VIII.
“Perché
è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi o anche qualche
volta
tacere. Perché è la mia rosa”.
– Antoine
De Saint-Exupéry –
Storybrooke non sembra più
Storybrooke, o almeno così pare a Rumpelstiltskin, quando i
suoi
passi risuonano sulla strada pressoché deserta: l'unico
rumore che
si ode è quello del bastone, preceduto dal rapido incedere
dei suoi
compagni di viaggio.
È solo quando svoltano l'angolo e imboccano
la strada per il centro che i suoni si fanno più
frastornanti e, a
tratti, anche fastidiosi. È in quel momento che l'usuale
indifferenza di Rumpelstiltskin viene meno, che tutto si fa
più
reale e palpabile.
È Henry, in primo luogo, a dar segno della
sua venuta ed è seguito da un coro di urla festanti: nessuno
ringrazierà mai Rumpelstiltskin, lo sa bene, in fondo la sua
fama è
additata al suo passato. Per gli abitanti di Storybrooke
rimarrà
sempre il codardo, colui che ha venduto l'anima in
nome del
potere e in virtù di tale nomina ha creduto di aver
conquistato la
gloria eterna.
Ma tutto ciò non importa, a conti fatti, finché ci sarà anche una sola persona a credere che in lui ci sia qualcosa in più. Qualcuno che si è chiesto, magari, il motivo di tale bisogno e ha scavato nella profondità della sua anima, riuscendone a trovare un corpo.
Belle
non si è accorta di nulla, è impegnata a dettare
istruzioni a Leroy
ed i suoi compagni: «Andrebbe
un po' più a sinistra», osserva, disegnando con le
mani i contorni
del cartello.
Leroy si sposta di qualche centimetro, Belle allora
annuisce soddisfatta: a breve la biblioteca sarà aperta al
pubblico
e desidera solamente che tutto sia perfetto. C'è
solo una cosa che desidera di più e,
ancora non lo sa, si
trova
solo a qualche passo.
Rumpelstiltskin
si è fermato, come pietrificato: Belle è sempre
la stessa persona,
ma è come se in lei ci fosse qualcosa di differente.
È solo
qualche passo a separarli, ormai i loro mondi sono in congiunzione e
forse – forse,
si ripete sottovoce – stavolta il destino
concederà loro una
chance di essere felici, di assaporare quella stabilità a
cui sono
stati tanto manchevoli in passato.
I pensieri di Rumpelstiltskin vengono interrotti solo quando Belle si volta e, finalmente, incrocia il suo sguardo: potrebbe essere questione di attimi, o di secondi, o di ore ma i loro occhi sono come incantenati. Lasciar andare quella presa significherebbe perdersi e, mai come allora, sarebbe più letale. Belle boccheggia qualcosa che suona come un: “Sei davvero tu”, Rumpelstiltskin riesce solo ad annuire e poi i loro passi fanno il resto, prendendo una rincorsa che non è affatto necessaria.
Ma
tutto, in realtà, è necessario in quel momento:
Belle si stringe
tra le sue braccia, affoga il viso nella sua giacca – come
per
essere certa che quella non sia un'illusione –, poi lascia
che il
tempo trascorra così, in silenzio, perché le urla
frastornanti in
lontananza creano confusione e annullerebbero l'eternità di
quel
momento. Se Rumpelstiltskin ha un cuore che palpita, lo deve solo a
lei: ora
ha la certezza di esser tornato a casa sano e salvo, ora
Storybrooke è diventata casa.
«Guarda
in alto», sono le prime parole che gli rivolge Belle, tirando
un po'
insù il naso.
Rumpelstiltskin obbedisce ciecamente, dirigendo lo
sguardo al cartello: “La
biblioteca sarà aperta solo una volta che saranno
tornati”.
«Sapevo
che saresti tornato presto»,
aggiunge Belle, facendo suonare quell'affermazione come un
sottotitolo.
Rumpelstiltskin si lascia incantare dall'immensità
di quei pozzi azzurri, convinto che prima o poi finirà per
perdersi
in quel mare di speranza: stavolta non sono necessarie le parole, ora
e presto
ormai sono due sinonimi che, mai come allora, risultano più
concordi.
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Io
guardo già alla loro reunion, già,
perché so che ce la faranno
sudare. In questa storia non volevo utilizzare Leroy e gli altri nani
come schiavetti ma, non so, ho come l'impressione che aiuteranno
Belle. Dopotutto, almeno vista da fuori, quella biblioteca avrebbe
bisogno di una sistemata. Visto che Adam non mi risponde su Twitter,
volevo prendermi la soddisfazione di veder realizzata questa cosa.
e_é
Non ho spiegato nient'altro, mi sono concentrata unicamente
sul Rumbelle, comunque Henry è sano e salvo. E ho immaginato
che lo
avesse salvato Rumpel, come spero sarà, ecco
perché nessuno guarda
a lui. Nessuno immagina che lo abbia potuto salvare, ecco.
ù_ù
La
citazione iniziale, invece, proviene da: “Il
piccolo
principe”.
Annuncio importante: per la fine di questa
raccolta mancano due storie (inizialmente avevo scritto che sarebbero
stati dieci brevi componimenti), la prossima sarà ambientata
a
Storybrooke e l'ultima nel regno delle favole. Spero mi seguirete
fino alla fine, un grandissimo grazie a coloro che recensiscono e che
inseriscono questa storia tra le loro preferite. :)