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Autore: Sprjng    29/07/2013    19 recensioni
"Vuoi sapere qual'è il mio problema?" mi chiese Harry.
"Tu vuoi conoscermi. Nessuno ha mai voluto conoscermi."
-
"Credevo che.. fossimo amici."
"Amici." disse solamente.
"Sei seria?" mi chiese poi.
"Faith, non voglio una cazzo di amica del cuore, capiscilo."
"Sei troppo ottuso per accettare il fatto che qualcuno ti voglia bene."
-
"Dobbiamo parlare."
"Tu mi piaci, io ti piaccio. Ci piacciamo." disse Louis divertito.
-
"Credo di essermi innamorato di te."
-
Una storia tormentata, romantica e perchè no, anche comica.
La storia di Faith.
Genere: Comico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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leggete lo spazio autore, almeno la parte IMPORTANTE, per favore.

buona lettura, è un po’ lungo :)


«It was an accident.»

 




Harry's point of view.


Si appoggiò a me e quando chiusi gli occhi, capii che tutto quello che desideravo era tenerla tra le mie braccia per sempre.

Non lo avevo mai capito.

Inizialmente era solo una ragazzina fastidiosa e l'unica cosa che desideravo, era sbarazzarmi di lei il prima possibile.

Ma col tempo mi resi conto che era stata la prima persona che si era realmente interessata a me, dopo Nicole, l'unica che voleva conoscermi.

Col passare dei giorni era diventata la mia miglior amica.

Non era da me.

Non avrei mai voluto avere un'amichetta del cuore.

Non ero il tipo.

Ma non potevo negare l'affetto che iniziavo a provare nei suoi confronti.

Quando mi resi conto di quello che le stava facendo Louis, sono impazzito.

Nessuno poteva permettersi di prendersi gioco di lei.

Ma Faith era così testarda.

Poi l'ho baciata.

In quel momento non ho pensato a niente e nessuno.

L'avevo di fronte e c'era solo lei.

Lei ed io.

Sentii il bisogno di sentirla.

Volevo le sue labbra.

Volevo lei.

Non pensai a Jazmin.

L'unica cosa che provavo per quella ragazza era attrazione fisica, niente più.

O almeno provavo qualcosa per lei all'inizio, ma più andavo avanti e più mi dimenticavo che fosse la mia ragazza.

Dovrei sentirmi in colpa per averla presa in giro.

Ma non è così.

Lo so, sono una persona orribile.

Il peggio è arrivato quando ho detto il nome di Faith, anziché il suo.

Non doveva succedere, lo so.

Ma in quel momento la stavo pensando ed è stato come se la mia voce avesse avuto un cervello proprio.

L'ho detto e non avrei dovuto.

Lo so.

Penso che Jazmin glielo abbia raccontato.

Lei ha spalancato la porta, mi ha spaventato, non me lo aspettavo.

Non ho fatto in tempo a chiedergli spiegazioni, che si è avvicinata a me e mi è saltata addosso.

L'ho afferrata appena in tempo.

È stato un secondo.

Le sue labbra sulle mie.

Potevo finalmente darle il bacio che volevo.

Quello vero, senza preoccupazioni o ripensamenti.

Quello che non le avrei mai chiesto di dimenticare.

Io ormai non stavo più con Jazmin, ne tanto meno lei con Louis.

Si allontanò da me, eravamo senza fiato.

Poi pronunciò delle parole piene di significato.

"Voglio essere felice." mi disse.

Per troppo tempo si era illusa di essere felice.

Aveva un ragazzo che l'amava.

Delle amiche che le volevano bene.

Com'era svegliarsi la mattina e rendersi conto di vivere in una menzogna?

Aveva bisogno di sentirsi amata.

Sembrarono passare minuti.

I nostri occhi non si erano mai lasciati.

Poi sorrisi.

Sapevo che lei era ancora innamorata di Louis.

E adesso voleva essere salvata da quell'amore che portava avanti da sola.

Salvata da me.

"Ti farò dimenticare di lui, piccola." le promisi.


 


Erano passati più di venti minuti.

Era scesa da Tyler, per dirgli che non si sarebbe più trasferita da lui.

Ovviamente.

Decisi di raggiungerla.

Stavo per varcare la porta del bar, quando urtai un corpo.

Mi voltai, per chiedere scusa.

Non era da me, non ero un tipo educato.

So che non è una cosa di cui vantarsi.

Ma quel giorno ero particolarmente felice.

L'altra persona fece lo stesso, ma si bloccò nel momento in cui ci riconoscemmo.

Era Louis.

"Avrei preferito scontrarmi con la morte." disse sprezzante, mentre mi guardava con aria di sufficienza.

Che cazzo vuole questo stronzo?

Mi ero già trattenuto dal non spaccargli la faccia quando scoprii che tradiva Faith.

Era il caso, per lui, che non mi provocasse.

"Credimi, anche io." dissi a denti stretti, sforzandomi di non perdere la calma.

Stavo per voltarmi e andarmene ma lui fece l'errore di parlare di nuovo.

"Devi stargli lontano." disse duramente, ovviamente riferendosi a Faith.

"Scusa?" gli chiesi, tornando a guardarlo, quasi divertito dalla stronzata che aveva appena detto.

"Hai sentito, Harry. Lei è una ragazza dolce, non devi influenzarla con la tua reputazione di merda."

Rilassati, Styles. Non saltargli addosso.

Fallo per Faith.

"Non venirmi a dire cosa fare con Faith, sei l'ultimo che può permettersi di farlo." dissi duramente.

"Non importa che mi ricordi ciò che le ho fatto, lo so perfettamente. Ma non posso negare che le voglio bene e tu devi stargli alla larga, sei solo un pericolo." disse.

Le voleva bene?

Mi avvicinai a lui.

Ero molto più alto e nei suoi occhi potevo leggere chiaramente che, questo fatto, lo metteva in soggezione.

"Dovresti ringraziare Dio se non ti ho spaccato la faccia quando ho scoperto che la tradivi. Quindi non provocarmi. Sappiamo entrambi che sono l'unico, che in questo posto di merda, le vuole bene. Io la renderò felice, cosa di cui non sei stato capace tu." dissi furioso.

Aveva ascoltato ogni parola.

Stava per ribattere, ma la sua voce ci fece entrambi voltare in sua direzione, "Harry" aveva detto.

Ci guardava sorpresa.

