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Autore: _Hikari    31/07/2013    1 recensioni
«Emma».
Socchiude gli occhi, cercando di proteggersi dai granelli di sabbia portati dal vento.
«Cosa c’è, David?» sbuffa, continuando a camminare, l’odore della salsedine nei polmoni; le iridi fisse dinanzi a sé, che tentano di cogliere qualunque profilo, qualunque presenza che non sia solo una delle tante ombre che l’affiancano.
«Non sono suo padre, miss Swan». Sussulta impercettibilmente nell’udire la solita punta d’ironia farsi strada nella voce dell’uomo; non è acuminata, pungente, non riesce a trapelare d’ilarità a ferire, dilaniare la carne come una volta. Ma c’è,
è presente, per quanto fioca.
Esattamente come quella persona che l’ha raggiunta, che le cammina accanto, nonostante l’andatura stanca e gli occhi spenti.
Quand’è stata l’ultima volta che un barlume li ha attraversati? Due, quattro, sei mesi fa?
«Questo lo sapevo» risponde, leggermente stizzita, mentre lascia vagare il proprio sguardo sugli alberi che li sovrastano, che si stagliano imponenti contro il cielo dell’Isola che non c’è, proseguendo la loro disperata ricerca.
Oh, al diavolo, cosa pensa di vedere? Henry che le corre incontro libero e sano?

{«Di parole portate dal vento» | Mr. Gold/Emma Swan}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mani.
#02

Aveva sentito un tuffo al cuore, lo stomaco che si contorceva mentre l’agente lo guardava, in attesa.
Reggendosi per non cadere lasciò il bastone, la voce di Emma ancora in testa.
“Non permetterò che accada.”
E se invece fosse successo?
Prima Bae, poi Belle – un’altra volta –, ed infine se stesso.
Poteva sentire gli occhi della Swan puntati su di sé mentre si toglieva la sciarpa, come se si stesse preparando a fare un salto per raggiungere l’altra sponda di un fiume. Ma aveva sognato troppe volte le iridi del figlio nel momento in cui era scomparso per non farlo.
Oltrepassò il metal detector.
Il chiacchiericcio intorno sembrava irreale, lo stordiva, o forse era solo la paura.
Poi le mani della donna gli appoggiarono l’indumento sulle spalle, come ad afferrarlo per impedirgli di precipitare.


Grazie a A n o n y m o u s Rei per averla gentilmente betata. ^^
Note: ma sì, alla fine ho deciso di farne una piccola raccolta con queste due flashfic.
Be’, ovviamente non è detto che non ne aggiunga altre in seguito ma… per adesso sono accorto di idee, per cui non penso.
Stavolta credo proprio di essere finita in OOC. Ditemi voi se non è così.
Però non so che farci: l’ho scritta tempo fa ed è venuta così.
L’ambientazione, come avrete già compreso è quella della 2x13 e... niente.
Grazie di aver letto, vi invito a recensire.
Credits: “Non permetterò che accada” è una fedele (almeno spero) citazione, appunto, di quella puntata.

   
 
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