Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: _YouArePerfect_    30/07/2013    3 recensioni
'Se anche solo per un momento penserai di essere solo, ascolta la mia musica. Io sarò lì per te.'
In quel momento riuscii a guardarli tutti: uno ad uno. Ognuno di loro aveva una storia da raccontare, dei pensieri da condividere, delle paure da sconfiggere, eppure, in quel momento, tutti erano lì per me.
Mi sentii immensamente grata.
Presi il microfono e sussurrai. 'tutto grazie a voi.'
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                              Mia madre è la prima persona
                                                                                                                                                                               a cui telefono prima di ogni esibizione...
                                                                                                                                                                                            è il mio portafortuna" 


Il telefono continua insistentemente a squillare. Lo spengo con un sospiro e mi avvicino alla finestra del salone. Rimango ancora una volta senza fiato a guardare l’immenso oceano azzurro accarezzato dalla luminosa luce del mattino. Sorrido osservando i gabbiani che planano lungo l’increspatura dell’acqua. Sento la porta di casa aprirsi e mi volto di scatto.
Mia madre compare con un sorriso, sventolandomi davanti un sacchetto. “Paste calde” esclama raggiante, come se dalla vita non ci si aspettasse niente di meglio; mi dà un bacio sulla guancia e si siede nel divano.
Mi siedo all’indiana davanti a lei, nella poltrona in pelle.         
“Allora..” comincia, lievemente a disagio.   
 “Allora” ripeto io a fior di labbra.                                                                                                                          
Avremo tante cose da dirci, ma è talmente difficile dopo ciò che è successo che entrambe non riusciamo a far altro che sorriderci a vicenda come se da quei sorrisi possa rinascere tutto quanto.                                     
Io sono partita proprio da lì, da dei semplici sorrisi per guarire, per rialzarmi.                                                    
Per far sapere a tutti, ma soprattutto a me stessa, che
quando si cade non si rimane a terra per sempre.  
“Ieri ha chiamato il tuo agente..” . Una semplice affermazione riesce a rompere l’atmosfera accogliente da cui ero pervasa.                                                                                                                                                        
Chiudo gli occhi e il sorriso mi si spegne sulle labbra. “Dobbiamo proprio parlarne ora?” 
Vorrei non averglielo chiesto in maniera così brusca ma non riesco a trattenermi: Il lavoro è l’ultima cosa a cui vorrei pensare in questo momento.                                                                                                                   
Mia madre rimane interdetta e abbassa lo sguardo a disagio “No… no, certo che no… voleva solo sapere a quando la tua prossima apparizione in tv..” “Ancora non lo so.” Sussurro tetramente.                                       
Si alza e mi si siede accanto nel bracciolo della poltrona. Mi avvolge in un abbraccio rassicurante dandomi un bacio sulla fronte. “Tesoro non c’è fretta. Tutto andrà per il meglio.”                                                           
“Sì.” Passo involontariamente il pollice sul polso sinistro. Le cicatrici leggermente in rilievo mi fanno rabbrividire, ma continuo ad accarezzarle.
“Ti và di fare una passeggiata? è una bella giornata.” mi dice, gli occhi ridenti.
Mi sono chiesta molte volte dove trovasse la forza, che non scemava mai, lo spirito combattivo che le brillava incessantemente nei grandi occhi castani. Sapevo che in alcuni momenti anche lei avrebbe voluto piangere, crollare, ma non l’aveva mai fatto. Confortava gli altri, senza chiedere mai che qualcuno le stesse accanto.     
Ma speravo sapesse che io 
non l’avrei abbandonata.                                                                                             
Mai.                                                                                                                                                                           
Annuisco persa nei miei pensieri. Mi prende la mano e mi trascina ridendo fuori dalla stanza. Continuiamo a correre, ridendo come due bambine finché la sabbia non frena la corsa di mamma che come sempre neanche in quell’occasione ha rinunciato ai suoi tacchi. La rimprovero con lo sguardo, sorridendo divertita. “Che c’è?” esclama lei, sfilandosi le scarpe e abbandonandole vicino alla villetta.
Sento la sabbia tra le dita mentre corro, mi sciolgo i capelli castani dalla coda disordinata che mi ero fatta e li lascio accarezzarmi la schiena. “è bellissimo qui.” Esclamo, cadendo sfinita nella sabbia. Avevo dimenticato cosa volesse dire serenità.                                                                      
Mia madre mi si siede accanto scostandomi un ciuffo dal viso. “Ci torneremo, quando vorrai.” mi dice.
Annuisco pur sapendo che appena andrò via di lì non sarà più così facile tornarci … il nuovo album, le interviste…
Il
tour.
Quell’ultima parola ha l’effetto di una scossa elettrica. Sei mesi lontana da tutto non sono sufficienti per farmi dimenticare la sensazione di stare sopra un palco. Cantare per una folla immensa di persone. 
Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime con un sorriso. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.
Saranno fieri di me? Ho sconfitto le mie paure per loro. Vorrei urlare al mondo che io non mi arrendo, io ci sono, 
sono qui per voi                                               
Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto. 
Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    
“Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva. 
Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           
Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te."
La guardo interrogativa, lei sorride e continua. "Sei forte, più di quanto pensi. Dio solo sa quante volte ho temuto di non riuscire a sostenerti come avrei dovuto...ma tu sei sempre stata capace di rialzarti da sola.

