If I fell in love with you,
would you promise to be true?
“Astoria!”
Sbuffando, chiuse gli occhi, cercando di ignorare sua madre che urlava. Forse, se avesse fatto finta di non sentirla, avrebbe smesso di darle il tormento.
“Astoria!”
Ancora un po’…
“ASTORIA!”
Ok, meglio muoversi. Infilandosi in bocca l’ultimo rimasuglio della sua merenda, si alzò controvoglia. Si infilò le scarpe e rientrò in cucina, dove rimise a posto il barattolo. Suo padre era ancora intento a leggere il giornale. Sua madre, una donna che un tempo era stata molto più bella di quel giorno, era in piedi in mezzo al soggiorno, che sbraitava contro gli elfi che stavano addobbando la sala.
“Ah, eccoti. Si può sapere dove sei stata?!” sbottò, una volta che Astoria fu entrata nella stanza.
“Mah, in giardino… a fare merenda…” rispose lei, cercando di schivare un vaso di fiori che sfrecciava sul soffitto.
“Sempre a mangiare tu. Dovresti smetterla e cercare di curare un po’ di più il tuo aspetto” disse acida, ma Astoria fece finta di non aver nemmeno sentito. I commenti sul fatto che lei non dedicasse abbastanza tempo a farsi bella, cosa che sua madre disapprovava del tutto. Lei, obbligata dalla famiglia a sposare un mago tanto ricco quanto amante dei Babbani, figlio di maghi Purosangue, di famiglia antica e nobile. Era per questo, forse, che i suoi suoceri non lo apprezzavano: era chiaro che il matrimonio era stato fatto per convenienza, ma speravano in un cognato più conforme ai loro standard. Ed invece, si erano ritrovati un uomo con una passione sviscerata per i Babbani che, grazie al cielo, si curava di nascondere almeno in pubblico. Poi, in casa, dava sfogo al suo fanatismo che aveva, in qualche modo, passato alla figlia. Non che lei ambisse a conoscere i non-magici o ad avere a che fare con loro: semplicemente, non li umiliava, cosa che sembrava essere il passatempo preferito della madre e della sua famiglia. Ovviamente, dopo criticare le abitudini di Astoria.
“Che cosa c’è, mamma?”
“Guarda un momento questi stupidi elfi. Stanno cercando di addobbare la sala, ma sembra che non riescano a fare nulla senza qualcuno che li sorvegli…”
“Va bene”
La donna uscì dalla stanza, non senza aver prima assestato un calcio ad uno di quelli. Astoria alzò gli occhi al cielo: un paio d’anni prima, a scuola, aveva sentito che una Grifondoro, una certa Granger, aveva fondato un comitato per gli elfi, il C.R.E.P.A.. Ovviamente, tra i Serpeverde la notizia era girata solo perché la prendevano in giro e la deridevano, ma lei era stata tentata di andare a parlarle per sapere se poteva iscriversi. Ma era bastata una discussione con Daphne, sua sorella maggiore, per farle cambiare idea. Così, alla fine, aveva rinunciato al piano. Guardò uno di quegli esserini, che stava tentando di appendere una ghirlanda al soffitto, e alzò gli occhi al cielo: tutti quei preparativi erano per la cena di mezza estate, una cosa ridicola che facevano da sempre, a quanto ricordava Astoria. Venivano a cena i suoi nonni materni e, a turno, una famiglia di maghi Purosangue. Chissà a chi sarebbe toccato, quest’anno, l’onore di una cena con una famiglia di maghi mezzi matti. All’improvviso, un pensiero le attraversò la testa: che forse…? No, non poteva essere. Non in quel periodo. Non con Lucius ancora in prigione… Astoria, suo malgrado, sorrise. Aveva sperato, per un solo istante, che quell’anno toccasse ai Malfoy. Li aveva sempre invidiati: ricchi, famosi e tutti incredibilmente belli. E poi, c’era quella mega cotta per Draco, il figlio. Amico di sua sorella Daphne, spesso gli capitava di incrociarlo nei corridoi in sua compagnia, ma non aveva mai il coraggio di rivolgergli la parola. E così, erano passati cinque anni. Poi c’era stata la guerra, e Draco, che in ogni caso aveva due anni più di lei, aveva terminato la scuola. Lui e sua sorella avevano perso i contatti, come se la loro amicizia si fosse infranta non appena avevano varcato per l’ultima volta i cancelli di Hogwarts. Così, tra una cosa e l’altra, erano passati due anni. Anche Astoria aveva terminato la scuola e preso i suoi M.A.G.O, nove in tutto, e aveva iniziato a pensare ad una carriera come Auror, ma sua madre non era stata molto dell’idea. Per Daphne era stato molto più facile: con la scusa di voler “ampliare i suoi orizzonti” era andata a vivere per un certo periodo in Francia, da una zia che aveva promesso alla madre di concludere una matrimonio da sogno, o almeno un fidanzamento. Così Astoria si era trovata bloccata a casa, in attesa di trovare una strada che soddisfacesse lei e la sua famiglia. All’improvviso, un grido la riportò alla realtà: un elfo era rimasto incastrato sotto ad una sedia, e urlava come un ossesso.