Probabilmente perché i nostri petti erano vicini, mentre la mia altezza torreggiava su di lui e il mio sguardo lo inchiodava al suo posto.

Mi allontanai, lanciando a Louis un ultimo sguardo minaccioso.

Le andai incontro e intrecciai la mia mano alla sua.

Il mio sguardo diventò dolce, mentre la guardavo.

Lei guardò le nostre mani incrociate.

Le fissò per qualche secondo e la voglia di sapere cosa le passasse per la testa mi stava divorando.

Poi alzò il viso, facendo incontrare i nostri occhi.

Subito dopo, li spostò in direzione di Louis.

Per tutto il tempo non disse assolutamente niente e questo mi preoccupava.

"Andiamo?" le chiesi, cercando di trascinarla in direzione del bar.

Guardò nuovamente Louis, il quale se ne stava immobile, con un'espressione indecifrabile disegnata sul volto.

Poi mi annuì.

Ci incamminammo, dando le spalle a Louis.

Improvvisamente però lei si voltò di nuovo.

Un fitta mi attraversò lo stomaco.

L'idea che tornasse da lui, mi balenò nella mente.

Per questo, istintivamente strinsi la presa attorno alla sua mano.

"Tutto questo è folle." disse solamente.

Sia io, che Louis, rimanemmo in silenzio non capendo e aspettando che dicesse altro.

"È folle il fatto che l'odio che provavo per te, si sia trasformato in amore." disse a Louis.

Ero consapevole del fatto che lei non lo avesse ancora dimenticato.

E allora perché non volevo accettarlo?

"Lo è il fatto che tu mi abbia presa in giro, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme. Ma il bello degli amori come il nostro è che, non essendo mai iniziati, non avranno una fine, no?" disse.

Poi rise.

Che stava succedendo?

"È folle, quasi divertente, come la vita possa essere ironica, ma la parte più divertente di tutte, è che nulla di tutto questo diverte me." adesso il suo tono era arrabbiato.

Ma poi, rise, ancora.

"E sapete cos'è folle?" chiese divertita.

Notai che Louis, come me, era completamente confuso.

"È folle il fatto che la mia mano sia intrecciata con quella del ragazzo che tre mesi fa mi ha spinta al muro, dicendomi che dovevo smetterla di cercare di conoscerlo." disse, adesso seriamente.

Parlava di me, ma non mi stava guardando.

Aveva lo sguardo perso nel vuoto, nei ricordi.

"Lo stesso ragazzo che ha rifiutato la mia amicizia. Quello che mi ha difesa, quando Ryan mi ha messo le mani addosso. Il ragazzo, che la stessa sera, mi ha tirato una gomitata in pieno viso e si è sentito in colpa per giorni. Quello di cui si è innamorata mia sorella."

Una marea di ricordi si fecero spazio nella mia mente e davvero non riuscivo a credere a come si fosse capovolta la situazione.

Sorrisi al ricordo della sorellina di Faith, Carly.

"Sai Louis, tutti voi lo odiate. Lo odi tu, lo odia Tyler, Emma, Amber, Liam, Niall.. tutti voi." disse.

E aveva ragione.

Non che a me importasse.

"Beh, io voglio dirvi che siete delle emerite teste di cazzo." disse.

Stavo sognando?

Vidi Louis sussultare sul suo posto.

"Perché non avete idea del bene che mi fa. Harry è.. è tutto per me." disse sorridendo.

Si, stavo sognando.

"Adesso è l'unico, io non voglio più avere niente a che fare con nessuno di voi. La verità è che sta per finire tutto, e non c’è niente da fare, doveva succedere evidentemente e adesso sta succedendo.” disse.

Guardò Louis per qualche secondo.

Poi si voltò nuovamente ed io la seguii mentre si incamminava al bar del college.

La seguivo in silenzio.

Facevo fatica a realizzare tutto quello che aveva detto.

Nessuno aveva mai detto che ero "tutto", che ero "l'unico".

Mai nessuno.

Tutte le ragazze con cui ero stato, volavano una cosa sola di me.

E dopo averla ottenuta, se ne andavano.

Non mi ero mai fatto problemi.

A me andava bene così.

Ma adesso c'era lei.

E Faith non se ne sarebbe andata.


 


Faith's point of view.


Ero sorpresa di me stessa.

Sorpresa dell'audacia con cui avevo parlato davanti a due delle persone più importanti della mia vita.

Avevo definitivamente chiuso con Louis.

E anche con gli altri.

Quel discorso era stato fatto con l'unico scopo di mettere la parola "fine" a tutta quella storia.

Questo mi faceva sperare di non dover più sopportare Emma che mi ferma in mezzo al corridoio per farmi una ramanzina sperando di farmi cambiare idea.

Ne avevo abbastanza.

Era tempo di andare avanti, voltare pagina ed essere felice.

Ma era difficile.

Era tremendamente difficile pensare al fatto che se ne avessi avuto bisogno, non avrei più potuto abbracciare le mie migliori amiche.

Le amavo, con tutta me stessa.

Ma la delusione che mi avevano procurato, era troppo grande.

Lasciai andare la mano di Harry quando mi sedetti ad un tavolo del bar.

Lui fece lo stesso.

Adesso lo avevo di fronte e non potevo evitare il suo sguardo.

Aveva uno strano sorriso stampato in volto.

Probabilmente era rimasto piacevolmente sorpreso dalle mie parole.

"Faith.." iniziò, allungando la mano e posandola sulla mia.

Il suo sorriso si aprì ancora di più, dando vita alle due fossette adorabili che tanto amavo.

"Faith Allyson Cooper." qualcuno disse, alle mie spalle.

Il sorriso di Harry sparì, lasciando spazio ad un'espressione scocciata.

Mi voltai, facendo scivolare via la mia mano da quella di Harry.

Era Tyler.

"Si, Tyler Adams?" dissi, divertita.

"Puoi venire un attimo?" mi chiese.

Era piuttosto serio.

Guardai Harry.

Lui era invece, piuttosto incazzato.

"Torno subito." gli dissi.

Potevo ben vedere che cercò in tutti modi di non dire niente e di trattenersi.

Fui felice dello sforzo che fece.

Non avrei sopportato un'altra discussione tra lui e Tyler.

Mi alzai e poi mi avvicinai ad Harry, abbassandomi appena per raggiungere la sua guancia e baciarla.

Gesto che fece addolcire l'espressione sul suo viso.

Poi seguii Tyler.


