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Autore: RoseDust    01/08/2013    6 recensioni
Gli aveva tirato un pugno.
Scorpius non riusciva a crederci: come aveva osato quella.. Quella Weasley! Figlia di una sporca mezzosangue e di un traditore del suo sangue!
L'odio che doveva percepirsi nel suo sguardo non lasciava spazio ad interpretazioni; Albus trascinò via sua cugina urlandole frasi che il biondo non riusciva a capire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Nuova generazione
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Questa One Shot si è classificata 1° nel contest "Nuova Generazione: aboliamo i Cliché" di Frouis, valutato da Gingerdani.



 

Gli aveva tirato un pugno.
Scorpius non riusciva a crederci: come aveva osato quella... Quella Weasley! Figlia di una sporca mezzosangue e di un traditore del suo sangue!
L'odio che doveva percepirsi nel suo sguardo non lasciava spazio ad interpretazioni; Albus trascinò via sua cugina urlandole frasi che il biondo non riusciva a capire.
Gli aveva tirato un pugno. Questo era tutto ciò che riusciva a pensare. A lui, al perfetto purosangue Serpeverde!
Gli tornò in mente che un fatto simile era accaduto anche tra suo padre e la madre di quella... Di quella... Scorpius non sapeva nemmeno come definirla!
Quello che gli faceva più male, in realtà, non era il naso, ma qualcosa nel suo petto.
Lo sguardo di disprezzo di lei gli pesava sul cuore come un macigno.
Corse via, verso il suo dormitorio; dopo poco lo raggiunse Albus Potter, il suo migliore amico.
« Sai, Scorp... Io credo che dovresti iniziare a mostrare anche ad altre persone come sei realmente... Non solo a me. »
Era vero, e il ragazzo lo sapeva. Avrebbe dovuto smetterla di comportarsi come suo padre e cercare di essere se stesso, ma non ci riusciva.
Non a Hogwarts, almeno.
I loro compagni quando lo incrociavano lo guardavano malissimo, come se temessero che potesse ucciderli da un momento all'altro. Solo Al aveva provato a conoscerlo, prima di giudicarlo.
Ogni tanto stava anche con Lily Potter, la sorellina di Albus, al quale era profondamente legata; li si vedeva, durante le giornate estive, all'ombra di un albero nel parco a rilassarsi e chiacchierare. Sembravano un trio affiatato in quei momenti, ma troppo presto la realtà si affacciava nuovamente nel loro piccolo mondo, ricordando a tutti che, per una Grifondoro, dei Serpeverde non sono una bella compagnia.
Albus aveva pensato di provare qualcosa per Lily, qualche anno prima, ma ben presto aveva capito che si trattava solo dell'affetto di un fratello maggiore.
Quella sera, uno Scorpius molto triste si aggirava solitario per il castello: era la sera di Halloween e il resto della scuola si trovava nella Sala Grande a festeggiare.
Il giovane Malfoy avrebbe voluto rimanere nel dormitorio Serpeverde, ma il Direttore della Casa, il professor Lumacorno, era stato irremovibile sulla questione, informandolo che avrebbe personalmente controllato che il Sotterraneo fosse vuoto durante la festa.
Così, il ragazzo capitò davanti a un certo muro al settimo piano. Sapeva esattamente dove si trovava: davanti all'ingresso della Stanza delle Necessità.
Scorpius non ci era mai entrato, prima di quel momento, sebbene conoscesse l'ubicazione della stanza magica.
Quella sera, però, gli sembrò una buona idea rifugiarsi in un luogo dove potesse stare tranquillo in solitudine. Quello fu il suo pensiero mentre passava per tre volte davanti alla porzione di muro.
Appena entrato, si sentì come osservato; inizialmente lo trovò strano, ma poi si ricordò di non essere mai stato in quel luogo. Probabilmente, la sensazione era normale e derivava dal fatto che la stanza esaudiva ogni suo desiderio, quindi doveva osservarlo in qualche modo.
Davanti a lui c'era una comoda poltrona di stoffa verde, con un tavolino di fronte. Sul tavolino scintillava il vetro di alcune bottiglie dal liquido trasparente; il ragazzo ne prese una, la stappò e ne bevve un sorso.
