CAPITOLO UNDICESIMO. IL REGNO DEL NORD.
Cristal era letteralmente stupefatto. Stava camminando su un
arcobaleno solido, sospeso centinaia di metri sopra la terra, diretto verso la
reggia di Odino, Signore degli Asi. Al suo fianco camminava Flare,
sorella della Celebrante di Odino nel regno degli uomini, il cui nome
originale, Midgard, era stato dimenticato e sostituito dal più celebre Asgard,
che indicava la Terra Superiore. Sull’altro fianco camminava Heimdall,
Dio Custode di Bifrost. Alto, massiccio, con un viso maschile e barbuto, lunghi
capelli scuri, ravvivati da qualche ciuffo grigio; un grande corno legato in
vita, un’armatura scura, ma lucente sotto i raggi del tiepido sole, dai
caratteri prettamente germanici.
Vichinghi,
oserei dire! Commentò Cristal,
osservando l’uomo di sottecchi. Ma ad Heimdall, la cui vista e il cui udito
erano acutissimi, non sfuggì l’interesse che il ragazzo sembrò mostrare per la
sua corazza, e chiarì che erano stati i nani, nelle fucine di Muspesllheim, la
terra del fuoco, a forgiarla.
“Ed
è resistente quanto un’Armatura forgiata da Efesto in persona!!!” –Esclamò, con
fierezza.
“Ne
sono convinto, Custode di Bifrost!” –Rispose Cristal, in tono educato.
Dopo
un po’ di cammino i tre giunsero alla fine del Ponte-Arcobaleno, mentre un
meraviglioso spettacolo si apriva di fronte agli occhi del Cavaliere del Cigno.
Flare già lo conosceva, essendovi stata anni prima, all’investitura di Ilda a
Celebrante di Odino, ma anch’ella ne rimase affascinata. Davanti a loro Bifrost
digradava leggermente, entrando all’interno della vera Asgard, la Terra
Superiore, situata proprio in cielo, sospesa sulle nuvole. Qua, in un’era
sconosciuta, che soltanto gli Dei sapevano ricordare, gli Asi edificarono una
grande fortezza, suddivisa in templi e palazzi, di cui principali erano i
dodici abitati dagli Dei.
“Eccola,
Cavaliere di Atena! Questa è Asgard, la terra degli Asi, gli Dei del Nord!”
–Esclamò Heimdall, con orgoglio e commozione per la sua terra. –“Normalmente
non permettiamo a nessuno, neppure ai Guerrieri del Nord, a noi fedeli, di
raggiungerla! Il tuo caso è una vera eccezione!”
“Ti
sono grato, Heimdall, Dio della Luce, dell’Alba e del Giorno, Custode del
Ponte-Arcobaleno, per avermi concesso questo onore e per averci accompagnato
fin qua! E ti chiedo perdono se la mia visita è stata per te fonte di disturbo
o perdita di tempo!”
“Nessuna perdita di tempo,
Cavaliere! Sei giunto accompagnato dalla sorella della Celebrante di Odino,
un’ottima referenza!” –Rispose Heimdall, sorridendo a Flare, che ricambiò con
un inchino. –“Inoltre...” –E nel dir questo si schiarì la voce. –“La tua visita
non giunge del tutto inaspettata!”
“Che
cosa?!” – Domandò Cristal.
“Non
mi è permesso aggiungere altro! E adesso perdonatemi, devo tornare alla mia
mansione principale, sorvegliare il Ponte Bifrost!” –Esclamò l’uomo, prima di
salutarli e tornare indietro.
“Cosa
avrà voluto dire?” –Chiese il ragazzo a Flare. Ma ella non seppe rispondere. Si
limitò a prendere la mano del giovane, e ad incamminarsi con lui verso
l’entrata di Asgard.
“È
una rocca immensa!” – Esclamò Cristal, affascinato. –“È un grande regno!” –
Commentò Flare
.
Una
figura si fece loro incontro, probabilmente avvisata del loro arrivo. Era un
giovane dai capelli biondi e gli occhi verdi, molto bello ed elegante, avvolto
da una tunica chiara che non riusciva però a coprire completamente l’Armatura
che portava sotto.
“Principe
Freyr!” – Esclamò Flare, correndogli incontro felice.
“Flare!
È un piacere rivederti!” – Commentò il giovane, abbracciandola. Quindi si
rivolse a Cristal, avvicinatosi a sua volta. –“E questo deve essere il
Cavaliere del Cigno, un combattente di Atena!”