 


Venni quasi spinta nel retro del bar.

La stanza era quella in cui c'era la macchina dello yogurt.

Quella che ruppi il primo giorno in cui decisi di dare una mano a Tyler.

Era passato molto tempo e le cose erano cambiate.

E non poco.

Nonostante tutto io e Tyler eravamo buoni amici.

Ero felice di averlo conosciuto.

"Dimmi." dissi tranquillamente, poggiando la schiena al muro.

"So che ti arrabbierai, ma devo dirtelo." iniziò.

Lo guardai male.

Adesso, proprio adesso che stavo "bene" e stavo cercando di essere felice?

"Faith, stai facendo una stronzata." disse poi, nervoso.

Lo guardai confusa, aspettando che si spiegasse meglio.

"Mi ricordo ancora quando sei arrivata." disse sorridendo, probabilmente ai bei ricordi.

"Amavi le tue amiche, le adoravi. Eri la dolcezza in persona, mentre guardavi Louis. Volevi bene ai tuoi amici. Liam, Niall, Zayn. Dov'è finita quella Faith?" mi chiese, quasi con amarezza.

Quei ricordi mi uccidevano.

A volte mancava anche a me, quella Faith, ma non era colpa mia se aveva cessato di esistere.

"L'hanno ferita." dissi.

"Cazzo Faith!" adesso era arrabbiato ed io non capivo dove fosse il vero problema.

"Ti sei allontanata da tutti e adesso stai con.. con lui, merda. Con Styles. Si può sapere perché non mi hai dato retta, quando ti ho chiesto di stargli alla larga?" chiese arrabbiato.

Ah, ecco quale era il vero problema.

Ero stanca.

Sfinita.

Sfinita da questa storia, non ce la facevo più.

"Perché mi incuriosiva troppo. Sentivo il bisogno di conoscerlo, Tyler. È poi è stato inevitabile. Siamo finiti entrambi in detenzione. Col tempo siamo diventati amici e adesso.. beh, adesso, se mi vuoi bene, dovresti apprezzare quello che sta facendo per me. Mi sta letteralmente salvando." dissi, credendo in ogni singola parola.

Lui scosse la testa, era furioso.

"Faith, a te sembra di conoscerlo, ma non hai idea di com'è realmente." mi disse duramente.

Lo guardai male.

Non potevo certo vantarmi di conoscere Harry da anni, ma ero sicura che in questi mesi, lui si era mostrato a me per quello che era.

"Smettila, Tyler. Non è vero." dissi nervosa.

"Si che è vero, Faith. Non hai idea di quello che ha fatto in passato." disse.

Voleva solo intimidirmi.

Niente più.

"Non mi importa. Adesso voglio vivere nel presente e voglio che lui ne faccia parte." dissi, imponendomi.

Poi uscii dalla stanza e tornai a sedere.


 


Io ed Harry ci avvicinammo al bancone del bar, appena Nicole ci chiese di raggiungerla.

"È fantastico, Harry. Sai che non mi è mai stata simpatica Jazmin." rispose alla notizia della loro separazione.

"Lo so, Nicky. Lo so." disse Harry, ridendo.

Nicole era diventata molto amica di Tyler.

Spesso li vedevo ridere e scherzare insieme.

E anche se in quel momento lo avrei voluto uccidere, ero felice che si distraesse in compagnia di una bella ragazza come lei.

"Un altro giro, Tyler." disse Nicole, sorridente.

Si era fatta sera.

Era piuttosto tardi.

Eravamo in pochi, rimasti al bar e presi dalla noia, avevamo iniziato a darci dentro con la vodka.

Cose normali, no?

Tyler riempì il bicchiere a tutti e tre, aspettò che lo buttammo giù e poi guardò Harry con aria di sfida.

Sapevo che stava per fargli una delle sue battutine di poco gusto e sapevo anche che Harry, non gliela avrebbe fatta passare liscia.

"Harry, ne vuoi ancora? Tanto non mi risulta che tu sia molto richiesto come autista." disse, finendo con il ridere.

Lo guardai confusa, non capendo la battuta.

Non riuscii a fare niente comunque, non ebbi neanche il tempo di pensare, che Harry già lo teneva per il collo.

Saltai giù dallo sgabello, poi venni spinta indietro da Nicole, la quale cercò di separarli.

"Adams, oggi hai finito di vivere." lo minacciò Harry, sferrandogli un cazzotto in pieno viso.

"Harry!" urlai.

Entrai dietro il bancone, adesso ero dal lato di Tyler.

Strinsi la sua maglia nei miei pugni e mi sforzai di tirarlo indietro.

All'improvviso Nicole, riuscì a separarli.

Prese il viso di Harry tra le mani e cominciò a sussurrargli parole calmanti.

Non ne capii la ragione, ma delle lacrime cominciarono ad uscire lente dagli occhi di Nicole.

Forse si era innervosita per quello che era appena successo.

Io non ebbi modo di far niente.

La mano di Tyler strinse il mio polso e mi tirò, obbligandomi a seguirlo.

Mi trascinò con se.

Aprì la porta finestra del giardino.

Io cercai di voltarmi per vedere Harry e Nicole, ma venni tirata fuori.

"Che cazzo è successo?" gli chiesi, ancora scossa, liberandomi dalla sua presa e allontanandomi leggermente da lui.

"Voglio farti capire chi è, Faith. Devo farti cambiare idea." disse.

Lo guardai arrabbiata.

"Che cosa stai farneticando?" chiesi confusa e arrabbiata.

"Ci sono legami che è meglio spezzare prima che loro spezzino te, Faith." mi disse.

Nel suo sguardo percepii il tentativo di persuadermi.

"Perchè lo hai provocato?" gli chiesi.

"Le parole che ho detto lo hanno fatto arrabbiare parecchio, ti sei chiesta il perchè?"

Sinceramente non avevo compreso quello scatto d'ira da parte di Harry.

Dato che rimasi in silenzio, fu lui a parlare.

"Gli ho detto che non mi risulta che sia molto richiesto come autista, perchè quasi due anni fa, in seguito ad un incidente, lui ha ucciso una ragazza!" mi spiegò arrabbiato.

Alzai gli occhi al cielo scocciata.

Ricordo benissimo i primi tentativi da parte di Tyler, di farmi allontanare da Harry.

Mi disse che aveva ucciso la sua ragazza ed era ovviamente una stronzata.

Come questa, d'altronde.

"Smettila, Tyler. Non attacca più." dissi.

