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Autore: madelifje    02/08/2013    3 recensioni
A dodici anni ho avuto l’idea di salire sul tetto.
Lo spettacolo da lassù è bellissimo: si vedono le ultime luci ancora accese delle case, i lampioni che illuminano le strade deserte e, alla mia destra, i campi.
Mi sdraio sul plaid cercando di trovare la stella polare. Poi controllo di avere montato l’obbiettivo giusto sulla mia Canon, metto a fuoco e scatto la foto.
Giselle diceva che un giorno Alianna Crawford sarebbe diventata qualcuno.
Oggi è il 7 settembre 2012 e sono le ventitré e quindici minuti.
Alianna Crawford è ancora la ragazza invisibile.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dark Paradise | via Tumblr

Mask.

Is there a right way for how this goes? 
You got your friends, and you got your foes. 
They want a piece of something hot, 
Forget you name like they forgot. 

Ain't that something? 
So I wanna see you crash and burn, 
And criticize your every word 
I'm tring to keep you from goin' insane, 
Ain't that the way of this whole damn thing? 

Trying to be something, more. 

Sleeping with sirens - Roger rabbit
 


-Non è così difficile.
-Zitto.
-Sul serio, devi solo…
-Ti ho detto di stare zitto!
-Hai dimenticato lo specchietto…
-Cosa c’è di così difficile in “devi stare zitto”? Devo rubare la penna di Dolores Umbridge per fartelo capire?
Nell’abitacolo della vecchia Harley cala finalmente il silenzio. Sospirando, controllo che lo specchietto retrovisore sia a posto. Le mani mi formicolano ma non ho nessuna intenzione di lasciar andare il volante. Cos’ha detto Ed? Togli il freno a mano e premi con delicatezza l’acceleratore. La macchina ha il cambio automatico.
No, non sembra così difficile.
Stacco la mano destra dal volante e la appoggio sul freno a mano il più velocemente possibile. Faccio un respiro profondo. Sto per tirare la leva quando avverto la presenza di Ed più vicina di quanto non lo fosse un paio di secondi fa. Cerco di guardarlo con la coda dell’occhio, ma l’unica cosa che vedo è un’enorme bolla rosa, che mi esplode in faccia con un sonoro pock.
-EDWARD!
-Dimmi! –cinguetta. Con la gomma da masticare in bocca sembra una mucca intenta a ruminare.
Potrei buttarlo giù. Siamo ancora fermi, non si farebbe male. Però è anche l’unico dei due che sappia guidare, cosa che lo rende automaticamente intoccabile. E odioso.
Tiro con decisione la leva del freno a mano e schiaccio il pedale. La macchina fa uno scatto avanti, obbligandomi a diminuire la pressione sull’acceleratore.
-Ed… Ed! –gli tiro delle pacche leggere sulla spalla. –Ce l’ho fatta!
-Mani sul volante, Ali.
Giusto. Mi sforzo di mantenere una velocità costante. Di per sé non sarebbe male, se “costante” non fosse sinonimo di “dieci chilometri orari”.  Quando un uomo sulla settantina in bicicletta ci supera, sento la tensione di Ed salire alle stelle e per un attimo penso abbia l’intenzione di strapparmi il volante dalle mani.
-Devo curvare…
-Metti la freccia, aspetta che il semaforo sia verde, controlla che non stia passando nessuno nell’altra corsia e rallen… anzi, non serve.
Simpatico come una zanzara vicino all’orecchio.
-Perché diavolo mi sono rivolta a te?
-Perché non ti ho riso in faccia quando hai ammesso di non saper guidare a quasi diciott’anni.
Grazie al cavolo, a cosa mi serve saper guidare se l’unico mezzo di trasporto in mio possesso è una bicicletta? Una bellissima bicicletta, per giunta.
Quando ho chiesto una mano a Willow prima è scoppiata a ridere, poi –dopo aver preso fiato- ha affermato che non mi lascerebbe mai e poi mai toccare il volante della sua macchina. Per concludere, mi ha riattaccato in faccia.
Vincent ha il cellulare spento, Bridget è senza macchina per via di uno scontro tra lei e un palo della luce avvenuto una settimana prima e nessuno dei miei genitori è a casa. Rimane solo Ed.
-Notizia flash: esiste un posto chiamato scuola guida. Vuoi provare a parcheggiare? –chiede Ed, una curva e non so quanti litri di sudore dopo.
-E tu vuoi così male alla tua macchina? –sembra rifletterci per qualche secondo.
-Ok, faccio io. Ancora non capisco perché ti sia venuta questa voglia di guidare.
Mi fermo. Ed scende dalla macchina mentre io passo scavalcando dal sedile del guidatore a quello del passeggero, sentendomi molto più tranquilla.
-Non voglio andare in una scuola guida, ci sono troppi quindicenni per i miei gusti. Comunque è colpa della signora Crawford. Secondo lei è impensabile che io vada al college senza saper andare in macchina. Io penso che abbia visto semplicemente troppi film, in cui il figlio perfetto carica in macchina la sua roba e parte per l’università, con l’immancabile sole che splende all’orizzonte e la musica allegra di sottofondo. Di solito è la scena prima dei titoli di coda.
Ed inserisce la retro marcia e si volta. –Hai mai pensato di fare la regista?
-Sì, ma la fotografia è più adatta.
 
