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Autore: Vanisher    06/08/2013    6 recensioni
Vincere significa fama e ricchezza.
Perdere significa morte certa.
Ma per vincere bisogna scegliere.
Tra sopravvivenza e amore.
Egoismo e amicizia.
Quanto saranno disposti a perdere Mercedes Lambre ( Ludmilla ), Diego Dominguez ( Diego ) e tutti gli altri attori di Violetta per tornare a casa vivi, sani e salvi e portare gloria e onore al loro Distretto?
Che gli Hunger Games abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Leon, Ludmilla, Un po' tutti, Violetta
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Meno tre. Tra tre ore sarò nell'arena. Il mio staff mi prepara per forse l'ultima volta. I loro visi sono tristi, qualche lacrima scappa dai loro occhi ben truccati e le loro bocche colorate contratte in smorfie di dolore. Mi ripuliscono solo il viso, non mi truccano, non mi pettinano.
Cinna entra, i miei vestiti in una mano. Fa cenno allo staff di allontanarsi e di lasciarci soli. 
Loro obbediscono e mi guardano un ultima volta, porgendomi un saluto silenzioso che io accolgo con enorme gratitudine. 
Cinna si avvicina a me e senza aprir bocca, mi pettina i capelli puliti e me li lega in uno chignon alto e comodo. Mi mette solo un filo di farm per darmi un po' di colorito e celare il pallore del terrore. Mi mette anche un po' di mascara. 
Mi prende per mano e mi fa alzare. Mi porge una canottiera nera e un paio di jeans blu scuro. Mi infilo gli scarponi marroni e li lego stretti sopra la caviglia. Poi metto una felpa leggera nera con tanto di cappuccio e una giacca a vento impermeabile. Provo a correre, a saltare e ad rannicchiarmi, per vedere se mi lasciano libera nei movimenti. Sono pronta. 
Mi siedo di nuovo mentre aspettiamo. Cinna mi porge un bicchiere d'acqua che bevo avidamente. Ho le lacrime agli occhi e la vista comincia ad annebbiarsi.
- Consigli finali? - sussurro tamponando gli occhi con la manica del giubbotto.
- Posso solo dirti che Alba Rico e Facundo Gabandè hanno fatto un'alleanza, così come Candelaria Molfese e Samuel Nascimiento. Jorge Blanco, Martina Stoessel, Pablo Espinosa, Valeria Baroni, Lodovica Comello, Xabiani Ponce de Leon sono tutti un unico gruppo - mi rivela.
Bene. Un punto a mio favore. Una voce da donna  mi annuncia che mancano due minuti al lancio. Mi posiziono sulla pedana al centro della stanza e abbraccio Cinna. Lui mi stringe forte a se e sento un sospiro malinconico uscirgli dalle labbra.
- Cinna, volevo dirti che io ... Non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per me ... Ti voglio bene - dico.
- Anche io, Mercedes. Sappi che io punto su di te. Vinci -
Un cilindro di plastica si abbassa attorno a me dividendoci. Poggio le mani sul vetro, desiderosa di andare da Cinna. Mi ci accascio contro, finchè il cilindro si muove lento. Mi raddrizzo e guardo Cinna per l'ultima volta. Sorrido e gli Sibillo un " Grazie " che lui afferra e ricambia con un cenno del capo.
Mi ritrovo catapultata in quella che sembra una foresta. Alberi alti fino al cielo di colori diversi. I Tributi sono in cerchio sulle loro pedane, attendendo il gong d'inizio. Ho sessanta secondi pere escogitare una strategia. Cerco Diego con lo sguardo ed è a sei Tributi di distanza da me sulla sinistra. 
L'arena è tutta un bosco, uno spiazzo più in avanti con un lago grande quanto un teatro . Al centro del cerchio che noi Tributi formiamo c'è la Cornucopia d'oro, alta qualche metro e scintillante, e sparsi attorno a lei zaini contenenti chissà quali fonti di salvezza utili. Ce n'è uno a qualche metro dal mio.
 Una discesa ripida alle mie spalle e il terreno coperto di foglie e di erba, entrambi scuri come terra. Gli alberi sono così fitti e alti da non lasciar passare il sole pallido con facilità. 
Guardo Diego e lui incontra il mio sguardo. " Foresta " Sibillo. Lui scuote il capo, contrario. Alzo le spalle per domandargli dove se non li. " Discesa " sibilla lui veloce. Mi volto e guardo la discesa. E' troppo ripida e pericolosa ed è buia. Chissà dove porta. Non faccio in tempo a rispondere a Diego che il gong suona.
Scatto in avanti e recupero uno zaino a pochi metri da me nero. Poi schizzo verso la discesa, dove Diego è già sceso. Ora dov'è? So che è già sceso, ma è così buio che non vedo nulla. Mi fermo sull'orlo per cercarlo con lo sguardo quando una lama mi sfiora l'orecchio.
Mi volto e porto lo zaino davanti al viso, per proteggermi. Martina Stoessel è con un coltello in mano a qualche metro da me. Corre verso di me e mi getta a terra, sedendosi sul mio petto. Cerca di affondare la lama nella mia fronte e io riesco a muovere la testa per schivare la lama un paio di volte, prima che lei mi imobilizzi con la mano libera. Qualcosa la colpisce sulla nuca e lei cade a terra, all'indietro. Vedo il mio salvatore. Jorge Blanco con un bastone in mano. Mi alzo, spostando il corpo di Martina coi piedi a qualche centimetro alla mia destra. 
