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Autore: Euterpe_Urania    29/07/2013    3 recensioni
-Prendi un biscotto, Potter.-
-Prendo…che cosa?-
-Prendi un biscotto.- ripeté lei impaziente, indicando una scatola di latta stampata con un disegno scozzese in cima a una pila di documenti sulla scrivania. -E siediti.-
[…]
Classificata 5° al contest "Non esiste nulla di brutto a questo mondo, tranne un testo sgrammaticato" di Vedra e vincitrice del premio fluff.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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 Una teglia di Zenzerotti 
 
Nick EFP/ Forum: Manuela_McGranitt
Titolo della storia: una teglia di Zenzerotti
Pacchetto scelto con relativi elementi:
Rosa bianca
Prompt:Zenzerotti
Coppia:Albus/Minerva
Frase: ‘Guarda, Minerva, cosa vedi?’
Personaggio /Coppia principale: Albus/Minerva
Contesto: più contesti
Epoca: più contesti
Tipo di storia: one shot (970 parole)
Introduzione:
-Prendi un biscotto, Potter.-
-Prendo…che cosa?-
-Prendi un biscotto.- ripeté lei impaziente, indicando una scatola di latta stampata con un disegno scozzese in cima a una pila di documenti sulla scrivania. -E siediti.-
[…]
Vi siete mai chiesti perché Minerva abbia sempre una scatola piena di Zenzerotti nel suo ufficio?
[…]
-Prendi un biscotto, Potter.-
-Prendo…che cosa?-
-Prendi un biscotto.- ripeté lei impaziente,
indicando una scatola di latta stampata con un disegno scozzese
in cima a una pila di documenti sulla scrivania.
-E siediti.-
[…]
Harry Potter e l’Ordine della Fenice
 
Minerva sospirò, sistemando le carte sulla scrivania. Possibile che Potter non riuscisse a controllarsi? Bisognava stare attenti con Dolores. Quella donna (anzi, quel mostro!) era capace di tutto.
Sprofondò nella sedia, prese uno Zenzerotto dalla scatola e gli diede un morso.
Lo assaporò bene: andava matta per gli Zenzerotti. Le ricordavano casa, ma soprattuto le ricordavano quella mattina.
Sorrise e, all’improvviso, il suo malumore scomparve. Si ricordava perfettamente della volta in cui provò a cucinarli lei stessa. Era bravissima a tenere a bada una classe, eccelleva nella Trasfigurazione ed era perfetta come vicepreside e come Direttrice della Casa di Grifondoro, ma in cucina…
“Diciamo che il ruolo di cuoca non mi si addice”pensò, con una smorfia divertita. Volse lo sguardo alla finestra e si perse nei ricordi:

