Sfiga
più sfiga.
Non è riuscito a smettere di guardare verso il bibliotecario per tutto il pomeriggio: non l'ha visto alzarsi dalla sua sedia nemmeno una volta, concentrato a leggere un libro dalla copertina rosa di cui, da così lontano, Liam non riesce a leggere il titolo; ha alzato gli occhi dalle pagine solo per salutare i nuovi arrivati, sollevandosi la montatura degli occhiali con un dito ogni volta che gli scivolavano sul naso, e quello stupido gesto è riuscito in qualche modo a fargli venire le farfalle nello stomaco.
Ha ventidue anni, dannazione, non può tornare a sentirsi uno stupido bambinetto alla prima cotta; per questo, pochi minuti prima dell'orario di chiusura, stringe i pugni e si fa coraggio: proverà a chiedergli di uscire.
“Ehi, Lou!” dice un ragazzo con i capelli ricci e le fossette sulle guance, entrando proprio in quel momento nella biblioteca e avvicinandosi alla scrivania dell'altro. Liam lo guarda chinarsi per dargli un bacio sulle labbra, sorridendo radioso, e grugnisce della sua sfiga: era ovvio che il bibliotecario sarebbe stato occupato. Quasi si strozza con la sua stessa saliva, però, quando il ragazzo con gli occhiali si alza finalmente dalla sedia: il bibliotecario ha il pancione, un fottuto pancione da persona che aspetta un bambino. Rimane a fissare i due a bocca aperta, mentre il ragazzo coi capelli ricci si accovaccia davanti all'altro per premere le labbra sul suo ventre e il bibliotecario sorride arrossendo.
Liam è sfigato, e sa di esserlo, ma non gli era mai capitato di prendersi una piccola cotta per qualcuno che, oltre ad essere già impegnato, aspettava perfino un bambino.