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Autore: H cinque    07/08/2013    2 recensioni
Un incontro con i Volturi è una delle più eccitanti sfide che Garrett, intrepido nomade americano, abbia mai accettato. Ma durante la sua avventura incontrerà Kate, una vampira che lo elettrizzerà (letteralmente) e gli mostrerà che la vera sfida è un' altra. Garrett troverà molto di più di ciò che cercava...
"Non immaginavo minimamente che la richiesta di aiuto di Carlisle mi avrebbe cambiato per sempre l'esistenza".
Garrett x Kate. La loro storia ambientata durante e dopo Breaking Dawn.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garrett, Kate
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn, Successivo alla saga
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                                                                                                  Capitolo 15                                                                                    

                                                                     Qualcuno doveva pur farlo...




                                                                               Image and video hosting by TinyPic



“Soldati, all’attacco!” 
“Andiamo!”  
Io sono davanti a tutto il gruppo, pronto all’assalto.
Eccoci lì, a correre per il prato per poi nasconderci dietro ai cespugli. Bambini di dieci anni che con le loro spade di legno e pistole giocattolo costruite assemblando tubi di ferro, giocano alla guerra perché da grandi vogliono fare i soldati.
“Garrett, a dieci metri da te c’è un nemico!” esclama il mio migliore amico Christopher.
Io mi alzo da dietro al cespuglio e, mirando al vuoto con la mia pistola, sparo al nemico invisibile. Anche gli altri cominciano a sparare in direzioni diverse.
“Bel tiro!” si complimenta Danny, un altro bambino.
“D’accordo. Adesso dobbiamo sbaragliare le fila nemiche per andare in cima a quella collina!” dico agli altri indicando un muretto di pietra.
Tutti si alzano dai cespugli e insieme corriamo verso l’altra parte del prato. Mentre attraversiamo la distesa di erba, infilziamo gli avversari con le nostre spade.
Io sono il primo a raggiungere il muretto e salirci sopra, ma quando mi giro a vedere se gli altri mi hanno raggiunto, li vedo a terra più o meno uno addosso all’altro.
“Accidenti, Brian! Stai più attento a dove metti i piedi! Ci hai fatto cadere tutti e cinque.” brontola Simon.
“Ma se il primo ad inciampare sei stato proprio tu!” ribatte Brian.
“State bene? Vi siete fatti male?” chiedo loro scendendo dal muretto.
“Sì, tutto a posto, Gary. Tu, invece, sei stato agilissimo. Noi, purtroppo non siamo come te.” mi risponde Theodore, un altro mio amico.
“Che vuoi dire?” 
“Voglio dire che, tra tutti noi, tu sei il più bravo a fare la guerra. Diventerai sicuramente un soldato. Noi, invece, non siamo capaci nemmeno di muoverci in gruppo!” 
Gli altri fanno cenni d’assenso con la testa. Si mettono a sedere sull’erba e nei loro occhi lego espressioni di delusione.
“No, non è vero. Anche voi siete bravi, capita a tutti di sbagliare. Non lasciate che una piccola difficoltà vi butti a terra: dovete reagire e riprendere a combattere. Io non sono migliore di voi, ve lo posso assicurare. Un solo soldato non può vincere una guerra senza i suoi compagni.” 
Mentre parlo, i ragazzi sono di nuovo in piedi e mi guardano con occhi carichi di speranza e determinazione.
“Insieme siamo forti e abbiamo sconfitto tantissimi nemici. Ognuno di noi ha le sue capacità ed essere diversi è una bella cosa. Dovete avere fiducia in voi e nel nostro gruppo perché diventeremo dei valorosi soldati tutti insieme! Ora venite qui e facciamo fuori questi nemici!” 
“Sì!” esclamano all’unisono; poi saliamo tutti sul muretto.
“Sai, Gary, oltre a combattere bene, sei bravo anche a parlare.” mi dice Christopher.
“Davvero?” 
“Davvero. Le tue sono state delle parole molto belle e soprattutto… sincere. Sei riuscito a renderci di nuovo felici. Con i tuoi discorsi, secondo me, potresti convincere chiunque. Ecco, questa è una delle tue capacità. Qualunque cosa accada, cerca di non perderla, potresti fare grandi cose.” 
Potresti convincere chiunque. 
Potresti fare grandi cose. 
Potresti convincere chiunque. 
Potresti fare grandi cose. 
 