“Cristal,
ho l’onore di presentarti il Dio della Bellezza e della Fecondità, Freyr,
uno dei Vani!”
Cristal si
inginocchiò con deferenza, ma Freyr lo pregò di non dare peso all’etichetta e
comportarsi con naturalezza. Quindi fece cenno ai due ragazzi di seguirlo.
Oltrepassarono le mura di Asgard, entrando all’interno, proseguendo a passo
svelto, diretti verso il Valhalla, la Sala di Odino.
“Come
sapevate che saremmo arrivati?” – Domandò Flare.
“Flare,
dovresti saperlo! Nessuno può permettersi il lusso di arrivare ad Asgard di
nascosto! Solcare il Ponte-Arcobaleno non è certamente la cosa più ovvia di
questo universo!” –Sorrise il giovane, e Cristal dovette dargli ragione.
–“Odino vi aveva sentito arrivare.. ma.. beh, vi spiegherà tutto lui!”
Freyr guidò Cristal e Flare fino al palazzo di
Odino, il Valhalla, una grande e maestosa sala con 540 porte, muri fatti di
lance, tetto fatto di scudi e panche ricoperte di armature. Cristal, che si
guardava intorno estasiato, sapeva che quella era la residenza dei morti
gloriosamente caduti in battaglia, gli Einherjar. Per un attimo si chiese se
Orion e i Cavalieri morti durante la Guerra del Nibelungo fossero in quel
luogo. Ma l’improvvisa apparizione di Odino lo costrinse a mutare i suoi
pensieri.
Il
Dio degli Asi, Odino, o Wotan in germanico, apparve improvvisamente di
fronte a loro, e Freyr e Flare si inginocchiarono in segno di rispetto. E lo
stesso fece Cristal, pur continuando a guardarlo di sottecchi. Odino era un
uomo alto e robusto, ma il suo viso sembrava segnato dagli anni, più vecchio di
Heimdall, reso ancora più vecchio dalla folta barba scura e dall’aspetto un po’
sgraziato con cui si presentava. Aveva un occhio solo, ma sapeva usarlo nel
migliore dei modi, anche per scandagliare l’animo degli uomini. Apparve di
fronte a loro indossando una splendida armatura, sul cui fianco penzolava la
Spada che Pegasus aveva sfoderato l’anno precedente per liberare Ilda
dall’Anello del Nibelungo: Balmunk.
“Tu
sia il benvenuto, Cavaliere di Atena!” – Esclamò Odino, con voce tonante.
“Ti
ringrazio per avermi accolto tra le tue mura, Dio degli Asi!” – Rispose Cristal
educatamente.
“Non
si può dire che abbia avuto scelta!” – Esclamò il Dio, pregando Cristal e Flare
di accomodarsi ad un tavolo. Odino si sedette all’altro lato del tavolo, e
Freyr lo affiancò, mentre alcuni servitori portarono cibo e bevande per i
viaggiatori.
“Cosa
significa, Dio della Saggezza?” – Domandò timidamente Flare.
“Flare!
Sai bene quanto io ami e disprezzi gli uomini al tempo stesso, e quanto cerchi
il più possibile di isolarmi dalle questioni che non riguardano direttamente
Asgard!” – Esclamò il Dio, mentre Flare annuiva con il capo. – “Per di più
sembra che questo giovane sia affetto da una maledizione!” –Ed esplose in una
grossa risata.
“Abbiamo
percepito il tuo arrivo a Midgard, Cavaliere del Cigno!” –Esclamò Freyr,
entrando nella conversione. –“E abbiamo anche sentito cosmi inquieti
raggiungerla poche ore dopo! Cosmi potenti, portatori di violenza e
distruzione! Cosmi che, ahimè, sappiamo da dove provengono!”
“Lo
sapete?” – Domandò Cristal.
“Naturalmente!
E probabilmente lo avresti capito anche tu, se avessi avuto pieno controllo
delle tue facoltà mentali quel giorno!” –Continuò Freyr. –“Non so per quale
motivo ti stessero cercando, ragazzo, ma deve esserci sotto qualcosa di grosso
se Zeus in persona si scomoda, ordinando ai Ciclopi Celesti di venire fin
quassù per te!”
“Zeus?!”
– Esclamò Cristal, sgranando gli occhi, mentre Flare gli prese la mano
spaventata.
“I
Cavalieri che hanno attaccato Midgard sono i Cavalieri Celesti, i Difensori
dell’Olimpo!” –Concluse Freyr, prima di lasciare nuovamente la parola a Odino.
