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Autore: Haley_    07/08/2013    33 recensioni
"Ognuno di noi accetta l'amore che pensa di meritare" (Stephen Chbosky)
Seguito di 'Una damigella per lo sposo'
Dal prologo:
"Ero spaesata, spaventata e non sapevo cosa ne sarebbe stato di me e della mia vita.
Ora che mi guardo allo specchio, invece, vedo una donna forte, sicura di sé e realizzata"

Dal quinto capitolo:
Sono passati appena dieci minuti e già stiamo per litigare.
“Avete legato molto a quanto vedo..” – Ignora la mia battuta per continuare – “Viene a cena da te, ti riporta a casa…”
“La mia macchina non partiva!” – Scoppio – “E poi non devo giustificarmi con te!”

AU, tutti umani
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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Pubblico due capitoli in uno, quindi se volete leggerli 'ad intervalli' fate pure :p
Buona lettura e ci leggiamo sotto.

 


13

Due settimane dopo la cena.

“Io e Kol ci siamo lasciati”
“Che cosa?!” Esclamo, all’unisono con Caroline.
La visita di Bonnie è stata sospetta fin da subito, nessun preavviso e nessun motivo apparente per essere qui.
Ora, però, si spiega tutto: sta scappando da Mystic Falls… e da Kol.
“Ma come è possibile?!” – Chiede la bionda – “Eravate così affiatati e così appassionati da fare schifo!”
“Possiamo non parlarne?”
Bon bon, stai facendo la domanda sbagliata alla persona ancor più sbagliata, penso.
Non c’è nulla -  e ripeto NULLA - che possa essere negato alla conoscenza di Caroline Forbes.
Lei è un telegiornale vivente.
Lei è un raccoglitore di informazioni che cammina.
Lei è un sito di gossip aggiornato in tempo reale.
Lei sa cosa ti succede ancor prima che lo sappia tu.
“Certo che no!”
Appunto.
“Non è che non voglia dirvelo” – spiega la bruna – “ma sono a disagio perché…”
“Perché riguarda Jeremy” finisco io.
“Come lo sai?” Bonnie è meravigliata.
“Quando tuo fratello inizia a chiederti indirettamente come corteggiare una donna, mettendo sotto i piedi il suo orgoglio maschile… incominci a farti tante domande!” – penso che non cancellerò mai il messaggio ‘L’amico di un mio amico deve fare un regalo a sua madre, meglio le rose rosse o le margherite?’. ‘Furbo’ non è l’aggettivo che userei per descrivere mio fratellino. – “Poi so che Jeremy stravede per te! Per poco non gli veniva un colpo quando ti ha visto insieme a Kol!”
“Ma i due non sono amici?!” Si intromette Caroline, che oramai ha il dramma colombiano nelle vene e in qualsiasi cosa vede possibili storie firmate ‘Cuori Solitari’.
“Sì, è questo il problema!” – esclama Bonnie – “Cioè non si sono visti per molto tempo, ma Kol ultimamente si è trasferito ad Atlanta da Elijah e, tramite il coinquilino di Jeremy, hanno iniziato ad uscire nello stesso gruppo!”
Caroline canticchia la sigla di Cuori Solitari dando un tocco di pathos al racconto della nostra amica, mentre Jenna si avvicina a noi dopo aver sentito gran parte dalla conversazione.
Il mio soggiorno è diventato un covo di pettegole.
“Grazie del sostegno Care, grazie sul serio!” Si lamenta Bonnie.
“Quindi Kol non sa che l’hai lasciato per Jeremy…” Ricapitola mia zia, dopo aver riempito tutti i bicchieri di un favoloso cocktail di cui non vuole svelare la ricetta.
 “No… e ora non fa altro che cercare di convincere Jeremy a mettere una buona parola con me!”
“Se sapesse che voi vi parlate… e anche approfonditamente!” scherza Care.
“No, tra me e Jeremy non è successo nulla… dopo la storia di Vicky, non riesco ancora a fidarmi di lui”
“Cosa è successo con Vicky?” chiedo.
“Qualche anno fa…io e Jeremy siamo stati insieme…”
Sì, vorrei dirle che Caroline mi ha raccontato tutto con una brillante ed indimenticabile metafora, da lei intitolata come ‘Il panino e il wurstel’*.
“Ma è durata poco, il giorno dopo era già scappato dal mio letto per intrufolarsi in quello di Vicky Donovan”
Sto male per lei, so cosa si prova ad essere sedotta ed abbandonata, ma mi chiedo come riesca a dargli una seconda possibilità.
“Non lo so.. sto cercando di riavvicinarmi a lui lentamente, ma so già di essermi messa in gioco. Se dovesse comportarsi di nuovo male con me… ne morirei”
Sembra che mi abbia letto nella mente.
“Non preoccuparti” – la rassicuro – “Jeremy tiene molto a te, aveva paura che tu l’avresti lasciato e così è scappato per evitare una delusione”
Bonnie mi guarda stupit,a apre la bocca per parlare ma poi ci ripensa; accenna ad un sorriso e lo stesso fa Jenna, sorpresa, come me, che Jeremy nasconda questo lato così fragile.
Io sarei forte quanto Bonnie?
Se Damon lasciasse Meredith per me?
Vorrei tornare con lui?
Ma perché mi do tanto credito?
Si saranno lasciati per i loro problemi, sicuramente. Io ho inciso (parecchio) come anche Nina, ma non penso che voglia ritornare da me.
Per non aggiungere che mi ha rifiutato.
Cosa pensavo di fare quella sera? Impelagarmi in una storia con un uomo sposato, con cui ho un figlio. È ridicolo solo a pensarlo.
“Cosa c’è Ele?” – domanda Bonnie – “Ti vedo pensierosa”
“Ci credo… si è licenziata” interviene Jenna, con aria di rimprovero.
“Per motivi ancora a noi oscuri” Caroline provoca.
“Logan ha provato a baciarmi”
Se quello che vogliono per lasciarmi in pace è una spiegazione, allora l’avranno.
Nessuno ha detto di non poter elidere parte dei motivi.
“Cosa?!”
“Quando pensavi di dirmelo?”
“E tu?”
Ecco, mi è bastata questa semplice frase per saziare completamente la loro curiosità.
“Ha provato, e stavo per baciarlo anche io…” – confesso – “Ma stavamo nel giardino e prima che potessimo avvicinarci abbastanza, sono partiti gli irrigatori”
“Gli irrigatori?” ripete Jenna.
“Sì, gli irrigatori”
“Che cosa romantica” commenta Care.
“Lui ti piace?” chiede Bonnie.
“Sì, cioè…”
Non posso dirle che non mi fido di lui, poi sarei costretta a spiegarle il perché.
“Logan è fantastico” – Caroline mi toglie dall’imbarazzo, ma il suo sguardo malizioso non fa che preoccuparmi – “è stato così gentile per tutta la serata con me. Voleva anche riaccompagnarmi a casa! Ma quando ho incontrato Klaus alla cena ho pensato fosse meglio farmi dare uno strappo da lui… ”
“Non sto capendo…Ha fatto il cascamorto con Caroline, ma stava per baciare te?” Bonnie è confusa, e io non sono da meno.
