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Autore: BebaTaylor    03/08/2013    1 recensioni
«Tutto bene?» mi chiede Sara attorcigliandosi una ciocca dei capelli biondi sul dito indice della mano destra.
«Tutto bene, non preoccuparti.» rispondo anche se non è vero.
Come posso spiegare la situazione a Sara e a Maddalena? Come posso dire loro che ho mentito? No, io non ho mentito. Loro non mi hanno mai chiesto “Ehi, visto che hai vissuto a San Antonio non è che conosci Jared Padalecki?” No, loro non mi hanno chiesto mai nulla. Io ho semplicemente omesso un piccolo particolare. Sempre se conoscere un attore famosissimo sia un piccolo dettaglio. Riprendo in mano il cellulare e mi collego a internet. Trattengo un imprecazione quando, nero su bianco, mi appare la news che Jared è veramente in Italia a girare un film, Afferro una bottiglietta d’acqua dallo zaino e bevo a piccoli sorsi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Padalecki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente di quanto narrato in questa fanfiction è reale o ha la pretesa di esserlo. È frutto della mia fantasia e non vuole assolutamente offendere la persona in questione. I personaggi originali appartengono alla sottoscritta.


Trentasei Giorni


Capitolo Ventuno
14 Agosto


Non c'è un osso che non mi faccia male, per forza, ho dormito su un lettino di plastica dura. Credo che i segni delle doghe rimarranno impressi sul mio corpo a lungo.
Non capisco come facciano Jared e Mark a dormire ancora. In più ho un terribile mal di testa, mi sembra di avere un rinoceronte che balla nel cervello.
Cazzo, ho un dopo sbornia terribile. Bevo lentamente del latte tiepido e spero vivamente che non torni su.
Sara è ancora in camera, prima, quando sono salita per cambiarmi, stava piangendo. Non so cosa dirle, oh, è lei che ha speso un sacco di soldi per fare un regalo a Mark e se si è arrabbiata perché lui mi ha regalato un braccialetto per il mio compleanno non è colpa mia.
Insomma, se lei è innamorata e lui no io non posso farci nulla.
Jared entra in casa sbadigliando, lo guardo e sorrido, anche lui mi sorride Dietro di lui c'è Mark, che cammina lentamente, guardandosi attorno, come se avesse paura di cadere o di andare a sbattere contro qualche mobile.
I due si siedono, anche loro sono stravolti. Mark posa la testa sul tavolo, lo sento sbadigliare, Jared rimane in silenzio ma ha la faccia stravolta anche lui.
«Volete qualcosa?» domando.
«Una cisterna d'acqua.» mormora Mark, la fronte appoggiata al tavolo.
Alzo le spalle e prendo una bottiglia d'acqua dal frigo, due bicchiere dallo scolapiatti sopra il lavello e poso tutto sul tavolo.
Mark alza appena la testa e prende la bottiglia e il bicchiere come se fossero oggetti pesantissimi.
«Vuoi qualcosa?» chiedo a Jared.
Lui scuote la testa, si scosta i capelli dalla fronte e mi sorride. «No, grazie.»
Adoro le sue fossette.
Lo guardo mentre si versa l'acqua e mi siedo anche io. Mark è alla mia destra, seduto a capotavola, mentre Jared è di fronte a me.
