Chi dice che la calma risolve tutto è un grande stronzo.
Lo capii in quel momento.
Bene.
Avevo aspettato da tempo quel momento.
Non sto scherzando.
Davvero.
No?
Come fate a non credermi?
Fatemi capire bene… Non mi credete?
Fate bene.
Spesso avevo pensato a come avrei reagito se lo avessi incontrato e, guarda
caso, tutte le volte avevo accidentalmente
spaccato e infrante qualche bicchiere.
Ciononostante non mi ero mai augurata nemmeno per scherzo di rincontrarlo.
Perché? Per il semplice motivo che ero forte solo nella mia immaginazione:
magari nei miei incubi lo avrei anche picchiato a sangue, massacrato, trucidato,
scannato, squartato, dissanguato, salassato, spezzettato, triturato, spellato,
scuoiato, scorticato, maciullato… Insomma, il concetto è chiaro, no? Ma nella
realtà non l’avrei mai fatto, lo sapevo benissimo. Probabilmente avrei pianto
per il dolore del ricordo e stupidaggini simili. A pensarci bene, non ero
cambiata minimamente da quando avevo dieci anni… Non ero cresciuta minimamente e
lui mi avrebbe trovata uguale a prima, innocua ed innocente… E avrebbe potuto
giocare ancora con me, avrebbe potuto usarmi come la sua Barbie, mi avrebbe
riempita di caramelle nauseanti e poi mi avrebbe spogliata e mi avrebbe cambiato
i vestiti e poi, hop, dritta nello scatolone. No.
Ero cambiata. Non ero né innocua né tantomeno innocente. Ero una ragazza nuova,
ero adulta, ero cresciuta. Forse la tragica tendenza alle lacrime era insita nel
mio carattere, perché no? Qualunque scusa pur di non ammettere di non essere
cambiata per nulla. Nascosi questo pensiero in una piccolissima parte di me;
come succedeva alle donne possedute dal diavolo, che, per non essere espulso dal
corpo che infestavano, si rifugiavano nel braccio sinistro.
Intanto eravamo entrati in casa, io, Tomoyo e l’altro. Diamine, non riuscivo
nemmeno a pronunciare il suo nome? Che schifo…
Non riuscivo a capire chi o che cosa
fossi di preciso: non volevo essere ingenua per cadere nelle sue grinfie
un’altra volta, così avrei dovuto fargli capire che ero completamente
indipendente, libera; nel frattempo, però, temevo che questo atteggiamento
avrebbe fatto allontanare in qualche modo Tomoyo.
Mi sedetti sul divano. Perché eravamo entrati in casa?
Oh sì, Tomoyo gli aveva detto di volergli parlare e io l’avevo seguita, anche se
l’unica che avrei voluto fare era tornare a casa e bere tre litri di camomilla.
Non mi sedetti, sprofondai nel vero
senso della parola sul divano. Non volevo che mi vedesse, il perché poi era un
mistero anche per me.
Non sapevo come comportarmi: guardarlo negli occhi con tutto l’odio che potevo
letteralmente ammaestrare? O nascondermi prudentemente per evitare di crollare?
Pensavo che l’odio mi avesse resa più forte, invece ero più confusa di quanto
pensassi.
L'odio è un liquore prezioso, un
veleno più
caro di quello dei Borgia; perché è fatto con il nostro
sangue, la nostra
salute, il nostro
sonno e due terzi del nostro
amore. Bisogna esserne avari. (Charles Baudelaire)
Sentii appena la porta chiudersi dietro Tomoyo e
(Shaoran Shaoran Shaoran Shaoran Shaoran)
l’altro. Erano entrati in un’altra stanza e, anche volendo, non avrei potuto
sentire niente di ciò che stavano dicendo. Meglio così, anche perché a quanto
pareva parlavano in cinese. Grandioso.
Bruciai di vendetta come se avessi un tizzone ardente fra le labbra, come se
fossi una fenice mentre fiammeggia, avvampa e s’incenerisce col suo stesso
fuoco, come un orologio che ticchetta e tintinna ancora con un’eco indomabile,
mentre le fiamme lo avvolgono.
La vendetta è un profumo che scotta, un vento caldo 212° Fahrenheit, un rubino
detestabile e dannabile.
***
Tomoyo restò in piedi davanti alla porta chiusa, mentre Shaoran era poggiato al
tavolino polveroso poco lontano dalla ragazza.
-Beh? Che c’è?-, chiese lui. Sembrava lievemente sconvolto, spaesato. Aveva gli
occhi venati di rosso, il che spaventava Tomoyo, ma la ragazza non desisteva:
doveva parlargli e capire.
Lei lo guardò strabuzzando gli occhi per lo stupore.
-Che significa “Che c’è?”?!-.
When you forbeit the white-dressed snow,
You’ll find a new place, a tempest-tossed island.
An ivory ivy will replace the unripe mople over which
the crow
Flies. Melody fall, you don’t have to pretend.
-Significa che non lo so!-, spiegò il giovane alzando un sopracciglio come se
fosse una cosa ovvia.
