NOTE
DELL’AUTRICE: salve a tutti, ecco qui il quinto capitolo!!!
Vorrei ringraziare
le quattro persone che hanno messo la storia tra le seguite, davvero
grazie!!! E
anche tutti coloro che leggono solamente, ma sopratutto, voglio
ringraziare la
mia adorata Dro, che non solo mi ha dato l’ispirazione
necessaria a scrivere questa
storia, ma mi recensisce tutti i capitoli!!!! GRAZIE TESORO!!!
Mi
farebbe
piacere comunque avere i vostri pareri sulla storia....
Vi
lascio
al capitolo
Buona
lettura
Crystal
Capitolo
5
“Che
tu hai... tu hai una sorella, una sorella gemella!” disse
Jasmine con voce
spezzata dal dolore, che le continuava a sconquassare il petto, in
reazione
della rottura del sigillo.
“Eh?”
domandò Crystal sconvolto, spalancando gli occhi.
Come
lui, anche gli altri erano shoccati e si chiedevano chi e dove potesse
essere
la sorella del giovane biondo.
Approfittando
del momento di silenzio dovuto allo shock, Jasmine si riprese dal
dolore e si
rialzò con l’aiuto di Su-lee.
“Sai
se è viva? E dove si trova?” chiese Scorpio.
“Mhm?
Non esattamente. So per certo che è viva. Ma non saprei
proprio dire dove sia.”
Rispose, rammaricata; non era molto quello che sapeva, purtroppo.
“Da quando
abbiamo dovuto sigillare i vecchi nemici, i nostri poteri si sono
notevolmente
ridotti, possiamo percepire i nostri discendenti, ma non capire dove
sono
esattamente. È come se avvertissimo il riverbero dei loro
poteri attraverso la
Terra stessa e, se una volta distinguere l’energia del
pianeta da quello delle
persone era quasi automatico, ora è difficile e pericoloso,
perchè ci dobbiamo
concentrare molto e consumiamo in fretta le nostre forze, talvolta
rischiamo di
non riemergere dalla trance...” aggiunse, cercando di
spiegare per quale motivo
le sue informazioni non potevano essere più precise.
“È
per questo che abbiamo bisogno del vostro aiuto, cavalieri!”
disse Francesca,
consapevole che quella sola spiegazione non sarebbe bastata, non del
tutto.
“Fin
dalla nascita del ruolo delle Guardiane, queste hanno sempre
collaborato con i
cavalieri. Per questo motivo, rintracciavano semplicemente coloro che
sarebbero
stati i genitori, o addirittura i nonni, dei loro
discendenti.” Aggiunse Anna.
“Quindi
voi li dovreste conoscere già i vostri discendenti,
perchè avete bisogno del
nostro aiuto?” chiese a quel punto Aldebaran del Toro.
“Perchè
erano i cavalieri che ci aiutavano a tenerli d’occhio, quando
noi non
potevamo.” Rispose Su-lee pacata.
“Per
questo noi dobbiamo aiutarvi a rintracciarli? Perchè era
compito dei cavalieri
tenere d’occhio i vostri discendenti?”
sbottò Ioria, irritato.
“Con
questo non vogliamo assolutamente dire che la colpa è
vostra, cavaliere di Leo.
Il distaccamento dei due gruppi ha portato con sè molte
conseguenze, questa è
una di quelle.” Lo placò Jasmine con poche parole,
gentili anche se fredde.
“Aspettate
un secondo. Ora come rintracciamo la sorella di Crystal?”
intervenne Andromeda,
guardando dispiaciuto l’amico ancora sconvolto.
Questi
gli lanciò un’occhiata riconoscente, accennando un
sorriso.
Crystal
sospirò, il suo cuore batteva incredibilmente veloce, non
sapeva cosa fare,
come comportarsi, non aveva mai pensato che quella sensazione di vuoto
che
aveva dentro potesse essere collegata ad una sorella! Gemella per di
più!
Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, ma le parole non uscivano.
Fortunatamente Andromeda chiese al posto suo qualche chiarimento.
