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Autore: _Kiiko Kyah    29/07/2013    9 recensioni
Quando si dice sintonia perfetta~
Diciottesimo compleanno di Artemis.
Quale giorno perfetto per lui e qualcun altro per riflettere sui propri sentimenti?
Non senza qualche aiuto esterno.~
E' possibile che la mia mente contorta stia sfornando un seguito, non vi garantisco scampo~
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Artemis Fowl, Domovoi Leale, Juliet Leale, Polledro, Spinella Tappo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SintoniA





Artemis strizzò le palpebre, per l'ennesima volta. Faceva freddo, questo era evidente, ma non era ancora così inverno inoltrato da fargli rattrappire persino gli occhi, no? Evidentemente sì. 
Computer sotto mano, foglio a quadretti davanti e penna stilografica stretta fra le dita, Fowl non stava -come qualsiasi persona che non l'avesse mai incontrato potuto pensare- studiando o facendo un qualche compito per preparasi all'esame di maturità come un diciottenne qualsiasi... 
Si stava solo "dilettando" ad eseguire qualche equazione quantistica, così tanto per fare qualcosa nella noia genera. Anche perché lui la maturità avrebbe potuto affrontarla già all'età di sette anni.
«Ehi, Artemis.» il richiamo di Leale non lo colse di certo impreparato. Sapeva già che prima o poi sarebbe arrivato a chiamarlo. 
Posò la penna e si scostò una ciocca di capelli corvini dalla fronte, per poi voltarsi verso l'omone. «Dimmi.»
«E' arrivato un messaggio da Polledro.» 
Il ragazzo esibì il suo solito sorriso da vampiro. «Il mondo non corre rischi oggi, eh?» domandò retorico, inclinando la testa. 
L'asiatico ricambiò il sorriso. «E' un messaggio di buon compleanno, Artemis» lo informò, pur sapendo che era superfluo farlo. 
Era ovvio che il giovane irlandese avesse già ben intuito di cosa si trattasse. E allora, si chiese Leale, perché mi ostino a rifergli cose che sa già? 
«Carino a ricordarsi del mio compleanno.» commentò il ragazzo, stendendosi la camicia bianca con la mano. 
Leale sbatté le palpebre. «E' da parte anche di Bombarda, Algonzo e Spinella.» gli comunicò lievemente sorpreso. 
Fowl non smise di sorridere. «Certo, ma a ricordarsi -o meglio, ad aver letto nei miei file che oggi compio diciotto anni- è stato di certo Polledro.» il ragazzo afferrò distrattamente la penna fra le dita pallide. 
«Chiedono cosa vorresti come regalo.» decise di cambiare pista quell'altro, scrollando le robuste spalle. 
«Assolutamente niente.» replicò il suo principale «Da loro non voglio assolutamente niente.» ripeté tornando alle sue equazioni. 
Le quali, come di colpo, avevano per qualche motivo perso la capacità di interessare Artemis, così, da un momento all'altro. 
Beh, per forza. Quando il Popolo veniva anche solo nominato, il giovane perdeva interesse per molte cose relativamente secondarie. Problema temporaneo, ma fastidioso. 
Un genio non deve distrarsi da niente, e non deve lasciare mai niente di incompiuto, seppur uno stupido gioco per la mente. 
«Riferirò.» sospirò la guardia del corpo. Quel "Non voglio niente" equivaleva ad un "Ho già avuto troppo". Il corvino era proprio cambiato, da quando era niente più che un dodicenne. «Certo che non li vediamo da tanto tempo. Solo e-mail e messaggi.»
Artemis era pronto anche a quella considerazione, com'era pronto a tutto. «Il mondo non è nei guai, loro non hanno problemi irrisolvibili senza il mio intelletto e noi non abbiamo problemi irrisolvibili senza magia. Ovvio che non li vediamo.» ticchettò la punta metallica della penna contro il foglio e batté un paio di lettere a macchina. 
«E tu vorresti vedere alcuni dei pochi amici che hai solo quando siamo nei guai perché...?» lasciò in sospeso la frase. 
Sapeva che il diciottenne avrebbe trovato una risposta perfetta. «Non che esista qualcuno cui la mente sia difficile da spazzare come la mia, tuttavia è meglio non correre rischi di salto della copertura del Popolo.» come volevasi dimostrare, aveva ragione. 
«Significa che se non fosse rischioso ti piacerebbe rivederli?» insistette però l'uomo. 
L'interpellato socchiuse le palpebre e tracciò un segno curvo sul foglio. «Risposta scontanta.» ammise con un sospiro, come rammaricato «A parte te, Juliet e la mia famiglia, sono praticamente le uniche persone che per le quali provo affetto.» 
«Affetto, mh.» masticò quella parola Domovoi, come se non fosse stato molto convinto. 
«Cosa stai insinuando, Domovoi Leale?» impossibile nascondere anche un insinuazione così velata ad Artemis Fowl II, eh no. Il ragazzo si voltò nuovamente verso il suo interlocutore. 
Quest'ultimo si trattenne dal sorridere, perché sarebbe stato un sorriso divertito e non era il caso. «Passi per Polledro e Bombarda... ma, c'è anche Spinella.» gli fece notare, e probabilmente senza accorgersene l'altro si morse il labbro inferiore «Per dirla alla tua maniera, affetto non è il termine corretto.»
«E' l'unico termine.» corresse interdetto il genio della situazione. 
Una voce femminile colse le loro orecchie. «Certo Arty, come no!» Leale si stupì di vedere sua sorella apparire dietro la porta, il capo di entrambi non tanto. 
«Juliet, non sei stata interpellata.» la bionda alzò le spalle al rimprovero del suo principale. 
Anzi, non batté proprio ciglio. Sorrise allegramente e non trattenne una risatina. «Forse, ma la parola corretta è "amore".» 
I due individui di sesso maschile nella stanza rimasero immobili per un paio di momenti, dopodiché il maggiore si ritrovò ad annuire, mentre il minore si voltò da un'altra parte. Ahi, non era da lui voltare le spalle ad un confronto faccia a faccia. 
«Per piacere.» fu l'unico commento del corvino. 
Leale lo guardò attentamente. «Scusa la domanda ma, che ci sarebbe di male? Non è da te negare in questo modo.»
«Lasciando da parte il fatto che lei è un'elfa di novantanove centimentri d'altezza e io un umano di centosettantotto virgola sette...» cominciò lui senza girarsi ancora. Juliet roteò gli occhi. «La mia età è un soffio rispetto a quella del capitano Tappo. Potrebbe essere una mia bisnonna.»