“Ma
non è stato l’unico evento insolito negli ultimi giorni! Dimmi un po’, Cristal
il Cigno, perché sei qua? Oltre che fuggire dai Cavalieri Celesti, cos’altro ha
mosso il tuo cammino in questa direzione?”
“Non
vorrete rifiutargli ospitalità e asilo, mio Signore?!” – Intervenne audacemente
Flare.
“Flare
di Polaris! Per quanto tu sia la sorella della Celebrante che ho scelto
personalmente, non permetto un tono simile neppure a te, qua nella mia Sala!”
–La brontolò Odino, e a Flare parve di sentire una spada scenderle sul collo.
–“Inoltre non mi sembra di aver chiuso a te e al tuo compagno la porta in
faccia!”
“Perdonatemi,
mio Signore. Non era mia intenzione mancarvi di rispetto! Sono soltanto
preoccupata per Cristal, e per mia sorella!”
“E
fai bene ad esserlo! Non so per quale motivo Zeus si interessi a questo
giovane.. ma so perché è qua! Per lo stesso motivo per cui sapevo del vostro
arrivo!”
“Sento
delle vibrazioni, Dio degli Asi!” –Esclamò infine Cristal. –“Una voce da
lontano, come un richiamo! L’ho sentito una settimana fa per la prima volta,
mentre allenavo dei ragazzi, nel nord della Siberia, e da allora questa voce
non mi ha mai lasciato! Prima che riacquistassi la memoria, non sapevo cosa
volesse significare, non sapevo neppure cosa rappresentasse Midgard o Asgard
per me.. non ricordavo neppure i volti delle persone che avevo amato!” –E si
fermò un momento, per incontrare il volto sorridente di Flare, seduta accanto a
lui. –“Ma adesso ricordo tutto.. le mie battaglie, il mio dolore, e comprendo
quanto sia stato difficile per Atena decidere di cancellare tutto questo dalle
nostre vite, decidere di cancellare le nostre vite nella speranza che potessimo
crearcene di nuove, senza più guerre, né battaglie. Ma a quanto pare non è
questo il mio destino!”
“Il
tuo destino ti ha portato qua! E forse qua troverai risposte!” –Esclamò Odino,
alzandosi in piedi.
Si
incamminò verso una porta della sala, seguito da Freyr, facendo cenno a Flare e
Cristal di andare con loro. Camminarono per varie stanze, giungendo infine a
una grande terrazza che si affacciava sull’intera Asgard. E là, per la prima
volta, Cristal lo vide: Yggrdrasil, l’Albero dell’Universo.
“L’albero
del mondo!” – Commentò Cristal, con un filo di voce.
Di fronte a loro,
molti metri più in basso, vi era la base di un immenso albero, un frassino, le
cui radici sprofondavano in tre mondi diversi: quello dei Giganti, il mondo
infernale e quello degli Dei. Il suo tronco era immenso e saliva nel cielo, in
alto, mentre le sue chiome e i suoi rami coprivano l’intera volta celeste.
“Yggdrasil! L’Albero
Cosmico!” –Esclamò Odino. –“Come certamente saprai il grande frassino collega
tutti i regni del mondo, ed è l’unica chiave per conoscere l’origine di queste
vibrazioni!”
“Le abbiamo sentite anche
noi..” –Intervenne Freyr. –“Ma non riusciamo a decifrarle. Sono impercettibili
vibrazioni nell’aria.. come se qualcuno stesse cercando di raggiungerci..”
“Come
se qualcuno stesse tentando di mandarci un messaggio!” – Ipotizzò Cristal.
“O
mandarti..” – Suggerì Odino.
“Credete
davvero che qualcuno stia cercando di contattarmi?” – Domandò Cristal
sconcertato.
“Non
vedo nessun altro motivo che potrebbe spiegare cosa ti abbia spinto a recarti
fin quaggiù!” – Ironizzò il Dio degli Asi.
“E
cosa dovrei fare, adesso?” – Domandò il ragazzo. Odino e Freyr si scambiarono
una rapida occhiata, annuendo con il capo.
“Le
vibrazioni provengono dal Niflheimr, la terra nella nebbie, il mondo infernale
dove precipitano i defunti!” –Esclamò Odino. –“Lo percepiamo chiaramente! È là
che forse troverai risposta alle tue domande!”
“Dovrei
recarmi.. all’Inferno?” – Chiese Cristal.
“Non
sarebbe certo la prima volta!” – Ironizzò Freyr.