“Non
so dove possa essere ora, ma se è lei la Guardiana come
credo, allora i ciondoli
che vi abbiamo dato la troveranno.” Disse con sicurezza la
Guardiana della
terra. “Da ciò che c’era scritto sui
documenti che ho trovato, è stata adottata
da una famiglia italiana e adesso dovrebbe vivere lì,
purtroppo non ho avuto
modo di sapere se si sono trasferiti o altro. Non è
permesso!” aggiunse gelida
come suo solito e un po’ stizzita alla fine.
“Quindi
vive in Italia, o almeno ci ha vissuto?” domandò
Pegasus per sicurezza.
“Si,
esatto!” disse Anna, scocciata.
“Anna!”
la riprese la cinesina. “Abbiamo un lavoro da fare mi
sembra!” esclamò
lanciandole un’occhiata di rimprovero.
Si
riscossero tutti e cominciarono ad allontanarsi lentamente,
finchè Jasmine non
gridò “Questo è tutto quello che
saprete, per stasera, filate a letto!”.
Allora
scapparono tutti nelle stanze, a parte Andromeda e Crystal, che si
portarono lo
stesso lontano dalle Guardiane, per lasciarle confabulare in pace.
“Ti
devo ringraziare di nuovo!” esordì Crystal, dopo
il lungo silenzio che li aveva
accompagnati fino alle rovine dell’arena.
“No,
n...non devi!” mormorò imbarazzato
l’altro. “In fondo non ho fatto nulla di
così speciale.” Aggiunse sempre sussurrando,
guadagnandosi un bellissimo
sorriso accompagnato da uno sguardo carico di affetto, dolcezza e...
cos’era
quella piccola luce che faceva brillare quegli occhi normalmente di
ghiaccio?
Sgranò
gli occhi verdi, arrossendo di nuovo come una ragazzina. Fortunatamente
per lui
le rovine dell’arena non erano illuminate che dalla luce
delle stelle e della
piccola falce di luna, quindi era difficile distinguere i colori.
Il
giovane cavaliere si girò per evitare quegli occhi
così incredibilmente
penetranti, che anche così, gli sembravano capaci di
perforargli la schiena,
ma, in questo modo, non si accorse dell’avvicinarsi
dell’altro, che si era
portato a pochi centimetri da lui.
“Andromeda...”
lo chiamò con voce calda il biondo, parlando praticamente
nel suo orecchio.
Quella
voce così vicina, il fiato caldo sul suo collo e sul suo
padiglione auricolare,
lo fecero rabbrividire e sussultare. La consapevolezza che Crystal gli
si era
avvicinato tanto lo portò a rigirasi verso di lui,
trovandolo ancora più vicino
di quanto pensasse.
I
loro respiri si incrociarono, i loro sguardi, uno perso
nell’altro, si fecero
più intensi. Gli occhi verdi di Andromeda si abbassarono per
cercare di evitare
quelli dell’altro, non riuscendo a sopportarne la
profondità che lo voleva
risucchiare in un mare congelato, si leccò appena le labbra
secche attirando in
basso anche gli occhi del cigno, verso di esse.
Crystal
desiderò baciarle, quelle labbra appena rosate.
Deglutì provando a distogliere
lo sguardo da quella fonte di tentazione.
Non
sapeva cosa ci fosse di sbagliato in lui, perchè non
riuscisse a fare a meno di
pensare a quelle labbra, a quegli occhi, a quel cuore, sempre puro e
pronto a
donare amore, a quel giovane che era ormai diventato come un fratello,
o forse,
qualcosa in più.
Non
si era accorto che, mentre pensava, si era avvicinato sempre di
più al suo
viso, finchè la voce incerta di quel ragazzo cui tanto
pensava non lo riscosse.
“Crystal....
io....” disse piano, imbarazzato oltre ogni limite, con il
cuore che sembrava
stesse per scoppiare tanto batteva forte, temeva che lo sentisse e
pensasse
male.
Anche
se aveva ormai compreso di considerare il cavaliere del cigno
più di un amico,
non voleva rovinare il loro rapporto lasciandogli capire quello che
provava,
non voleva ne rimanesse disgustato o shoccato.