-Parla in cinese. Non voglio che ci senta.-.
-Sei tu il capo…-, rispose evasivo.
Lei prese un bel respiro e guardò Shaoran negli occhi. Sembrava sincero: la
guardava con la faccia a forma di punto interrogativo e batteva il piede a
terra, come se stesse tenendo il ritmo di una melodia muta e cieca.
-Dove sei andato stanotte?-, gli chiese decisa.
-Mio Dio, non me lo chiede nemmeno mia madre e tu…-. Shaoran alzò gli occhi al
cielo.
-Rispondi. Subito.-, sottolineò lei.
-Ad una festa, perché?-, domandò svogliato.
-Perché quando sei tornato… non… Tu sai cosa hai fatto, vero?-.
-Io?-, chiese il ragazzo guardandosi attorno.
-Sì, tu.-. Riuscì a stento a trattenere il flusso di insulti che bussava
violentemente alla sua bocca.
-Non so, cosa avrei dovuto fare?-. Era sempre più confuso e non riusciva a
capire cosa Tomoyo volesse da lui.
-Non ricordi proprio?-. Ci sperava. Voleva che non ricordasse, desiderava che
non fosse stato lui
a farlo, ma solo il suo corpo. Il cavallo nero del concupiscibile aveva
portato il carro sempre più giù… Il cavallo bianco ormai era ferito e
sanguinante e il suo manto candido era scuro e viscido.
-Direi di no.-, rispose lui sorridendo a mezza bocca.
-Tu mi hai… Dopo la festa… Probabilmente avrai bevuto un po’ (un po’???????????
A confronto l’Uomo Duff è sobrio come Mastro Lindo! Ndme) e... Insomma, Shaoran,
quando sei tornato a casa…-. Incespicò e balbettò
-Sì?-, la incoraggiò lui.
-Mi hai… Tu…-. Basta, bisognava mettere un punto a quella frase. –Tu mi hai
violentata.-. Scandì per bene le parole, forse per sentire meno dolore, ma il
risultato fu alquanto deludente.
But the crow crawls like a wounded flower. It’s a
bleeding
Tango with dew and blood, when a bleak blaze bleeps,
A volatile void will reflect the hiss, the diving
Winter of its life without any beating skips.
-Eh?-.
-Hai capito bene.-. Quell’attesa la fece appassire. Le veniva da piangere e
stavolta non si sarebbe trattenuta, lo sapeva bene.
Lui la guardava con gli occhi fuori dalle orbite, la bocca aperta e il corpo
sostenuto ormai completamente dal tavolino su cui si era seduto.
-Io… ehm… Non lo sapevo…-, biascicò in tono di scusa.
-Non sono le tue scuse che voglio, volevo solo essere sicura che
tu non mi avessi fatto nulla.-, chiarì
la ragazza, ma il suo viso diceva tutt’altro.
Shaoran si avvicinò cauto, destreggiandosi con movimenti calmi e sicuri. Era
davanti a Tomoyo e, lì, l’abbracciò.
-Grazie.-, balbettò lei fra i singhiozzi, poggiando il capo sulla spalla di lui.
-Sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto in questo momento?-, rispose
lui scherzosamente. Ma era evidente che parlava così solo per coprire
l’imbarazzo.
Fatto sta che lei gli tirò un calcio sullo stinco, ridendo nervosa.
-Eri…?-, cominciò lui.
-No. Qualcosa dal mio fratellastro dovevo pure prenderla, no?-, sorrise.
-E chi…?-, iniziò ancora una volta Shaoran.
-Eriol, l’anno scorso.-.
-Che schifo, ma non ti fa impressione quel tipo? Sembra Harry Potter…-.
Lei, ridendo gli sferrò un secondo calcio.
-Ok, ok… Ho capito!-. Shaoran si staccò da lei e poggiò una mano sulla porta.
-Ma tu guarda, uno vuole aiutare una persona e poi… Ingrata!-, la apostrofò
fingendo irritazione.
Risero insieme.
-Mi dispiace.-, il sorriso scomparve dal volto del ragazzo.
-Non c’è problema. Ma se nasce un figlio lo chiamo Terenzio.-.
Si fissarono prima seri, poi scoppiarono a ridere.
Shaoran aprì la porta aspettandosi di vedere Sakura e invece… il divano era
vuoto.
***
Finito! Spero vi sia piaciuto, l’ho scritto in tutta fretta perché ho tantissimo
da fare!
Sapete che mi sono commossa quando ho visto le vostre recensioni??? No, davvero…
GRAZIE INFINITE! Siete fantastiche e… Oddio, ora mi emoziono… Passiamo ad altro,
se no allago la tastiera… :)
Comunque il mio contatto msn è
francyhosi@hotmail.it
Certo che potete contattarmi, è davvero un piacere e quando ho letto le vostre
recensioni mi sono davvero commossa, non sto scherzando!
Purtroppo, però, non uso quasi mai msn, quindi mi troverete raramente, mi
dispiace…
Ciao a tutti, grazie per aver letto questo capitolo! Lasciatemi un commento, se
volete!
Grazie mille, ciao!
Francy