Sentì subito come un calore scendergli verso lo stomaco, diramandosi in tutto il corpo.
Scorpius non aveva mai bevuto alcolici, prima di allora; era una sensazione strana, quella che provocavano. Il sapore, però, era molto buono.
Il giorno dopo non erano previste lezioni, quindi avrebbe anche potuto ubriacarsi, se avesse voluto. Non ci sarebbero state conseguenze, nessuno l'avrebbe saputo.
"Era strano," pensò in uno degli ultimi attimi di lucidità, "non pensavo che la Stanza delle Necessità potesse fornire alcolici agli studenti".
Quando anche la seconda bottiglia di liquido trasparente fu vuota, Scorpius notò una figura alta e snella avanzare verso di lui, uscendo da dietro una libreria che, nella fretta di buttarsi sulla poltrona, non aveva notato.
La ragazza che si stava avvicinando aveva lunghi capelli rosso fiamma e occhi color oro.
Con gli occhi appannati dai fumi dell'alcol, Scorpius non la riconobbe e le chiese:
« Sei un angelo? »
La giovane rise.
« Sì » rispose. « Sono il tuo angelo custode! »
« Sei... Sei... Oh, non lo so! »
« Sì, lascio tutti senza parole. » rispose lei con una risatina maliziosa, ripetendo una frase che Draco, il padre di Scorpius, aveva detto una volta a sua madre, quando pensavano che non ci fosse nessuno a sentirli. Lei, però, c'era: aveva sentito tutto. Aveva visto tutto. Non aveva detto niente a suo padre, e non avrebbe saputo nemmeno lei spiegare il perchè.
Il Serpeverde ebbe un momento improvviso di lucidità:
« Rose! » esclamò sorpreso. La rabbia del pomeriggio tornò a bussare alla sua porta, ma il giovane era ubriaco: non avrebbe potuto fare nulla, non avrebbe potuto difendersi da un altro pugno. Cercò la bacchetta, ma non la trovò.
« Cerchi questa? » gli chiese lei, il sorriso sulle labbra e un pezzo di legno sottile tra le mani.
Scorpius fece per lanciarsi verso di lei, ma cadde a terra stordito.
« Cosa... Cos'era quella roba? » chiese mangiandosi un po' le parole ed indicando le bottiglie vuote.
« Oh, niente, solo un superalcolico di mia invenzione! Tranquillo, domani starai benissimo! Certo, non ricorderai nulla di questa serata... Ma comunque sarai in gran forma! » Rose diede in una risatina, prima di cominciare a spogliare il ragazzo.
« Ma cosa stai facendo? » le domandò intorpidito.
« Sai, Scorp... » rispose lei fermandosi per qualche istante ad ammirare i muscoli sotto la pelle del suo petto nudo. « E' da quando ti ho visto la prima volta che ti desidero. Mi piaci, ma sei uno stronzo; dovevo averti, ma senza che tu lo ricordassi. Così, ho architettato questo piano, quando ti ho sentito parlare con Lumacorno qualche ora fa... E ora finalmente ti avrò! »
La ragazza lo baciò e gli diede un morso sul collo, leggero, ma non abbastanza da non lasciare il segno; continuò a mordicchiarlo, centimetro dopo centimetro. Poi, riprese a spogliare se stessa e lui.
 
La mattina seguente, un ragazzo biondo si risvegliò completamente nudo sul pavimento di una stanza enorme che conteneva solo una poltrona, un tavolino e una libreria. Accanto a sè, vide un paio di bottiglie vuote.
Con un gran mal di testa, cercò di ricordare qualcosa della sera prima, ma era inutile; ricordava solo di aver visto un angelo.
Cercò la bacchetta, la trovò, si mise i boxer e chiese alla stanza di poter avere uno specchio per vedere in che stato fosse.
Quando i suoi occhi si posarono sul riflesso del suo collo, urlò.


Se vi piace recensite :)

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Joanne Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

2/8/13:
Ma io vi amo! In un giorno ho già tantissime visualizzazioni, e molti di voi hanno messo la mia FF tra i preferiti e i ricordati!
Vi chiedo un solo favore, però: vi prego, recensite!!! Ne ho bisogno per sapere in cosa migliorare e cosa invece vi è piaciuto particolarmente!
  
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