Cercò
di tirarsi indietro, ma quello lo afferrò per i polsi,
spingendolo dolcemente
verso una colonna ancora in piedi. Lo guardava con uno sguardo
così pieno di
desiderio che per un attimo sperò che l’altro
provasse quello che provava lui,
ma si diede subito dell’idiota, il suo amico era innamorato
di Flare di Asgard,
di certo non di lui, la reincarnazione del dio dei morti.
Provò
con più forza ad allontanare il biondo da sé,
cercando di liberare i polsi
dalla sua stretta ferma ma delicata.
Mentre
si divincolava, Crystal ne approfittò per annullare la
distanza tra le loro
labbra, baciandolo e ponendo fine ad ogni protesta, essendo
l’altro troppo
shoccato per fare qualsiasi cosa.
Il
bacio era famelico, sembrava che il biondino volesse divorarlo dalla
bocca, ma
il giovane Andromeda non rispose immediatamente, troppo sconvolto da
quello che
stava succedendo.
Crystal
si era preso il suo primo bacio! E senza il suo consenso!
Mentre
pensava di cercare di staccarsi da quel bacio sentì qualcuno
che lo chiamava.
“Andromeda...
Andromeda...”gridava una voce in lontananza, ma lui era
diviso in due, da una
parte voleva scappare dalle braccia di quell’uomo che non
riconosceva come il
suo amico, dall’altra desiderava solo che, qualunque cosa
fosse quello che
stava vivendo, se un sogno o un incantesimo, durasse per sempre, per
poter
continuare a sentire la voce del biondo che, arrochita dal desiderio
gli diceva
quanto aveva desiderato baciarlo e quanto lo voleva, senza
però parlare di
amore. Tuttavia, era così bello stare rinchiuso in
quell’abbraccio, stava così
bene.
“Andromeda!”
chiamò ancora la voce, preoccupata. “Avanti,
svegliati! Andromeda!” diceva, la
persona misteriosa, che lo stava portando via dal suo sogno, ma era
tanto
bello, così tanto che la sola idea di andarsene gli faceva
quasi ribrezzo,
voleva restare con il ragazzo, l’uomo che amava!
“Andromeda!”
strillò angosciata la voce, che lo strappò dal
sogno perchè aveva riconosciuto
il suo possessore.
Aprì
gli occhi a fatica, accorgendosi di essere tra le braccia
dell’altro, mentre
questi lo guardava preoccupato.
“Stai
bene?” gli domandò dolcemente.
Il
giovane annuì, mentre il mondo riprendeva forma davanti ai
suoi occhi, la poca
luminosità però gli rendeva difficile vedere
quello che aveva intorno.
“Sicuro?”
chiese ancora Crystal, “Mi hai fatto prendere un
colpo!” aggiunse, sul suo
volto ancora un cipiglio preoccupato.
il
giovane dagli occhi verdi gli sorrise, per rassicurarlo.
Sortì l’effetto
sperato, perchè il viso dell’altro si distese.
“Mi
aiuti ad alzarmi?” gli domandò, cercando di
tirarsi su con scarso successo,
visto che le sue gambe non volevano saperne di reggere il suo peso e la
testa
gli girava ancora come se fosse stato su una trottola.
“Certo!”
rispose, porgendogli una mano e passando l’altra dietro la
sua schiena,
facendolo appoggiare su di sè.
Le
Guardiane scelsero proprio quel momento per arrivare, avendo percepito
un
cambiamento nell’aria.
“Andromeda!”
chiamò Su-lee, correndo loro incontro.
“È tutto a posto? Stai bene? Cosa ti è
successo?” domandò a raffica.
“Ecco
io...” provò a rispondere il giovane, ma non
sapeva cosa dire. “Io... credo...
credo di essere svenuto...” disse, incerto, guardando Crystal
in cerca d’aiuto.
“È
vero,
stavamo camminando, quando, all’improvviso, è
caduto. Fortunatamente me ne sono
accorto in tempo e l’ho preso al volo.”
