Ancora non ci credeva, non riusciva a crederci.  Il calice aveva sputato fuori proprio il suo nome, ma perché? Ne era proprio sicuro, non aveva messo il suo nome nel calice. Si, aveva fantasticato all’idea di diventare campione di Hogwarts, di sollevare la coppa davanti a tutta la scuola che lo acclamava; ma era soltanto un sogno ad occhi aperti, non aveva mai pensato di farlo per davvero. Anzi, la sola ideagli metteva una paura tremenda. Eppure era lì, in quella stanza calda e accogliente, piena di quadri e decorazioni, con un bellissimo fuoco scoppiettante che danzava nel camino, ma soprattutto … con altri tre ragazzi che lo guardavano perplessi .
Harry tornò sulla terra.
Era rimasto lì fermo imbambolato con la sua solita faccia da ebete per almeno un minuto. Non aveva proprio fatto caso agli altri tre che lo stavano scrutando con aria interrogativa. Fleur, la ragazza, fu la prima a prendere l’iniziativa :
“E bhe? Silonte ti ha detto di riferirsci qualcosa?”
Harry la guardò imbarazzato “Emh…no”
“E’ suscesso qualcosa?”
“… no, no, davvero, niente. Soltanto …”
Harry non riusciva ancora a realizzare di essere il quarto campione del Torneo Tremaghi.
“Insomma! Parlasci! Te ne stai lì imbambolato …”
“Lascialo in pace Fleur. Non sembra sentirsi molto bene …”
La voce di Cedric giunse da un angolo della stanza facendo sussultare Harry, che subito si sentì pervadere da un’ondata di calore. Fleur si allontanò spazientita verso Viktor Crum, l’unico ragazzo nella stanza che non sembrava essersi minimamente interessato a Harry, nonostante questo avesse un’aria sconvolta e un colorito che ormai tendeva al verdastro.
“Harry… ti senti bene?” Cedric accennò un sorriso.
I suoi occhi grigi erano così belli, perfetti. Il suo viso era perfetto. Harry sentì un’altra improvvisa vampata di calore. Non sapeva cosa dire, voleva esplodere, e per di più stava sudando per il forte imbarazzo. Ma ad un tratto si sentì un lieve fischio e l’aria fu pervasa da una puzza pungente. Qualcuno doveva aver buttato una Caccabomba nella stanza! Ma ci volle poco per capire quale fosse la reale fonte della puzza. Sentendosi fortemente a disagio per quello che aveva appena fatto, Harry alzò istintivamente lo sguardo e vide sul volto di Cedric un’espressione disgustata. Non riusciva più a pensare a niente, voleva soltanto correre, andare via di lì, tornare nel dormitorio; così si affretto verso la porta, stava per afferrare la maniglia, quando questa si aprì colpendolo in pieno: subito perse i sensi e cadde a terra come un prosciutto.