 

“Convincere chiunque, fare grandi cose.” ripetei dentro di me.
Quel ricordo della mia infanzia mi infuse coraggio.
- Cos’hai intenzione di fare? – mi chiese Kate.
- Ora lo vedrai.
Strinsi i pugni e poi li rilasciai quando così iniziai a parlare: - Come tutte queste persone, anche io sono venuto a testimoniare in favore di Carlisle. Posso assicurarvi che questa bambina non è come noi e non è un pericolo per la nostra specie.
Il punto però è un altro, a mio avviso. Tra le vostre fila vedo alcuni vampiri che conosco, come Charles e Makenna. Parlo dunque a voi, nomadi come me.  
Il vero scopo dei Volturi è il potere. E per loro la famiglia alle mie spalle ne dimostra un bel po’. E, badate bene, ho detto famiglia.
Dovete sapere che loro conducono una vita assolutamente incredibile: si nutrono di sangue animale, vivono in totale armonia con gli umani, hanno persino dei cugini che seguono il loro stesso credo. Li uniscono legami molto forti che vanno ben oltre quelli a cui siamo abituati. Non si dividerebbero mai da soli.
La richiesta che i Cullen ci hanno fatto non era quella di combattere.
Il fatto che Carlisle abbia la verità dalla sua parte non credo che basterà a fermare i piani dei Volturi, qualunque essi siano. Cosa stanno cercando di fare in realtà? Salvaguardare il nostro mondo o il loro ego? Eliminare un potenziale pericolo o uno stile di vita?
I testimoni di fronte a me erano visibilmente colpiti. I loro sguardi accesero le fiamme nel mio. Nessuno mi poteva fermare. Nemmeno Aro che mi guardava divertito.
- La verità è che Renesmee è solo un pretesto.
Riflettete: se il vero problema fosse l’esistenza della bambina, perché Caius avrebbe ucciso Irina? Non era sufficiente aver chiarito il malinteso? Ovviamente no. Con il suo assassinio aveva intenzione di scatenare una battaglia. I Volturi sperano in uno scontro, uno scontro che sono sicuri di poter vincere grazie al loro corpo di guardia, la collezione di talenti di Aro. Solo uno strumento, esempio lampante della loro sete di tirannia.
Uno dei nostri ha l’abilità di sapere chi mente quindi possiamo assicurarvi che le parole di Aro non erano vere.
A questo punto ciò che dovete prendere in considerazione è la seguente domanda: siete davvero liberi?
Credete davvero di non essere come la guardia dei Volturi?
Siate capaci di prendere le vostre decisioni. Non rendetevi mezzi di attuazione dei loro piani. I Volturi minacciano il nostro libero arbitrio: è questo ciò che puntano di distruggere. Le persone che non hanno idee proprie sono quelle più facili da controllare.
Testimoniate questo: il loro tentativo di abbattere la vostra capacità di discernimento. Altra prova della loro continua ricerca di dominio.
Come vi ho detto, io sono stato chiamato a testimoniare ma ora rimango per combattere.
Poi mi rivolsi direttamente ai tre capi: - Cosa aspettate allora? Fatevi sotto. Basta con pretesti e sotterfugi. Siate onesti almeno nelle vostre intenzioni e noi faremo altrettanto. Sapete benissimo che il fulcro della questione non è quello che dite voi. Non mi aspetto la vittoria, ma quantomeno la lealtà: se proprio devo morire, voglio farlo sapendo di aver conosciuto la verità. Perciò chiarite ai vostri testimoni il vero motivo per il quale oggi sono qui.
Mi rigirai a guardare i testimoni dei Volturi per dirgli: - Avete anche un’altra scelta, voi: unirvi a noi o meno. Non penserete certo che, solo per il fatto di essere dalla loro parte, i Volturi vi risparmino la vita? Ad Aro piace avere un pubblico.
Non dovete sottovalutarci: la nostra forza potrebbe essere abbastanza da tenergli testa. Ma potrei anche sbagliarmi. Valutate come meglio credete. Non voglio azzardare promesse, tranne una: siamo legati dallo stesso destino. Se noi perdiamo, perderete anche voi. Ma non lasciate che a perdere siano la vostra libertà e il vostro onore.
