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Autore: Fanelia    03/08/2013    4 recensioni
Piccolo spaccato fra i pensieri di una ragazza che tutte le stesse mattine prende lo stesso tram.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A tutti voi che prendevate il "33"* con me la mattina, devo essere sembrata una perfetta imbecille.
Immagino quante volte mi abbiate osservato di nascosto, mentre cercavo di celare le lacrime che inesorabili sfuggivano a quegli occhiali da sole nerissimi e giganti, stile anni 70, che indossavo per camuffare il mio malessere.
Dovrei ringraziare le lenti a contatto che, per quegli unici quindici giorni, decisero di non fare rigetto, così che potei indossare la mia maschera, anche in quelle fredde mattine di dicembre.
Se ci penso adesso, credo che vi siate fatti non poche risate a vedere una sciocca ragazzina,
che saliva tutte le mattine alla solita fermata e che poi, persa nei suoi mille pensieri, cominciava a singhiozzare.
Eppure quanta indifferenza, non ricordo una sola volta in cui qualcuno mi abbia chiesto come mi sentissi.
Quando quella bolla di sapone in cui avevo vissuto per mesi, scoppiò all’improvviso, mi ritrovai catapultata ed investita da una realtà che non mi pareva più mia.
Per mesi avevo vissuto nell’illusione di un amore e poi quando lui è sparito senza un perché, il mondo mi è crollato addosso.
Quante lacrime amare, quante ore perse a chiedermi “perché” e, se ci ripenso adesso, un perché lo trovo.
Lui era un imbecille. Più stupido di me che piangevo a causa sua, perché non si può voltare le spalle alla persona che fino alla sera prima si dichiara di amare, senza nemmeno darle una motivazione.
Se ne può sempre inventare una, che importa se non è vera?
E’ troppo difficile andare avanti senza avere una falsa scusa a cui aggrapparsi per dimenticare.
Ma come posso pretendere che lo sappiate, che lo capiate.
 
Se ripenso a quella storia ora, a distanza di così tanti anni, ricordo solo la gioia e le risate, il dolore è sparito, ma non posso negare di averne provato così tanto da sentirmi annientata.
Il mio cuore era addormentato dal freddo, no, non dal freddo dell’inverno milanese, ma dal gelo che vi era calato da quando lui aveva deciso di voltarmi le spalle.
Perché quando se ne è andato, portandosi via un bel pezzo del mio mondo, beh,  mi sono sentita persa.
Ora ci rido su ma il dolore che ho sentito, in quel momento in cui non mi sentivo nessuno, beh, solo io posso quantificarlo, solo io lo conosco.
Ero alla ricerca di me stessa ed ecco che all’improvviso spunta lui.
Mi porge la sua mano e me la offre, così camminiamo fianco a fianco per qualche mese, legati come se ci fossimo conosciuti da sempre, un filo invisibile che ci stringeva sempre più.
E poi, all’improvviso, decide che è ora di andarsene, di tagliare i ponti e sparisce senza una motivazione.
Sparisce dall’oggi al domani, dopo avermi promesso che ci saremmo sentiti la mattina seguente.
Forse aveva deciso che era arrivata l’ora per me, di cominciare a camminare nuovamente sulle mie gambe, non lo saprò mai.
Poi ringrazio quella sua decisione, perché forse non eravamo pronti, perché poi, ancora una volta, ho dovuto contare solo sulle mie forze e mi sono risollevata, più forte di prima.
L’unica cosa di cui lo biasimo, e forse ne dovrei biasimare me stessa, è che quell’abbandono così improvviso, ingiustificato, non ha fatto altro che inaridire il mio cuore, rendendolo ancora più diffidente e meno avvezzo all’amore.
Eppure miei cari passeggeri del "33", sapete che vi dico?
Il mio cuore ha ripreso a battere, ancora più forte di prima.
Volete sapere per chi?
Oh, questa è tutta un’altra storia.


NDA: Il 33 è un tram che attraversa una zona di Milano
   
 
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