Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Trixie_    06/08/2013    1 recensioni
Una shot ciascuno per cinque personaggi, Theon, Cersei, Eddard, Daenerys e Aerys, sulle note delle strofe di Viva la Vida dei Coldplay.
Il titolo e le citazioni all’inizio di ogni storia sono tratte dalla canzone.
1. Theon - Rideva, Yara, di quella risata cristallina, quella risata che apparteneva al mare salato.
2. Cersei - Rubai uno stiletto. All’età di sette anni mi introdussi nell’armeria del castello insieme a Jaime e ne rubai uno.
3. Eddard - Anche quel giorno avrebbe voluto condurla fuori dalle cripte, ma non sarebbe servito a nulla. Lyanna era fredda.
4. Daenerys - Lui era tutta la mia famiglia, lui era il Sangue di Drago, a lui dovevo il mio perdono, per qualsiasi cosa mi avesse fatto.
5. Aerys II - Ti vogliono uccidere tutti.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aerys II Targaryen, Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Eddard Stark, Theon Greyjoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
Capitoli:
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Autore: Trixie
Rating: Arancione
Genere: angst, sentimentale, malinconico
Lunghezza storia: Raccolta diOne-shot
Tipo di Coppia: Het
Personaggi: Theon Greyjoy, Yara Greyjoy, Cersei Lannister, Jaime Lannister, Eddard Stark, Lyanna Stark, Daenerys Targaryen, Viserys Targaryen, Khal Drogo, Aerys II Targaryen, Rhaella Targaryen
Contesto:Prima dell’inizio, più stagioni
Note: -
Avvertimenti:Incest, tematiche delicate.
Introduzione: Una shot ciascuno per cinque personaggi, Thoen, Cersei, Eddard, Daenerys e Aerys, sulle note delle strofe di Viva la Vida dei Coldplay.
Il titolo e le citazioni all’inizio di ogni storia sono tratte dalla canzone. 




Eddard

 

One minute I held the key 
Next the walls were closed on me 
And I discovered that my castles stand 
Upon pillars of salt and pillars of sand 

 
 
Mia madre diceva sempre che le cripte non erano il luogo adatto a noi bambini, per questo erano state chiuse a chiave, per evitare che noi ci intrufolassimo all’interno. Mio padre non era entusiasta della cosa: lì sotto giaceva la storia di Grande Inverno e degli Stark, era giusto che noi ci potessimo entrare senza problemi, perché capissimo che nella vita non ci sono solo i giochi, i banchetti e la pace, ma esistono anche la brutalità, l’agonia, la morte.
Mio padre era un uomo buono e comprensivo, amava sua moglie e i suoi figli, così, per non farle torto, acconsentì a fare mettere una serratura sulla porta, per tenerci alla larga. Se Lady Stark desiderava che rimanessimo nell’ignoranza del mondo ancora per qualche anno, allora era giusto che così fosse: una madre agisce sempre per il bene dei propri figli.
Credo che mio padre non fosse del tutto convinto dalle argomentazioni sfoderate dalla moglie a riguardo e che per questo, un giorno, lasciò la chiave delle cripte in bella vista sulla mensola del cammino, ammiccando nella mia direzione. Io mi guardai intorno, rendendomi conto che, a parte noi, non c’era nessun altro. Quando lui se ne andò, io allungai la mano e la presi, infilandola in tasca.
Corsi a perdifiato attraverso il castello, fino all’entrata della cripta. Inserii la chiave nella toppa e girai. Non dimenticherò mai lo scatto metallico che fece la porta quando si aprì, né il cigolio dei suoi cardini.
Con attenzione, reggendo una torcia trovata accesa all’entrata, scesi gli stretti scalini e osservai con attenzione il volto di tutti gli Stark che mi avevano preceduto, cercando la somiglianza di quei volti di pietra con il mio, quello dei miei fratelli e di mio padre. Conoscevo la storia di tutti gli Stark che erano stati lì sepolti, ma mai come allora ricordarne le gesta mi fece sentire più fiero del mio nome.
Erano morti, ma nella memoria dei posteri sarebbero vissuti per sempre e desiderai ardentemente che anche i miei figli, i miei nipoti, quelli che un giorno avrei avuto, si ricordassero di me.
«Eddard, come hai fatto a entrare? Sei solo?»
Il suono di quella voce mi fece sobbalzare e per poco la torcia non mi cadde dalle mani.
Lyanna si accostò a me, mi prese sottobraccio e attese la mia risposta.
«Papà ha lasciato la chiave sul camino, così l’ho presa. Mi hai seguito?»
«No, passavo di qui e ho visto la porta socchiusa. Ho pensato di sgattaiolare dentro per dare una sbirciatina. Secondo te perché mamma non vuole che entriamo qui? È così ricco di storia» disse mia sorella, alzando il viso elegante e guardandosi intorno. Aveva la pelle di porcellana tipica delle donne Stark, bianca e liscia come seta, nonostante fosse poco più che una bambina.
«Perché queste sono tombe, Lyanna. E un giorno accoglieranno anche tutti noi. Non è un bel posto per i bambini, è tetro, devi ammetterlo».
«Tutto ciò che è vecchio lo è, Ned».
«Già, forse ora è meglio tornare indietro, prima che inizino a cercarci» concluse Eddard, rifiutandosi di illuminare con la torcia oltre il luogo dove giacevano i loro nonni e le tombe aperte attendevano i loro nomi. Aveva un brutto presentimento a riguardo, che Lyanna intuì.
«Passeranno tanti anni, Ned, lo sai» disse lei, mentre lui la conduceva fuori dalle cripte.
 