"Non sto scherzando, non è affatto una cazzata. E' successo. Altrimenti per quale motivo si sarebbe dovuto arrabbiare tanto?" disse lui, cercando di convincermi.

"Beh, probabilmente perchè si è stancato di te e delle tue provocazioni." dissi nervosa.

"Faith, ti sto dicendo la verità. Lei è.." venne interrotto.

Entrambi ci voltammo verso la sua figura che lentamente si avvicinava a noi.

"Grazie Tyler, hai già fatto abbastanza. Lascia che sia io a dirglielo." disse Harry, con tono fin troppo pacato, data la situazione.

Un'altra cosa alquanto insolita, fu il comportamento di Tyler.

Il quale, senza ribattere, mi lasciò da sola con Harry e rientrò.

Harry mi guardava, era quasi sofferente e io volevo capirci qualcosa.

Allungai la mano e strinsi delicatamente la sua.

"Che succede, Harry?" gli chiesi.

Lui sospirò e dopo essersi guardato intorno, mi tirò con se e ci sedemmo su una panchina.

"Non ti mentiva, Tyler. Due anni fa.. una ragazza è morta. A-a causa mia." disse.

Sgranai leggermente gli occhi.

Questo non me lo aspettavo.

Potevo leggere il dolore negli occhi di Harry e la sofferenza della sua voce spezzata dai ricordi.

Non avrei fatto quello che Tyler si sarebbe aspettato, non lo avrei lasciato solo.

Strinsi la presa attorno alla sua mano.

"Com'è successo?" dissi, sperando di non chiedergli troppo.

Gli occorsero diversi minuti, poi sospirò.

"Lei si chiamava Liz. Uscivamo insieme. Facevamo un sacco di cazzate, eravamo degli adolescenti ribelli e la prudenza non sapevamo neanche cosa fosse." iniziò.

Si schiarì la gola con un colpo di tosse.

"Una notte uscimmo da un locale alle quattro di notte, eravamo entrambi poco lucidi, avevamo bevuto molto. Ma salimmo lo stesso in macchina."

Fece una pausa.

Pensai che probabilmente non aveva mai raccontato questa storia ad alta voce.

"Stavo guidando e lei mi stava distraendo.. era mezza svestita e continuava e baciarmi e a passarmi le mani su tutto il corpo. Io ridevo, ero ubriaco. Improvvisamente lei perse l'equilibrio, stava facendo la stupida. Scivolò, non so neanche io come e poggiò le mani sul volante per non cadere."

Rimasi in silenzio, ascoltando e cercando di realizzare ogni parola pronunciata.

Sapevo che stava facendo molta fatica.

"La macchina allora sterzò violentemente e finì in mezzo alla strada. Io frenai. Non c'era nessuno, era deserta. Così scoppiammo semplicemente a ridere. Ma eravamo comunque in mezzo alle due corsie e in quel momento.. p-passò un camion." la sua voce si spezzò.

Quando lo guardai più attentamente mi accorsi che i suoi occhi erano arrossati e delle lacrime erano già scese.

Non lo avevo mai visto piangere e avrei scommesso di non vederlo mai.

Era una scena straziante.

Avrei voluto fare qualcosa per riuscire a alleviare il suo dolore, ma nessuno poteva impedirgli di rivivere quei ricordi.

"Ed io avevo i fari spenti.. n-non ci ha visti."

Non riuscì ad evitare un singhiozzo.

Portai la mano libera sulla sua schiena, ma sapevo che qualsiasi gesto era inutile.

"Lei.. era la s-sorella di Nicole." disse tra le lacrime.

Mi gelai a quella rivelazione.

Ecco perché Nicole si era messa a piangere.

Non volevo crederci.

"Io.. ho u-ucciso la sorella sedicenne della mia miglior amica." disse con voce rotta dal pianto.

Adesso non potevo più stare in silenzio a guardarlo mentre si incolpava.

Era terribile.

In realtà era stata Liz a mandarli fuori strada, ma era ubriaca, non si poteva incolpare neanche lei.

"Harry, non hai ucciso nessuno. È stato un incidente." dissi, sperando di calmarlo.

Ma lui scosse la testa.

"Non avrei dovuto guidare e.. i fari spenti, cazzo. In piena notte." disse furioso con se stesso.

"Non eri consapevole delle tue azioni." dissi.

"Faith, smettila!" quasi urlò, facendomi sussultare.

"Non ho scusanti, l'ho uccisa. Dovevo morire io, non lei." disse arrabbiato con se stesso.

"Non dirlo." dissi nervosamente, solo all'idea mi sentivo male.

Lui non rispose e continuò a singhiozzare silenziosamente.

Mi avvicinai ancora di più e presi il suo viso tra le mani, obbligandolo a guardarmi.

Adesso lo capivo.

Capivo il suo carattere e i suoi modi di fare.

Era un ragazzo chiuso perché aveva avuto un passato complicato ed era comprensibile.

Adesso lo sapevo.

"Harry, non devi assumerti la colpa. Non lo dico per consolarti, penso davvero che sia stato solo un terribile incidente." dissi.

Lui mi guardò senza dire niente, ma dopo poco parlò.

"Lei mi piaceva davvero. Non era una delle tante." disse.

Il dolore che provava, bruciava nei suoi occhi.

Era straziante per me, non riuscivo ad immaginare quanto potesse esserlo per lui.

Gli accarezzai una guancia, asciugandola dalle lacrime.

Ero incapace di parlare, nessuna parola di conforto sarebbe stata utile.

Non c'era niente che potevo fare per lui e questo mi innervosiva.

"Nemmeno tu sei una delle tante." disse poco dopo.

Bloccai i miei occhi sui suoi, sorpresa da quelle parole.

"Anche tu mi piaci davvero, Faith. E voglio tenerti al sicuro. Con te non posso fallire. Ti proteggerò sempre, non permetterò a niente e a nessuno di farti del male. Nemmeno a me stesso." disse sinceramente.

Quelle parole erano piene di significato.

Harry non aveva più provato niente nei confronti delle ragazze, dopo la morte di Liz.

Ma adesso io ero riuscita a risvegliare i suoi sentimenti, in qualche modo.

Lui stava salvando me, ma forse pure io lo stavo aiutando.

Sorrisi, per quanto mi fosse possibile dopo aver ascoltato quella storia.

Le mie mani erano appoggiate delicatamente sulle sue guance.