Rimaniamo in silenzio per qualche istante, poi Mark si alza.
«Il bagno?» domanda.
«La prima porta a destra.» gli dico, lui si alza lentamente e a piccoli passi raggiunge il bagno.
«Andiamo di là?» gli chiedo, lui finisce di bere e si alza.
Ci sediamo sul divanetto e accendo la televisione, non c'è nulla d'interessante. Mi fermo su Canale5, è quasi l'una e fra poco c'è il telegiornale. Mi rendo conto che non lo guardo da un paio di giorni, per quanto ne sappia potrebbe esserci stata un'invasione da parte degli alieni.
Mark ritorna e si siede accanto a Jared e io mi sposto leggermente per lasciargli un po' più di spazio. Sbadiglio, ho sonno.
«Siete qui.»
Tre teste si voltano verso la porta. Nessuno si è accorto che Sara è scesa. Ci sta guardando, appoggiata allo stipite della porta.
«Buon... giorno.» dico sbadigliando nuovamente.
Lei sbuffa e si siede sul bracciolo del divanetto, vicino a Mark, sembra quasi che si sia dimenticata della lite di ieri sera.
Chissà, magari, chiede scusa.
«Perché non mi avete chiamato?» domanda guardandoci. «Mi avete escluso!» incrocia le braccia e la sua bocca si piega in un broncio.
Ho parlato troppo presto.
Sara si lamenta di essere stata ignorata, forse si è dimenticata che è lei che si voleva escludere e che si è esclusa facendo una scena madre.
Il mio stomaco brontola, mi sembra incredibile che, nonostante tutto quello che ho abbia mangiato ieri. io abbia ancora fame.
Mi alzo e vado in cucina, mi preparo un panino. Meno di cinque minuti dopo sono di nuovo in salotto con in mano il mio panino con il crudo.
Guardo e il divano e mi accorgo che Sara è seduta in mezzo ai due ragazzi, quindi per me non c'è spazio. Sospiro e mi siedo sulla poltroncina.
«Come fai ad avere fame?» mi domanda Jared.
Io alzo le spalle e addento il mio panino.
Sara borbotta contro Mark, blaterando di regali, di anniversari, di promesse mentre il povero Mark si tiene la testa fra le mani.
«Stai zitta!» sbotta lui. «Taci!»
Sara sobbalza e rimane, finalmente, in silenzio.
Il televisore a il volume azzerato, però dalle immagini si capisce benissimo cosa sia successo: un incidente, sembra piuttosto grave, il motorino è praticamente un catorcio e un palo della segnaletica è piegato, la ragazza che appare nella foto deve essere la vittima. Mi sembra familiare, è una ragazzina come le altre: viso tondo, sorriso dolce e gli occhi felici.
Stacco un altro pezzo di pane e la telecamera stacca su uno striscione.
«Ma è Laura!» esclamo rischiando di strozzarmi con il pane. Mi sporgo e afferro il telecomando, alzo il volume per ascoltare.
“Non è stato ancora trovato chi ha investito la giovane Laura Bianchi, i suoi funerali si sono svolti ieri pomeriggio.” Non ascolto più il giornalista, la mia mente e i miei occhi sono fissi sullo schermo. Maddalena è lì, fuori dal cimitero, nel parcheggio, stretta a un'altra ragazza. Entrambe piangono.
Laura è ̶o dovrei dire era a questo punto? ̶ la migliore amica di Maddalena. Per questo mi sembrava familiare, era quasi tutti i giorni al bar. Povera Madda.