- Oh, Merlino! Cosa ho combinato!- esclamò Minerva, mordendosi il labbro e tormentandosi le mani.
L’aria nella cucina era irrespirabile. Un denso fumo grigiastro aleggiava nella stanza e sembrava provenire dal forno.
La donna corse subito ad aprire la finestra, lasciando uscire la puzza di bruciato e facendo entrare un po’ d’aria pulita. Il profumo dell’erba e della terra bagnata le giunse subito alle narici e respirò a pieni polmoni.
Poi si voltò di scatto verso la cucina, infastidita. Furente, fece per aprire il forno bollente e si scottò le dita. Emise un gemito di dolore e strofinò la mano al grembiule per far passare il bruciore. Raccolse una presina caduta a terra, sospirò e aprì il forno. Uscì dell’altro fumo, nero come la pece. Minerva tossì e cacciò fuori la teglia, velocemente. La guardò e inorridì. Era ben diverso dalle sue aspettative: si aspettava di vedere delle belle salamandre* dorate, non certo quel mucchio di biscotti carbonizzati.
Sbuffò e la poggiò cautamente su un ripiano della cucina. Rimase lì, con le braccia lungo i fianchi, a fissarli. Era talmente sbigottita e infuriata con se stessa che non sentì nemmeno i passi di Albus che entrava nella stanza.
All’improvviso si riprese e afferrò la bacchetta. Disegnò un complicato disegno nell’aria e mormorò:- Evanes…-.
Ma non riuscì a terminare la frase, perché una mano le afferrò delicatamente un braccio.
Albus la tirò a sé e, guardando la teglia, le chiese:
-Cosa è successo?-
Minerva lo guardò con espressione colpevole.
- E’ successo che per poco non appiccavo fuoco alla casa, ecco cosa è successo!- sbottò, infastidita.
L’uomo le sistemò dietro l’orecchio una ciocca di capelli sfuggita alla stretta crocchia della compagna.
- Sono un disastro in cucina.- mormorò la donna, abbassando lo sguardo. Si sentiva umiliata, in un certo senso. Era sopravvissuta alla Prima Guerra Magica e non era capace di preparare dei biscotti?
Albus ridacchiò e la donna si sentì presa in giro. Si sciolse bruscamente dall’abbraccio e si allontanò da lui.
Il mago capì di aver esagerato. Fece per scusarsi, ma qualcosa catturò la sua attenzione.
Prese Minerva per un braccio e la portò davanti al ripiano.
- Guarda, Minerva, cosa vedi?- chiese, indicandole il suo “disastro”.
- Dei biscotti carbonizzati.- rispose con aria lugubre, non sapendo dove volesse arrivare.
Lui scosse il capo con aria seria e, guardandola negli occhi, le disse:
- Questo perché tu ti fermi alle apparenze.-
La donna aprì la bocca per ribattere, ma Albus la zittì.
- Guarda attentamente. Questo ad esempio, cosa ti ricorda?- le domandò di nuovo, indicando uno Zenzerotto dalla forma strana.
Minerva lo guardò, confusa. In che senso “cosa ti ricorda”?
- A me ricorda tanto un gatto!- esclamò l’uomo, lasciandola di stucco.
- Un…un gatto?!- ripeté lei, stupita.
Non sapeva se essere sorpresa o indignata.
- Ma sì, guarda bene. Vedi, queste sono le orecchie.- disse, indicandole due sporgenze triangolari.- Questa la coda…- Indicò una lunga linea ondulata. - E queste le zampe.-
Lei chiuse gli occhi, spazientita.
Con i suoi modi infantili, la sua pazzia, la sua ironia, la sua capacità di riuscire a portare un raggio di sole nelle sue giornate più cupe. E ora per tirarle su il morale si era messo a fare un gioco infantile e molto, molto sciocco, a parer suo.
Sarebbe mai cambiato? Si augurava vivamente di no.
La donna fissò il biscotto attentamente, ma continuava sempre a vedere una salamandra mal formata.
- Io proprio non lo vedo.-
- Usa un po’ di immaginazione!-
Per la strega, sempre razionale e con i piedi per terra, era una richiesta difficile da esaudire, ma ci provò comunque.
Continuava a vedere la classica forma dello Zenzerotto.
- In effetti, hai ragione. Sembra proprio un gatto…-. rispose, per non offenderlo e per mettere fine a quel gioco stupido.
- E questo?-
La donna si lasciò sfuggire un sospiro e socchiuse gli occhi, squadrando bene il biscotto.
- Un ragno!- esclamò, infine.
Questa volta fu Albus a rimanere stupito.
- Un ragno?-
- Certamente.-
Lui alzò gli occhi al cielo e sorrise. Senza farsi notare, prese un biscotto e agitò la bacchetta.
- E questo cosa ti sembra?-
Minerva lo guardò e comprese in un attimo. Quello che Albus aveva tra le mani era un biscotto a forma di cuore.
- Un cuore.- rispose, e come lo disse arrossì.
Lui le prese la mano e la strinse a sé. Minerva sentì subito il profumo di cioccolata e limone, i dolci preferiti dell’uomo. Lei invece preferiva gli Zenzerotti, con il loro caratteristico profumo di zenzero e zucchero.
Scosse leggermente la testa e lui lo notò.
- A cosa pensi?-
- Sai, siamo completamente diversi.-
- Ma non incompatibili.- aggiunse lui.-Insieme ci completiamo, capisci? Io vedo bianco, tu vedi nero. Io vedo il bicchiere mezzo pieno, tu mezzo vuoto. Ma ci vogliamo bene comunque. Non siamo d’accordo su nulla…anzi su una cosa sì.-
- Su cosa?- chiese Minerva, curiosa.
Lui si chinò verso di lei e, prima di darle un dolce bacio, le sussurrò:
- Sei decisamente una pessima cuoca.-
 
*In inglese Zenzerotto si dice Ginger Newt, che letteralmente significa Salamandra di Zenzero. Il nome deriva dalla forma del biscotto: una salamandra, appunto.

 
 
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