Lo attirai a me, fino a quando i nostri nasi non si sfiorarono.

"Sei una persona bellissima, Harry. Non chiuderti in te stesso, non hai colpe." gli sussurrai.

Le nostre fronti si scontrarono.

Le sue mani si posarono sopra le mie.

"Tu sei bellissima." disse, prima di inclinare il viso e di posare le sue labbra rosee sulle mie.

Fu un bacio dolce.

Glielo diedi con lo scopo di alleviare almeno un po' il suo dolore, per scacciare quei ricordi.

Entrambi volevamo voltare pagina e lo avremmo fatto insieme.

All'improvviso sentii qualcosa di umido cadermi sulla mano.

Sperai che non fosse un'altra lacrima e mi allontanai dal suo viso per accertarmene.

I suoi occhi non erano più arrossati.

Erano luminosi, di un verde chiaro.

Corrugai la fronte confusa, allora cos'era?

Harry alzò il viso e dopo poco strizzò gli occhi.

"Faith, nevica!" disse come un bambino la mattina di Natale.

E in effetti io stavo gelando.

"Rientriamo." dissi io.

Lui mi guardò quasi triste.

"Non ti piace la neve?" chiese.

"Si, quando ho gli scarponi, i guanti e la sciarpa. Sto gelando!" dissi ridendo, contagiando anche lui.

La visione delle sue fossette, mi scaldò il cuore.

"Hai ragione, andiamo a dormire." disse.


 


Uscii dal bagno, indossando il mio pigiama rosso con su disegnati i pinguini che slittano.

Carini e coccolosi, vero?

L'atmosfera natalizia era nell'aria.

Ormai mancavano poche settimane.

Harry era appiccicato alla finestra che osservava i fiocchi di neve adagiarsi al suolo.

Ero sollevata nel vederlo così rilassato e spensierato mentre osservava la neve.

Il ricordo delle sue lacrime mi distruggeva.

"Harry, io vado a dormire. Se.. hai bisogno di me, sai dove trovarmi."

Stavo morendo di sonno e di freddo, non vedevo l'ora di sotterrarmi sotto il piumone.

Ma non ero sicura di volerlo lasciare solo, credevo che avesse bisogno di compagnia.

"Buonanotte." dissi, sorridendogli.

Non feci in tempo a voltarmi, per entrare nella mia stanza, che il suo corpo si mosse velocemente in mia direzione.

"Credevo che avresti dormito con me." disse.

Il suo tono di voce era quasi deluso.

Sgranai leggermente gli occhi a quelle parole.

Rimasi in silenzio a guardarlo.

Cosa avrei dovuto fare?

In quel letto, fino alla sera prima, dormiva Jazmin.

Ma lui mi aveva detto che io non ero una delle tante.

"Ti prego." sussurrò, prendendo la mia mano nella sua.

Alzai lo sguardo dalle nostre mani incrociate, per riuscire a specchiarmi nei suoi occhi verdi.

Non voleva restare solo.

Probabilmente, il fatto di aver rivissuto quei momenti terribili, lo aveva reso più vulnerabile.

Annuii leggermente.

"Metto il pigiama e arrivo." rispose.

Adesso c'era un piccolo sorriso che minacciava di spuntare sul suo viso e fui felice di esserne la causa.

Lui andò in bagno ed io mi avvicinai al letto.

Mi sdraiai sul lato destro, consapevole del fatto che fosse la parte di Harry.

E poi mi lasciai avvolgere dalla morbidezza del piumone.


 


Le coperte si alzarono e il calore di un altro corpo, si stese al mio fianco.

"Sai che quello è il mio posto?" mi chiese, divertito.

"Non ho intenzione di dormire nel posto in cui hanno dormito tutte." dissi.

Lui mi guardò confuso.

"Ci ha dormito solo Jazmin." disse poi.

Lo guardai stupita.

Sinceramente credevo che ci fossero passate più ragazze da quel letto.

"Solo lei?" chiesi.

"Beh, se si parla di 'dormire', solo lei." disse, quasi divertito.

Lo guardai male.

In poche parole, mi aveva lasciato intendere che tutte le altre, dopo aver "giocato" con lui, se ne erano andate, non si erano mai addormentate li.

"In ogni caso, io dormo a destra." mi imposi.

"Capisco." disse lui ironico.

"Possiamo dormire adesso?" chiese sorridendomi.

"Si." dissi, sporgendomi verso l'interruttore della luce.

Ad essere sincera, non mi sentivo molto a mio agio in quel momento.

Harry stava per addormentarsi a pochi centimetri dal mio corpo, sotto la mia stessa coperta.

Se ripensavo al passato, ai primo giorni.. tutto questo mi sembrava totalmente assurdo.

Ma capii che era arrivato il momento di guardare al presente, massimo al futuro.

Mi accomodai meglio sul cuscino morbido.

Fui felice del fatto che fosse impregnato del suo profumo.




Harry si muoveva in continuazione, il suo respiro era pesante e accelerato.

Mi chiedevo se l'incubo che stesse avendo, avesse a che fare con Liz e l'incidente.

Mi scoprì un paio di volte, tirando via la coperta e lasciandomi al freddo.

"Lasciala stare." ringhiò nel sonno.

Non feci niente, sperando che si calmasse da solo.

Non mi andava di svegliarlo.

"Sean, è mia!" urlò.

Mi gelai a quel nome.

Allungai una mano, troppo assonnata per alzarmi.

Trovai il suo braccio e glielo strinsi appena.

"Harry, va tutto bene." mi ritrovai a dire, con voce impastata dal sonno.

"Non portarmela via." quasi piagnucolò.

A malavoglia, mi alzai a sedere e a tastoni cercai il suo corpo.

Quando trovai il suo viso, gli accarezzai una guancia.

"Harry?" lo chiamai dolcemente.

Dovevo svegliarlo.

Non volevo che quel bastardo lo torturasse anche negli incubi.

Lo scatto che fece, mi impaurì.

Afferrò saldamente la mano con cui lo stavo accarezzando e si alzò con il busto, ritrovandosi a sedere.

"Harry, sono Faith." mi affrettai a dirgli.

La sua presa si allentò, ma non mi lasciò andare.

"Sei qui." sussurrò.

"Sono qui." gli dissi, cercando di scacciare il batticuore che mi aveva procurato con quello scatto improvviso.

"Non volevo spaventarti, scusa." disse, dispiaciuto.

"Hai fatto un incubo."

