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Autore: alpha_omega    31/07/2013    5 recensioni
In quel momento Ludwig si rese conto di tre cose:
la prima era che quel ragazzo non era umano
la seconda era il fatto che gli aveva appena salvato la vita
mentre la terza, ma non meno importante
non riusciva a smettere di guardarlo.
Possono due mondi diversi come i loro imparare ad amare?
entrambi avevano paura di scoprirlo.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ludwig guardò Elizaveta come se fosse davanti a un pericolo, mentre ogni tessera del mosaico si rimetteva al suo posto: il sale nel bagno, la gigantesca cotta di suo fratello, il fatto che avesse scelto lei di trasferirsi in una casa a pochi metri dal mare e per finire conosceva la creatura, l'aveva chiamata per nome. Nei brevi momenti in cui si erano parlati, quella mattina gli era sembrata una ragazza assolutamente normale, eppure la sensazione che aveva provato con lei era identica anche se molto meno intensa a quella che gli aveva provocato quel ragazzino che in quel momento era accasciato tra le sue braccia. Senza dire una parola lo fece distendere sopra il divano e indicò la ferita con un cenno del capo. Ma Gilbert non riusciva a capire -Ma cosa vuoi che faccia, Lud? C'è un ospedale a pochi chilometri da qui, dobbiamo chiamare un ambulanza!-.
-Tu intanto visitalo, non chiamare nessuno che poi ti spiego; devo parlare un attimo con Eliza; torniamo subito-.
Detto questo fece un cenno alla ragazza che lo seguì docile con aria mesta su per le scale, poi entrarono nel bagno chiudendo dietro di loro la porta; la vasca era piena d'acqua: probabilmente per uno dei cinque bagni che la ragazza faceva ogni giorno.
Ludwig incrociò le braccia al petto, squadrandola con rabbia.
-Come fai a conoscere quella cosa?- le domandò con un ringhio -per poco che oggi non mi uccideva!- sospettava già di conoscere la risposta, ma voleva che fosse lei ad ammettere la propria natura.
Il viso di Eliza era una maschera di rabbia e dolore-Devi sapere due cose Ludwig- raddrizzò le spalle, come per darsi coraggio -Primo: quella cosa, come la chiami tu ha un nome; secondo, se ti avesse davvero voluto uccidere stai pur certo che ci sarebbe riuscito senza troppi problemi.
-Non hai risposto alla mia domanda- si avvicinò a lei; i loro occhi erano a pochi millimetri di distanza -Che cosa sei tu?- le soffiò in faccia.
 
 
Eliza guardò prima l'acqua nella vasca, poi Ludwig e poi di nuovo l'acqua.
Non aveva scelta.
Imprecò a bassa voce e con un salto si buttò nella vasca: sentì i vestiti umidi appiccicarsi alla pelle: ignorò il dolore che le procurava la trasformazione e guardò Ludwig negli occhi per tutto il tempo, finchè delle sue gambe umane non rimase più traccia.
Il ragazzo la guardava senza battere ciglio -Che cosa hai fatto a mio fratello?-
A Eliza venne quasi da ridere; lui stava per condannare a morte un'intera specie e si preoccupava solo perchè Gilbert era un po' più romantico del solito?
Ma sapeva perfettamente che dietro a quella domanda se ne celava un'altra.
-Non voglio ucciderlo, se è di questo che ti preoccupi, mi sono realmente innamorata di lui, non permetterei a nessuno di fargli del male, è la verità.
-Come funziona la faccenda delle uccisioni?-
-Le sirene succhiano gli anni che restano da vivere a una persona; continuando in questo modo è possibile vivere in eterno; sono eternamente giovani-
Ludwig la osservava interrogativo -Ma come è possibile? Ho visto alcune delle foto che tu e mio fratello mi avevate spedito, e tu eri diversa, più giovane-
-Non ho mai dato il bacio della morte; invecchio con tempi quadrupli rispetto a voi umani; non si direbbe mai, ma ho solo vent'anni-
-Quindi tu...-
-No, non sono un'assassina- finì la frase -e non lo è neanche Feliciano, se è per questo; ci si riconosce perchè mutiamo forma una volta fuori dall'acqua e invecchiamo velocemente-
Ludwig deglutì, se quello che gli aveva detto era vero avrebbe dovuto vergognarsi di come l'aveva trattata fino a quel momento, ma non sapeva se crederle o no -come posso essere sicuro che ciò che mi stai dicendo è vero?- 
Sentirono dei passi che risalivano le scale, Gilbert entrò trafelato, dando le spalle alla vasca, senza vedere Eliza -Scusa Lud, ma dovevo prendere la cassetta del pronto soccorso-. La prese per la maniglia, in un angolo e fece per andarsene, ma la fece cadere non appena vide Eliza.
-Cosa?...come?- balbettò senza capirci più nulla; prima suo fratello che risultava disperso gli portava a casa uno sconosciuto chiedendogli di non parlarne con i medici ( lui era un medico, ma curava i pesci e i mammiferi acquatici; c'era una bella differenza!) e ora questo. Non ci capiva più niente.
-Eliza, amore- mormorò con un filo di voce. -Puoi dirmi quello che sta succedendo?.
Dietro di lui Ludwig sospirò; avrebbe dovuto dire molte cose 
 