Polledro sollevò lo sguardo sulla sua amica, la quale stava ancora trafficando con il suo caschetto per aggiustarlo dopo aver cozzato contro un muro per un attimo di distrazione. «Beh, è facile il pareggio. Il tuo QI è un soffio rispetto al suo.»
Spinella lo fulminò con gli occhi, ciò nonostante decise di non offendersi. D'altra parte, non le aveva dato della stupida, considerando i parematri dai quali era partito... 
«Qualsiasi QI è un molto inferiore a quello di Artemis. Anche il tuo, è inutile che mi guardi a quel modo. Quindi non c'è il minimo pareggio.»
Il centauro mise su una smorfia contrariata, però non trovò necessario controbbattere. Beh, il giovane Fowl era un genio. In tutto ciò che faceva, la supremazia in campo intellettuale andava a lui, e se fosse stato un membro del Popolo sarebbe stato di gran lunga più abile di Polledro nel maneggiare la tecnologia che i Fangosi non avevano a disposizione.
«E andiamo Spinella, cosa c'entra? Al cuor non si comanda, sai come si dice. Tanto meno è il tuo QI, a comandare...» 
Okay, questa sapeva tanto tanto tanto di insulto alla sua intelligenza. La ragazza sbuffò. 
Non poteva neanche informarsi se il suo amico avesse già inviato il messaggio di auguri di buon compleanno al loro amico Fangoso senza che il tecnino se ne uscisse con quella storia della "mostruosa cotta" che il capitano si sarebbe presa per Artemis. Tzè, fra tutti gli individui sotto e sopra la terra, proprio Artemis! Artemis... 
«Non è che la cosa che ti impedisce di ammettere che lo ami è che ogni anno che passa lui diventa più alto e tu resti un'elfa piccina picciò?» propose Polledro, non riuscendo ad impedirsi di terminare in un divertito ghigno.
Lei sgranò le sue iridi nocciola, prima di assottigliare lo sguardo e trapassare con le lame immaginarie della sua mente il suo amico dalle zampe equine, il quale più che intimidito sembrava sempre più divertito. 
«Piccina picciò un tubo!» sbottò indispettita «Non ammetto che lo amo perché non lo amo
Un brivido la avvolse. Faceva freddo anche sottoterra... strano. Oppure, più plausibile e ancor meno piacevole, non si trattava di freddo. 
«E poi sembra anche un vampiro.» borbottò indispettita, collegando un filo dei circuiti del suo elmetto, seguendo le istruzioni ricevute in precedenza dal centauro. 