Quando ebbi concluso mi riavvicinai a Kate e mi misi subito in posizione di guardia, pronto a scattare.
- Garrett: due. Aro: zero. Palla al centro. – bisbigliò Emmett.
Sorrisi leggermente compiaciuto.
- Proprio un bel discorso, mio rivoluzionario amico. – mi disse candido Aro.
Il mio sorriso scomparve, lasciando il posto a un' espressione feroce.
- Rivoluzionario? Contro chi mi starei ribellando, se è lecito chiederlo? Sei forse il mio re? Vuoi che ti chiami Signore anch’io, come quei leccapiedi delle tue guardie?
- Pace, Garrett. Mi riferivo solo ai tempi in cui sei nato. Sei ancora un patriota, vedo.
Poteva dirlo forte. Gli lanciai un’occhiataccia e ringhiai sommessamente.
- Ve lo chiedo direttamente, allora. Pensate che sia meglio vivere senza un costante pericolo o salvare una famiglia? La bambina non è quello che pensavamo, ma lasceremo che il futuro decida del nostro mondo, quando potremmo risolvere il problema oggi? O ha ragione lo schietto Garrett? Vi unirete a loro per contrastare la nostra voglia di potere? – disse il leader dei Volturi ai suoi testimoni.
Era chiaro che avessi ragione io, ma Aro, come suo solito, cercava di manipolare i vampiri che erano lì ad ascoltarlo.
Charles e Makenna si guardarono l’un l’altra; la donna poi chiese: - Possiamo solo scegliere di stare con o contro di te, Aro?
- Certo che no, affascinante Makenna. Potete anche andarvene come Amun.
- Il nostro compito era quello di testimoniare. La nostra sentenza è che questa famiglia è innocente. E ogni cosa che ha affermato Garrett è la verità. Anche io ho il potere di riconoscere le menzogne.  – disse Charles.
Gli rivolsi un sorriso.
- Be’, il patriota crede fortemente in quello che dice. – gli rispose Aro con una risatina.
Mi stava dando sui nervi più del solito. Mi prendeva in giro? Era palese che il mio discorso l’aveva turbato e che ora stava cercando di rimettere in sesto la sua sceneggiata.
- Adesso noi ce ne andiamo. – annunciò Makenna.
Scomparvero tra i boschi e dopo di loro altri quattro vampiri seguirono il loro esempio.
- Hai fatto centro, a quanto pare. – mi disse Kate sottovoce.
- Come sempre. – le risposi.
Non mi colpì con la sua scossa come avrebbe fatto normalmente. Ne avevo avuto abbastanza per quel giorno.
- Siamo in minoranza, amici. Dobbiamo non risolvere la questione per salvarci la vita? – domandò Aro ai suoi.
- No, Signore. – mormorarono tutti insieme.
Ma che branco di pecore!
- Il segreto della nostra esistenza vale la perdita di alcuni di noi?
- Sì. Non abbiamo paura.
Aro poi si rivolse ai suoi compari: - Ci sono molti elementi da analizzare, fratelli cari.
- Consultiamoci. – fece Caius, colui che aveva più fretta.
- Consultiamoci. – ribadì Marcus col suo solito tono apatico.
Aro li prese per mano e insieme si misero in una formazione che assomigliava a un triangolo.
In quel momento rinsavii e mi ricordai che il tempo stringeva. Non mi era rimasto molto.
Probabilmente stavamo per combattere e poi morire. E io non avevo ancora rispettato la mia promessa riguardo a Kate.       




















Ce l'ho fatta! Questo capitolo è stato un parto plurigemellare u.u Il discorso di Garrett l'ho modificato un po' come alcune battute dei personaggi, mentre altre le ho lasciate uguali (come quelle del nostro protagonista che mi piacciono troppo). Mi è piaciuto scrivere l'introduzione per far rivivere un ricordo di Garrett. L'immagine viene dal backstage di BD2, una delle scene che hanno tagliato, il discorso, appunto. T.T
Ringrazio chi recensirà e chi legge, ma soprattutto DreamWriten che mi ha dato dei consigli perché la mia ispirazione se ne era andata in vacanza.
Al prossimo capitolo. 


H.
   
 
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