Come una guerriera. Un bellissima guerriera, aggiungerei.” L’ombra di un sorriso le accarezza le labbra, ma ha gli occhi lucidi. Rimango stupita da quelle parole inaspettate. “Io..” sussurro, abbasso lo sguardo per non farmi prendere dalla commozione. 
“Ti voglio bene, mamma.” Mi lascio circondare dalle sue braccia e chiudo gli occhi mentre una lacrima rotola giù nella sabbia rovente.  





Sei meravigliosa, Demetria.


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Non ho idea di come sia questa FanFiction, la prima che scrivo su di lei. Mi spaventa un pò anche per questo, è difficile riuscire a scrivere una storia su ciò che l'ha resa la ragazza forte che è oggi, ma ho voluto provarci lo stesso perchè Demi.. non lo sò. Demi è Demi. La ragazza combattiva, dal luminoso sorriso che mi aiuta a superare i momenti difficili. Questo è solo il prologo, ma vorrei davvero sapere cosa ne pensate, cosa dovrei migliorare. Ringrazio chi l'ha letta e chi mi farà sapere cosa ne pensa. Accetto critiche e consigli, la continuerò a pubblicare solo se mi chiederete di farlo. 
                                                           Al prossimo capitolo, spero :)                                                                                                L. xx

Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.   Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. Si è alzata e mi tende la mano “facciamo una passeggiata?” mi alzo e mi spolvero il prendisole leggero dai granelli di sabbia, la seguo verso la riva.  Mi lancia un’occhiata e io le do una spintarella scherzosa. “Mamma..? cosa devi dirmi?” le chiedo ridendo.                                           Si ferma davanti a me e mi guarda intensamente. “che sono fiera di te. Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. 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Quest’anno ne hai passate tante, e tutti noi siamo orgogliosi di te.  Sorridere al pubblico, stringere le mani ai fans, asciugare le loro lacrime come loro fanno con me. Emozioni indescrivibili. Vorrei abbracciarli tutti. Una voglia incontenibile di rivederli,  di cantare per loro, di raccontargli quanto gli sia grata, mi pervade da cima a fondo.                                                Si fanno chiamare ‘Lovatics’. Sorrido pensando al loro sostegno, alle loro lettere, ai loro messaggi sui social network dove riesco a rimanere in contatto con loro, ai loro cartelloni colorati, ai loro video di supporto.  Sono i miei angeli custodi. E non potrò mai ringraziarli abbastanza per tutto ciò che fanno per me.    “Demi?” Mia madre mi riporta alla realtà. 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