“Non ha fatto il cascamorto con me! È stato solo molto gentile… non conoscevo nessuno a quel tavolo e lui mi ha messo a mio agio.” – Veramente lei sembrava più a suo agio di me che sguazzo in quell’ambiente da tempo! – “Elena, pensavo non ti interessasse… perciò mi sono sbottonata di più con lui”
Sì, si sarebbe sbottonata volentieri!
Non capisco a che gioco stia giocando.
“Lascia stare, tra me e Logan non ci sarà mai niente”
“Ho sempre tifato per lui, è un ragazzo fantastico” –  commenta la bionda – “Se proprio vuoi fare la frigida, lo prendo io!”
“Sì, Logan piace anche a me…” – Jenna fa scivolare l’indice sul contorno del suo bicchiere – “Ma, non so spiegarti perché, ho sempre adorato Stefan. In questi ultimo anno più che mai”
La osservo, ha un sorrisino dolce sul volto; non avrei mai pensato che avesse un debole per lui. Ero sicura che non vedesse di buon occhio nessuno dei due fratelli.
“Lui la ama” asserisce sognante Bonnie.
“No, lui… non” mi agito sulla sedia.
Sono passati quasi due anni.
È vero, tiene a me e io tengo a lui, ma ci siamo detti addio ‘in quel senso’ tempo fa.
“Elena…” – Caroline mi ammonisce severa ma allo stesso tempo mantiene una calma disarmante, continua prima che possa controbattere – “Se stai per dire che ora siete amici o cavolate simili, non farlo. In ogni caso, io preferisco Logan. Hai bisogno di qualcuno che non abbia a che fare con la famiglia Salvatore, né Damon, né Stefan, né qualche fratello illegittimo!”
“Vado controcorrente, ma nel mio piccolo ti ho sempre vista con Damon” – Bonnie mi sorprende – “Stefan è fantastico, Logan non lo conosco, ma tu e Damon… Damon è il tuo grande amore ed il padre di tua figlia”
“Sì, ma lui è sposato con un’altra e ora se ne andato… di nuovo. Chissà quando lo rivedremo” Caroline non perde tempo per mettere i puntini sulle ‘i’.
“Mi ha detto che l’avrebbe lasciata” confesso, veloce e con un filo di voce, inconsciamente speranzosa di aver parlato troppo piano per essere recepita da un orecchio umano.
“Che cosa?!”
Non mi stupisco che sia Caroline a sbattere le mani sul bancone della cucina e a spalancare i suoi grandi occhi chiari.
“Il giorno prima di ripartire per Denver, mi ha promesso che sarebbe tornato e…. mi ha detto ‘devo lasciarla’”
“Che significa?”
Deve o vuole?”
“Per te? Perché? Te l’ha detto il perché?!”
Una valanga di domande mi travolge.
“Vorrei saperlo anche io” la risposta a tutte.
“Come l’hai presa?” chiede Bonnie.
“Non lo so… non so come mi sento a riguardo. Non voglio ritornare con lui, non dopo quello che ho passato, ma…”
“Buona sera, signore” – Il rumore della porta mi fa sobbalzare – “Vi ho portato un regalo”
È Mason, accompagnato da un ospite. Un ospite molto speciale.
“Dov’è la mia principessa?!” Esclama Stefan, dopo esser entrato con un enorme pacco tra le mani e una busta che si mantiene per scommessa attorno ad un dito.
Scendo dallo sgabello, e per magia tutte le preoccupazioni riguardo Damon scompaiono.
Nina inizia a gattonare nella sua direzione felice e io la seguo, sorridendo verso Stefan.
Lui lascia i due pacchi sul tavolino antistante al divano, prendendo al volo Nina in braccio.
“Come ti sei fatta bella” le dice riempiendola di baci, letteralmente, dalla testa ai piedi.
“Ci sei mancato” Gli confesso a voce bassa.
“Anche voi” mi abbraccia, stranamente senza alcuna vergogna. Non è da lui lasciarsi andare a tante carinerie davanti occhi indiscreti. E di occhi indiscreti, al momento, ce ne sono molti.
Mi stringe a sé e mi da un dolce bacio sulla fronte.
“Ho portato un regalino per Nina” Mi dice, staccandosi e prendendo la busta blu che ha portato con sé.
Nina cerca di afferrare il pacchetto che lui estrae fuori e io l’aiuto a scartarlo.
“Ti piace amore?” chiede Stefan, mentre Nina inizia a scalpitare alla vista del suo personaggio preferito a forma di pupazzo.
“PO!” esclama.
Il teletubbies rosso da lei tanto amato.
“Lui la corrompe!” – inveisce Mason contro di noi – “Ecco perché ha detto zio Stefan prima di zio Mason!”
“Non essere ridicolo” – gli risponde l’altro con tono di superiorità – “Nina è una buongustaia! Vero cucciola?”
Nina gli sorride, inconsapevole di essere in mezzo ad una banda di matti, stringendo il suo nuovo pupazzo in un braccio e aggrappandosi con l’altra manina alla spalla di Stefan.
“Devo assolutamente recuperare tutte le coccole perse in questi giorni”
Stefan prende Nina, portandola in alto per poi concludendo la discesa con un bacio sulla guancia.
Mi è mancato sul serio.
Non è una di quelle frasi che si dicono tanto per dire.
Averlo qui, con me, e vederlo così dolce e premuroso con Nina mi riempie il cuore di gioia.
Per un attimo mi ha fatto dimenticare Giuseppe, Damon, Meredith, Logan.
“Porti i regali a Nina.. e a noi?!” si lamenta Care.
“Sapevo che avresti avuto qualcosa da dire!” – risponde Stefan, che ora si è buttato sul divano insieme alla piccola – “Per questo ho portato dei dolci per tutte voi… sono in quel pacco”
“Io ti amo!” esclama la bionda, fiondandosi su quella che ha tutta l’aria di essere la carta delle mia pasticceria preferita.
“Ragazzi, vi fermate tutti per cena?” Chiede Jenna, lottando per avere un po’ di attenzione nel casino.
“Con piacere!”
“Sì!”
“Io abito qui!”
“Perfetto, chiedo ad Alaric se vuole unirsi… è in città per un po’”
Mi giro verso Jenna smettendo di giocare con Nina e Stefan. Non saprei dire che tipo di espressione sia stampata sulla mia faccia, forse buffa, ma di sicuro ho attirato l’attenzione di mia zia che risponde tacita con un’alzata di sopracciglio come per volermi dire ‘Che c’è?’.
Mason è fermo al centro nella stanza, muove lo sguardo prima su di me e poi su Jenna.
È confuso, preoccupato, e senza ombra di dubbio sono stata io a creare questa situazione e ad allarmarlo.
Per fortuna la tensione tra noi passa inosservato tra il chiacchiericcio degli altri e le urla dei bambini.
“Ah, già” – cerco di rimediare – “ero convinta che arrivasse tra una settimana!”
Mason non è convinto e io mi sento come se stessi nascondendo qualcosa, complice di un tradimento che non è mai avvenuto.
In realtà qualcosa c’è.
Tra Jenna e Alaric ho visto uno sguardo, uno solo, ma che mi ha trasmesso una strana sensazione.
Spero di sbagliarmi.
 
