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Autore: Ale2000    02/08/2013    7 recensioni
E se Shawn Frost oltre Aiden avesse anche una sorella? E se questa sorella giocasse nella Genesis? E se fosse addirittura seconda capitana, sfrattata però da Xavier? In più, com'è la vita degli alieni nell'Alius Accademy, mentre i nostri eroi preferiti giocano e si allenano per battere la scuola della nostra protagonista? E cosa succederà, quando suo fratello scoprirà che lei gioca con gli alieni?
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 13: E ora…?
 
“Io avevo un figlio…” cominciò a spiegare il signor Schiller “…si chiamava Xavier. Era un ragazzino vivace e solare e come tutti i bambini, sognava di diventare un campione. Ma un giorno, mentre era in vacanza all’estero in un campo estivo di calcio, morì in circostanze misteriose.
Pregai in tutti i modi la polizia, chiedendo che si facesse luce sulla sua morte…ma il caso venne archiviato e nessuno ne parlò più. Ma io non lo potevo accettare. Il mio unico obbiettivo era vendicarlo. Ho vissuto anni di depressione, finché Lina non mi convinse a far visita all’orfanotrofio.
La prima volta non provai nulla, ma piano piano, quei visetti allegri mi fecero tornare voglia di vivere.”
“Che bei tempi…” sentii Xavier sussurrare. Lo guardai intensamente poi ripresi ad ascoltare. Io ero entrata qualche anno dopo nell’Alius Accademy ed ero curiosa di sapere come tutto era iniziato.
“Qualche mese dopo, la Pietra di Alius si schiantò qui sul monte Fuji.  Da quel momento, per me quella pietra diventò un’ossessione. Ora sapevo come vendicare Xavier. Così parlai a Lina del mio piano, anche se lei non era affatto d’accordo. Mi diceva di lasciar perdere, che non avrei mai raggiunto il mio obbiettivo, ma io non le diedi retta e continuai per la mia strada. Ho fatto tutto questo, senza rendermi conto del male che vi stavo facendo…” concluse infine il signor Schiller, spostando gli occhi dal terreno a quelli miei e dei miei compagni.
Un silenzio tombale calò sullo stadio, dove non volava una mosca.
Un’esplosione sorda, ruppe quel silenzio rilassante, poi un’altra e dopo un’altra ancora.
“Ma che succede?!” gridai terrorizzata.
“Sta esplodendo tutto! Dobbiamo andarcene!” gridò l’allenatrice della Raimon.
Mi girai verso l’uscita, che però era già bloccata dalle macerie.
“Siamo in trappola!” gridai in preda al panico.
“Guarda!” sentii Xavier gridare indicando alle mie spalle.
Un autobus, decorato con i segni della Raimon era appena entrato nello stadio.
“Venite presto!” ci urlò Shawn facendo cenno di seguirlo.
Obbedii e salii sull’autobus quando mi accorsi che Xavier non era con me.
Lo cercai e vidi che era fuori dall’autobus, con Mark e suo padre che a quanto pare non voleva salire.
Cercai di correre giù dall’autobus, quando Shawn mi bloccò afferrandomi per la vita mentre scendevo i gradini gridando:
“Lasciami! Non posso abbandonarlo!”e cercai di divincolarmi, ma ottenni solo una stretta più forte.
“No, Ade! È troppo pericoloso!” gridò mio fratello.
“XAVIER!” gridai con le lacrime agli occhi, mentre dei detriti giganteschi gli cadevano a pochi centimetri.
Lui mi sentì. Si girò e annuì velocemente per poi trascinare il padre di peso sul veicolo.
Lo osservai felicissima e lui mi sorrise dolcemente, mentre entrava nell’autobus, seguito da Mark.
“Vai a sederti!” mi gridò.
Trovammo tutti un posto e io mi sedetti vicino a mio fratello, visto che Xavier era con suo padre.
Il guidatore accese il motore e partì a tutta velocità, superando i corridoi che portavano all’uscita. Sentendo che barcollavamo parecchio mi girai e vidi che il fuoco dell’esplosione che stava distruggendo la scuola, era a pochi metri da noi.