Spiegò. “Poi ho provato a svegliarlo,
ma, per un secondo è stato circondato dal suo cosmo, ma era
come... diverso. Dopo
di che, sono riuscito a svegliarlo.” Finì il
biondo.
Le
donne si guardarono e la Guardiana dell’aria
sgranò gli occhi.
“Non
può essere! Ma forse.... si, può darsi che...
Andromeda, potresti togliere la
maglia, per favore?” ragionò ad alta voce, mentre
cercava di mettere ordine tra
i suoi pensieri.
“Ok...
ma cosa...?” tentò di scoprire, ma si
zittì quando lei gli scoccò un’occhiata
che non ammetteva repliche.
Crystal
lo aiutò gentilmente.
Quando
fu a petto nudo, Su-lee gli si avvicinò, esaminandolo e
facendolo diventare
rosso come un peperone, finchè, con
un’esclamazione vittoriosa, non trovò
quello che cercava.
Una
specie
di tatuaggio si era “creato” appena sotto le
scapole, al centro esatto della
schiena. Era una nuvola che sembrava in movimento, incatenata e allo
stesso
tempo unita a delle catene, che entravano e uscivano dal grigio cupo
della
nuvoletta.
“Questo
è il segno che aspettavamo! Lui è uno dei nuovi
Guardiani, a quanto pare.” Disse
Francesca, un po’ annoiata e indifferente.
“Cosa?!?”
gridò quasi l’interessato.
“Ma come fate a dirlo?” domandò, invece,
Crystal, sorpreso quanto l’amico, ma
comunque curioso, anche se dalla sua espressione non si sarebbe detto.
“Non
lo senti?” chiese Anna di rimando, sempre fredda.
“Il suo cosmo è cambiato, lo
hai detto anche tu, poco fa.” Aggiunse, seccata
dall’espressione confusa del
giovane.
“Significa
che il suo cosmo si è equilibrato con i suoi poteri di
Guardiano, quello è un
marchio che lo designa come tale. Lo portiamo tutti!” gli
venne in aiuto
Jasmine, scoprendosi la spalla destra, permettendo ai ragazzi di
vedere, sul
davanti, il fiore decorato da piante, trapassato da una spada lunga e
fine.
Il
tatuaggio,
o marchio, era di un verde brillante, mentre il fiore era rosso come il
sangue,
non molto grande, anzi quasi invisibile se non ci si faceva caso.
Anche
le altre, a quel punto, mostrarono i loro.
Anna
aveva una goccia dentro un fiocco di neve, che nascondeva una specie di
croce
formata con una freccia spezzata. Il tutto era bianco e blu, con la
punta della
freccia che dava la sensazione di indicare il cuore. Era sotto
l’orecchio
sinistro.
Francesca,
dietro la spalla destra, aveva una fiamma rosso cupo e nera, che
poggiava su un
cuore incenerito trafitto da vari pugnali, con una goccia rossa che
scendeva
verso la scapola.
Su-lee
aveva, invece, sulla parte bassa della schiena, dei petali trasportati
dal
vento, con delle linee a dare una forma concreta all’aria,
con un ventaglio da
cui partiva una frusta che tagliava dei petali.
I
due
ragazzi le guardarono con gli occhi di fuori.
“Questi
sono i simboli che portano tutti i Guardiani fin dalla nascita, solo
che rimane
nascosto. Si manifesta solo quando i poteri si sviluppano. E come avete
visto
sono colorati e spesso chiari, questo perchè sono una parte
del Guardiano o
Guardiana che lo porta, lo rappresenta.” Spiegò
Jasmine, ricoprendo il marchio.
“Adesso andate a riposare, è meglio. Domani, se
avrete bisogno di qualche
chiarimento, noi saremmo disponibili per spiegarvi.”
I
due
si ritirarono e Crystal accompagnò Andromeda fino alla porta
della stanza che
divideva con il fratello.
Non
si
accorsero di una persona che, arrabbiata, se ne andò dopo
che il biondo si era
ritirato.