“Damon?!” esclamo, quando lo vedo entrare in casa insieme ad Alaric.
“Elena..” mi saluta l’imbarazzato, toccandosi i capelli nervosamente.
“Io e Damon siamo appena arrivati da Denver. Scusa Jenna, ho dimenticato di avvisarti”
“Non c’è problema”
Jenna si avvicina ad Alaric e lui le stampa un bacio sulla guancia, soffermandosi più del dovuto.
Oh insomma.. forse sono solo io a farmi tutte queste paranoie inutili!
Eppure noto con stupore che nella stanza è calato il silenzio e che Jenna e Alaric hanno tutti gli occhi puntati addosso.
“La cena non si preparerà spontaneamente da sola. Che ne dite di metterci al lavoro?” propone Stefan.
Lui è un angelo, come sempre.
Ha risparmiato a tutti un silenzio imbarazzante ed inutile.
“Io metto la tavola!” si propone Bonnie, ed ad accodarsi c’è anche Caroline.
Nella ritrovata confusione di casa, non mi sfugge lo sguardo di Damon su Nina che ancora è tra le braccia di Stefan.
Capisco che vorrebbe avvicinarsi a lei, ma lo vedo esitare per la presenza del fratello.
“Nina” – mi intrometto io, decidendo di andargli incontro – “Guarda chi c’è! È papà!”
Stefan le da un’ultima carezza per poi passarmela gentilmente.
Damon mi si avvicina, lasciando che la piccola si accoccoli tra le mie braccia.
“Ciao amore” si sporge a darle un bacio sul naso e le accarezza i capelli scuri.
“Come stai?” alza quei favolosi occhi azzurri, che sono stati sempre il mio punto debole, verso di me.
La domanda che ha posto è rivolta a me.
“Bene” – rispondo nervosa, ancora al ricordo del nostro ultimo incontro – “Tu?”
“Mi siete mancate da morire”
Il plurale mi confonde.
Sorride, scocca un bacio anche sulla mia guancia e mi fissa le labbra come se nella stanza ci fossimo solo noi due.
Non rispondo, ancora paralizzata.
Mi è mancato?
La risposta per me è ovvia. Tuttavia non mi sono mancati i problemi che ogni volta porta con il suo arrivo.
“A me non sei mancato per nulla!” urla Care, dall’altra parte della camera.
“Tu, invece, quando servi non ci sei mai” – distoglie lo sguardo dal mio –“Proprio l’altro giorno mi serviva un’abatjour”
“Stupido!”
Dopo un primo momento di confusione capisco che si sta riferendo al vestito indossato da lei alla cena di beneficienza.
Nina ride guardando il sorriso di Damon e una Caroline alquanto irrequieta, mentre non posso fare a meno di notare che Stefan ha lo sguardo fisso nella mia direzione.
In effetti Damon ha un atteggiamento quasi inappropriato con me.
‘Consegno’ Nina a Damon, e mi dirigo frettolosamente verso il forno con l’intento di preparare la cena, o fare qualunque cosa in grado di togliermi di dosso quelle due iridi cristalline.
Jenna si alza sulle punte per prendere una padella su di uno scaffale abbastanza alto, ma Alaric - grazie al suo metro e novanta - l’aiuta senza sforzi.
I due scherzano; per quello che ho sentito, stanno parlando di pranzi fallimentari e tacchini bruciati per cui sono quasi sicura che mia zia gli stia raccontando una delle sue esperienze culinarie.
Riempio la pentola d’acqua, ma un’ombra silenziosa si avvicina da dietro.
“Mason! Hai intenzione di farmi prendere un colpo?”
“Perché?”
“Vuoi aiutarmi?” lascio cadere la questione. Ripensandoci sono io ad essere troppo sovrappensiero da non rendermi conto di chi mi sta intorno.
“Prendo la pasta”
Dopo alcuni minuti, lo vedo avvicinarsi di nuovo.
“Devo preoccuparmi?” mi domanda. Deglutisce. Occhi sulle zucchine che sta affettando nervosamente.
“Cosa?”
Indica di sfuggita Jenna e Alaric.
I due sono estraniati nel loro mondo.
“A stai dicend… no, no!” mi affretto a negare, sventolandogli le mani davanti.
Ancora una volta do l’impressione di essere troppo agitata per una che non ha niente da nascondere.
Mason mi osserva, poi osserva loro.
La sua espressione è più contratta, disturbata.
“Non preoccuparti” – mi calmo, poggiandogli una mano sulla spalla – “Jenna ha scelto te”
E spero che nulla sia cambiato, penso. Ma questo lo tengo per me.
“Me lo diresti, vero? Se tu sapessi qualcosa, me lo diresti?”
È una supplica la sua più che una richiesta. È seriamente preoccupato, il tono della voce cedevole.
“Mason, ma cosa stai dicendo?”
Continua a non guardarmi,  e da una parte preferisco così.
“Se tu vedessi qualcosa… dico, tra loro.”
Ed ecco il colpo di grazia.
Come posso dirgli che qualcosa ho visto? Qualcosa a cui non saprei dare un nome, ma che si percepisce, è arrivata anche a lui.
Ma sarebbe inutile fargli del male così, quando nulla di concreto è successo.
Non gli rispondo, mi limito ad agire.
“Ehi, Alaric!” – esclamo – “Hai cercato di spiegare a Damon che Nina non sarà rinchiusa in nessun convento?!”
“Oh, non penso ce ne sarà bisogno” – scherza lui – “Probabilmente scapperà di casa prima che lui possa portarcela. Magari con un tipo pieno di tatuaggi e piercing!”
“Ti ci metti anche tu, amico!” – sbotta Damon che, seduto sul divano, stringe Nina un po’ di più di prima – “non avrà la possibilità di conoscere nessuno, considerato che la terrò chiusa in casa e le farò dare lezioni private”
“Sì, mi sembra una buona idea” Stefan sistema la gamba sinistra sul ginocchio destro, arricciando le labbra.
Non è un’interazione diretta, ma in qualche modo si trovano d’accordo su qualcosa!
Miracolo delle 21:30.
“Potrebbe intraprendere una relazione con il maestro privato!” esclama Alaric.
“Tu ne sai qualcosa vero?” controbatte Damon, tra il divertito e lo stizzito.
“Prettamente insegnanti donne!” propone Stefan.
E, dulcis in fundo, la perversione di Caroline.
“Potrebbe sempre riscoprire di essere lesbica!”
 “Basta! Mi sta venendo la pelle d’oca. Non ascoltarli amore mio, questi sono messaggi subliminali sbagliati! E soprattutto non stare mai a sentire quella psicopatica di Caroline!”
Tra gli insulti poco velati, e le prese in giro di Alaric, colgo l’occasione per parlare con Stefan.
“Perché ti sei fatto vedere solo ora?”
“Te l’ho già spiegato alla festa di Nina, la mia presenza non era necessaria”
“Certo che lo era! Tu sei necessario!” confesso con il cuore in mano, domandandomi come possa metterlo in dubbio.
Stefan si morde il labbro inferiore e potrei affermare quasi con certezza che l’abbia fatto per trattenere un sorriso.
“Damon è stato via per due settimane” – riprendo – “Perché hai aspettato tanto?”
“Non parlo con Damon, non sapevo della sua partenza per Denver”
“Ha una moglie lì, avresti dovuto aspettartelo”
Stefan non risponde e non riesco ad indovinare quali pensieri gli passano per la testa.
Mi prende la mano, stringendone il dorso con la sua.
“Sono contento di essere qui”
“Anche io”
Alcuni attimi non mi bastano per bearmi della sua presa. Solo lui sa farmi sentire così bene, anche quando il mondo sembra crollarmi addosso.
Mi ha salvata quando stavo per perdermi due anni prima e non riuscirò mai a ringraziarlo abbastanza.
Lascia la presa, per prendere in braccio Kyle che gli tira i pantaloni e ha tutta l’intenzione di giocare.
Voltandomi verso Caroline, che sta monopolizzando l’attenzione con i suoi ‘aneddoti da lavoro’, colgo lo sguardo serio di Damon.
Non abbassa gli occhi neanche quando capisce di essere stato colto in flagrante.
Vuole rimproverarmi, o punirmi, o chissà cosa.
Vorrei tanto prenderlo in disparte ed urlargli contro cosa si aspetta da me. Perché io non riesco a capirlo, mai.
Per fortuna, a distrarmi ci sono Jenna e Mason che sono così vicini da avere la capacità di farmi svolazzare le farfalle nello stomaco!
Mi giro dall’altra parte per non passare da ‘guardona’, felice che Mason si sia calmato e sentendomi stupida per aver dubitato di mia zia.
 
