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Autore: _diana87    11/08/2013    10 recensioni
[ATTENZIONE SPOILER FINALE DI STAGIONE]
Sette sospettati, sette delitti, sette peccati.
Un unico serial killer.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grace Van Pelt, Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti, Wayne Rigsby | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Epilogo


 

Nei due giorni seguenti, Brett Partridge non parlò quasi mai, anzi rideva come un sadico fino allo svenimento. Rinchiuso nella sua cella, in un istituto di sanità mentale, se ne stette in un angoletto dove disegnava sul muro lo smile rosso, aiutandosi con del sangue che prelevava da una vena dell'avambraccio. Si vedeva che aveva studiato medicina, e anche i dottori curanti potevano constatarlo, dato che si era procurato da solo l'ago che gli serviva per bucare quel punto preciso del braccio.

Quasi stupiti, osservavano quest'uomo affascinati dalle sue tecniche. Era incredibile come anche dopo la sua cattura, la gente continuasse a parlare di lui.

Era ciò che voleva: ottenere la fama in eterno.

Nonostante ciò, alla fine riuscì a parlare davanti a una giuria. La squadra di Lisbon era seduta in prima fila attendendo il processo.

Teresa era la più soddisfatta: anche lei aveva ottenuto ciò che voleva, ovvero lasciare che il serial killer fosse giudicato dalla legge.

Il processo durò un'intera giornata, nel corso della quale vennero esposte foto di tutti i crimini più efferati di Red John, compresi gli omicidi di Angela e Charlotte Jane. Patrick voleva restare forte, anche se gli scese, com'era comprensibile, qualche lacrima dopo aver visto le foto della scena del crimine della sua famiglia.

Poi seguirono gli ultimi omicidi, quelli ai sospettati della lista di Jane, e i vari collegamenti tra loro: l'avvocato difensore espose la sua teoria su Brett. Aveva cambiato il suo modus operandi usando i sette peccati perché era sempre stato affascinato dalla letteratura, e voleva utilizzare la storia italiana. Ovviamente dichiararlo sano di mente e un letterato non bastò per salvarlo e ridurgli la pena. 

Brett aveva smesso di ridere dopo la sentenza che lo condannava alla sedia elettrica... ed era l'unica condanna possibile.

Fu scorato dalle guardie carcerarie e non alzò lo sguardo quando passò vicino a Patrick, Teresa e gli altri.

Al CBI e all'FBI poterono tutti tirare un sospiro di sollievo: la vicenda, dopo più di dieci anni, si era conclusa.

 

"Vuoi smetterla di mangiare? Poi non entri nello smoking!"

"Cho, non ho bisogno che ti preoccupi della mia linea... non lo fa Grace, perché devi farlo tu?"

"Perché poi tocca a me aiutarti a vestire."

Wayne rimase col suo panino a metà tra le mani e la bocca spalancata. Alla fine, decise di coprirlo con la carta e conservarlo per dopo.

Grace era allegra; mancavano pochissimi giorni al suo matrimonio, ed era riuscita con gran soddisfazione, a preparare tutto. Lista di nozze, invitati, chiesa, ristorante, damigelle...

"Non capisco perché anche noi non possiamo riposare come fa Lisbon..." disse Wayne, raggiungendo la sua fidanzata sulla nuova scena del crimine.

Dopo quei giorni faticosi, la squadra era già all'attivo su un nuovo caso. A quanto pare, Red John oppure no, la California continuava a sfornare killer ogni giorno.

Qualcuno aveva detto con un tono malinconico che ormai il mondo non è più quello di una volta.

"Perché noi non abbiamo rischiato la vita come lei." rispose invece Kim, che aveva il comando sulla squadra, dato l'assenza di Teresa.

Grace prese Wayne per il braccio e gli sussurrò, "Tranquillo tesoro, quando ci sposeremo ci concederanno anche noi dei giorni di riposo!"

"Quando vi sposerete, sarò contento che non dovrò sentire più 'tesoro', 'caro', e 'zuccherino'..."

