo e creme. C'è un tappetino accanto al letto che emette uno sbuffo di aria calda che in cinque secondi ti asciuga corpo e capelli. 
Faccio una doccia calda e raccolgo i capelli in una crocchia alta sulla nuca. Mi metto un completo nero di pantaloni e maglietta e un paio di pantofole pelose e morbide e mi siedo sulla scrivania a mia disposizione, larga e lunga come una tavolata, dove di fronte è appeso uno specchio enorme. 
Tra poco dovrò scendere per la cena. Mi metto a curiosare nei cassetti della scrivania e scopro un fantastico beauty-case con tutti i trucchi : mascara, ombretti, matite, lucidalabbra, burrocacao, fard e fondotinta vari. E persino una vasta scelta di smalti.
Qualcuno bussa alla porta e senza nemmeno aspettare un mio ordine entra Diego, chiudendosela alle spalle. Sospiro. Ecco che arriva la seconda sfuriata della giornata.
- Che cosa vuoi? - chiedo aprendo un lucidalabbra rosso fuoco.
- Parlare. Possiamo? -
Attraverso lo specchio vedo che non è qui per i soliti bisticci. Bene, comincio a stancarmi di urlare dietro a gente che non mi ascolta. Gli faccio segno di sedersi e lui si siede sul letto, incrociando le gambe sulla coperta giallognola.
- Di cosa vuoi parlare? - gli chiedo mettendomi il rossetto.
- Di Haymitch -
- Quello che è accaduto stamattina sul treno mi è bastato per non riuscire a non fidarmi di lui - 
- Nemmeno io mi fido di lui. Se non è davvero in grado di farci rimanere in piedi nell'arena ... a che cosa serve averlo attorno? Tanto vale che seguiamo l'istinto e ce la caviamo da soli -
- Be' si era quello il mio piano - ammetto ammirando le mie labbra rosso fuoco.
- Era anche il mio - sorride alzandosi dal letto con un balzo - E visto che la pensiamo allo stesso modo mi sembra inutile schierarci l'uno contro l'altro -
Peso le sue parole nella mia mente. Mi volto, lasciando perdere il mascara mezzo aperto. Lo studio per un attimo, decidendo se è sincero o vuole solo trovare un mio punto debole da poter utilizzare nell'arena a sua vantaggio. Lo staff di preparatori ha fatto un ottimo lavoro con lui, l'ha ripulito da cima a fondo mantenendo il suo fascino da ragazzo arrogante. Quello che infondo è. Indossa una semplice maglietta grigia e dei pantaloni aderenti neri e i pollici sono infilati nelle tasche, mentre il resto della mano è libera. I capelli sono rimasti uguali a prima. 
Riesco ancora riconoscere il mio ex ragazzo.
- E quindi cosa proponi? - gli chiedo alzandomi in piedi e appoggiando il sedere contro il bordo della scrivania.
- Un alleanza. Un patto. Qualcosa che ci faccia rimanere uniti anche dentro all'arena. Ci stai? -
Un momento, devo pensare. Abbasso il mento verso il pavimento e con gli occhi studio il peluche sulla punta delle pantofole. Un leopardo. Piccolo ma pericoloso, con la bocca spalancata. Veloce e sicuro di se. Che segue la preda fino allo sfinimento e protegge i suoi compagni. Così è Diego. Un piccolo leopardo che fa del suo meglio per vincere tutto nella vita, dalla cose quotidiani come l'amore alla vita.
Senza nemmeno che me ne accorga, Diego si avvicina a me e con due dita mi solleva il mento. I nostri occhi si incontrano. Il mondo sembra fermarsi e le parole perdono senso. Le palpebre si abbassano e le nostre labbra si uniscono in un dolce, dolcissimo, bacio, che conferma l'inizio del nostro patto e, forse, solo forse, di qualcosaltro.
 
 

Quando si stacca da me, indietreggia di qualche passo. Restiamo entrambi senza parole. Ci siamo baciati. Ci siamo baciati? Ci siamo baciati! E' stato bellissimo, dolcissimo, stupendo, magnifico e ... e cosa? No, noi non ci dovremmo baciare! Stiamo per andare a morire e non è possibile iniziare qualcosa adesso!
- Allora, piccola ... ci stai? - ride Diego come se non fosse successo nulla. Ma dalla distesa scura che riempie le sue iridi capisco che gli è piaciuto, da come brillano.
- Ci sto - 
- Ottimo. Io sono quello letale e tu sei quella coraggiosa. Ottima coppiata, direi - si volta e fa per uscire dalla camera.
- Diego? - lo richiamo incrociando le braccia davanti al petto e nascondendo un sorriso orgoglioso.
- Si? - Diego si volta sperando che gli chieda un altro bacio. Gli occhi brillano più di prima, simili a stelle notturne portatrici di speranza. Ma invece gli indico le labbra con un dito.
- Pulisciti il rossetto -

VI LASCIO UNA FOTO DI MERCEDES E DIEGO CHE PARLANO QUALCHE ISTANTE PRIMA DEL BACIO 
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