“Mi passi il sale?”
Bonnie lo porge a Jenna.
“Quindi ho deciso di non uscire più con lui!” Alaric finisce di raccontare la sua tragica esperienza come ‘amico che accompagna Damon in un bar’.
“Cosa posso farci io se le donne cadono ai miei piedi?!” replica il protagonista indiscusso della storiella, con il suo solito sorrisino strafottente.
Un moto di gelosia mi infiamma.
Ora che è single… Dio, non so neanche se lo è!
Comunque, nel caso lo fosse, sarebbe libero di andare con qualsiasi ragazza.
Eccetto che con me.
Il suo rifiuto ha parlato chiaro.
“Ma ti pregherei, la prossima volta, di non scaricarle tutte su di me”
Tiro un sospiro di sollievo alle parole di Alaric.
“Come se ti fosse dispiaciuto!” replica Damon.
“Non voglio i tuoi scarti”
Il battibecco prende una piega simpatica, almeno per il resto delle persone intorno al tavolo.
“Gliel’ho presentate di tutti i tipi: rosse, more, asiatiche, alte, basse” racconta Damon a Bonnie, che le siede accanto e non smette di ridere.
“Non mi dirai che hai già qualcuna nel tuo cuoricino?” continua con la presa in giro, rivolgendosi ad Alaric che, dal canto suo, si schiarisce la voce palesemente a disagio.
“Tu che cosa ne pensi Jenna?” – chiede malizioso Damon – “Qual è il tipo ideale per Alaric?!”
Caroline guizza lo sguardo tra mia zia e Alaric, il che la rende un perfetto segugio da ‘triangolo amoroso’.
Odio questa parte di Damon.
Vuole mettere zizzania? No, non è il tipo, mi rispondo.
Lo conosco.
Sta facendo qualcosa di nobile, ma usando come suo solito mezzi non degni di lode.
Vuole aiutare Alaric.
Perché non l’ho capito subito? Alaric è attratto da mia zia.
Damon, invece, è stato svelto e intuitivo.
È ovvio, da come la fa ridere o la chiama, o come la guarda.
E Jenna?
Lei cosa prova?, questa è la vera domanda.
“Che cosa ne posso sapere io?” risponde lei, sbrigativamente.
“Secondo me adora le bionde”
Fulmino Damon con lo sguardo, senza avere il coraggio di guardare Mason.
Non lo guardo, ma lo sento.
Struscia la sedia sul pavimento, allontanandosi verso l’isola della cucina.
“Mason, calmati” gli dico sussurrando, una volta raggiunto.
“Sono calmo, mi sto trattenendo dal tirare un pugno in faccia a quel coglione.”
“Chi?”
“Damon… e anche quello sconosciuto intellettualoide che fa l’idiota con la mia ragazza!”
Mason mette un po’ troppa enfasi nelle ultime parole, ma il tono di voce per fortuna non è abbastanza alto da catturare l’attenzione di chi è seduto a tavola.
“Qualche problema?” Damon avanza verso di noi, mentre Caroline prova a sdrammatizzare con qualche battuta che non riesco a sentire.
“Sì. Tu!” risponde Mason, prima di urtare la spalla di Damon di proposito e allontanarsi verso il balcone. Quest’ultimo non risponde alla provocazione. Meglio così, non voglio assistere ad una scazzottata tra machi.
“Che cavolo ti è preso?” sbraito a bassa voce contro Damon.
“Niente, mi conosci bene. Sai cosa stavo facendo” – sorride sghembo – “Hai visto quei due? Tra poco si mangiano con gli occhi!”
“Alaric ti ha detto qualcosa?”
“Di che genere?”
“Non lo so, ti ha detto qualcosa per farti pensare che mia zia gli piaccia?!”
“No, ma è evidente”
“Jenna sta con Mason”
“Definisci ‘stare’. Perché essere fidanzati è una cosa, innamorati un’altra.”
Quel verbo tra le sue labbra ha tutto un altro suono.
“Si vogliono bene” – rispondo flebile, in base a quello che ho visto – “Jenna è ancora sconvolta per…”
“Stronzate!”
“Non fare lo stronzo, Damon”
“Sarò uno stronzo, ma almeno dico le cose come stanno” – si sistema davanti a me, intrappolandomi tra lui e il lavandino. Capisco che non lo sta facendo di proposito, ma è serio. Maledettamente serio. – “Dicendo a Mason di non preoccuparsi, o stare dalla sua parte non eviterà l’inevitabile.”
“Smettila”
“Jenna è presa da Alaric. Guardali, si conoscono da due settimane ma sembra che abbiano la complicità di una coppia che sta insieme da dieci. Mentre Mason… Mason è con voi da quanto? Due, tre anni? E Jenna ha sempre lo stesso atteggiamento distaccato nei suoi confronti”
“Non lo sai, non puoi saperlo” – gli dico sprezzante, poi cambio tono – “Oh ma dimenticavo, tu sei l’uomo dalla sfera di cristallo. Tu sai come vanno a finire le relazioni, così quando non ne vale la pena… scappi!”
Spietata, mantengo il volto alzato e fiero verso il suo.
“No, quando si tratta delle mie relazioni faccio sempre troppe cazzate” – ammette indurendo la mascella – “Ma fidati di me, certe cose sono evidenti. Pensa a Caroline e Klaus, l’avevamo capito tutti che tra i due c’era tutt’altro che antipatia.  Altro esempio lampante siete tu e mio fratello.”
“Io e Stefan non stiamo insieme”
“Non ora”
“Non voglio affrontare questa conversazione adesso, anzi non voglio e basta!” rispondo infastidita, trovandomi di nuovo a dover ringraziare la voce acuta e alta di Care che distrae gran parte degli invitati.
Mi divincolo da lui, ma la sua stretta ferrea sul polso non me ne dà modo.
“Puoi far finta di non vedere quello che c’è tra due persone, ma prima o poi sarà impossibile negarlo” – la frase di Damon mi fa irrigidire, ho come la sensazione che non sia riferita a Jenna e Alaric, o comunque non solo a loro – “Fai aprire gli occhi a Mason, prima che sia troppo tardi”
 “Io non ti capisco…” – mormoro – “prima vuoi essere mio amico, poi te ne esci con queste frasi, e poi ancora stai quasi per baciarmi”
Lo tiro dietro la colonna dell’ingresso, per nascondermi da un’eventuale platea.
Sembro pazza. Lo sono, o lo sto diventando?
La testa mi sbatte così forte, non riesco più a gestire le mie ansie, i miei dubbi. Sto per scoppiare, e per dire cosa che non dovrei.
“Ho lasciato Meredith”
“Perché?”
Non mi interessano le modalità, o i tempi, o qualsiasi altra stronzata che non sia il motivo.
Voglio conoscere il motivo.
 “Elena! Ti muovi a tornare a tavola?” Caroline ci interrompe senza accorgersene, proprio nel momento in cui avevo raccolto coraggio.
 