 
Lovino aveva gia avuto parecchi attacchi d'isterismo, ma niente era paragonabile a quello che stava avendo in quel momento; attaccati a lui due tritoni tentavano inutilmente di tenerlo fermo mentre urlava tutta la propria frustrazione: dove era finito il suo fratellino?
-Lovino, SMETTILA SUBITO!- Roderich gli diede uno schiaffo in pieno viso, facendolo indietreggiare. Il tritone era rimasto con la mano ferma a mezz'aria e lo squadava severo -Neanche gli altri due sono tornati; ci sarà un motivo, no?-
-Bastardo! nessuno ha mai fatto così tardi, deve essergli successo quealcosa!- Lovino si massaggiò la guancia dolorante -bastardo- mugugnò tra se e se.
-Se non torneranno entro domani all'alba andremo a cercarli; ma non possiamo rischiare per un ritardo di così poco tempo, cerca di capire.
Lovino avrebbe voluto saltargli addosso e strappargli quel sorriso da damerino dalla faccia; avrebbe voluto far crollare quella maledetta caverna che gli impediva di vedere la luce del sole e il sorriso di suo fratello.
Ma non poteva fare nulla: si accasciò a terra e pianse tutte le sue lacrime.
Aveva disobbedito al capo; non sarebbe rimasto impunito.
Roderich agitò una mano con noncuranza -Portatelo nella Fossa; un paio di giorni e poi lo fate uscire.
La Fossa era una grossa crepa nel terreno a qualche chilometro da lì: era costantemente sorvegliata da una mezza dozzina di sirene e tritoni che la sorvegliavano a turno giorno e notte; non era la prima volta che lo rinchiudevano lì, e molto probabilmente non sarebbe stata neanche l'ultima, per via del suo carattere irascibile. 
Le due guardie lo sollevarono di peso per portarlo via; non oppose resistenza; sapeva che era inutile.
Avevano fatto pochi metri quando una sirena raggiunse Roderich in lacrime: Lovino la riconobbe subito; era una di quelli che erano partiti con Feliciano.
Lei era nervosissima e parlava con fatica -Io e Kiku ci siamo separati da Feli e abbiamo fatto il viaggio insieme fino ad un peschereccio di passaggio; quelli della nave ci hanno avvistato e poi ci hanno sparato degli aghi nel braccio, non riuscivamo più a muoverci; poi ci hanno raccolto con una rete, il mio ago non era penetrato a fondo e sono riuscita a togliermelo e a scappare, saltando via dalla barca, ma Kiku...- e qui scoppiò di nuovo in lacrime, singhiozzando disperata; lei e quel ragazzo erano molto amici: il pensiero che qualcuno potesse fargli del male la distruggeva dall'interno.
Lovino si divincolò dalla stretta delle guardie quel tanto che bastava per girare la testa e guardarla in faccia -Hai visto Feliciano mentre venivi qui?-
Quella scosse la testa -No, non l'ho visto.
 
Kiku battè più e più volte le mani contro la superficie della vasca trasparente; era un parallelepipedo pieno d'acqua di mare che lo costringeva a stare dritto con la schiena in una posizione d'avvero scomoda tanto era stretto e angusto quel posto; attorno a lui diverse facce umane  in camice bianco che lo scrutavano; un biondino basso e con delle sopracciglia sproporzionate si avvicinò per scrutarlo meglio; i suoi occhi avevano lo stesso colore delle alghe.
-Forse è meglio se gli diamo qualcosa da mangiare- un ragazzo moro e abbronzato stava parlando con uno biondo con i capelli che gli arrivavano fino alle spalle e che ogni tanto se li sistemava in modo civettuolo dietro le orecchie -E' da più di sei ore che è li dentro, non vedi che si sta innervosendo?-
E in effetti Kiku era d'accordo con lui, sentiva un certo brontolio allo stomaco, ed aveva incominciato a girargli la testa.
-E che cosa credi che mangi, Antonio?- Il biondo si era girato verso di lui, i suoi occhi erano di un azzurro sorprendente.
Sentì una voce dietro di lui; era di una vitalità sorprendente.
-Credo che mangi del pesce, aru- un ragazzo orientale con una lunga coda di cavallo si avvicinò a lui, gli sorrise: -A te piace il pesce, aru?-.
Era il primo a parlargli; se non fosse stato tanto spaventato avrebbe sorriso anche lui. Ma si limitò ad annuire.
Gli altri erano sbalorditi, -quindi capisci la nostra lingua?-
Annui un'altra volta; forse l'avrebbero portato via da quell'aspecie di bara verticale.
Per sua sfortuna non fu così; ma gli diedero del pesce che fecero calare dall'alto; lo mangiò quasi con voracità, non aveva mai avuto tanta fame in vita sua.
Il ragazzo orientale era sempre li a sorridergli: quando ebbe finito accennò anche lui a un timido sorriso.
Dalla porta entrò un uomo grosso e abbronzato che fumava un sigaro; si avvicinò a lui picchiettò un dito sulla superficie di vetro.
-Ma che cosa abbiamo qui?- disse ridacchiando -a quanto pare la nostra baia merita davvero il nome di baia delle sirene, o sbaglio?-
A Kiku non piaceva quell'uomo; gli faceva davvero paura; si comportava come se fosse il capo, e in effetti gli altri lo trattavano con assoluta obbedienza.
L'uomo prese una macchina fotografica e il flash lo abbagliò facendogli sbattere più volte le palpebre.
Si rivolse a una degli scenziati: porgendole la macchinetta -Manda le foto ai governativi e fai fare una completa scansione della baia: ho l'impressione che stiamo per scoprire qualcosa di davvero molto interessante.
 
 
ANGOLO AUTRICE
spero che il capitolo vi sia piaciuto; nel caso non l'avesse capito la ragazza che era con kiku era seichelles e il capo degli scienziati è cuba; scusate, ma non conosco i loro nomi umani.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito. 
A presto
alpha_omega
  
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