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Autore: bambolinazzurra    08/08/2013    1 recensioni
ATTENZIONE: sequel di "Il mio regalo per te", quindi probabilmente non avrà molto senso se letta indipendentemente.
Motore, luci, AZIONE!
No, frena, questo non è un film! O forse sì?
Vivere una vita da attore non è facile. C'è dietro più lavoro di quanto sembri e, ovviamente, ci sono anche lati negativi. Axel lo sa bene, perchè il famoso Roxas Strife è suo amico, ma per poterlo essere è costretto a travestirsi da "Rocco" e frequentare il Caffè Moguri. Non che questo sia un male!
Ora, dati Axel e Roxas facciamo entrare in scena anche Kairi e la sua richiesta speciale, un sogno da tempo chiuso a chiave in un cassetto, sentimenti contrastanti e folte basette. Fuorviante? Giusto un pelo.
Da ultimo aggiungiamo un bruno alto e sensuale con istinti predatori, una reazione inaspettatamente timida da parte di una persona solitamente molto sicura di sè, un'attrice amante dello yaoi e...
- STOOOP! BUONA! -
D'accordo, ho capito l'antifona...
Il rating parte direttamente da arancione per sicurezza, ma potrebbe passare a rosso per scene future. Lettore avvisato... A proposito di questo, leggete attentamente gli avvertimenti alla fine del primo capitolo!
Buona lettura!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Axel, Kairi, Roxas, Sora, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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- Allora, hai capito tutto? Devi battere Ventus in modo simile a quello dell’altra volta e interromperti soltanto quando arriva DiZ, tutto chiaro? –
- Chiarissimo – rispose Axel, leggermente seccato. Era già la sesta volta che Zack gli ripeteva le istruzioni per quella scena. O forse la sedicesima. Che cavolo, le aveva memorizzate da un pezzo! – Pronto, Roxas? –
Erano di nuovo sul set del Ring di Sabbia e le truccatrici avevano fatto un lavoro eccezionale come al solito nel trasformarlo in Reno. Quasi si sentiva una persona diversa. Ma d’altra parte questo gli succedeva ogni volta che recitava.
- Luci, motore e… AZIONE! –
Reno e Ventus si fronteggiarono, la tensione che crepitava nell’aria.
- Davvero non ti ricordi? Sono io – si tolse il cappuccio – Reno –
- Reno? – chiese Ventus con espressione confusa.
- Vuoto di memoria con la V maiuscola. Per la miseria, daresti del filo da torcere perfino ai Simili – Reno fece un gesto secco con le mani, come ad evocare i suoi chakram. Ovviamente nel montaggio glieli avrebbero fatti apparire in mano in un turbine di fiamme.
- STOOOP! Buona! – gridò Zack.
Alcuni membri tecnici applaudirono. Axel quasi non li sentì, era troppo concentrato nel mantenere il suo personaggio. Entro pochi minuti avrebbero girato la scena del loro primo combattimento e Axel stava lottando per mantenere il suo corpo molleggiato, pur avendo contemporaneamente un aspetto vagamente pericoloso. Uno dei macchinisti gli porse i suoi chakram – sì, cominciavano davvero a piacergli – e lui annuì in ringraziamento.
Ripresero a girare.
- Aspetta un attimo. Dimmi che sta succedendo! – fece Ventus, guardando un punto appena dietro Reno.
Chi altro c’era, oltre Sora e Kairi? C’era qualcun altro che stava guardando le riprese, nascosto nell’ombra.
- Questa città è una sua creazione, giusto? Il che vuol dire che non abbiamo tempo per le domande. Verrai con me, volente o nolente. Poi sentirai la storia – disse Reno, in tono pericoloso e leggermente cantilenante.
Roxas si riscosse appena, con un piccolo ringhio esasperato. Guardò il suo Keyblade.
- CHE STA SUCCEDENDO! – gridò. E scaraventò l’arma sul pavimento.