Kim aveva un ottimo udito e si divertì a prendere in giro i suoi amici mentre analizzava le tracce di sangue sul corpo della vittima.

Era divertente vedere come la tensione dei giorni precedenti si era smorzata, dato che si tornava a lavorare tra cadaveri come se nulla fosse.

"Zuccherino? Mi chiami zuccherino??"

"Perché non ti piace?"

"No... è adorabile!"

Esasperato di sentire i due piccioncini tubare, il coreano li guardò e spalancò le braccia.

"Ma quand'è che vi sposate?"

"Ehi, se continui così non sarai più il mio testimone di nozze!"

"Va bene, allora non entrerai nello smoking."

Alla fine, la spuntò sempre Kim, col suo modo di fare e con le sue battute taglienti. Gli angoli della bocca si incurvarono verso l'alto e per qualche frazione di secondo, un sorriso soddisfatto gli comparve sul volto. Wayne avrebbe voluto prendere la macchina fotografica e immortalarlo, ma non ebbe il tempo.

Grace rise dando un'occhiata intorno a sé. Presto sarebbe diventata la signora Rigsby, e avrebbe dovuto abituarsi ad un nuovo cognome. Chissà in ufficio come l'avrebbero trattata? Improvvisamente ebbe un'illuminazione e venne presa dal panico.

"Oh mio Dio, ho dimenticato di dire alla mia damigella d'onore che tipo di fiori voglio per il bouquet e il ristorante!"

"Ah, dici Lisbon? A proposito, che starà facendo? E' scomparsa con Jane da alcuni giorni..."

"Fidati, caro. Stanno recuperando il tempo perduto." disse sorridendo, lasciando trasparire che intendeva ben altro.

 

Le piaceva quella sensazione di indossare solo un indumento per casa, magari quello del suo uomo, e starsene ai fornelli a preparare la colazione.

Era una cosa che iniziava proprio a diventare un'abitudine. Nel corso degli ultimi due giorni, si era messa in testa di voler essere un po' più elastica con sé stessa, ma sopratutto con i suoi sentimenti.

Si sentiva quasi nuda e anche piccola, coperta solo da quella enorme camicia bianca che l'avvolgeva e la copriva fin sopra il ginocchio.

Una sensazione di calore arrivò alle sue spalle per avvolgerla e cingerle la vita. Un leggere bacio sul collo era quello che le serviva per farla tornare con i piedi a terra.

"Pensavo fossi stanca."

"Io non ero stanca, eri tu quello che non riusciva a reggere..."

Tra un sorriso e l'altro, si voltò per baciarlo, e gettargli le braccia intorno al collo.

"Cosa? Non sono mica vecchio... abbiamo solo alcuni anni di differenza!"

"Non sai tenere il ritmo!"

Quasi per rispondere a quella sfida, la prese in braccio per spingerla sopra il piano cottura. Poggiò la testa sull'incavo del collo e avvicinò le labbra al suo orecchio.

"Uhm vediamo... siamo passati dal divano al letto... e ora la cucina..." la sua voce era così velata e sensuale che le faceva venir voglia di stringerlo ancora di più.

"Scommetto che non l'hai mai fatto in cucina..."

"Sono stato solo con tre donne, inclusa te!"

Teresa storse la bocca e gli diede un pizzico sul braccio scoperto.

"Era necessario ricordarmi che sei stato anche con Lorelei?"

"Scusami..."

Il bussare alla porta li interruppe. Si guardarono con aria interrogativa, chiedendosi chi fosse a disturbarli.

In punta di piedi scalzi, Teresa controllò dal buco del portone e spalancò gli occhi alla vista del volto familiare.

Bisbigliò qualcosa a Patrick, chiedendogli di passarle i suoi vestiti. Si tolse la sua camicia e gliela restituì; in fretta e in furia, si rivestirono ognuno con i propri indumenti, mentre la persona alla porta continuava a bussare.

Teresa si diede un'ultima sistemata, cercando di sembrare normale, e aprì il portone, facendo accomodare il suo ospite.