 
-Tu frequenti il liceo, vero? –non è un buon momento per fare conversazione. Gale Shepley è comodamente seduto con i piedi appoggiati al bancone, mentre io lotto per rimanere in equilibrio su un’instabilissima scala in legno appoggiata alla libreria.
Emetto un versetto di assenso, infilando un almanacco di fotografia sotto al mio mento in modo da avere le mani libere.
-Ho un amico che lavora al Pratt Insitute di Brooklyn. A quanto pare organizzano una specie di stage fotografico sulle montagne durante il periodo delle vacanze invernali. –dice con indifferenza.
Vorrei davvero rispondere, ma il libro che sto cercando (per Gale) appare davanti ai miei occhi come un miraggio e ci vuole tutta la mia logica da giocatrice di tetris per non far crollare tutto e prenderlo.
-Potresti iscriverti, -continua Shepley, mal interpretando il mio silenzio.
-Non voglio andare in un istituto d’arte. –inizio la discesa, con il libro bloccato tra il mento e il petto.
-Si tratta solo di uno stage. Ali, se non fossi una fotografa decente non te lo proporrei nemmeno. Promettimi che ci penserai.
Uno scampanellio annuncia l’arrivo di un cliente. Potrebbe essere la scusa perfetta per ignorare il mio capo, ma me ne esco ugualmente con un “ok”.
 