“Elena” – mi chiama Stefan – “Ho sentito che hai perso il lavoro”
“Sì, in realtà mi sono licenziata. Lunga storia” gli faccio intendere che non ho voglia di parlarne, soprattutto mentre sono alle prese con i piatti da lavare.
Stefan mi allontana dal lavabo con la forza, sussurrando un ‘faccio io’.
“Sai che posso aiutarti, se hai qualche problema. E prima che tu inizi a lamentarti -  perché lo farai - ti assicuro che lo farei per Nina.”
“Mi conosci bene” rido della mia stessa prevedibilità.
“Ora non posso muovere soldi perché mio padre mi ha chiesto un prestito, ma nel giro di qualche settimana dovrei aver risolto”
“Tuo padre ha bisogno di soldi?” ripeto atona.
“Sì, ha avuto qualche spesa imprevista” – spiega – “Perché ti interessa?”
Perché tuo padre ha tanti di quei soldi in mano che dubito gli serva il tuo aiuto, penso tra me e me.
Qual è il vero scopo di quel prestito? Non avrà intenzione di coinvolgere anche Stefan nei suoi sporchi affari?
“Puoi rimanere con Nina?” gli domando, prendendolo alla sprovvista.
“Sì, ma perché?” – chiede – “Dove devi andare?”
“Dove vai?”
Entrambi i fratelli Salvatore di fronte a me, pronti a farmi una raffica di domande.
“Io…”
Dannazione.
Nessuna scusa pronta.
“Sono le undici di sera, Elena” Damon è allarmato.
“Devo andare da Logan”
I due si guardano, nonostante non si parlino, e poi guardano me. Stefan incrocia le braccia al petto, Damon ha un’espressione corrucciata.
“A fare cosa? Ti sei licenziata” parla l’ultimo.
“Scusa ma devo andare”
Saluto tutti  velocemente, lasciandoli non poco sorpresi, e poi afferro il cappottino grigio e mi infilo gli stivaletti neri che richiamano il vestitino che indosso.
Sarebbe stato troppo pensare di averla fatta franca.
“Fermati,” –  Damon mi rincorre per il pianerottolo, afferrandomi per la vita e facendomi girare con una mezza piroetta – “è tardi. Cosa devi fare di così urgente da non poter aspettare?”
“Damon, puoi lasciarmi andare?” non ho voglia di confessargli che suo padre è uno stronzo manipolatore, senza neanche uno straccio di prova.
È per questo che sto andando da Logan.
Se due settimane prima, lasciare il lavoro e con esso tutto il mistero che avvolge Giuseppe Salvatore mi è sembrata la scelta migliore, ora non posso che darmi dell’idiota per averlo anche solo pensato e soprattutto per averci messo tanto a rinsavire.
Ignorare non cambierà la realtà.
Poco prima Damon mi ha detto qualcosa del genere, no?
“Non ti faccio andare via da sola, se non mi dici prima il motivo”
“Non devo rendere conto a te della mia vita. Non sei nessuno!” l’impeto con cui gli scaravento addosso quelle parole, false, lo fa indietreggiare appena.
“Lo so che non sono nessuno per te” – si rattrista – “ma tu sei tutto per me. Non te l’ho dimostrato in questi anni, è vero, ma non posso far finta di non essere preoccupato per te”
Sciolta dalla dolcezza dei suoi occhi e in colpa per quello che gli ho detto, prendo aria e poi sorrido.
“Non devi”
“Ti accompagno e ti aspetto”
“Damon…” sospiro il suo nome, stanca.
“Che stai combinando? Non ti starai cacciando in qualche guaio?”
Dannazione, come fa a capirmi così facilmente.
Ho solo un’opportunità per sfuggire alle sue domande, un’opportunità che può rivelarsi una lama a doppio taglio. Ma se lo conosco almeno un po’, so che così non farà più domande.
“Mi sono licenziata perché Logan mi ha baciata”
Sgrana gli occhi.
Anche se non è vero, ho parlato di un bacio perché so che avrebbe avuto più effetto di  un ‘non bacio’.
“Ti ha costretta a fare qualcosa che non volevi?!”
“No, era voluto da entrambi”
“La sera della cena a cui hai partecipato?”
“Sì”
Annuisce, incassando il colpo. Non saprei descrivere il suo stato d’animo, perché come previsto si è chiuso a riccio.
Sembra arrabbiato, non so se c’entri il fatto che quella stessa sera stavamo per baciarci anche noi. Ma ho ottenuto quello che volevo: niente più domande.
Scusami Damon, ma sapere in questo modo di tuo padre ti avrebbe fatto stare peggio.
“Ti accompagno e me ne vado. Và avanti con la tua macchina, io ti sto dietro con la mia”
Annuisco, consapevole del fatto che non saprò mai come placare il senso di protezione di questo ragazzo.
 