“Che diamine succede qui?!” strillò sua madre, arrivata di corsa.
“Tu, alzati subito! E piantala di gridare in quel modo!” L’elfo si zittì all’istante: era suo preciso ordine obbedire ai padroni.
“Tu Astoria, vatti a cambiare. E cerca di apparire un po’ decente, che stasera abbiamo ospiti”
“E cosa dovrei mettermi?” sua madre la guardò bieca.
“Alla tua età hai ancora bisogno che ti dica cosa metterti? Fila in camera”
Astoria s’infilò su per le scale, ma si fermò a metà.
“Posso almeno sapere – urlò – chi c’è stasera oltre ai nonni?”
“I Malfoy”
“Chi? Non ho sentito”
“I Malfoy”
“Chi?!”
“I MALFOY!”
“Ah ok, grazie”
Una strana felicità le partì dallo stomaco, come se una bestia finora addormentata da due anni si fosse svegliata all’improvviso, mandandole in brodo di giuggiole l’intera pancia, ed anche il sistema nervoso. Fu quasi ballando che entrò in camera per prendere un completo intimo da indossare e l’accappatoio, e poi andò in bagno. Canticchiava tra sé e sé, ma non appena entrò nella vasca un dubbio atroce l’assalì: Draco si sarebbe ricordato di lei? E, problema ancora più grande, sarebbe riuscita a fare colpo? Improvvisamente si sentì preoccupata ed agitata: doveva essere al meglio, quella sera. Fermamente decisa, cacciò la testa sott’acqua, e si lavò i capelli. Stette bene attenta a risciacquarsi con l’acqua gelida, battendo così i denti ma rendendo la pelle più elastica o luminosa, come sua madre le ripeteva quasi tutti i giorni. Combatté con la Tricopolvere e la spazzola, ma alla fine ne era valsa la pena: i suoi capelli erano molto più morbidi e luminosi del solito. Decise di truccarsi subito, onde evitare di sbavare il tutto indossando il vestito: ombretto rosa e mascara nero, con un rossetto a completare l’opera. Poi, fu la volta dell’armadio: panico. Astoria osservava l’armadio a bocca aperta, senza avere la più pallida idea di cosa scegliere. Fu con orrore che sentì il campanello suonare: gli ospiti. E lei era ancora in intimo. Disperata, afferrò la prima cosa che aveva sotto mano: un abito in seta rosa pallido, con una spallina nera di pizzo ricamato a fiori, che continuava sull’intero corpetto, per poi terminare in un intreccio sotto al seno. Un regalo di mamma, che aveva ancora l’etichetta attaccata. Si guardò fugacemente allo specchio mentre scendeva e dovette ammettere che il risultato non era poi così male. Arrivata in bagno, infilò in fretta un paio di decolletes nere e si precipitò in salotto. Grazie al cielo i Malfoy e i nonni erano ancora nell’atrio con sua madre, così nessuno si accorse del suo ritardo.
“Perché non ci accomodiamo di là?” sentì dire a sua madre.
“Ma certo cara” le rispose la nonna.
Astoria sentì i loro passi avvicinarsi: indossò il suo sorriso migliore e si preparò ad accogliere i suoi ospiti e il ragazzo di cui era innamorata.
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Ciao a tutti :)
Beh, comincio col presentare la storia: come avrete capito è incentrata su Astoria e Draco, e su loro due come coppia. Il narratore è in terza persona, anche se principalmente prevarrà il punto di vista di Astoria, un personaggio che, secondo me, lascia abbastanza spazio all'immaginazione, dato che non è stato particolarmente approfondito. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto o vi abbia almeno incuriosito, io conto di aggiornare una volta a settimana, il lunedì o il martedì. Vi aspetto, allora. Se vi va, lasciatemi un commentino o anche una critica, mi servirà per migliorare la trama, i dialoghi, dato che questa è la mia primissa FF a capitoli.
Alla prossima :3
Judee
Alla prossima :3
Judee