Il Keyblade, invece di atterrare scivolando a una trentina – più o meno – di centimetri di distanza da Reno, come prevedeva il copione, andò invece dritto dritto a colpire l’alluce destro di Axel.
- OW, OW, OW! – gridò il malcapitato, saltellando sul piede sinistro e reggendosi il destro – MA PORCA… RANOCCHIA! –
Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Perfino Zack emise una risatina, ma fu prevedibilmente il primo a riprendersi.
- STOOOP! – gridò con voce tremolante di riso represso – Roxas, questo non è da te! –
- Mi dispiace! – esclamò il biondo – Scusa, Axel, non l’ho fatto apposta! –
- E ci mancherebbe altro! OW! Mi hai quasi rotto il ditone! –
- Posso farmi perdonare? – chiese Roxas.
- Uhm… forse – disse Axel in tono meditabondo – Dammi un bacetto sulla bua! – fece poi in tono infantile.
Roxas fece una faccia disgustata. Tutti gli altri risero ancora più forte. Il biondo fece per iniziare a inveirgli contro, ma fu interrotto dalla comparsa di Leon.
- Ehi, Axel! Fai una pausa, che ne dici? – gli posò una mano sulla spalla e lo pilotò fuori dallo studio.
Zack dietro di loro gridò “Ci rivediamo alle sette!”. Axel guardò l’orologio: mancava più di un’ora. Quando lavorava al Caffè Moguri non esisteva una pausa lunga più di dieci minuti. Mezz’ora se era pausa pranzo. Ma aveva scoperto che recitare per le registrazioni era quasi più estenuante di una giornata al bar. E a proposito di bar… non sapeva che ce ne fosse uno tra gli studi di ripresa. Non era un granchè, ma non era nemmeno fatiscente, per fortuna. Una volta entrati videro Xemnas e Xaldin che conversavano amabilmente tra loro, con un mucchio di scartoffie dimenticate sul largo tavolo davanti al quale erano seduti. Con sua gran sorpresa Axel udì gli agenti ridacchiare: era a dir poco strano sapere che i due erano capaci di una cosa così normale.
Leon ordinò al ragazzo dietro al banco due caffè.
- Per me macchiato – specificò Axel, a cui il caffè in realtà neanche piaceva, lo beveva solo ogni tanto per necessità. Ma, ehi, se l’uomo dei suoi sogni voleva ordinare anche per lui, come poteva rifiutare del tutto? Almeno la schiuma di latte avrebbe ingentilito il sapore amaro del caffè.
- I veri uomini lo bevono nero – scherzò il bruno.
- Sì, beh, i veri uomini non saltellano neanche su un piede solo gridando “porca ranocchia”, eppure eccoci qui! –
Leon rise incontrollabilmente, preso alla sprovvista. Axel arrossì leggermente e sorrise tra sé. Avrebbe voluto ascoltare quella risata ogni giorno della sua vita.
- Dunque, Axel – fece il bruno, tornato in sé – Mi dicono che sei un “randagio” (è così che chiamiamo gli attori che non hanno frequentato prima un’accademia). Cosa facevi prima di venire qui? –
- Ero e sono uno studente universitario, Leon. Noi studenti che ci paghiamo gli studi abbiamo sempre lavoretti come… -
Ma Axel si interruppe poiché il ragazzo che avrebbe dovuto servirli era in piedi davanti a loro e sembrava agitato per qualche motivo.
- Scusatemi, signori, temo che ci sia un problema con la macchina del caffè e purtroppo non riuscirò a preparare i vostri finchè non sarà risolto –
- Di cosa si tratta? –
- Oh, non funziona il macina-caffè, e nel serbatoio non c’è abbastanza polvere per prepararne –
- Hai provato a spegnere e riaccendere la macchina? – chiese Leon, che aveva visto usare quel trucchetto dal barista precedente –
- Lo farei ma non trovo il pulsante – fece il ragazzo, mortificato.
Non avendo risposta immediata tornò al banco con la coda fra le gambe. Leon ridacchiò.
- Accidenti, dove l’hanno trovato quello? –
Axel non rispose, si limitò a fissarlo con gli occhi spalancati.