Abbracciai forte Shawn, mentre tremavo e lui fece lo stesso.
“Stai tranquilla. Non succederà niente.” Mi sussurrò.
Per un attimo mi sembrò Aiden, visto che quando ero piccola era lui che mi consolava quando ero triste e mi tranquillizzava.
Guardai Shawn e vidi che aveva gli occhi gialli.
“Aiden?!” sussurrai.
Il ragazzo annuì e mi sorrise.
-Prenditi cura di Shawn, ma ora non preoccuparti di questo. Pensa a tranquillizzarti. Andrà tutto bene.- mi disse. La sua voce che mi rimbombava nella testa.
Io annuii e mi calmai.
I miei fratelli era vicino a me.
Dopo qualche secondo l’autobus si fermò e niente si muoveva più.
Scendemmo tutti dal veicolo.
Mi avvicinai a Xavier che osservava la scuola distrutta con gli occhi umidi, ma senza piangere.
“Quindi è finita…stai bene?” gli chiesi.
“Ora che vedo che tu stai bene, sono felice anche io.” Mi disse con la voce più dolce che avessi mai sentito.
Lo baciai appassionatamente. Avvampai a quell’azione, anche se ero stata io a farla. Mi staccai e lo guardai negli occhi.
“Una azione vale più di mille parole…” gli sussurrai.
Lui mi sorrise e poi raggiunse gli altri compagni della Genesis, facendomi segno di seguirlo.
Annuii e mi sedetti vicino a Bellatrix che piangeva.
L’abbracciai.
“Tranquilla. Dai calmati. Non c’è più bisogno di piangere no? E poi dai, non sei tu quella che non vuole mai mancare ai momenti love tra me e Xavier?!” gli dissi scherzosa cercando di tirarla su di morale.
Per una volta la mia “Terapia” funzionò e riuscii a farle tornare il sorriso.
Mi guardai in giro e vidi in quel momento a signorina Schiller che si inchinava davanti alla Raimon che la osservava basita.
“Ma cosa fa?” chiesi a Xavier.
“Li sta ringraziando…” mi rispose lui.
“Bene ragazzi, è ora di andare.” Disse il tizio burbero che avevo capito essere un poliziotto.
“Agente…” dissi attirando l’attenzione del tipo “…io vado con mio fratello.” Dissi tutto d’un fiato. Era stato difficile prendere quella decisione, ma alla fine avevo constatato che era meglio così.
L’ispettore mi studiò un secondo poi annuì.
“ADE NOOOOO!!!!!” La Genesis al completo mi venne addosso. Abbracciai uno per uno con le lacrime agli occhi.
Aspettai però a salutare Xavier.
“Perché te ne vai? Non vuoi rimanere con noi?” mi chiese Nero piangendo come una fontana.
“Ragazzi…ora il mio posto è vicino a mio fratello. Ma anche voi rimarrete sempre i miei adorati fratelli.” Dissi scompigliando i capelli del piccolo portiere.
Li salutai un’ultima volta e mi avvicinai a Xavier che mi osservava con le lacrime agli occhi. Era la prima volta che lo vedevo piangere.
“Wow... Xavier Foster che piange…questa è bella.” Dissi scherzosa mentre le lacrime calde mi scivolavano velocemente sulla guance. Lui mi osservò divertito qualche secondo.
Lo abbracciai stringendolo forte.
“Ade…non andartene” mi sussurrò stringendomi.
“Devo…ora devo stare vicino a mio fratello, ma non ti preoccupare. Ci rincontreremo…te lo prometto.” E detto questo mi sciolsi dall’abbraccio e lo baciai. Misi in quell’azione tutto l’amore che provavo per lui che fece lo stesso.
Quando ci staccammo ci osservammo qualche istante, sapendo già cosa ci aspettava e ci separammo.
Mi avvicinai alla Raimon e presi per mano Shawn che mi osservava tristemente.
“Non sei costretta a farlo…” mi sussurrò.