- E' morta? - sussurro.
- No, è solo svenuta - Jorge mi guarda negli occhi - Raggiungi il tuo amico, Mercedes -
Esitate, mi volto e corro sulla discesa. La discesa è così ripida che inciampo e rotolo fino a raggiungere il terreno piano. Grazie alle foglie non mi sono fatta nulla. Mi alzo, traballante e corro verso gli alberi. ma dove si è cacciato, Diego? Non doveva aspettarmi? 
Sento il suono di lame, frecce e spade che vengono usate per uccidere. Passi veloci  che cercano di raggiungere uno zaino. Urla di Tributi morti che si accasciano a terra. Non voglio nemmeno sapere quanto sangue si sta versando in questo momento. 
Mi nascondo dietro a un albero dal tronco largo ed esamino cosa contiene il mio zaino nero.
Una coperta. Bende mediche. Una scatola di fiammiferi. Una pagnotta e una bottiglia d'acqua. Sono stata fortunata. 
Un colpo di cannone. Ogni colpo sta a simboleggiare un Tributo morto. Fra loro potrebbe esserci anche Diego o Jorge e il solo pensiero mi fa rabbrividire la schiena e annebbiare gli occhi. Li conto : uno ... due ... tre ... quattro. Quattro Tributi morti nel tipico scontro alla Cornucopia. Ogni anno li muoiono molti Tributi, perchè li cerchi di procurati qualcosa che possa aiutarti a vivere.
Rimetto tutto nello zaino e me lo metto in spalla. Mi guardo attorno. Alberi, solo alberi. Mi incammino cauta alla ricerca di Diego, tentando di non attirare chissà quale strano animale. Sento un sussurro. Non so se è umano o no. Afferro la scatola dei fiammiferi e ne prendo uno.
- E queste sono le tue armi? Una scatola di fiammiferi? - una voce che ridacchia divertita come se avessi raccontato una barzelletta.
- Chi sei? - il mio tono è minaccioso.
- Calmati piccola io non sono messo meglio di te-
Faccio cadere il fiammifero nella scatola, che cade anch'essa nello zaino. Solo una persona mi chiamerebbe piccola anche nei momenti inopportuni come questo. 
Sospiro, esasperata - Diego esci fuori -
Diego esce da dietro un cespuglio, anche lui uno zaino a tracolla. Si avvicina a me e fa per abbracciarmi, ma io lo blocco mettendo entrambe le mani sul suo petto muscoloso e perfetto, che mi ha cullato fra gli incubi.
- Non osare ad avvicinarti - Sibillo rabbiosa.
- Cosa ti ho fatto piccola? -
- Cosa mi hai fatto?! Non mi hai aspettato e se non fosse stato per Jorge Blanco che ha stordino Martina Stoessel con un bastone a quest'ora sarei morta!! -
Abbasso i palmi e mi allontano da lui a grandi passi, seguendo il bosco. Faccio un respiro profondo. Queste sfuriate sono da immaturi. Adesso dobbiamo cercare un posto dove passare la notte. Alzo in aria il naso e cerco un albero abbastanza alto e largo da poterci ospitare entrambi. Sento qualcuno che mi abbraccia da dietro e mi blocca le braccia con le sue che mi avvolgono il corpo. 
- Hai ragione piccola - la voce di Diego suona al mio orecchio destro - Scusami ti prego -
- Scuse accettate. E adesso cerchiamo un posto dove passare la notte -
Troviamo qualche kilometro più in là un albero nascosto, i rami larghi e le foglie grandi e sottili di un verde intenso. Ci sediamo su un ramo alto una decina di metri dal suolo e lasciamo penzolare i piedi nel vuoto. Afferro lo zaino di Diego e ne controllo il contenuto.
Una torcia. Qualche erba medicinale. Gallette di riso e anche lui una bottiglia d'acqua. 
Non male, per due giorni potremmo farcela.
Il cielo diventa scuro qualche minuto dopo senza neanche tramontare. E' come se avessero spento la luce in una stanza. Ci stendiamo con la schiena contro il tronco, io stretta al petto di Diego e lui che mi accarezza la schiena.
Il sigillo di Capitol City appare fluttuante nel cielo, annunciandoci i morti di questo primo giorno. Ci sono le loro foto e il numero del Distretto a cui appartenevano. Lodovica Comello, Distretto 2. Valeria Baroni, Distretto 3. Allora adesso Jorge e il suo gruppo si ritrovano con due Tributi in meno. Candelaria Molfese e Samuel Nascimiento, entrambi Distretto 4. 
Il sigillo scompare e il cielo torna scuro, senza luna e senza stelle. Un mare di scuro nero. Da dodici Tributi siamo passati a otto. In un solo giorno. Ho paura che gli Hunger games finiranno presto di quanto abbia immaginato. Spaventata da questo pensiero, mi addormento insieme a Diego in una preghiera di speranza.

QUATTRO TRIBUTI SONO MORTI. CHI SARANNO SECONDO VOI I PROSSIMI A MORIRE???? SE AVETE PREFERENZE NON ESITATE!!!
   
 
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