***

Poso il cellulare sul tavolo e mi volto, Jared è dietro di me, mi sorride, un sorriso tirato.
Respiro a fondo. Mark e Sara appaiono in cucina, Mark alza gli occhi al cielo e sbuffa. Sara è attaccata a lui come una cozza è appiccicata allo scoglio.
«Maddalena domani sarà qui.» esclamo.
Sara si stacca da Mark e si avvicina a me. «Perché?» mi chiede, «È una rottura di scatole.»
«La sua migliore amica è morta.» le faccio notare. «È sconvolta e tua madre mi ha chiesto se può stare qui.» continuo.
Lei incrocia le braccia al petto e sbuffa.
«E io le ho detto di sì.» continuo. Jared mi abbraccia da dietro, gli sfioro le mani. «Arriva domani. Dopo vostra madre mi dirà a che ora arriva il treno.»
«Io non la voglio!» sbuffa lei, comportandosi come una bimba dell'asilo. «Richiamala e dille che hai cambiato idea.» Adesso sono io quella che sbuffa. «No.» le dico e mi siedo.
«Ma a loro dà fastidio!» sbotta Sara e indica i ragazzi.
Jared scrolla le spalle. «Perché dovrebbe darmi fastidio?»
Mark scuote la testa. «Questa casa non è mia. Jennifer può invitare chi vuole, visto che la casa è sua.»
Sara grugnisce qualcosa, strilla che nessuno la capisce e corre di sopra.
Guardo Jared, lui accenna un sorriso.
Lentamente mi alzo in piedi e vado di sopra.
Sara è sdraiata sul letto, la testa sul cuscino quando mi vede si gira dall'altra parte, sdraiandosi sul fianco sinistro.
«Non so se l'hai capito, ma la migliore amica di tua sorella è morta.» esclamo. Dio, che mal di testa. «Sei peggio di una bambina.»
«Non la voglio, rovinerà i miei piani.» mormora lei. «La tratterrò male,così vorrò andarsene lei.»
Sospiro e alzo gli occhi al cielo, mi siedo sul letto. «Se lei dovesse andare via per causa tua tu la seguirai. Con un calcio nel culo da parte mia.»
Lei si volta e mi guarda. «Preferisci lei a me?» strilla.
Alzo le spalle. «Almeno lei non fa l'isterica solo perché non può stare appiccicata a Mark ventiquattr'ore su ventiquattro.» le dico, «Quindi, se non vuoi andare a casa prima, cerca di comportarti bene con lei e con me.»
Lei mi fissa, credo che stia cercando di capire se sto dicendo la verità oppure se la sto prendendo in giro.
«Che la scenata di ieri sera ha riempito il vaso...» faccio un sospiro teatrale. «Se fai una mossa falsa sei fuori.» Lei apre e chiude la bocca.
«Tutto chiaro?» le chiedo.
Sara annuisce lentamente.
«Perfetto, quindi adesso alza il culo che torniamo di sotto da quei due.»
Sara sbuffa ma si alza e mi segue.

***

Sara e Mark sono nel salottino, lui fino a dieci minuti fa dormiva.
Io e Jared siamo fuori, in giardino, sdraiati sul lettino, abbracciati.
Lui mi accarezza i capelli, lentamente e mi accarezza la schiena.
La mamma di Sara ha chiamato prima, Maddalena arriverà allo stesso orario dell'altra volta.
Jared si sposta e mi bacia, le sue labbra sono morbide. Mi rilasso, e mi sdraio sopra di lui, cercando di dimenticare la mia amica isterica, Maddalena, Laura e tutto il resto.

***

Abbiamo cenato con del riso in bianco, quasi in silenzio.
Mark e Sara sono in camera, credo che abbiano fatto pace.
Io e Jared siamo sdraiati sul divano, lui ha la testa poste sulle mie cosce e io gli accarezzo i capelli.
La televisione è accesa, ma non la stiamo guardando. Abbasso la testa, Jared ha gli occhi chiuse e le labbra dischiuse, sembra che stia dormendo.
Gli accarezzo il viso con le dita, lui apre gli occhi e mi sorride. Si mette seduto e avvicina il viso al mio, sento il suo respiro sulla pelle.
Rimaniamo così per qualche istante, poi lui sii avvicina ancora di più e mi bacia, stringendomi a lui, accarezzandomi la schiena. Le sue labbra scendono sul mio collo, mentre le sue mani continuano ad accarezzarmi. E ancora una volta dimentico il resto del mondo.

Salve!
Scusate il ritardo, ma ho avuto un calo d'ispirazione -.-
Mancano una decina di capitoli alla fine.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, l'ho scritto ascoltando Everything To Me di Shane Filan. (Se vi piace vi dico che questo è il mio sito su di luiShane Filan Italia)
Ringrazio chi legge, chi recensisce e chi mette la storia in qualche lista!
   
 
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