“Invece devo. Non potrei sopportare di perderti…non di nuovo.” Sussurrai senza però riuscire a smettere di piangere.
Sentii tutti gli sguardi dei ragazzi della Raimon addosso. Alzai gli occhi terreno e vidi infatti che mi osservavano. Sorrisi malinconicamente.
“ “Ehi Mark. Ci incontreremo ancora vero?” chiese all’improvviso Xavier attirando l’attenzione dell’intera squadra su di lui.
“Certo! E la prossima volta giocheremo insieme.”rispose il ragazzo facendo sorridere Xavier che salì sul camioncino della polizia.
Lo seguii con lo sguardo finché non sparì dalla mia visuale.
“È finita allora…” disse Erik.
“Ma Ade, perché sei rimasta?” mi chiese Axel curioso.
“Perché non potevo sopportare l’idea di essere divisa di nuovo da Shawn.” Dissi stringendogli la mano.
Lo  squillo di un telefonino ruppe il silenzio tombale che si era creato.
“Pronto…ciao papà…cosa?…Ah, ok…sì. Torniamo subito.” Disse Nelly per poi riattaccare.
“Che voleva tuo padre?” chiese curioso Mark.
“Ha detto che dobbiamo tornare subito alla Raimon.” Rispose la castana.
Salimmo tutti sull’autobus.
Io presi nuovamente posto vicino a mio fratello.
“Ehi, Ade! stai bene?” mi chiese Mark spuntando dal sedile davanti, probabilmente vedendomi giù di corda. Era normale dopotutto. Avevo appena lasciato i miei più cari amici e la persona che per me era la più speciale.
Sollevai lo sguardo dal pavimento e lo osservai qualche secondo.
Quel ragazzo era capace di farti sorridere con uno sguardo e con mia sorpresa fu proprio ciò che feci.
Sorrisi nonostante la situazione in cui mi trovavo.
“Senti Mark…” cominciai all’improvviso attirando l’attenzione del castano e del resto della squadra che mi osservò curiosa.
“Che c’è?”
“Ecco, volevo chiederti se potevo entrare in squadra. Nonostante, mi riporti alla mente brutti ricordi, non sopporterei di non poter giocare a calcio.” Dissi piano, mentre cercavo di rimandare indietro le lacrime.
Il ragazzo con la fascia arancione mi osservò qualche secondo, come stupito da quella domanda.
“Pensavo che ti fosse chiaro. Tu sei già in squadra.” Mi disse sorridendo, ricevendo l’assenso di tutta la squadra.
“Grazie Mark…grazie a tutti!” dissi sorridendo a mia volta.
Da quel momento il viaggio continuò tranquillo e io conobbi tutta la squadra.
Erano veramente molto simpatici, ma mi colpì soprattutto lo spirito che mantenevano, dopo una partita così difficile.
Sembrava che non fosse successo niente nelle ultime ore. Incredibilmente riuscirono a coinvolgere anche me nelle loro conversazioni. Principalmente parlavano della loro lunga sfida contro l’Alius. Io ascoltai persa. Era interessante scoprire come loro avevano passato quel lungo momento.
Gli spiegai anche io come avevo passato le varie situazioni e loro mi ascoltarono come se stessi raccontando la favola della buonanotte a dei bambini dell’asilo e si stupirono moto a conoscere i dettagli della vita all’interno della scuola che aveva creato tanti problemi al Giappone intero.
Alla fine, arrivammo alla Raimon. Ora che la vedevo con degli occhi diversi, la trovavo immensa e bellissima.
“Eccoci! Finalmente a casa.” Disse Mark appena sceso dall’autobus, stiracchiandosi.
“Hai visto? Questa è la Raimon. Bella vero?” mi disse Shawn.
Io annuii continuando ad osservare quella scuola fantastica. Sembrava indistruttibile, infatti mi domandavo come la Giaminie  Sotrm avesse fatto a distruggerla.
Era completamente il contrario del’Alius. La mia scuola era fredda e buia, lì invece splendeva un sole caldo e accecante che illuminava ogni cosa.