- Voglio dire – proseguì l’altro e il rosso sperò che stesse per dire qualcosa di molto più gentile – Perché assumerli se non sanno neanche come fare il loro lavoro? Perché non limitarsi a fargli fare le pulizie? Poi non penso ci voglia una laurea per fare un caffè o due –
- Sei fortunato a fare l’attore, non resisteresti nemmeno un giorno al posto di quel povero ragazzo. Soprattutto non potresti mai gestire clienti come te
Leon sembrò sorpreso. Ma Axel non aveva finito.
- Provaci tu a lavorare non essendo ancora esperto nel mestiere e trovarti già a fare qualcosa alla presenza di persone che probabilmente mettono in soggezione chi non le conosce! –
- Sono un attore, Axel. Il mio lavoro è sotto gli occhi di milioni di persone – ribattè Leon.
Axel sbuffò.
- Il tuo lavoro viene ritoccato e ripulito prima di essere presentato a quei milioni di persone. La tua risposta avrebbe potuto impressionarmi se recitassi in teatro, cosa che non fai –
- Perché te la prendi tanto? Non ho criticato te –
- No e in effetti è strano visto che sono un “randagio” e a te non piace la mancanza di esperienza –
- Cosa? –
- Hai appena sminuito il povero ragazzo solo perché è inesperto – gli ricordò Axel - Ebbene, dimmi come fai a fare esperienza se non hai un modo di cominciare! Il ragazzo è qui per imparare. Non penso che tu fossi un grande esperto di recitazione quando hai cominciato –
- Beh, no, ma come hai appena detto il mio lavoro è diretto e ripulito –
- Ecco! È proprio per questo che dovresti lasciare in pace gli altri! –
- Ma Axel, perché te la prendi così? –
Axel si alzò.
- Lascia perdere – fu la risposta rabbiosa.
Axel si avvicinò al banco, il dolore all’alluce dimenticato da tempo. Guardò per un attimo il ragazzo che, ancora rosso in viso, puliva del cacao in polvere che aveva accidentalmente rovesciato nella fretta di riordinare il suo banco di lavoro. Dall’espressione sul suo viso si capiva perfettamente che aveva sentito il primo commento di Leon. Probabilmente però non aveva potuto udire il resto in quanto sussurrato e sibilato, per non farsi sentire dai due agenti, che stavano ancora chiacchierando poco lontano.
- Ehi – disse Axel con una certa dolcezza – Come ti chiami? –
- Albert, ma gli amici mi chiamano Al –
- Spero di guadagnarmene anch’io il diritto, allora. Io sono Axel, ma gli amici mi chiamano… beh… Axel di solito –
Albert fece un sorriso incerto mentre stringeva la mano offertagli.
- Senti, Albert. Mi dispiace per ciò che ha detto il mio collega. Mi sento in imbarazzo per come ti ha trattato –
- Oh, non importa –
- Al contrario, importa eccome. Non vergognarti mai del tuo lavoro o della tua inesperienza, perché un domani ce la farai vedere a tutti! –
- Grazie, Axel –
- Ma per il momento… ti dispiace se ti aiuto con quel problemino? –
Albert si fece da parte e guardò attentamente mentre Axel gli mostrava come il macina-caffè andava spento e poi riacceso. Fatto ciò girò la manopola e subito si sentì il soddisfacente rumore della macchina in funzione e l’odore del caffè macinato di fresco.
Axel chiese al suo nuovo amico di fare un solo caffè e lasciarlo a lui, cosa che il ragazzo fece senza fare storie. Il rosso afferrò il necessario e si diresse verso il tavolo dal quale Leon non aveva mai smesso di fissarlo.
Axel posò la tazzina davanti al collega.
- Ti consiglio di berlo, Leon. Magari il caffè preparato da una persona alle prime armi non sarà dei migliori, ma è sempre fatto col cuore – sibilò – E nel caso te lo stessi chiedendo… Ho lavorato anch’io in un bar fino a poco tempo fa… e recitare potrà anche essere stancante, ma è una cazzata al confronto di una giornata dietro un banco –
E se ne andò senza voltarsi.