«Ah! Un vampiro!» saltò su Juliet, gesticolando. «Quanto sei esagerato, magari sei un po' pallido, questo sì, però--» 
L'occhiata piatta e scettica che il ragazzo le rivolse la fece desistere dal continuare. «Sì, sembri abbastanza uscito da una bara, mh.» dovette ammettere abbassando lo sguardo. 
Artemis non fece una smorfia alla "Te l'avevo detto" solo perché un secondo brivido gli oltrepassò le cervicale. 
Beh, pensò stancamente riferendosi al maglione azzurro regalatogli da sua madre che aveva a malincuore indossato, sei totalmente inutile caro mio.
Probabilemente, giusto per farvi venire qualche nervo a fior di pelle, non si trattava di freddo, quel continuo brivido. Che fastidio. 
Si sfilò il maglione e lo adagiò sulla spalliera della sedia, prima di riaccomodarsi. 
«Però» provò ancora la bionda «I vampiri non hanno begli occhi azzurri come i tuoi.» i suddetti occhi cerulei eseguirono una circonzerenza completa delle palpebre del loro proprietario. 
«Molto consolante, lasciamelo aggiungere alla lista di cose che non mi accomunano ad un personaggio spaventoso da film horror.» intrecciò le dita posando i gomiti sulle gambe, sarcastico. 
Domovoi posò una mano sulla spalla della sorella. «Resta il fatto che forse non prenderesti così a cuore negare i tuoi sentimenti, se fossero inventati dalla nostra immaginazione come dici tu.»
Una qualsiasi persona in quel momento avrebbe concesso ad un ringhio di risalire su per le corde vocali. Ma quello era Artemis Fowl, non una qualsiasi persona. 
«Permettimi di dissentire.» esordì atono e ostentando calma «I problemi di attrazione nei confronti di ragazze, fra cui anche Spinella, erano dovuti alla pubertà. Per cui con essa sono terminati e non ne è rimasto nulla, per mia sfortuna.»
I due Leale sussultarono. «Perché "per tua sfortuna"?» diede voce al dubbio di entrambi, l'uomo. 
«Perché, amico mio, se i cosidetti sentimenti nei confronti del capitano fossero tuttora esistenti, ora questa discussione non si sarebbe venuta a creare e io avrei la possibilià di tornare in santa pace ad allenare il cervello cercando bachi nel sistema di calcolo mondiale.»
Juliet inarcò un sopracciglio. Certo, proprio il maggior divertimento per un neo diciottenne, studiare e ancora studiare. Al solito. 
Decise di fare un altro tentativo, nonostante tutto. «Uh, ammetterai che è veramente carina.» 