Fu più un affermazione, che una domanda.

Lui non disse niente.

Nella stanza silenziosa, risuonavano solo i nostri respiri.

Poi lui si sdraiò, lasciando andare il mio polso.

Feci lo stesso, tornando ad occupare la mia precedente posizione.




Fatela smettere.

La fracasso, la do in pasto agli orsetti lavatori, la butto in lavatrice, ci passo sopra con un carro armato.

Sveglia di merda.

Sentii Harry muoversi e subito dopo: la pace.

Spense quell'oggetto e tornò a sdraiarsi al mio fianco.

"Faith?" mi chiamò, con voce assonnata.

Io non risposi, sperando che mi lasciasse dormire un altro po'.

Il rumore delle coperte che si muovevano insieme al suo corpo, si fece più vicino.

Un braccio muscoloso apparve all'improvviso dalle mie spalle, posizionandosi attorno al mio bacino.

Il suo petto aderì perfettamente alla mia schiena.

Sussultai a quel contatto.

Non ero abituata a ricevere attenzioni simili.

Beh.. da persone che non fossero Louis, intendo.

"Dobbiamo andare a lezione." farfugliò, forse più addormentato di me.

Non volevo andare a lezione.

Un bacio venne schioccato dietro al mio collo.

Un altro sulla mia spalla.

Poi uno lungo la mandibola.

Scossa dai brividi, dovetti muovermi.

"Ok, sono sveglia!" dissi imbarazzata.

La sua risata profonda risuonò nel mio orecchio.

Feci per alzarmi, ma la sua presa si strinse attorno al mio bacino, attirandomi ancora di più al suo corpo.

"Buongiorno." sussurrò al mio orecchio.

Cercai di rigirarmi tra le sue braccia.

Lui mi lasciò fare e io riuscii a ritrovarmi faccia a faccia con lui.

"Giorno Harry."

Gli sorrisi.

Era la prima volta che mi svegliavo al suo fianco e in tutta sincerità, era stato un risveglio più che piacevole.

Adesso, l'idea di dovermi allontanare dal suo abbraccio caldo, mi infastidiva.

Baciò la mia guancia, per poi ricambiare il sorriso.

"Facciamo tardi." disse poi.

Sospirai, scocciata da quella consapevolezza.

Scivolai dalle sue braccia e subito sentii il desiderio di tornare indietro e stringermi nuovamente a lui.

Ma dovetti scendere dal letto.

Andai nella mia camera e presi dei vestiti puliti, che poi indossai, dopo essere entrata in bagno.

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Entrammo in classe.

Adesso avrei dovuto affrontare il dilemma più traumatizzante.

Jazmin non era al suo solito posto, bensì era seduta al fianco di Chelsie.

Harry mi trattenne per il polso, quando indugiai in direzione di Zayn.

"Non ti siedi con me?" mi chiese, con un misto di disappunto e delusione nella sua voce.

"Io.. beh, dovrei.. Zayn." dissi, sapendo che non aveva alcun senso.

"Vuoi stare con lui?" mi chiese, scocciato.

"Si, ma.. solo qui, cioè.. lui è.."

Mi ritrovai a balbettare sotto lo sguardo minaccioso di Harry.

Era evidente che non voleva vedermi con Zayn, ma quello era il mio posto ed era li che io volevo stare.

"Devi venire con me." si impose, attirandomi a lui.

Riuscii a respingerlo, riuscendo a dividerci, mettendo le mani sul suo petto.

"Il mio posto è accanto a Zayn, Harry." dissi, cercando di essere convincente.

La sua postura si irrigidì, si stava arrabbiando.

Ma non potevo permettere che prendesse il controllo sulle mie azioni, io dovevo, e volevo, essere libera di fare ciò che mi pareva.

"Va da lui, allora." disse, liberandomi della sua presa.

La sua espressione divenne sorpresa, quando feci quello che mi era stato detto.

Probabilmente si aspettava che avrei lasciato perdere e che sarei seduta al suo fianco.

Per questo, si stupì quando raggiunsi il mio solito posto, accanto a Zayn.

Posai la cartella a terra e mi sedetti, dando poi il buongiorno al moro, il quale ricambiò con un sorriso.

Alzai lo sguardo.

Harry era fermo immobile, ancora in piedi, esattamente dove lo avevo lasciato.

Mi guardava.

La professoressa entrò in classe.

Era la solita che spedì entrambi in detenzione, pochi mesi prima.

"Buongiorno ragazzi." disse, accomodandosi dietro la cattedra.

"Styles, puoi raggiungere gentilmente il tuo posto?" gli chiese, vedendolo alzato.

Harry continuò a guardarmi ed io dovetti sforzarmi di mantenere il suo sguardo, senza dare segni di cedimento.

Poi lo distolse e prese a guardare la professoressa.

Mi rilassai, libera di non dover più sostenere il contatto con i suoi occhi.

"No." disse, in risposta alla domanda che gli era stata posta pochi minuti prima.

Lasciò me e il resto dei presenti, compresa la professoressa, sorpresi.

Soprattutto quando si mosse velocemente verso la porta e uscì dandomi le spalle.

La voglia di rincorrerlo era insostenibile, ma non dovevo cedere.

Non potevo permettere ad Harry di trattarmi in quel modo.

Non ero un oggetto, che semplicemente decideva dove mettere, a suoi piacimento.

Dovetti sopportare per dieci minuti buoni le lamentele della professoressa, riguardanti il comportamento di Harry.




Le cinque ore più infernali di tutta la mia vita.

Avevo un groppo sulla bocca dello stomaco e non riuscivo a scacciarlo.

Ero tanto sicura delle mie azioni, ma adesso tutte le certezze sembravano svanite e cominciai a chiedermi se avessi sbagliato.

Magari ero stata troppo dura con lui, infondo voleva stare solo con me.

No, Faith.

Devi fargli capire che non comanda lui, hai fatto la cosa giusta.

Scossi la testa.

Non aiutavano i professori che ad ogni cambio dell'ora, chiedevano dell'assenza di Harry.

Sbuffai.

Una lezione più noiosa di quella di storia non l'hanno ancora inventata.

Le lancette si muovevano troppo lentamente.

Volevo alzarmi e andarmene, volevo andare da lui.

"Faith, smettila." mi ammonì Zayn, riferendosi al ticchettio che stavo creando, sbattendo il lapis contro la superficie del banco.

Mi fermai e cambiai posizione sulla sedia.