Salgo le scale di corsa, non curandomi che il rumore dei tacchi possa dare fastidio a qualcuno nel palazzo. L’ultimo sguardo di Damon, attraverso il vetro scuro del suo finestrino, è stato straziante. Sembrava distrutto, così tanto da farmi pensare che tenesse a me di più che come semplice amica.
Non ho resistito più di due secondi, gli ho dato le spalle per entrare nel portone del palazzo.
Sono le undici e mezzo.
Conoscendolo dovrebbe essere ancora in ufficio sommerso tra le scartoffie, e spero vivamente che sia così.
Suono il campanello dell’ufficio, senza pensarci, e dopo alcuni secondi me lo trovo davanti.
Camicia bianca fuori dai jeans scuri stretti e maniche arrotolate un pizzico sopra ai gomiti.
“Elena, che ci fai qui?” è sorpreso, mi sbilancerei a dire felice.
Ed è sexy.
“Lo so che mi sono licenziata e no, non mi fido di te, ma devo sapere se Giuseppe è davvero colpevole”
“Non è abbastanza ovvio da quello che hai visto?” mi chiede quasi ironico.
“Sì, ma voglio delle prove”
Alza il braccio, indicandomi l’interno dell’ufficio con il suo sguardo più accattivante.
“Accomodati”
 