"Eccomi... salve, signore! Che sorpresa averla qui!"

"Teresa, so che vuoi riposare un po'... oh ciao Jane!"

Debolmente Patrick alzò la mano per salutarlo.

"Ciao Virgil, qual buon vento!"

Virgil Minelli era l'ultima spiaggia del CBI. Fu chiamato per un'emergenza a sostituire Gale Bertram come capo del bureau, e la cosa, seppur tentò di nasconderla, non gli dispiacque affatto. Gli dissero che era solo una sistemazione momentanea e avevano scelto lui perché aveva avuto più esperienza a dirigere il bureau. Non aveva combinato granché da quando si era dimesso anni fa, quindi si sentì contento di ritornare a stare dietro una scrivania.

Stordito, guardò attentamente i suoi due agenti, mettendo in pratica il suo fiuto da detective, cercando di capirci qualcosa.

Aprì bocca per pronunciarsi, ma Patrick lo precedette, seguito da una risposta subito pronta di Teresa.

"Io passavo di qui per caso!"

"Sì, passava per caso!"

Minelli notò la camicia di Patrick. Era abbottonata male, cosa non del tutto normale per uno come lui che teneva all'ordine. Sembrava se l'avesse messa addosso di fretta. Poi posò lo sguardo su Teresa, la quale gli sorrideva nervosamente. La donna stava scalza, e intravide che la cerniera dei pantaloni non era abbottonata. Inoltre la maglietta che indossava era portata al contrario.

Fece una risatina che fece intendere che li aveva colti sull'atto.

"Oh, andiamo! Come se non sapessi che state insieme! Vi conosco troppo bene, quindi smettetela di fingere! E poi lo sanno tutti al CBI!"

I due sbiancarono sentendosi un po' presi alla sprovvista. Teresa evitò di guardare il suo capo, mentre Patrick restò con le mani in mano.

"Comunque quando volete, potete tornare al distretto, io non vi faccio pressioni!"

La donna annuì, restando come un soprammobile.

"Teresa, puoi respirare. Ero passato solo per dirvi questo! Non preoccuparti, Cho sta facendo un ottimo lavoro a dirigere la squadra. Abbiamo solo un problema con le dispense: Rigsby sta divorando tutte le provviste nel frigo."

L'appartamento si riempì di risate di piacere.

Anche il burbero Minelli sorrise, contento di aver smorzato la tensione. Non l'avrebbe mai ammesso ma era felice di vedere che quei due finalmente si erano dati una mossa. Aveva sempre visto di buon'occhio il mentalista, ammettendo però di non amare troppo smesso i suoi metodi d'indagine. E poi Teresa meritava qualcuno come lui che si sarebbe preso cura di lei.

Era insomma quello studente bravo e vispo che aveva bisogno di essere bastonato per fargli capire la lezione.

"Il mio lavoro qui è finito. Ora vado."

Teresa si offrì di accompagnarlo fuori alla porta.

"Se ti serve una mano, qualsiasi, sai che ci sono, okay?"

"Grazie. Vorrei solo essere aggiornata su ciò che combina la mia squadra."

"Lavoro, lavoro e lavoro... rilassati ancora qualche giorno. Ne hai bisogno."

Minelli le posò una mano sulla spalla che la fece rilassare.

"Va bene."

Sorrise anche lui quando vide un sorriso comparire sul volto della sua pupilla, di quella figlia che non aveva mai avuto, perchè Teresa Lisbon era sempre stata questo per lui: e vederla felice era la cosa che desiderava più di tutto.

"Dimenticavo... un giorno potrebbe servirti qualcuno che ti accompagni all'altare."

Teresa riuscì solo a farsi uscire qualche sillaba, ma non senza arrossire. Balbettò qualcosa come un 'grazie', e lo vide allontanarsi dal suo appartamento e dirigersi, magari, verso il bureau. La camminata di Minelli era una di quelle di chi la sa lunga, di un uomo che era tornato a stare esattamente dove doveva essere.

Il CBI era la sua casa, e la squadra la sua famiglia.