“Fai
quello che ti senti ragazzo, non posso certo obbligarti! Il Niflheimr è un
posto ostile, un deserto di ghiaccio separato dal Muspelheimr, la terra del
fuoco, da un enorme baratro, il Ginnungagabb! E, personalmente, non ci tengo a
visitare quei luoghi! E a rivedere Hel!”
“Hel?!”
– Chiese Cristal.
“È
la Divinità che presiede ai defunti, incaricata da Odino di presiedere il
Niflheimr, accogliendo le anime degli anziani e dei malati, e nutrendosi della
loro forza!” –Chiarì Freyr. –“Ma se ti sbrigherai, e sarai fortunato, forse non
la incontrerai! Detesta gli eroi, e i Cavalieri di Atena non fanno eccezione!”
Cristal
non disse niente, fissando l’immenso frassino per qualche interminabile minuto.
Alla fine tirò un sospiro, si voltò verso le Divinità nordiche e si rivolse
loro.
“Posso
partire anche adesso!” – Esclamò. –“Ma non conosco la strada!”
“A
tal proposito.. c’è qualcuno che si è offerto di guidarti!” – Sorrise Freyr,
facendo un fischio. Qualche istante più tardi comparvero sulla terrazza due
figure che Cristal e Flare conoscevano bene: Orion e Artax, due
Guerrieri del Nord, morti durante la Guerra combattuta ad Asgard.
“Orion!
Artax!” – Gridò Cristal, andando loro incontro.
“Non
essere stupito, Cristal!” –Esclamò Artax. –“Non dimenticare che ti trovi nel
Valhalla! Qua vengono le anime degli eroi caduti in battaglia!”
“Dunque...
siete soltanto anime?” – Si rattristò il ragazzo per un momento.
“Ma combattive!” – Intervenne Freyr.
“Siamo
pronti per partire!” – Esclamò Orion, con fare deciso. –“Quando vuoi tu!”
Cristal annuì con il capo, accennando un sorriso. Si
avvicinò a Flare, che non aveva tolto gli occhi di dosso ad Artax fin da quando
era apparso, e la pregò di non preoccuparsi. Doveva andare a fondo a quel
mistero. Ringraziò Odino e Freyr e si
congedò da loro, seguendo Artax e Orion fino alla base dell’immenso frassino.
“Non sarà una passeggiata!”
– Sorrise Orion.
“Niente
nella mia vita è mai stato una passeggiata!” –Ironizzò Cristal, bruciando il
proprio cosmo, per la prima volta. Qualche istante più tardi, una stella si illuminò
nella volta celeste, scendendo lentamente verso terra. Cristal sorrise,
riconoscendo la Bianca Armatura del Cigno. La indossò e fu pronto per partire.
Il suo viaggio nel Niflheimr, il regno dei morti nordico, stava per avere
inizio.
Quando
Cristal, Artax e Orion arrivarono nel Niflheimr, discendendo una delle tre
grandi radici di Yggdrasil, dovettero ammettere che era peggio delle loro
aspettative: un’immensa distesa di ghiaccio, sotto un cielo freddo e scuro,
percorsa da un pungente vento che sapeva di malinconia.
“Dunque…
questo è il Niflheimr!” – Mormorò Cristal, guardandosi intorno.
E
per un momento sorrise, pensando che, in fin dei conti, non era molto diverso
dalle sterminate distese ghiacciate della Siberia. Ma quelle le conosceva bene,
avendoci vissuto per tanti anni, e, per quanto ostili e terribili fossero le
condizioni di vita, non poteva fare a meno di considerarla casa sua. Cosa che
non poteva affatto dire del Niflheimr. Inoltre c’era un’altra cosa che lo
distingueva dalla sua cara Siberia: l’aria. Era pesante quella che si respirava
nel Niflheimr, ed era carica di morte.
“Coraggio!”
– Esclamò Orion, cercando di far forza all’amico. – “Non perdiamoci d’animo!”
Cristal annuì col capo,
sospirando, prima di chiudere gli occhi e concentrare i propri sensi, cercando
di percepire quella vibrazione che l’aveva guidato dalla Siberia fino alla
Corte di Ilda. E, per la prima volta, dovette ammettere che là, in quella terra
ghiacciata, era molto più nitida che in precedenza. E questo lo convinse di
essere sulla strada giusta per risolvere il mistero.
“Di
là!” – Affermò infine il ragazzo, indicando un imprecisato punto di fronte a
loro.
Orion e Artax assentirono, lanciandosi avanti sull’immensa distesa ghiacciata, subito raggiunti da Cristal. Scivolarono così, nell’oscura terra di Niflheimr, mentre i bagliori lucenti delle loro armature scintillavano nel triste mondo, uniche fonti di luce che quei ghiacci eterni avevano mai visto. Orion spiegò qualcosa a Cristal della conformazione del Niflheimr, ma si limitò a brevi cenni, non essendovisi mai recato neppure lui fino a quel giorno.