Seduti a terra, tra fogli e carte di ogni genere, spulciamo tutto ciò che potrebbe risultare utile alle nostre indagini. Il mio fondoschiena ringrazia il buon gusto di Logan, o chiunque abbia avuto l’idea di mettere il parquet e un grosso tappeto al centro della stanza, se ora non sta congelando.
“Organizzano truffe perfette da anni” spiega Logan, mostrandomi articoli e articoli riguardanti feste, cene di beneficienza e associazioni di ogni tipo. Mi porge un foglio che è senza ombra di dubbio il frutto di una stampa, ma l’articolo che vi è sopra risale a trent’anni prima.
Logan ha praticamente svaligiato gli archivi di qualsiasi giornale locale della Georgia e dintorni, e scommetto che ha fatto carte false.
Il trafiletto non è degno di nota, si limita ad elogiare una organizzazione che raccoglie fondi per la costruzione di un ospedale.
È la foto ad attirare la mia attenzione.
Un Giuseppe Salvatore giovane e sorridente alza il bicchiere che ha in mano, nel pieno di un brindisi. È stato cerchiato con l’inchiostro di un pennarello rosso, suppongo da Logan.
“I fogli che ho disposto in questo raccoglitore” parla lui, sporgendosi verso di me e indicandomi la scatola di plastica trasparente al suo fianco “sono solo gli articoli contenenti foto in cui sono presenti alcuni membri del club di truffatori. Li ho cerchiati. Se guardi bene, noterai che i soggetti interessati solitamente non partecipavano alle foto di gruppo in primo piano, ma sono personaggi sullo sfondo che si trovavano a passare di lì quando la foto è stata scattata.”
Annuisco, continuando a guardare la foto di prima.
Giuseppe Salvatore non è l’unico ad essere cerchiato, vi è un uomo accanto. Giovane anche lui, capelli scuri da quello che posso intuire da una foto dalle gradazioni del grigio.
“Chi è?” chiedo, indicandolo.
“Quel bastardo del mio patrigno”
Continuo a leggere, guardare, sottolineare, mentre Logan cerca di spiegarmi ogni cosa.
“Loro organizzano feste sotto falso nome. L’ultimo generoso uomo ad accreditarne il merito è stato Marcel Montgomery.” un flash mi riporta all’intervista fatta a Giuseppe in cui me ne parlava come il figlio di un suo caro amico.
Logan continua a parlare, e lo ascolto davvero interessata.
Sarà quello che ha da dire, o sarà il modo in cui lo dice.
Mi cattura.
Ma non completamente. Una parte di me si è fermata a pensare al tono di voce che ha usato parlando del patrigno, e gli occhi venati d’odio.
“Giuseppe è in contatto con veri e propri criminali. Delinquenti che si procurano il denaro sporco. Il giorno della raccolta fondi avviene lo scambio, lui prende il denaro sporco e lo trasferisce in quegli istituti finanziari che si avvalgono del segreto bancario, cioè quelli che non vogliono sapere da dove provengono i soldi e lo versa come se fosse il ‘bottino’ raccolto alla cena. Intanto ha accesso subito al denaro pulito, quello che è stato effettivamente raccolto. Si passa poi al riciclaggio vero e proprio, attraverso l’apertura di un serie di conti bancari o investendoli in Dio sa cosa. Intanto le raccolte fondi quasi sempre sono fittizie perché al clan tocca pagare anche il giro di criminali da cui hanno ottenuto il denaro.”
Rimango a bocca aperta.
Giuseppe Salvatore ha a che fare con queste persone?
“Ma… è pericoloso” è tutto quello che riesco a dire.
Logan incurva il labbro, ma è dispiaciuto.
“Non volevo spaventarti” poggia una mano sulla mia, e io non la ritiro. Sento che questa è dove dovrebbe essere.
Il suo calore mi conforta.
“Ma nessuno si insospettisce? tante associazioni e nessun profitto”
“Fanno un colpo ogni cinque, o sei anni. Dipende. E mai nello stesso posto”
“Ho bisogno di un caffè” dico, mentre sto per alzarmi ed andare alla macchinetta. L’orologio a muro segna mezzanotte passata, penso alla mia Nina.
Chissà se sta dormendo, e chissà se Damon è tornato a casa mia.
“Ferma” – Logan mi tira di nuovo giù con una mano, facendomi perdere l’equilibrio fino a cadere sulle sue gambe – “Il caffè ti fa innervosire”
“Come lo sai?”
“Abbiamo lavorato insieme, se non ricordo male” scherza, spostandomi i capelli all’indietro in modo che il gesto risulti il più naturale del mondo.
“Ti serve così tanto tempo per corteggiare una ragazza?” – domando, ignorando l’imbarazzo dovuto alla strana posizione in cui siamo e la sua mano che mi stringe la vita – “Con Caroline ho visto che non hai fatto molta fatica”
Spinta da un impulso di gelosia, rabbia, o qualunque altro sentimento che mi attanaglia lo stomaco, mi accosto al suo viso mordendomi il labbro involontariamente.
Non è da me fare la provocante, per cui temo di essere arrossita subito dopo.
“Non ho corteggiato la tua amica” risponde roco, sfiorandomi con il pollice il labbro.
“Strano… mi è sembrato di vedervi avvinghiati per tutto il tempo”
I toni si abbassano, non aiuta, così come la luce fioca della lampada che fino a poco tempo fa ha accompagnato le nostre ricerche.
“Caroline è molto… spontanea, ma non ho mai avuto intenzione di corteggiarla.”
“Ah.” mi vergogno di aver fatto la figura della ragazza gelosa con quelle insinuazioni stizzite.
“Io desidero te”
Una dichiarazione che mi fa perdere un battito e poi le sue labbra sulle mie, senza poter distinguere chi abbia fatto il primo passo.
Iniziamo a baciarci lentamente, è lui che accompagna. Nello stesso istante in cui sento di non resistere più a quei movimenti così calcolati e frustanti, cambia ritmo avventandosi con impeto su di me e posizionandomi sotto di lui sul pavimento.
Si ferma, mi scruta, fissa le mie labbra, poi il corpo, con le dita sposta i miei capelli dal viso e mi accarezza la guancia
Porta giù la zip del vestito, che non si trova dietro ma avanti, continuando a baciarmi con urgenza.
Quando l’abito non è più un ostacolo allaccio le gambe alla sua vita e lui , con uno scatto agile, mi prende in braccio facendomi sedere su una delle scrivanie, non prima di aver buttato fogli, graffette e il resto a terra con un gesto veloce e rumoroso.
Sto per fare sesso sul posto di lavoro, tra una massa di pensieri insensati questo è il più lucido.
“Bellissima” farfuglia tra un bacio e l’altro e non capisco se quella parola sospirata è il principio o la fine di una frase che non ho sentito.
Mi afferra per la testa, cercando di avvicinarmi ancora se possibile, mentre io mi impegno a sbottonargli la camicia facendo saltare anche qualche bottone. Non sembra importagliene, anzi, per l’irruenza dei movimenti direi che l’ha eccitato.
Con uno strattone gli sfilo la cintura e lui abbassa le spalline del mio reggiseno nero.
Fortuna che ho scelto un completino quantomeno presentabile, altro pensiero pseudo razionale e poi il nulla.
La sua lingua sul mio collo, che scende sempre più giù, non mi consente di riflettere. Le preoccupazioni che mi martellavano sono scomparse, dissolte.
Un altro movimento felino e i suoi boxer sono giù, insieme alle mie mutandine.