La donna rientrò dentro, ripensando alle ultime parole del suo capo. Continuava a sorridere e ad arrossire.

Scosse la testa pensando che forse un giorno avrebbe realizzato quel pensiero. Non poteva saperlo. Per lei era decisamente troppo presto, e poi le piaceva troppo stare in quel suo piccolo paradiso.

"Che ti ha detto Virgil da farti arrossire così tanto?"

Alzò lo sguardo verso la sua piccola porzione di paradiso che le parlava, e sospirò pensando che non avrebbe potuto desiderare di più.

"Cosa? Non sto arrossendo! E comunque non mi ha detto nulla!"

"Ho una fidanzata che è una pessima bugiarda!"

Tentò di evitare il suo sguardo, dirigendosi sul piano cottura, dove era prima dell'entrata di Minelli.

Sbagliava oppure era un altro passo avanti quello di averla definita la sua fidanzata?

Stette con le mani poggiate sul marmo della cucina, poi si voltò verso di lui mordendosi il labbro. Lui la interpretò come un lascia passare per tornare da lei e stringerla di nuovo tra le sue braccia. Teresa non se lo fece ripetere due volte e gli gettò di nuovo le braccia intorno al collo.

Non era forse una sensazione magnifica avere tutto ciò che voleva e averlo ottenuto dopo tanto faticare, dopo tanti dolori e tanta sofferenza?

Come diceva qualche scrittore, per raggiungere il Paradiso bisognava prima passare per l'Inferno.

E loro lo avevano fatto attraverso sette sospettati, sette peccati capitali e un solo serial killer.

"Noi stavamo facendo qualcosa o sbaglio?"

"Sì, hai ragione, ma temo di aver dimenticato cosa..."

"Il tuo palazzo della memoria inizia a crollare mi sa... ti stai facendo vecchio..."

"Allora perché non mi rinfreschi la memoria?"

Prese lei l'iniziativa, avvicinando il viso al suo e baciarlo, prima lentamente, quasi punzecchiarlo... poi impossessandosi completamente della sua bocca. Con una mano iniziò a sbottonargli la camicia, o meglio, sbottonare quel poco che era rimasto, dato che era già stata indossata malamente.

"Magari questo può rientrare nei tuoi ricordi felici?"

"Chissà, devo solo ricordarmi come si fa..."


Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
La storia è giunta al termine, e con ciò spero che le vostre domande abbiano ricevuto risposta e che la fanfic vi sia piaciuta :)
Chi mi conosce sa che sono angst, comica, ma alla fine il lieto fine c'è sempre ;)
Jane e Lisbon. Niente 'ti amo' tra di loro perché come ho ripetuto nello scorso capitolo, loro non sono una coppia da paroloni, ma piuttosto è un rapporto basato sui gesti... secondo me, poi se avete altre opinioni, fatemi sapere :p
Virgil Minelli. Io lo ADORO. Ogni volta che rivedo un vecchio episodio mi manca troppo. Ovviamente non si avvererà mai la mia visione di vederlo di nuovo al CBI ahahaha quindi godetevi questo breve momento e ciao u.u
Rigsby, Van Pelt e Cho. Beh anche loro sono una parte di questa storia e volevo mostrarli in un contesto quotidiano dove tutto tornava ad essere come prima, ovvero il lavoro nella scena del crimine. Perché come ho scritto, Red John potrà anche essere stato fatto fuori, ma i serial killer continueranno ad esserci :p
Red John\Brett Partridge. Non potevo non dedicare una parte anche a lui ehehehe per me lui ci starebbe benissimo come serial killer... secondo me il non sospettarlo come tale lo rende ancora più interessante huahuahua Bruno, se ci sei, batti un colpo!u.u
Infine un GRAZIE immenso a chi ha letto, recensito e preferito questa storia. Spero sia stata gradita e se ho fatto qualche errore, qualcosa che non vi è piaciuto, o volete chiedermi altro, beh fatemi sapere *-*
Alla prossima!!
D.
<3

   
 
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