Lauren Wild ti ha invitato ad un evento “MASKED BALL – HALLOWEEN 2012”
Non spreco nemmeno due secondi per leggere i dettagli della festa e clicco su “no”.
A volte mi chiedo cosa ci faccia ancora su facebook.
Lauren Wild è la classica aspirante Miss America. Tinta di biondo, abbonata alla palestra comunale da quando aveva quattordici anni, reginetta indiscussa di tutti i balli di fine anno e ragazza più desiderata della scuola. L’esatto opposto di me, sotto tutti i fronti.
-Hai ricevuto l’invito alla festa? –trilla Bridget non appena rispondo al telefono.
-Sì, e trovo che sia tremendamente triste mandare gli inviti via facebook.
Lei sospira, come se non sapesse più cosa fare con me. –Che maschera indosserai?
-Nessuna. Non vengo.
Allontano il cellulare dall’orecchio di qualche centimetro, perché so già cosa succederà.
-Tu devi esserci! Perché credi che io abbia accettato? –urla. In effetti me lo stavo chiedendo anche io: lei non è il tipo da balli in maschera.
-E perché non me l’hai chiesto?
-Ho visto che Ed Sheeran ha accettato, così l’ho dato per scontato.
Riapro immediatamente la pagina dell’evento e scorro la lista dei partecipanti. Eccolo lì, una massa di capelli arancioni che sorride in una foto idiota.
-Non siamo gemelli siamesi. –dico. Sento qualcosa crescermi nello stomaco, come una specie di… voglia.
-Non saprei, siete sempre appiccicati.
Non le rispondo. Ho visto qualcun altro nella lista dei partecipanti, e la cosa mi ha stupito ancora di più. Il nome di quel qualcuno compare scritto a lettere bianche nella casella della chat. Il messaggio è corto anche stavolta: Ci vediamo alla festa?
La lascio lì a lampeggiare. Meglio che Drew non sappia che ho letto il messaggio.
-Abbiamo fatto una specie di patto. –dico infine, ricordandomi di Bridget.
La chat di Ed Sheeran compare da parte a quella di Andrew.
Me n’ero dimenticato:
I fell in love next to you
Burning fires in this room
It just fits
Light and smooth
Like my feet in my shoes
Little one, lie with me
Sew you heart to my sleeve
We’ll stay quiet
Underneath shooting stars
If it helps you sleep
And hold me tight
Don’t let me breathe
Feeling like
You won’t believe

 
Accidenti a lui. Come si fa ad avere un simile tempismo? Sembra quasi che possa leggermi nel pensiero. Come ho fatto a diventare così dipendente da Ed Sheeran in un mese?
Chiudo il portatile e corro fuori dalla mia camera. Sono passati mesi dall’ultima volta in cui un essere umano ha messo piede nella mia soffitta così, mentre apro la porta, spero che gli insetti non abbiano preso il potere. Mi ci vuole qualche secondo per abituarmi alla totale mancanza di luce. Ci sono così tante ragnatele che basterebbero a far venire un colpo a mia madre, ma almeno non vedo scarafaggi.
La scatola è esattamente dove la ricordavo. Mi ero ripromessa di non aprirla più, dentro ci sono troppi ricordi.
Alzo lo spesso coperchio di cartone sollevando una nuvola di polvere. La maschera nera è proprio in cima al mucchio.
 
-Dolcetto o scherzetto?
-Fatti curare, G. –Vincent fa per sbatterci la porta in faccia ma io sono più veloce e la blocco con un piede.
-Chi siamo? –chiede Giselle, facendo una piroetta nel suo costume da Hermione Granger.
-Due undicenni troppo cresciute?
-Dio, quanto sei simpatico. –sbuffo. Giselle apre la mia borsa e prende la mia macchina fotografica. La passa a Vincent e mi stringe in un abbraccio. Faccio appena in tempo a togliere la maschera (non c’entra nulla con il mio costume da Bellatrix Lestrange, ma è obbligatoria per entrare alla festa) e a ringhiare un “usa il flash e ti uccido” a Vincent, prima che lui scatti la foto.
Vince mostra la foto a Giselle, che annuisce soddisfatta.
-Ecco, adesso non abbiamo scuse per dimenticarci di questa serata.
 
La foto è esattamente sotto alla maschera. Asciugo rapidamente una lacrima, poi richiudo la scatola.
Sì, andrò a quella festa.
Loro però non mi vedranno, è questo il bello delle maschere. 


HOLA!
Lo so, il capitolo è orribile.
Dovevo introdurre la festa in qualche modo .-.
La gif iniziale mi sembrava più adatta del banner, ecco perchè non l'ho messo ;)
Sono in partenza... credo che non ci sentiremo più fino a dopo ferragosto. Avrò tempo di scrivere, ma senza connessione a internet non posso pubblicare :(
Ok, basta annoiarvi
tantissimi baci,
Gaia ♥
@walkingcrash su twitter

  
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