 


* Nel capitolo 11 di ‘Una damigella per lo sposo’ Caroline racconta ad Elena che Jeremy e Bonnie sono stati a letto insieme… in un modo molto particolare.


Note:
Oggi non commento il capitolo :) ci sono molti elementi su cui discutere: da Jenna/Alaric/Mason a Jeremy/Bonnie e poi ovviamente Elena, Stefan, Damon e Logan.
Vi lascio solo una domanda:
Siete Team Caroline (pro Logan), Team Bonnie (pro Damon) o Team Jenna (pro Stefan)? :p
 
 
AVVISO
Mi dispiace comunicarvi che non so se la storia continuerà. Per vari motivi ho deciso di riscrivere/cambiare/migliorare una damigella e di questa… non so cosa fare.
Sono molto combattuta, ciò che più mi blocca dal cancellarla è l’affetto delle 15/20 ragazze che recensiscono e so che vogliono sapere come va a finire. Mi sembra giusto darvi il finale, anche perché nella mia testa la storia è già scritta e finita.
Quindi concludo dicendo che questo non è un avviso ufficiale e che finché potrò/avrò la spinta per continuare, lo farò. Ce la metto tutta!
Proprio per questo motivo ho pubblicato il ‘doppio capitolo’, per farmi anche un po’ perdonare dell’attesa passata e futura.
 
 
Grazie, un bacio a tutte!
 
  
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