Anche quel giorno avrebbe voluto condurla fuori dalle cripte, ma non sarebbe servito a nulla. Lyanna era fredda, Lyanna era morta, Lyanna era ghiaccio e avrebbe riposato per sempre a Grande Inverno, al posto che la aspettava in quanto Stark.
Aveva detto che sarebbero passati tanti anni, prima che uno di loro entrasse nelle cripte per non uscirne mai più, ma a Eddard una decina d’anni sembravano davvero un soffio.
Il suo cuore si era congelato insieme alla sorella e ad ogni nuova preghiera, ad ogni nuova condoglianza, ad ogni accenno a Lyanna, quel cuore giovane si crepava.
Prima o poi si sarebbe frantumato in mille, piccoli pezzi.
Aveva già sentito quello di Robert Baratheon esplodere, ma non poteva permettersi questo lusso: lui aveva una moglie e un figlio da proteggere. Anzi, aveva due figli di cui farsi carico, non uno. E le ultime parole di Lyanna da nascondere al mondo, parole che non avrebbe mai pronunciato ad anima viva, per nessun motivo al mondo.
Lui aveva delle creature da proteggere, mentre Robert non aveva altro che l’amore per Lyanna e il sogno di un futuro con lei, che si era infranto. Robert non aveva più niente e aveva bisogno di possedere qualcosa.
Sfortunatamente la sua scelta cadde sui Sette Regni.
 
Il rumore della porta della cella mi ricorda le cripte di Grande Inverno e quella stupida serratura che mia madre volle mettervi. Capisco di essere un uomo morto.
Scoprire il segreto di Cersei e non poterlo rivelare, sapere la verità e non poterla urlare al mondo, è il più grande rimpianto della mia vita. Spero solo che qualcun altro segua la pista tracciata con tanta fatica e irrigata con tanto sangue da me e Jon Arryn. E che sia più furbo di noi, stupidi vecchi uomini d’onore.
Prego perché gli Dei, chiunque essi siano, proteggano i miei figli e mia moglie, ma non temo la mia morte. Diventerò freddo, diventerò ghiaccio, tornerò a Grande Inverno, tra le mura a me conosciute, e giacerò per sempre accanto a Lyanna, in attesa che altri Stark si uniscano a noi e sperando sempre che quel momento tardi ad arrivare, così che abbiano una vita lunga e felice.
Avevo la chiave, avevo la risposta alla morte di Jon Arryn, alla morte di Robert, una chiave che mi sta costando la vita e che mi aprirà le porte della cripta. Ma ormai una sola cosa importa: che questa chiave non apra la cripta anche ai miei figli, che questa chiave non sia stata da me dimenticata su una mensola.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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