Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Ametista_Anderson    01/08/2013    1 recensioni
Ametista è fidanzata con Castiel da un paio di mesi e lo ama molto. Ma tutto cambia quando incontra il suo migliore amico Lysandro da cui sembra essere attratta fiicamente, malgrado non se ne renda conto. Ametista e Lysandro sono anime gemelle destinati a non poter fare a meno l'uno dell'altra e passare il resto della loro vita insieme. Peccato che entrambi siano fermamente convinti di amare un altra persona... Insieme scopriranno il segreto che gli unisce e che cosa significa davvero essere anime gemelle
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro, Rosalya, Violet
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

La mattina passò incrediblimente lenta, tanto che le lancette del mio orologio sembravano essersi fermate. Ogni lezione mi sembrava incredibilmente noiosa e per un attimo pensai che la batteria dell'orologio fosse finita. L'idea che quel pomeriggio avrei visto Lysandro mi rendeva euforica, anche se non sapevo perché fossi così eccitata, sapevo che avevo solo una tremenda voglia di vederlo. Per la seconda volta da quando conoscevo Lysandro, Castiel era completamente sparito dalla mia mente. Mi ero presa una cotta per lui dal primo momento che lo avevo visto e avevo faticato molto per conquistarlo, non era possibile che potessi dimenticarlo così.
"Ma che sto dicendo? Io sono ancora innamorata di Cass! Non ci sono dubbi" mi dissi e per un attimo mi convinsi davvero, ma appena provai a pensare a Castiel mi vennero in mente gli occhi bicolore di Lysandro e il suono della sua risata mi riempì le orecchie.
-Ametista? Mi stai ascoltando?- mi sussurò Violet, seduta vicino a me. Ero talmente assorta nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che stava parlando. Il profssore continuava imperterrito la lezione e sembrava non essersi accorto della mia momentanea assenza.
-Scusa, Violet. Ero immersa nei miei pensieri. Cosa mi stavi dicendo?-
La mia amica arrosì leggermente, ma questo non implicava che la cosa che mi stava dicendo fosse imbarazzante, visto che arrossiva più o meno ogni volta che apriva bocca.
-Volevo sapere che cosa ne pensi di Lysandro-
Per un momento pensai che mi sarei strozzata con il tappo della penna che stavo masticando. Allora avevo indovinato, provava qualcosa per lui.
-Be'... è un ragazzo interessante e... molto... gentile e...- feci del mio meglio per sembrare obbiettiva, ma la tentazione di parlare male di lui per spegnere il suo interesse si faceva sempre più forte.
-E' davvero molto carino e poi è così misterioso che non può non attirarmi. E poi quegli occhi sono così, così...- si interruppe appena vide che la stavo guardando allibita e arrossì ancora di più. Non avevo mai sentito Violet parlare così di nessun ragazzo della scuola, anzi quando io e Rosalya parlavamo di ragazzi lei se ne stava sempre in disparte e si limitava ad ascoltare.
-Ti sei presa una cotta per Lysandro?-
-F...Forse- il viso di Violet era quasi violaceo ormai e il mio stomaco si era ridotto alle dimensioni di una biglia.
-Ametista, Violet- la voce del prof mi fece sussultare e arrossii violentemente. -Per caso la mia lezione sta disturbando le vostre chiacchiere?-
Ci fu una risata generale e io desiderai sprofondare. Quella confessione della mia migliore amica mi aveva sconvolta, ma non riuscivo a capire che cosa provassi.
"Non è che sei gelosa?" mi chiese una vocina da qualche parte nella mia testa. Ma io sapevo che non era possibile, insomma, io ero innamorata di Castiel... o no?
Fortunatamente suonò la campanella e ruscii finalmente ad interrompere il flusso dei miei pensieri. La giornata era finita, ma mi aspettava ancora la parte più dura: andare in biblioteca con Lui.
Quando arrivai lo trovai appoggiato allo stipite della porta che guardava a terra, sembrava assorto nei suio pensieri. Quando mi vide arrivare il suo volto si illuminò e mi rivolse il sorriso più bello che avessi mai visto. Il mio cuore cominciò a battere talmente forte che temevo mi sarebbe uscito dal petto. Ci salutammo come due buoni amici ma evitammo accuratamente di guardarci negli occhi o di toccarci, per evitare situazioni spiacevoli.
-Perché sei voluto venire in biblioteca?- gli domandai dopo che ci fummo seduti su un divanetto rosso sbiadito. Lui non rispose subito, si alzò e prese dallo scaffale di fronte a noi un grosso volume dall'aria molto antica. Venne a sedersi accanto a me e me lo appoggiò sulle gambe. Sulla copertina blu scuro c'era un titolo dai caratteri gotici che diceva "1800 tra storia e leggenda".
-Ho pensato molto al tuo sogno di ieri notte- sembrava nervoso, guardava per terra e si contorceva le mani. -Il ragazzo che hai visto si chiamava Victor Ainsworth, ha il mio stesso cognome, ma non lo avevo mai sentito prima, suo padre, però, era un uomo ricco e potente nel 1847. Mio padre mi raccontava spesso, quando ero piccolo, che discendiamo da una stirpe di nobili caduti in rovina. Non ci avevo mai dato peso, ma quel nome... sapevo di averlo gia sentito-
Prese il libro e lo sfogliò un po' finché non trovò la pagina che gli interessava, poi me lo rimise sulle ginocchia e puntò con il dito un nome in grassetto: William Ainsworth. Ecco dove avevo già sentito quel cognome, era il suo. Lo guardai esterefatta, sia perché non pensavo che avesse dato importanza a ciò che gli avevo detto sia perché ora il mio sogno era diventato reale. Lessi il paragrafo che mi aveva indicato.
"L'azienda del signor Ainsworth fallì in modo repentino dopo la morte del suo primo genito, suicidatosi la notte del 15 luglio 1847. William Ainsworth fu uno dei più grandi industriali della prima metà del 1800, tanto che visse per tutta la vita in un castello poco più a Nord di Parigi" saltai il racconto della sua vita e lessi la data della sua morte: morì suicida nell'inverno del 1850.
-Una storia davvero triste- commentò Lysandro per rompere il silenzio che era calato su di noi.
-Il figlio si è suicidato perché lui gli ha probibito di sposare la ragazza che amava, ma questo non spiega perché io l'ho sognato o perché sentiamo ciò che prova l'altro o quello che è successo quando ci siamo presentati...-
-Ehi rilassati- mi appogiò una mano sulla gamba e per un attimo brividi di piacere mi percorsero la spina dorsale facendomi rizzare i peli dietro la nuca. -Scopriremo anche questo. Insieme-
-Insieme- ripetemmo contemporaneamente mentre i nostri visi si avvicinavano pericolosamente.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Ametista_Anderson