Leon continuò a guardarlo mentre si allontanava, esterrefatto. Certo, Axel aveva ragione, riflettè infine. Si era comportato da bastardo, arrogante e presuntuoso e non ne aveva alcun diritto. Quindi andò a scusarsi col ragazzo dietro al bancone e fu liquidato senza rancori. Dopotutto l’ignoranza non era peccato e nessun vero danno era stato fatto, disse Albert. E Leon accettò il lievissimo insulto in modo abbastanza umile, chinando lievemente il capo e ringraziandolo per il caffè, prima di uscire a sua volta dal bar, sperando di rintracciare in fretta il focoso ragazzo dalla criniera scarlatta.

- STOOOP! Buona! –
Axel si rialzò ansimando dal punto in cui aveva inchiodato Roxas sul pavimento per la scena del combattimento. Aveva usato gran parte della sua energia per quella scena, in quanto Roxas era molto allenato nel recitare quel genere di spezzoni e lui mentalmente esausto per la discussione con Leon. Era deluso, inutile nasconderlo a se stesso. Si aspettava che l’uomo fosse una persona diversa. L’aveva messo su un piedistallo e adesso ne pagava le conseguenze.
- Che hai, Ax? Credevo che passare un po’ di tempo con Leon ti avrebbe reso euforico –
- Lo credevo anch’io –
Roxas guardò l’amico con espressione perplessa. Davvero, cos’era successo? Un giorno cianciava allegramente di semidei greci e poco tempo dopo…
Ma il biondo non potè neanche finire quel pensiero perché la mente gli si svuotò completamente nell’assistere a una scena davvero insolita: Leon che correva verso il punto in cui si trovava Axel, arrestandosi a pochi centimetri da lui, ansimando come se avesse percorso tutti gli studi cinematografici di corsa.
Axel lo guardò freddamente, le sopracciglia inarcate.
- Quel caffè aveva molto più carattere di tutte le mie registrazioni messe insieme – disse Leon una volta ripreso fiato.
- È un modo equivoco per dire che faceva schifo? – chiese il rosso.
- No, è un modo equivoco per dire che sono un deficiente, un bastardo arrogante, un pallone gonfiato, un… -
- Sì, ho afferrato il concetto –
- Quindi… mi perdoni come mi ha perdonato Albert? –
- Sei andato a parlare con lui? –
- Era il minimo che potessi fare. Scusa, Axel –
Axel lo fissò stupito, ripensando a quello che gli aveva detto Xion una volta, parlando del fratello.
Leon è molto orgoglioso, sai. Quando litighiamo e lui è nel torto non mi chiede mai scusa, semplicemente mi fa capire che gli è passata tornando a comportarsi come al solito –
- E non ti dà fastidio questa cosa? –
- Sono talmente abituata da non farci più caso. Solo una volta nella mia vita l’ho sentito scusarsi con qualcuno: è stato una volta che ha avuto una discussione terribile con papà e nella rabbia gli ha rinfacciato cose che non avrebbe dovuto. È così che si capisce se qualcosa è davvero importante per lui –
Il rosso annuì e posò una mano sulla spalla di Leon. Gli sorrise con calore.
- Cominciamo da zero, che ne dici? –
Leon rimase piacevolmente sorpreso.


* Curiosità riguardo al titolo: "Caffè nero bollente" è un film in cui il protagonista si interroga sulla propria sessualità. Relativamente perfetto per le storie yaoi XD

Ok, manco da questa storia da mesi e mesi, perciò ho deciso di pubblicare il nuovo capitolo di questa prima dell’epilogo dell’altra long. So che questo è solo un aggiornamento breve e probabilmente poco interessante, ma spero che il prossimo capitolo (già pronto) vi piaccia di più. Quindi, che dire… fatemi sentire che ci siete e io aggiornerò entro domenica pomeriggio ;)
  
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