"Ma che hai?" mi chiese.

Lo guardai.

"Sono nervosa." dissi.

"Me ne sono accorto." rise.




Appena sentii il suono dell'ultima campanella, scattai in piedi.

Avevo già riposto i libri nella mia borsa, ansiosa di andarmene.

L'afferrai e me la portai in spalle.

Avanzai verso la porta.

Non mi voltai nemmeno quando sentii la voce di Zayn alle mie spalle.

"Faith, ci vediamo oggi." disse.

"Si si." dissi soprappensiero, raggiungendo la porta.

Avrei scommesso che non fosse andato in dormitorio, perciò non andai neanche a controllare.

Provai al bar, ma era improbabile che fosse li.

Sopratutto dopo i fatti accaduti la sera prima.

Mi affacciai velocemente, cercando con lo sguardo il tavolo a cui sedeva sempre.

Non c'era, come previsto.

Feci per tornare indietro, ma non potei ignorare i richiami di Nicole, aggiunti a quelli di Tyler.

Mi avvicinai, innervosita dal fatto che avessero interrotto la mia ricerca.

"Ragazzi." dissi, evidentemente scocciata, obbligandomi a concedergli un sorriso più che falso.

"Faith, dobbiamo parlare." disse Tyler.

"No, Faith. Noi dobbiamo parlare." disse la mora.

Sospirai.

Tempismo perfetto.

"Cosa c'è?" chiesi.

"C'è che dopo ieri sera, spero tu abbia capito che Harry è una minaccia per te." disse lui, soddisfatto.

Cosa si aspettava? Che quella tragica storia mi avrebbe fatto pensare ad Harry come un pericolo?

Non era stata colpa sua, dannazione.

"Non lo ascoltare, Faith. Sai che non è vero. Harry è un bravo ragazzo ed ha bisogno di te."

Gli occhi di Nicole, erano supplichevoli.

Temeva che abbandonassi Harry.

Si preoccupava per lui.

"Stronzate. Non è un bravo ragazzo." disse Tyler, sprezzante.

Mi sentivo un'idiota.

Stavo perdendo tempo con loro, mentre Harry era chissà dove, furioso con me.

"Ne ho abbastanza. Sono libera di stare con chi voglio. Dovete smetterla di pianificare la mia vita, tutti. Voglio stare con Harry e lo voglio adesso. Sapete dirmi dov'è cazzo è andato?" chiesi, perdendo la pazienza.

Nicole sorrise soddisfatta.

"L'ho visto che usciva. Prova a cercarlo in giardino."

Non potei non notare l'espressione avvilita sulla faccia di Tyler.

Sospirai e posai la mia mano sulla sua.

"Tyler, ti giuro che Harry non mi farebbe mai del male. So che ti stai solo preoccupando per me e lo apprezzo. Ma non ce ne è bisogno, davvero." gli sorrisi.

Era più una tattica, piuttosto che un sorriso spontaneo.

"Va da lui." disse sbuffando.

Sorrisi soddisfatta e uscii velocemente dalla porta a vetri che dava sulla piscina.




Feci più volte il giro del giardino.

Ma di lui, nessuna traccia.

Cominciai a preoccuparmi.

Divenni decisamente più rilassata quando riconobbi la sua macchina scura nel parcheggio.

Perlomeno ero certa che si trovasse da qualche parte il giro per il college.

Fu quando notai delle figure in palestra, che pensai potesse trovarsi li.

Era una struttura formata, perlopiù da vetri, per questo mi fu facile intravederne l'interno.

Era ora di pranzo, per cui non mi sorpresi del deserto che trovai.

Davanti a me, un ragazzo, si dilettava con il sacco da boxe.

Ma l'assenza di quei riccioli famigliari mi fece avere la certezza di chi fosse.

O meglio, di chi non fosse.

Non era sicuramente Harry.

Fu quando riconobbi il tatuaggio sulla nuca che capii chi era.

Non avrei mai dimenticato la mia curiosità nel voler scoprire a cosa conducesse quel disegno che si infilava all'interno della maglietta, scendendo giù per la schiena.

"Conor?" chiesi, abbastanza confusa.

Non credevo frequentasse la nostra scuola, non lo avevo mai visto prima.

"Faith!" disse, sorpreso di vedermi.

Si abbassò a prendere l'asciugamano, che in precedenza aveva gettato sul pavimento.

Si asciugò il sudore dalla fronte mentre si avvicinava a me.

Incrociai le braccia al petto.

Un gesto che facevo abitualmente.

"È un piacere rivederti." scherzò.

Serrai le labbra, non essendo molto d'accordo.

Ricordavo ancora molto bene il modo con cui mi aveva trascinata via da Harry.

"Non avrai mica intenzione di tenermi il broncio, vero?" chiese, ironico.

Non risposi.

Diedi un'occhiata in giro.

Sentii le guance arrossarsi mentre riconoscevo il tavolo su cui Harry mi aveva dato il nostro primo bacio.

Ingoiai rumorosamente, sperando di scacciare l'imbarazzo.

Nonostante Conor non avesse idea di quello che era successo in quella palestra.

"Non credevo venissi a scuola qui." dissi, cercando di distrarmi.

Lui rise di gusto e non capii cosa ci potesse essere di tanto divertendo in quello che avevo appena detto.

"Sul serio?" chiese sorpreso.

"Io non ti ho mai visto in giro." dissi, con sincerità.

"È impossibile che non ricordi." disse, continuando a ridere.

"Spiegati, non capisco." dissi, scocciata del fatto che stesse ridendo di me.

"Era probabilmente il primo giorno che lavoravi al bar." iniziò.

"Io non lavoro al bar. A volte do una mano ad un amico." precisai.

"Oh, lo so bene." rise.

Lo guardai confusa.

"Però dimenticavo che sei amica di quello scarto umano. Tyler Adams." disse con disprezzo.

Sentii la rabbia risalirmi lungo il corpo, come una scarica.

Ma decisi di non replicare.

Se era testardo, almeno la metà di quanto lo era Harry, non avrei potuto vincere.

"Insomma. Io e i miei amici eravamo seduti ad un tavolo. Eravamo tre ragazzi e due ragazze." disse.

Nessun ricordo riaffiorò nella mia mente.

Quando Conor lo capì, continuò a raccontarmi.

"Non ricordi di una bionda che ti ha chiesto qualcosa che non contenesse zuccheri, calorie o qualsiasi cosa facesse ingrassare?" chiese.

