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Autore: Delirious Rose    04/08/2013    5 recensioni
«I Serpeverde stanno cercando di insabbiare i fatti, ma a quanto pare, ha avuto...»
Quattro parole, poco meno di un sussurro, che scatenavano reazioni diverse: alcuni facevano una smorfia di dolore, altri strabuzzavano gli occhi e si coprivano la bocca con una mano, altri ancora sghignazzavano aggiungendo un “se l’è meritato” oppure “vorrei proprio felicitarmi con chi è stato”. Era dall’ora di colazione che quella storia andava in giro, e il fatto che Tom Riddle non si fosse presentato a lezione, non faceva che gettare benzina sul fuoco.

{questa storia partecipa al contest "Ossofast: un contest alla Madama Chips" di ChocoCat.EFP}
Genere: Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Rumors
{Pettegolezzi}



 
«Avete saputo di Riddle, il Caposcuola?»
«Sì, questa mattina un gruppetto di Griffondoro ne parlavano: è in infermeria.»
«Di nuovo? Questa è già la seconda volta che gli succede dall’inizio dell’anno scolastico!»
«Io ho sentito dire che è stato coinvolto in un duello clandestino...»
«A me hanno detto che ha pestato i piedi a uno di quei studenti che si sono trasferiti da Durmstrang quest’anno... un certo Bela Krum.»
«Non è stato un centauro?»
«Beh, sarebbe stata un’ipotesi plausibile, se non fosse successo vicino al bagno del terzo piano.»
«Quello di Mirtilla? Allora andiamo da lei e chiediamole se sa qualcosa!»
«Nah, quella già era una lagna da viva, figuriamoci adesso.»
«Ma almeno si sa che cosa gli è successo di preciso?»
«I Serpeverde stanno cercando di insabbiare i fatti, ma a quanto pare, ha avuto...»
Quattro parole, poco meno di un sussurro, che scatenavano reazioni diverse: alcuni facevano una smorfia di dolore, altri strabuzzavano gli occhi e si coprivano la bocca con una mano, altri ancora sghignazzavano aggiungendo un “se l’è meritato” oppure “vorrei proprio felicitarmi con chi è stato”. Era dall’ora di colazione che quella storia andava in giro, e il fatto che Tom Riddle non si fosse presentato a lezione, non faceva che gettare benzina sul fuoco.
Biagio Zabini lanciò un’occhiataccia al gruppetto di studenti del quinto anno, annotando mentalmente i loro nomi.
«Tom non apprezzerà,» sibilò, mentre reggeva la pila di libri e caracollava dietro sua sorella.
«Ovvio, ma invece di prendersela con una manciata di pettegoli, dovrebbe occuparsi di chi lo ha ridotto in quello stato. E tu sai chi è stato, nevvero?»
«Sveva, per favore non chiedermi niente: la McGranitt passerà un brutto quarto d’ora per aver iniziato questi comaretaggi e io non ho intenzione di farle compagnia!»
«Come, non ti fidi di me? Tua sorella gemella?!» esclamò mentre apriva la porta dell’Infermeria.
Gli Zabini andarono dritti a un letto in fondo alla stanza, dietro un paravento di cotone bianco: Tom Riddle era avvolto in un bozzolo di coperte, che lo nascondeva alla vista dei suoi visitatori. Sveva e Biagio si scambiarono un’occhiata, ognuno spronando con lo sguardo l’altra a dire qualcosa.
«Ti abbiamo portato gli appunti delle lezioni.»
Dal bozzolo venne un mugugno, che assomigliava vagamente a un “grazie”.
«Ehm... Tom? Minnie ha sputato il rospo.»
Con un gesto repentino, il Serpeverde scostò le coperte e si rizzò a sedere, un lampo di rabbia gli illuminò lo sguardo verde veleno, ma fu un attimo: uggiolando di dolore, si accasciò sul letto e assunse una posizione fetale, stringendo il basso ventre. Sveva guardò suo fratello con un misto d’incredulità e compassione.
«Non può fare così male, giusto?»
«Non hai idea di quanto possa far male.»
La ragazza sospirò e iniziò a torturare un lembo della sua gonna: vedere Tom in quelle condizioni la faceva star male, tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo. Qualcosa tremò nelle sue viscere –i resti di una vecchia cotta, soffocata quando, in un insolito moto d’onestà, il ragazzo le aveva confessato di non essere interessato nell’amore e che, al massimo, avrebbe potuto offrirle solo un surrogato d’amicizia – e fece per toccalo, ma ritrasse la mano: spostò invece lo sguardo sulla nuova assistente di Madam Benhilde, una ex Corvonero di quattro o cinque anni più grande di loro, che era arrivata per medicare il giovane Serpeverde.
«Siete sicura che stia bene, Madam...?»
«Chips. E sì, starà bene e non ha ricevuto danni permanenti, a parte l’orgoglio ferito,» rispose la giovane strega, cercando di trattenere un sorrisetto divertito, quindi scostò le coperte e cercò di mantenere un tono il più professionale possibile. «È il momento di cambiare la... ehm... medicazione, Mr Riddle!»
Disse, mentre soppesava una borsa del ghiaccio in una mano prima di posarla, forse un po’ bruscamente, sui genitali offesi di Tom Riddle.




Note dell’autore: è un missing moment de “La Rousse de Minuit”, inoltre partecipa al contest "Ossofast: un contest alla Madama Chips" di ChocoCat.
Bela Krum: parente ipotetico di Viktor. Trovandoci in anni di guerra, mi è sembrato plausibile che alcuni genitori di Durmstrang, Beauxbatons e compagnia avessero preferito mettere al sicuro i figli a Hogwarts.
Chi ha letto “La Rousse de Minuit” sa già chi è il colpevole, ma non è necessario saperlo ai fini di questa storia.
Quando ho letto il bando del concorso “Ossofast: un contest alla Madama Chips”, mi è ritornato in mente un ricordo delle medie: un giorno, mentre rincasavo, un mio compagno di classe non la smetteva di prendermi in giro, tanto che ad un certo punto gli mollai un calcio lì dove non batte il sole talmente ben assestato,  che quel poveretto stette male per tutto il pomeriggio –o almeno così mi disse il giorno dopo .
 

   
 
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