«Sarai d'accordo come me nel dire che è carino per essere un Fangoso super intelligente.»
L'unica donna della LEP corrugò la fronte. Carino. Secondo quali parametri un centauro maschio poteva definire se un ragazzo -per di più Fangoso- fosse carino o meno?
...
Sì, Fowl era carino, comunque per dirla come avrebbe detto lui, "la bellezza è una cosa relativa."
Orrore, si ritrovò a fare una smoria preoccupata, mi sono espressa come Artemis.
«Già che parliamo di lui, quanti anni faceva oggi? Diciotto?»
Polledro sorrise compiaciuto. «Ah, allora tieni il conto.» sogghignò divertito «Meno male che non ti importava un tubo.»
«Amico mio, stavo solo riflettendo su che regalo si potesse fare ad un Fangoso di diciotto anni, che fra l'altro può procurarsi praticamente tutto ciò che desidera da solo.»
L'equino non appariva affatto come uno che si era dato per vinto e conoscendolo, non aveva gettato la spugna manco per niente.
«Da una che gli ha restituito i suoi genitori, direi che può aspettarsi solo una dichiarazione d'amore in grande stile.»
«Polledro!» l'interpellato sobbalzò sui suoi zoccoli. 
Non tanto per essere stato chiamato con quel tono, più che altro perché l'elmetto era appena rotolato senza alcun ritegno giù dal tavolo, sul pavimento, senza che la sua proprietaria se ne curasse più di tanto.
«Ehi, ehi, fai un po' d'attenzione, Spinella!» la rimproverò ignorando il non molto trascurabile sguardo truce che gli era stato rivolto.
La ragazza sbuffò sonoramente. E ti pareva. Si chinò a raccogliere l'elmetto e guardò torvo anche lui; che rabbia!
«Comunque -che tu ci creda o no- ero serio.»
Tappo emise un ringhio tenacemente inquieto. «Artemis per me non sarà mai altro che un amico.»
Qualcosa nell'occhiata di Polledro convinse l'elfa di essersi scavata la fossa da sola, e di essercisi buttata a capofitto. 
«Sai,» incominciò abbastanza tranquillamente il centauro «mi sembra di aver già sentito la tua persona pronunciare parole simili... c'era qualche differenza. Ad esempio, al posto di "Artemis" c'era "Fowl". E al posto di "amico..."» ghignò. Di nuovo. «...c'era "nemico". Le cose cambiano, Spinella.» 
Ogni fibra muscolare del'interpellata si paralizzò per un millesimo di secondo. 
Le cose cambiano. Le cose cambiano quando meno te lo aspetti e quando meno dovrebbero cambiare. Accidenti.


Artemis non diede alcun segno di cedimento, se non per un millesimo di secondo. 
Ciò nondimeno, per uno che lo conosceva come Leale, non fu difficile notare il centesimale cambiamento dell'espressione del suo giovane amico, seppure breve meno di un secondo. 
«Artemis...»
«Io non sono innamorato di Spinella Tappo, Leale.» lo interruppe sul nascere il giovane, alzandosi in piedi, serio. 
«Quindi non conta niente che da quando la conosci sorridi molto più spesso?» 
Oh diamine. 



Il capitano si morse la lingua davanti all'espressione trionfante del suo migliore amico. 
Che frustrazione, avere torto. 
«Senti un po', Spinella...»
«Io non sono innamorata di Artemis Fowl, Polledro.» come dire avere la coda di paglia.
Rendersene conto era inutile, tanto oramai era troppo tardi.
«E allora spiegami com'è che da quando l'hai conosciuto non ti lamenti più del tuo lavoro.»
Colpita e affondata. 
Ahh, D'Arvit!



«Questi... 



sono solo... 



futili... 



dettagli.»



I suoi occhi fremettero appena.
«Però, devo riconoscere che sai scegliere i tuoi argomenti, amico mio.»


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Ahh, ma che è 'sta cosa.
Qualcosa sarà. 
Non so, mi è venuta in mente... tecnicamente avrebbe dovuto esserci anche un'altra parte, ma buh, no, non c'è. 
Magari un'altra volta c: 
Ma mai vista una Artemis/Spinella senza che i due si incontrino, e daiiii~ 
Sopprimetemi, vah. 
La prossima volta che sarò ispirata per scrivere in questa sezione li farò incontrare, promesso~
Beh, ora fuggo. Che ho sonno. 
Ciao. 
              Anna∞










  
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