Si, della bionda con il quoziente intellettivo dimezzato, ricordavo.

Io le avevo dato dell'acqua.

In un bel bicchiere.

"Beh, era Lexi. Una mia amica. Io ordinai uno yogurt. Cioccolato e scaglie di cocco. Non puoi dirmi che non ricordi. Lo stesso giorno hai rotto la macchina del frozen yogurt e sei caduta mentre ci portavi le ordinazioni, rovesciando tutto a terra." disse, divertito.

Adesso ricordavo, perfettamente.

Sospirai.

"Si, ho capito." dissi, arrendendomi alla figuraccia che avevo fatto.

Lui rise ancora.

"La bionda è Lexi e gli altri.. beh, un giorno Harry te li presenterà." disse.

"Harry?"

"Si, sono nostri amici." spiegò.

Strano.

Non lo avevo mai visto con altre persone.

L'unica era stata Nicole.

Quindi io avevo già visto Conor e non mi ricordavo assolutamente niente.

Fantastico.

"L-lui dov'è?" chiesi incerta, sperando che fosse li.

"Nello spogliatoio. È molto.. agitato. Lo hai fatto arrabbiare per caso?" mi chiese, quasi divertito.

Lo guardai male.

Non erano di certo affari suoi.

"Vado da lui." dissi solamente, avvicinandomi alla porta con si scritto "spogliatoio maschile".

Infondo non avrei potuto fare incontri "spiacevoli", non c'era nessuno.

Se non lui.

Entrai.

Il rumore di qualcuno che armeggiava con la chiusura di un armadietto, mi giudò fino a lui.

Mi dava le spalle, stava sistemando le sue cose nel borsone.

Chiuse la cerniera e dopo esserselo messo in spalla, si voltò.

Rimase come impietrito appena mi vide.

Tanto che lasciò cadere il borsone a terra, senza preoccuparsi di afferrarlo in tempo.

Non sapevo cosa dire.

Ero li, forse a chiedergli scusa, con la consapevolezza di aver ragione.

Perché era stato lui a comportarsi in quel modo, non io.

Il suo volto era tremendamente serio e credetti che non avesse intenzione di rivolgermi parola, fino a quando non parlò.

"Credevo che il tuo posto fosse con Zayn." disse duramente.

Avevo voglia di alzare gli occhi al cielo, ma mi trattenni.

Era seriamente geloso di Zayn?

"Si. A scuola, durante le ore di lezione." dissi, cercando di mantenere la calma e di non apparire, come al mio solito, impertinente.

"Beh, potresti stare sempre con lui. Se volete, posso cedervi la stanza." disse ironico, ma in modo scontroso.

"Dimmi che stai scherzando." dissi, cominciando ad innervosirmi.

Non c'era bisogno di fare questa scenata, sapevamo entrambi che tra me e Zayn non c'era assolutamente niente.

"No, Faith. Basta che me lo dici, così evito di andarci a sbattere." disse nervosamente.

In quel momento, dopo quella frase, capii tutto.

Capii perché si stava comportando così.

Capii una parte di lui.

Aveva paura, una tremenda paura che Zayn mi portasse via da lui.

Si era messo in gioco per me e temeva che io lo deludessi.

Non voleva andarci a sbattere, non voleva prendersi una fregatura con me.

Aveva paura di perdermi e io dovevo, in qualche modo, fargli capire che non ce ne era bisogno.

Feci qualche passo, lui mi guardò impassibile.

Dovetti alzare il viso per far incrociare i suoi occhi, con i miei.

Poggiai la mano destra sul suo petto, esattamente dove il suo cuore batteva, ad un ritmo leggermente irregolare.

Abbassò la testa, scrutando con i suoi occhi verdi, i miei movimenti.

Quando la rialzai, i nostri nasi si sfiorarono.

"Non vado da nessuna parte, Harry." gli sussurrai.

Nei suoi occhi lessi che quelle parole, erano esattamente ciò di cui aveva bisogno.

"Il giorno in cui ti ho conosciuto non l'avevo capito." disse lui, senza smuovere dal volto quell'espressione impassibile.

"Non avevo capito che da quel giorno avrei dovuto fare i conti ogni istante con la paura di perderti.” continuò.

Scossi leggermente la testa.

"Non mi perderai." dissi convinta.

"Non puoi realmente saperlo." disse lui.

"Ne ho la certezza." mi imposi, sperando di convincerlo.

"Come fai ad averne la certezza?"

"Perché siamo stati fatti per non essere divisi, Harry." dissi spontaneamente.

Non pesai troppo le parole.

Fu il mio cuore a parlare.

Era troppo doloroso, anche solo il pensiero, di dovermi separare da lui.

Mi sentirei tremendamente vuota e sola.

Un leggero sorriso si accennò sul suo volto.

Quella visione mi scaldò il cuore.

Chiuse quella poca distanza che separava i nostri visi, con un bacio.









SWAAG.

Ok ok, lo so.

Questo capitolo è pesantissimo.

E' lungo e pieno di litigi, una bomba.

Ma dovevo metterlo, è un capitolo di passaggio.

Come avevo detto anche nello scorso spazio autore, i prossimi saranno MOOLTO più "leggeri" e "spensierati".

Li ho già scritti, quindi lo so bene.

Per quanto riguarda questo, la cosa "brutta" che avevo detto che doveva succedere, è appunto la storia di Liz.

Se ne riparlerà ancora, ma non saranno cose troppo tragiche, promesso.

Faith sta lottando contro se stessa.

Vorrebbe chiudere con il passato, ma l'amore che prova per le sue migliori amiche e per i suoi amici, è ancora tanto e non riesce a dirgli addio.

Harry è spaventato.

Adesso che è riuscito ad amare di nuovo, ha il terrore di perderla.

Tyler, si metterà finalmente da parte e non romperà più i maroni.

ALLELUIA.


Poi.. IMPORTANTE.

Ho notato, che molte di voi, non hanno un icon, qui su EFP.

Volevo dirvi, che se vi interessa, ve le posso fare io.

Basta che mi mandiate un messaggio e ne parliamo li :)


Grazie mille, per le recensioni e per le visualizzazioni ai capitoli.

Ho notato che molte di voi, mi dicono spesso che riescono ad impersonarsi in Faith, questa cosa mi rende estremamente felice.

Fatemi sapere che pensate di questo capitolo e alla prossima :)

Un bacio,

Michi x




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