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Autore: MelaChan    29/07/2013    2 recensioni
-Perché me?- bisbiglia con un filo di voce quasi impercettibile.
-Scusa?- rispondo io, non sicuro della domanda appena postami.
-Perché hai scelto me?- ripete con un un po' più forte -Perché proprio me? Potresti avere chiunque.-
[Johnlock senza alcuna pretesa, scritta solo per accentuare il fatto che nessuno la leggerà mai]
Genere: Demenziale, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pace.

Calma.

Silenzio.

Una tazza di tea bollente con latte sul tavolino.

Un ottimo classico in una mano.

L'altra sepolta nella zazzera corvina di Sherlock.

La sua testa appoggiata nel mio grembo.

Amo le giornate libere dal lavoro. Apprezzo questi momenti di pace e riposo tra un turno e l'altro, e tra un caso e l'altro. Infatti solo in quei momenti Sherlock si lascia completamente andare e diventa quello che posso senza dubbio definire il ragazzo perfetto. E' affettuoso, si preoccupa e focalizza tutta la sua attenzione su di me, non diventando tuttavia troppo opprimente e lasciandomi i miei spazi. Sorrido tra me e me, ormai ho smesso di leggere da una buona decina di minuti, ma Sherlock sembra non essersene accorto, impegnato in chissà quale riflessione. Arrotolo un ricciolo particolarmente lungo attorno al mio indice, tastandone la morbidezza, e lo rilascio, fissando quasi incantato il movimento con il quale piuttosto che tornare al suo posto finisce sulla fronte del consulente investigativo. Quest'ultimo non si accorge di nulla nemmeno quando lo rimetto al suo posto con un dito. Sorrido di nuovo e mi concentro su un'altra ciocca, quando noto con la coda dell'occhio che Sherlock ha sollevato una palpebra e mi fissa curioso.

-Buongiorno- sussurro e lascio andare il ricciolo, accarezzando con il palmo aperto il cuoio capelluto.

-John- mi risponde usando quel tono. Blocco la mia mano mentre il sorriso mi scema dalle labbra e io deglutisco pesantemente. Il mio nome ripetuto in quella maniera vuol dire una sola cosa. -Mi annoio- per l'appunto.

Sospiro e riprendo ad accarezzargli la testa, vedendolo andare incontro al palmo con un movimento quasi felino mentre continua a fissarmi con un solo occhio aperto.

-Cosa vuoi fare, Sherlock?- domando.

-Non annoiarmi, ovvio- risponde e si tira a sedere di scatto, sottraendosi alle mie carezze. Tuttavia si fa più vicino a me e mi posa la fronte sul petto, mettendosi cavalcioni sul mio grembo. Gli circondo meccanicamente le spalle con le braccia e lo stringo leggermente a me.

-E cosa avevi in mente?- gli reggo il gioco, accarezzandogli la schiena con una mano mentre con l'altro braccio lo sostengo per la vita.

Mugola qualcosa contro il mio maglione e muove timido le braccia intorno al mio torace. Lo sento inspirare profondamente e sorrido.

-Cos'hai detto, Sherl?- lo incalzo.

Infatti alza la testa e fissa le iridi acquamarine nei miei occhi, lasciandomi per un momento senza fiato. -Non farmi ripetere, John, lo sai che lo odio- dice quasi stizzito per poi appoggiare di nuovo la fronte contro di me.

Ridacchio leggermente e gli lascio un bacio veloce sulla tempia, che sembra apprezzare rilasciando un debole mugolio. Alza nuovamente la testa, ma questa volta non mi fissa negli occhi, e noto un leggero rossore colorargli le guance solitamente pallide. Conosco quell'espressione.

-Vuoi dirmi qualcosa, Sherl?- sussurro continuando ad accarezzargli la schiena e beandomi della sensazione del suo corpo contro il mio.

-Perché me?- bisbiglia con un filo di voce quasi impercettibile.

-Scusa?- rispondo io, non sicuro della domanda appena postami.

-Perché hai scelto me?- ripete con un un po' più forte -Perché proprio me? Potresti avere chiunque. Una moglie, dei figli, una vita tranquilla. Lestrade ti chiama Watson dei Tre Continenti, non è vero?- termina poggiandosi le mani nel proprio grembo, quasi timoroso della possibile risposta.

Sorrido intenerito dalla sua espressione e poggio i miei palmi ai lati del suo viso, carezzandogli gli zigomi con i pollici. -Forse non voglio una vita tranquilla. Forse non voglio una moglie che mi aspetti al ritorno dal lavoro e dei bambini che mi corrano in mezzo alle gambe. Forse non voglio nemmeno pensare che potrei avere una vita simile- sposto una mano sul suo collo -Forse voglio semplicemente una vita diversa, una vita che non avrebbe senso senza un consulente investigativo sociopatico frenetico, che spara contro i muri e fa strani esperimenti con parti umane, ma che quando siamo soli mi dona la certezza che è con quella persona che vorrei passare il resto della mia esistenza.-

Termino serio, incatenando lo sguardo al suo leggermente sorpreso. E all'improvviso allarga le labbra in un sorriso, uno di quelli lunghi e sinceri che regala solo a me e non in tutte le occasioni.

-Questa risposta mi soddisfa- afferma e mi stampa un bacio sulla bocca, alzandosi subito dopo dal mio grembo, la vestaglia che gli svolazza fedele dietro. Scuoto la testa osservandolo andare in cucina, che sono certo proverà a distruggere con uno dei suoi esperimenti.










NOTE DELLO SPELACCHIOTTO

Mi vergogno. Tanto. Vorrei andare a nascondermi sotto un sasso oppure chiudermi come un riccio. E non sto scherzando.

Quello che posso dire è che posso dare la colpa del titolo a NCSP a cui posso dire che la Grecia le ha dato alla testa, eheheh. <3

Ringrazio chiunque abbi letto fino alla fine e voglia prendersi la briga di lasciarmi un commento o un insulto <3

  
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