“La
Terra delle Nebbie, uno dei Nove Regni del Mondo, è destinata ad accogliere gli
spiriti di coloro che caddero per morte non eroica, per malattia o vecchiaia,
ed è governata da Hel, una delle figlie di Loky, Dio del Male di Asgard,
a cui Odino concesse il trono del Niflheimr. La Reggia di Hel è situata a
Helgaror, la Casa delle Nebbie, popolato di spettri e di ombre.”
“Spettri?!”
– Ripeté Cristal, continuando a correre nella nebbia.
“Precisamente!”
– Rispose Orion. – “Spettri e ombre di persone morte senza gloria o per
malattia nei tempi antichi, condannati da Hel a vagare per sempre in queste
lande desolate senza possibilità di elevarsi, senza l’opportunità di salire ad
Asgard, riservata alle anime degli eroi!”
“Triste
destino il loro...” – Commentò Cristal.
“Già…
per questo dobbiamo sbrigarci! La nostra presenza qua sarà già stata
sicuramente percepita! Artax ed io potremmo forse essere riusciti a passare
inosservati, ma sicuramente non tu, un corpo completamente estraneo a questo
mondo!” – Disse Orion.
“Credete
che Hel ci abbia notato?”
“Sicuramente!
Sei come un granello di polvere in un occhio, Cristal!” –Intervenne Artax.
–“Sbrighiamoci a trovare la causa delle tue vibrazioni, e a tornare ad Asgard!
Per quanto stare al freddo non sia per me un grande sacrificio, non vedo l’ora
di rientrare nella fortezza del Valhalla!”
“Sempre
che gli Hrimthursar non ci trovino!” – Commentò
Orion, incitando gli amici a correre più velocemente. –“I Giganti del Ghiaccio!
Sono gli abitanti del Niflheimr, i servitori di Hel! Enormi creature deformi,
figlie del Caos, che non esiterebbero a sgozzarci vivi senza battere ciglio!”
Cristal, correndo, concentrò i propri acuti sensi,
percependo l’aumentare d’intensità delle vibrazioni. Chiese ad Orion e Artax se
anche loro le sentivano, ma essi negarono. Solamente lui riusciva a percepirle,
meglio di quanto riuscissero a fare persino Odino e Freyr, due Divinità. Che
fossero davvero dirette a lui? Ma chi mai poteva voler inviargli un messaggio
da quel mondo? Non ci aveva ancora
pensato, ma solo allora Cristal si rese conto di trovarsi lontano anni luce da
casa. Non dalla sua amata Siberia, ma da Luxor, e soprattutto da Atene e dai
suoi compagni.
Per un attimo la sua mente
volò via, ricordando le mille avventure vissute insieme a Pegasus, Sirio,
Andromeda e Phoenix, agli amici che aveva dimenticato per mesi. Si chiese dove
fossero e se anche loro avessero ricordato e stessero già combattendo contro i
Cavalieri Celesti. In quel mondo, lontano dalla Grecia, e dal Regno degli
uomini, Cristal non poteva sentire altro, neppure l’assalto al Santuario,
condotto da Flegias e Sterope, né le preoccupazioni di Isabel e Ilda. Sentiva
soltanto un richiamo che gli rimbombava in testa, un segnale che, ammise, si stava
facendo sempre più forte.
“Eccola!”
– Esclamò Orion, indicando avanti a sé, e rubando Cristal ai suoi pensieri.
Cristal
e i suoi compagni si fermarono, osservando un’immensa massa di ghiaccio,
circondata da cumuli di scura nebbia. -“Helgaror! La Casa delle Nebbie!” –
Mormorò il Drago del Nord.
“Un
nome che sa di tempesta... “– Commentò Cristal.
“E
di dolore!” – Aggiunse Artax.
Ma i tre amici non riuscirono a dirsi altro che improvvisamente sentirono un impetuoso e pungente vento soffiare contro di loro. Quasi fossero esseri animati, le nebbie si concentrarono intorno ai Cavalieri, limitando notevolmente la loro visuale. Urla strazianti lacerarono l’aria, insieme a pallidi lamenti di anime inquiete, prima che dalla terra emergessero orribili creature, figlie del Caos.
I Giganti di Ghiaccio, o Hrimthursar, intenzionati a fermare il cammino di Cristal e dei suoi compagni.