Poi all’improvviso, tutto scomparve, a causa di una nuvola nera di quelle che comparivano quando noi dell’Alius comparivamo dopo aver usato il pallone. Ma la scuola era stata distrutta.
“Non è possibile, l’Alius Accademy è qui!” dissi stupitissima.
Tutti si girarono verso di me.
“C’era un’altra squadra Ade?! Parla!” mi disse Jude minaccioso avvicinandosi.
“Non parlarle in quel modo.” Disse Shawn parandosi davanti a me.
Jude si scusò e mi porse la stessa domanda più gentilmente.
“No…non che io conosca…” dissi tutto d’un fiato.
“Forse Xavier poteva sapere qualcosa, ma ci avrebbe avvertiti sicuramente.” Continuai..
“Bene, bene. Alla fine sei una traditrice!” disse la voce di un uomo davanti a me.
“Ma tu sei…Wyles!” dissi indicando il signore che mi osservava malizioso.
“Chi è Wyles?” chiese Mark confuso.
“È l’assistente del signor Schiller. È lui che ha fatto esplodere l’Alius!” dissi capendo tutto.
“Sei sempre stata perspicace. Troppo.” Disse diventando serio all’improvviso.
“Non so chi tu sia. Cosa vuoi.” Chiese Mark all’improvviso.
“Ciao Mark.” Disse un’altra voce, dietro a Wyles.
Una figura incappucciata spuntò fuori dal dietro il signore poi tante altre.
Li contai: 11 esatti.
“Questa voce…” sussurrò Shawn a fianco a me.
Lo osservai confusa, poi vedendo che non mi rispondeva, riportai la mia attenzione sulla figura incappucciata.
Vidi nell’ombra dei lineamenti familiari, nel volto di quello che sembrava un ragazzo della nostra età.
Quest’ultimo si tolse il cappuccio, mostrandosi.
“N-Nathan?!” disse stupito e spaventato Mark indicando il ragazzo che sorrise maliziosamente.
Tutto il resto del gruppo si tolse la tunica mostrando i loro volti.
Mio fratello rimase stupito nel vedere il ragazzo dai capelli rosa, rasati, che a quanto pare era un suo caro amico.
“Cosa vi è successo?! Cosa state facendo?” continuò Mark spaventato.
Notai un bagliore, provenire dalle divise blu e nere aderenti, abitudinali dell’Alius Accademy.
Sobbalzai.
Vidi Mark che si avvicinava.
“Fermo Mark! Ha la Pietra di Alius!” gridai.
Il castano si bloccò a metà strada e si girò verso di me ad osservarmi stupidissimo e terrorizzato.
Nathan mi si avvicinò, facendosi strada tra i miei compagni, scostandoli malamente, fino a ritrovarsi a pochi centimetri da me.
“Noi siamo i Dark Emperors. La nostra forza non ha niente a che vedere con la potenza della Genesis. Voi rispetto a noi siete solo dei perdenti. E tu sei una traditrice.” Sussurrò con disprezzo.
Mi trattenni dall’impulso di dargli un pugno in faccia. Sapevo che sarei finita nei guai.
“Io non sono una traditrice…” sussurrai in preda alla rabbia, mentre Nathan si stava allontanando ridacchiando maliziosamente tra se e se. Lo vidi bloccarsi improvvisamente e girarsi lentamente verso di me osservandomi con occhi di fuoco.
Con un cenno della mano, il ragazzo dai capelli rosa gli passò un pallone che lui prese con la mano.
Capii poco di quello che successe dopo.
Vidi Nathan calciare con una potenza terribile il pallone.
Mi aspettavo il colpo, ma non arrivò.
Vidi di sfuggita un’ ombra, pararsi davanti a me e subire la pallonata al posto mio, per poi accasciarsi a terra.
Misi gli occhi sul corpo, identificandolo subito.
“NO!”
 
ANGOLO AUTRICE
Rieccomi! Allora vediamo..non ho niente da dire, solo una domanda.
Secondo voi chi è che si è parato davanti a Ade per proteggerla?
Lo scoprirete nel prossimo cap.
Ciao!
Ale2000
 
  
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